giovedì, giugno 21, 2012

Requiem per il Piacenza Calcio



Scompare dal calcio professionistico il PIACENZA. Il classico notevole carico di debiti, il disinteresse degli imprenditori (una squadra come il Piacenza pare costi 2,5 milioni di euro l’anno, e ne introita al massimo 1.5...) e di gran parte della città, unito al fango del calcio scommesse in cui è finita la squadra nell’ultimo anno, tra i principali motivi.
Ma anche la progressiva disaffezione del pubblico e il disinteresse della maggioranza dei piacentini.
Si ripartirà dai dilettanti pare con il nome di Lupa Piacenza.
Il nome del Piacenza si aggiunge alla lunga lista di club gloriosi affossati da un sistema che evidentemente non funziona più (dal Perugia al Pisa, dal Venezia all’Ancona, fino, anche lei in questi giorni, alla Triestina).

Società nata nel 1919 da un gruppo di studenti e lavoratori, dibattutasi per decenni nei meandri meno conosciuti del calcio italiano (dalla serie C in giù a parte qualche breve, sporadica e sfortunata apparizione in serie B) nel 1986/87 riapproda alla B grazie alla gestione del presidente Leonardo Garilli che porta in squadra, la stagione successiva, il campione del mondo 1982 Claudio Gentile (e vince il Torneo Anglo-Italiano contro il Pontedera allenato da Marcello Lippi).
Seguono altri anni incerti fino alla storica promozione in serie A del 1993/1994.
Il Piacenza decide per una squadra di soli giocatori italiani (caso unico e molto apprezzato, tanto quanto la decisione di rinunciare allo sponsor e portare sulle maglie il logo dell’Unicef a cui era destinata una percentuale dell’incasso), disputa un campionato dignitoso e retrocede a causa di scandalose e penalizzanti decisioni arbitrali e della vergognosa sconfitta in casa all’ultima giornata del Milan a S.Siro da parte della Reggiana che si salva al posto dei biancorossi.
Guidati da Gigi Cagni tornerà in A la stagione successiva grazie al giovane talento autoctono Filippo Inzaghi.
Ci resterà per 5 anni prima di retrocedere e risalire nel 2000/2001.
Retrocede del 2002/2003 e da allora si alternano campionati soddisfacenti a prestazioni deludenti fino alle retrocessioni in C1 prima in C2 dopo, il pesante coinvolgimento di molti giocatori nel calcio scommesse e il fallimento.

Nel Piacenza sono passati talenti destinati a diventare stelle di prima grandezza, dai fratelli Inzaghi a Gilardino, Pepe, Abate, Amauri, Barzagli, Campagnaro, Nocerino, Rizzitelli, Signori, Di Francesco, ma anche Marchionni, Roma, Stroppa, Matuzalem, Jeda, Naingollan, Patrascu, Dedic, Gentile e Vierchwood (a fine carriera)

24 commenti:

  1. E Pasquale Luiso, il toro di Sora! ha ha ha ha ha

    memorabile gol della vittoria al Milan (3-2!) in rovesciata!!!

    RispondiElimina
  2. Purtroppo con la Reggina siamo sulla stessa strada....troppi soldi, troppi scandali, troppa tv!

    RispondiElimina
  3. Da una parte sono dispiaciuto ovviamente, dall'altra può essere l'occasione di una pulizia generale. Resteranno le grandi, come sempre, troppo indebitare per poter fallire ma forse nel sottobosco saranno costretti a ripartire , PER FORZA, da zero.
    Ma temo che il tutto sia talmente marcio che ci sia ben poco da fare.

    RispondiElimina
  4. Sono due le cause che hanno portato alla fine del Piacenza:
    1) La volontà irrinunciabile dell'ex-proprietario di non tirare fuori più un centesimo.
    2) La pessima gestione di quest'ultimo nelle ultime tre-quattro stagioni, nonostante non avesse più volontà di sborsare per la squadra, avrebbe potuto adoperarsi e lavorare per rendere il club autosufficiente e non più dipendente dai suoi esborsi. In questo senso si Garilli ha commesso un peccato mortale, aiutato dal braccio destro Riccardi.Di qui la decisione di liberarsene ad ogni costo e la vendita alla cordata di banditi composta da Gallo, Covilli Faggioli etc.

    Queste le cause, se volete vado avanti, la so tutta fino alla fine, ma è lunga e complicata.

    RispondiElimina
  5. La cosa che brucia di più è il fatto che il Piacenza era un club sano, pulito, e un ESEMPIO per il calcio italiano (gli anni come unica squadra senza stranieri, lo sponsor Unicef etc).
    Garilli ha altri pesanti guai con la sua società di gas e ad un certo punto non ce l'ha più fatta a finanziare la squadra (che in realtà era una passione del padre, a lui è sempre interessata poco e l'ha sempre avvertita solo come un peso).
    Bastava venderla subito.
    Era in serie B, abbastanza sana, ce la poteva fare.

    RispondiElimina
  6. Era sano si. E con tutti i casini che ci sono stati è rimasto sano fino alla fine.
    Il vero problema che non si vuole affrontare sono gli ingaggi dei calciatori.
    Il calcio scommesse c'entra poco, certo non si è vigilato ma come fai a controllare una cosa del genere, mica lo vai ad immaginare. Cassano secondo me è molto bravo poteva giocare anche in A, pensa te che razza di coglione.
    Ad ogni modo la responsabilità oggettiva dei club va eliminata.

    RispondiElimina
  7. Brutta storia come ce ne sono state tante e tante ce ne saranno in questo calcio impazzito. Spero che Piacenza(ma anche Triestina) ripartendo dal basso trovino la forza di reagire. Meglio morire e rinascere che essere lungamente moribondi. E' rinato il Pisa, il Perugia, il Livorno, lo Spezia e lo farà pure il Piace, magari non subito ma lo farà. Al Garilli venni in trasferta al seguito del Perugia per una gara spareggio salvezza che perdemmo 2-1 sotto un diluvio micidiale(mi pare fosse l'ultima di campionato). La porcata del Milan con Baresi e Costacurta che si fanno uccellare dallo scarpone difensore reggiano(cazzo non mi ricordo il nome, giocò in B pure a Perugia)me la ricordo ben bene. Comunque sapendo cosa provano ora i piacentini amanti del calcio non posso che augurare a loro di trovare la forze per ripartire.

    Charlie

    RispondiElimina
  8. Uccellare, bellissimo. Indovinate un po' da che dizionario arriva? Certo, il Giuan. Era e rimane il numero uno.
    Cambiando tema (anche se mi spiace molto per il Piacenza Calcio, ma sara' la fine di una barbarita' di squadre) ho ascoltato e comprato un dischetto che non sto' togliendo dal lettore da qualche giorno, tale Jeb Loy NIchols. Il disco si intitola Specials, se vi garba il soul piu' bastardo con il country, dalle parti di Tony Joe White, qualcosa di Marvin Gaye, tanto di Dan Penn. Insomma, quel sound indolente, ideale con questi caldoni, Memphisiano fino al midollo, suonato in punta di strumento. Il bello e' che questo abita dalle parti del Galles piu' rurale.

    RispondiElimina
  9. ...ci ho messo una esse in piu': Special.

    RispondiElimina
  10. io voto per Billy Nichols!
    C

    RispondiElimina
  11. Benissimo, non vedo l'ora di ascoltarlo!
    Cosa ci si beve su?

    RispondiElimina
  12. Albert, ci vorrebbe un rosso, ma con questo caldone......Apriamo il Timorasso dell'azienda La Colombera? Sara' il caldo, ma poi mi ritornano nella zucca degli aneddoti da alzheimer. Ricordati che ne tiro fuori uno di Franco Gandellini, della famosa stirpe di Provaglio Valsabbia, alla "prima visione" di Per un pugno di dollari, al "cinema" di S.Cristina.

    RispondiElimina
  13. Sentito Cortez? mi proponeva un meeting gastronomico prima di Paolino "per carburare",diceva..
    C

    RispondiElimina
  14. Yess..tieni conto che dentro e' un casino mangiare (x via delle code infinite x avere un panino..vediamo..)
    C

    RispondiElimina
  15. Poi farò le convocazioni ufficiali ma è BASILARE trovarci almeno verso le 19 per aperitivo, panino e discussioni Casula.
    Poi si passerà al dovere, cioè vedere Weller, ma prima il piacere.

    RispondiElimina
  16. D'accordissimo su luogo e scopo,Boss..
    C

    RispondiElimina