mercoledì, marzo 28, 2012
Internet e cavalli
Giovanni De Mauro è il direttore di Internazionale (www.internazionale.it) e il 26 gennaio 2012 fa ha scritto una breve cosa che in poche righe ne riassume tante altre.
Su come cambia il mondo.
Ne abbiamo già parlato più volte da queste parti soprattutto in relazione alle nuove tecnologie discografiche e al vinile o al copyright e il download.
Cavalli
Fino all’inizio del novecento c’erano le carrozze con i cavalli.
Poi sono arrivate le automobili e le carrozze sono scomparse.
Oggi le macchine inquinano e il traffico cittadino è un problema, ma nessuno si sognerebbe di tornare alle carrozze con i cavalli.
Per tutto il novecento la Kodak è stata sinonimo di macchine fotografiche e pellicole.
Poi sono arrivati gli apparecchi digitali e gli smartphone.
La Kodak non ha saputo adattarsi, anche se aveva una storia e un marchio che le avrebbero consentito di farlo. E la scorsa settimana ha chiuso.
Oggi nessuno accetterebbe una legge che proibisse le macchine fotografiche digitali per salvare la Kodak e l’industria degli apparecchi analogici.
Prima c’erano i giornali nelle edicole, i film nelle sale cinematografiche, gli album nei negozi di dischi, i libri in libreria.
Oggi c’è internet e le persone scaricano, copiano, condividono e soprattutto producono: parole, immagini, suoni.
Invece di prendere atto del cambiamento, adattarsi e trovare nuovi modi per sfruttare le potenzialità di internet, l’industria dei mezzi di comunicazione – in particolare negli Stati Uniti – usa i suoi soldi per condizionare i governi e spingerli ad approvare delle leggi che limitino l’uso della rete.
Ma non hanno ancora capito che è una battaglia inutile, perché nessuno di noi vuole tornare alle carrozze con i cavalli.
E quindi neanche tornare al vinile, giusto ?
RispondiEliminaNessuno vuole "tornare al vinile".
RispondiEliminaVanno benissimo CD, download e compagnia bella.
Ma ripeto la solita solfa: al vinile sono affezionato, mi piace di più, lo privilegio ma ben venga la possibilità di lavorare con in sottofondo la mia musica preferita da Itunes o le novità in streaming.
w johnny the horse!!
RispondiEliminaC
Il vinile rientra ovviamente a pieno titolo nella categoria "carrozze con i cavalli"... :)
RispondiEliminaEh però ogni tanto farci un giro sai che poesia....
RispondiEliminamacchè carrozze, è un paragone improprio, piuttosto il vinile sta alla Lambretta o Vespa come un mp3 sta a un kimco
RispondiEliminaAndrea Cortez: paragone perfetto! Il vinile, esattamente come Lambrette e Vespe d'epoca, non viene più usato per lo scopo originale (rispettivamente, ascoltare la musica e muoversi) ma per un mix di snobismo, collezionismo e nostalgia per i bei tempi che furono...
RispondiEliminadissento, perchè da alcuni viene usato ancora oggi per il suo scopo originale, cioè muoversi o ascoltare musica, diciamo da una nicchia...una nicchia di appassionati che non si accontentano della modernità così com'è cioè "bella senz'anima"
RispondiEliminaPerfetto un'altra volta! Nicchia di appassionati collezionisti snob e nostalgici, per l'appunto :)
RispondiEliminaMa se andare in vespa o in lambretta e ascoltare musica dal vinile ti fa star bene, perché farsi tanti problemi?
RispondiEliminaLa battaglia è sicuramente persa,perchè questo rientra nella contraddizione insita nel sistema stesso e nella logica di mercato,che per sopravvivere ha bisogno di distruggere le condizioni stesse per cui è nata : quindi apparentemente crea nuovi mezzi di produzione...
RispondiEliminaAPPARENTEMENTE perchè questo non sta più succedendo da parecchio tempo.
Sono d'accordo anche io sul fatto che l'automobile ha superato l'uso delle carrozze a cavalli,che le macchinette digitali hanno superato quelle a pellicola impressa ecc...
ma il download non supera nè il vinile e nè la riproduzione su CD semplicemente perchè NON CREA LAVORO e non si vende (tranne che per i rarissimi casi in cui il download è legale,ma si tratta comunque di MISERI compensi): è una contraddizione totale,perchè si tratta di un sistema nato come concorrenza mercantile che però diventa gratuito e totalmente evasivo,se vivessimo in un mondo senza denaro,senza scambio di merci e senza competizione tra stati sarebbe bellissimo (come auspicavano Marx o Bakunin ad esempio) ma così è un suicidio collettivo,che sta facendo chiudere le testate giornalistiche,le case editrici e tra non molto pure le label discografiche...e non sarà la rivoluzione,tutt'altro ! Sarà un impoverimento culturale ai livelli peggiori,come il rogo dei libri che portavano in piazza i nazisti o gli apocalittici scenari di farenheit 451.
Se opporsi a tutto ciò significa essere snob o nostalgici,sarò orgoglioso di esserlo ancora per molto,credo fino a quando resterà in vita una generazione che preferisce tuttora guardarsi un film IN PELLICOLA al cinema,piuttosto che scaricarlo in rete fottendo tutta l'industria che ha contribuito a crearlo (e di quella industria facevano parte anche Pasolini e Chaplin,non solo i Vanzina).
Bisogna prendere atto che il download sta ponendo fine a tutti i supporti analogici o digitali che siano e che per sopravvivere i musicisti, a tutti i livelli, dovranno contare soprattutto sui concerti. E questo é interessante.
RispondiEliminaFabio T.
In pratica è già così...sulla situazione della musica live si è già parlato in altri post: altro che carrozza, lì andiamo (e torniamo) a piedi. Effettivamente sarà interessante vedere cosa succederà, di sicuro le band non scompariranno...
RispondiEliminaIo non vedo perchè digitale e analogico non possano coesistere tranquillamente (proprio per le differenze che ci sono, in fondo), al di la della superiorità o meno di uno o dell'altro. Ma non mi sembra neanche quello un problema...se discutiamo se sia "meglio" un cd o un lp ok, ma "snobbare" il suono del vinile, please...
W
ieri sera ero a cena da un amico, che non è un collezionista esasperato, neanche un "vintage" come molti di noi...
RispondiEliminaperò che emozione vedere in sala, di fianco ad un 40e-passa pollici lcd tv, un mobiletto, con sopra un massiccio thorens (anni 70 credo) con sopra una raccolta di aretha della atlantic, etichetta tricolore, con di fianco appoggiata la copertina... che bello. si sentiva da dio
Fabio...qui di musicisti ce ne sono diversi (ma credo NESSUNO professionista purtroppo)
RispondiEliminae se dovessimo contare sui concerti per sopravvivere,con il numero esiguo di locali che sono rimasti e con i compensi che prevedono OGGI.......AIUTOOOOOO !
Dobbiamo dire : benedetto sia il collezionismo e tutto il giro dei nostalgici di nicchia che vi sopravvive dietro,altrimenti non sentiremmo nemmeno più una nota di quelle che continuano a piacerci.
Nel frattempo stanno ridimensionando persino il personale alla FNAC ! Dopo la chiusura dei piccoli e medi negozi...
avendo molti amici wellerologi che comprano tutti i formati di un suo disco quando esce, alla faccia di allelimo :) vi dico che il vinile del nuovo album suona meglio del relativo cd, mi è stato detto da più parti non connesse fra di loro, quindi deve essere vero :)))
RispondiEliminaOh, alla fine va sempre a finire in vinile ahahah! e come direbbe Cortez usciamo sempre dal seminato! Il punto dell'articolo sui "cavalli" l'ha centrato Ursus.
RispondiEliminaIl cambiamento con internet c'è stato, ma in che modo è o non è sfruttato? A cosa ci porterà? Torneremo in carrozza, ma con l'i-pad in tasca?
W
Ormai il disco lo fai per fare i concerti (dove vai a vendere il disco perchè in negozio non te lo compra più nessuno).
RispondiEliminaQuando avevo la Face Records (anni 90) vendere 1.000 copie di dischi di super nicchia nei negozi (roba garage, Lilith etc, Statuto a parte) era normale.
Adesso quando arrivi alle 500 è una gran festa.
Credo che sia un periodo di transizione tra un vecchio mondo ormai obsoleto (a cui però molti di noi per ragioni anagrafiche e per ragioni TECNICHE (ho il giradischi e continuo a comprare il vinile. Se si rompesse avendo 6.000 vinili ne ricomprerei un altro) rimangono attaccati) e uno nuovo ancora primitivo, non ancora definito.
Vedi il discorso CD. Grande novità futurista diventato obsoleto in un paio di decenni.
statistiche: l'album di weller (tutti in coro: "cheppalle sto cosostax qui non sa far altro che scrivere di weller") è entrato al n.1 nelle charts in UK con 30.000 copie circa vendute, giusto per avere una idea recente delle vendite nel paese leader per la musica in europa
RispondiEliminaBeh, cpt. Stax, e io allora, che la meno sempre con Fay Hallam?
RispondiEliminaA proposito, tre pezzi dei Makin' Time e una cover degli Artwoods in setlist della albionica cantante per il tour italiano che inizia domenica.
Fabio T
Riposta le date Fabio che magari si inciampa da qualche parte
RispondiEliminaCome dice l'articolo citato da Tony, il web ha cambiato le cose, e invece di sfruttare le opportunità incredibili che offre stiamo ancora qui a rimpiangere i negozi e i cinema chiusi?
RispondiEliminaOggi un gruppo può mettere una canzone sul web e farsi conoscere in tutto il mondo a costo zero, e stiamo a rimpiangere i tempi in cui pubblicare un disco, visti i costi, era una cosa per pochi?
Oggi se vuoi condividere le tue idee usi la rete (blog, facebook, twitter etc.) e stiamo ancora a rimpiangere i tempi delle fanzine ciclostilate in 100 copie?
Non vi capisco proprio.
Le cose cambiano, accettiamolo e cerchiamo di non perdere di vista la giusta prospettiva: rimanendo al mondo della musica, la musica registrata esiste da poco più di un centinaio di anni, ma la musica esiste da qualche anno di più...
Così come i dischi non hanno ucciso la musica e la radio non ha ucciso le case discografiche, il web non ucciderà nè luna nè l'altra. O credete che innovazioni tecniche come la registrazione non abbiano fatto danni verso il mercato degli strumenti musicali o dei locali dove si tenevano concerti, e l'invenzione della radio non abbia fatto danni enormi per l'industria discografica dell'epoca?
Allellimo,io non capisco te invece...
RispondiEliminasembra che tu rifuti di guardare in faccia la realtà :
questa non è una tecnologia che avvantaggia la crescita culturale e informativa,ma è una tecnologia che la UNIFORMA tutta in una unica direzione,cioè quella del profitto per i grandi capitalisti e le multinazionali che si concentrano unicamente nei grandi blocchi di potere (e la dimostrazione è sotto i nostri occhi,visto ciò che sta accadendo in Italia,quindi non parlo dell'est asiatico o di luoghi lontanissimi)
Dopo di che IO NON RIMPIANGO NIENTE !
Ma se il prezzo di questo "avanzamento tecnologico" è la scomparsa delle minoranze,che non si sono mai adeguate a tali imposizioni di massa...io mi tengo la mia vecchia e vetusta tradizione POPolare,esattamente come preferisco andare a mangiare in una trattoria di paese piuttosto che in un fast-food regolato da tempi di produzione "moderni"....
se le due cose non potranno essere,in un futuro ormai prossimo,essere compatibili l'una con l'altro sarò tantopiù preoccupato,ma non per me stesso ma per i miei nipoti e per i figli dei miei amici (per cui si prospetta un avvenire MISERISSIMO di idee e di creatività).
Ecco le date di Fay Hallam Trinity:
RispondiElimina1/04 - Bergantino RO @ UNGAWA TIKI BAR ore 19.00
3/04 - Savignano S.R. FC @ SIDRO CLUB ore 22,00
4/04 - Torino @ United Club ore 22,00
5/04 - Genova @ Chandra Bar ore 21,30
6/04 - Correggio RE @ Vizi del Pellicano ore 22,00
7/04 - Pietramurata TN @ H. Ciclamino ore 22,00
8/04 - Rimini @ Bounty Club (c/o Italian Job) ore 16,00
9/07 - Ferrara @ La Casona ore 18,00
Da notare che a Ferrara prima di Fay suonano a partire dalle 15,00 i Marianne, i Cosmic Box e soprattutto i fantastici Bang!
Fabio T.
Ursus, non credo di non guardare in faccia la realtà, che per inciso mi sembra quella delineata nel post: i tempi sono cambiati.
RispondiEliminaLimitiamoci alla musica, dischi, cd e mp3: in meglio o in peggio, non ha molta importanza. Ormai il cambiamento c'è stato, possiamo accettarlo e vedere di ricavarne qualcosa di buono, oppure rifiutare la realtà e rifuguarci nella nostalgia. Però rimane il fatto che le carrozze a cavalli, per fortuna, non tornano.
Sul fatto che questa tecnologia (immagino ti riferisca al web) non avvantaggi la crescita culturale e informativa, boh. Non mi sembra proprio. Sul web, ad esempio, c'è una cosa eccezionale e gratuita come wikipedia, che mi sembra vada esattamente nella direzione opposta a quella che dici tu.
Il discorso sul profitto per i grandi capitalisti (rimaniamo sempre nel campo della musica) non lo capisco proprio: le case discografiche prima erano in mano a ribelli comunisti e anarchici? A me sembravano capitalisti e multinazionali anche allora.
La scomparsa delle minoranze e della creatività, idem come sopra: mi sembra che oggi ci sia molto più spazio per qualsiasi minoranza e per qualsiasi forma di creatività, molto più che negli della nostra adolescenza.
Certo, le forme sono cambiate, e magari noi siamo in grado di capirle ed apprezzarle, ma santo cielo, cosa dicevano i cinquantenni degli anni '60 dei Beatles? E quelli degli anni '70 del punk?
Negli anni '80 io facevo una fanzine musicale, ho comprato e recensito i dischi dei tuoi No Strange, ma vista la distanza fisica non abbiamo mai avuto nessuna interazione diretta. CHe stiamo avendo oggi invece grazie al web e ai blog. Sinceramente, a me sembra meglio adesso.
Allora si vede che i negozi,tipo il mio che ho gestito (sia pur a fatica per anni) o quello di altri miei colleghi non sono serviti a niente...ci siamo ritrovati DISOCCUPATI all'età di 40 anni,cioè quando il mercato del lavoro rifuta chiunque,con le pezze al culo e magari pure con i debiti grazie anche a questa moderna innovazione GRATUITA,in un sistema dove di gratuito non c'è neanche più l'aria che si respira (a proposito di tecnologia)...non solo : tra poco chiuderanno fabbriche,industrie,teatri,cinema,luoghi di ritrovo ecc...
RispondiEliminatutto questo col nostro bel sorriso sulle labbra ed avremo finalmente realizzato l'utopia tanto cara al mondo "liberista" : una produzione fine a se stessa e senza l'ausilio della manodopera,che costa troppo e richiede troppi diritti elementari.
Un mondo così,rispetto a quello precedente gestito da grosse industrie BORGHESI (altro che rivoluzionari o ribelli) è persino peggio ed aprirà la strada ad altrettanti integralismi,così come sta già accadendo nei luoghi della terra dove il progresso arriva MOLTO più lentamente,il cosidetto terzo mondo che magari preferirebbe ricevere da mangiare piuttosto che wikipedia o le nostre discussioni basate sul nulla.
Ma tanto va bene così...finchè dura !
Ursus, adesso capisco meglio qual è il tuo punto di vista.
RispondiEliminaAnch'io, per altri motivi, mi sono ritrovato senza lavoro a 47 anni, e non è stato facile. Anzi, non è ancora facile nemmeno adesso.
Però ecco, succede continuamente: i mestieri spariscono, e ne nascono di nuovi. E' successo quando sono stati inventati i dischi, è successo quando è stata inventata la radio, è successo con la rete e gli mp3.
I bottegai di una volta sono stati soppiantati dai supermercati e dagli ipermercati. Magari la qualità è leggermente diversa (neanche troppo, se ci pensi bene) ma il motivo è uno solo: alla gente costa di meno fare la spesa al supermercato. Nessun complotto, nessun obbligo.
E dubito seriamente che al terzo mondo che non ha da mangiare, come non gli frega un cazzo di wikipeedia e delle nostre discussioni basate sul nulla, allo stesso modo non gli frega un cazzo della musica, dell'arte e della chiusura di cinema, teatri e negozi di dischi.
Oh Tony, se vieni a sentire Fay a Bergantino, o Correggio o Ferrara dammi uno squillo...
RispondiEliminaFabio T.
yesss
RispondiEliminaPerò se per esempio non eri in condizione un buon cavallo ti portava a casa lui.
RispondiEliminatu saltavi in groppa e lui partiva, clop clop clop...il papà di Pascoli era addirittura morto, ma la cavallina famosa l'ha portato a casa lo stesso.
Anche alcuni asini facevano lo stesso. Oddio, certi giorni erano intrattabili, per non dire dei muli. E poi anche la guerra gli facevano fare ai muli. E loro non dicevano niente, erano muli. Ora al posto dei muli ci siamo noi. Alcuni invece sono al posto degli asini.
Tony, credo che a Correggio venga il Trio Fidentino (Frazzi, Delledonne, Fuzz)....
RispondiEliminaFabio T.