martedì, novembre 11, 2008
Rapporto Asia 2
Prosegue il rapporto di collaborazione con Thomas ( http://www.myspace.com/pete00soul ), che, periodicamente, ci manda brevi spaccati dall'Estremo Oriente, visti con gli occhi occidentali e italiani di chi vive in Cina da anni.
Un avamposto privilegiato per capire differenze e affinità tra "noi e loro".
Grazie a Thomas per l'opportunità e la disponibilità
Il precedente post è stato pubblicato il 28 gennaio 2008
Dopo le olimpiadi, i fattori di costo che hanno fatto
della Cina il fenomeno economico degli ultimi 4 lustri sono cresciuti
esponenzialmente rispetto alle logiche di crescita fisiologica degli
ultimi anni.
In aggiunta al turmoil economico che ha colpito il pianeta, negli
ultimi 16 mesi (circa) lo yuan e' passato dalla forte debolezza di
8,27 Rmb per 1 USD al cambio odierno di 6,85 Rmb per 1 USD e negli
ultimi 2 mesi si e' apprezzato sull'euro da media stabile di 10 rmb
per 1 euro a 8,5 Rmb per euro con l'inevitabile arresto delle
attivita' di export che rappresentano il 90% del prodotto interno
lordo.
In Cina 900,000,000 di persone vivono molto al di sotto della soglia
di poverta' ed il governo di Pechino deve in maniera categorica
assicurare un costante miglioramento della qualita' della vita: non ci
dimentichiamo che qui ci sono 21 Taiwan ed un numero non meglio
definito di differenti etnie innescate e pronte, qualora dovessero
mancare i presupposti per un miglioramento delle condizioni di vita, a
scatenare quella che potrebbe essere la piu' grande guerra civile
nella storia dell'umanita'.
Da questo scaturiscono le mie considerazioni da " bar dello sport"
dell' economia:
se la premessa maggiore e' che comunque il paese deve
garantire una progressione positiva e costante, quella minore e' che
la rivalutazione della moneta locale e' solo un veicolo per
intensificare e capillarizzare il controllo economico dell'industria
americana/europea per poter attuare, una seconda volta, il grande
balzo e cioe' la conversione della odierna industria "cheap" made in
China in una di prodotto ad alto valore aggiunto e tecnologica.
E quindi, visto che con meno Yuan compro piu dollari, rock 'n' roll e
mi compro la General Electric...
Se "cade" la Cina sono guai e molto molto seri
RispondiEliminaDavide
Era scontato che la vertiginosa crescita legata al "cheap" made in China si sarebbe arrestata prima o poi. E, come giustamente scrive Thomas, il governo ha l'obbligo di garantire un progressivo miglioramento della condizione socio-economica della popolazione. Se ciò non dovesse avvenire sarebbe la catastrofe, e davvero non è esagerato parlare di possibile guerra civile di proporzioni incalcolabili. L'unica via d'uscita è quella: sostituire il made in China classico con l'esportazione di prodotti ad alto livello tecnologico. Le risorse vanno impiegate li, altrimenti sono cazzi.
RispondiEliminaMolto interessante in ogni caso questo periodico reportage dalla Cina, grazie Thomas. E, naturalmente, bravo Tony!
Corretto Emmanuel: e' storia che si ripete.
RispondiEliminaMao insegna; l'atto apologetico nei confronti dell'America nel '69 con l'esplicita richiesta di accettare gli studenti cinesi e non certo per imparare la lingua..
Criticabile da molti punti di vista ma allo stesso tempo grande stratega, statista ed uomo di visione.
Un off-topic me lo permettete? Come e' andato il DJ set di Sabato Tony?
E tu sai perche' lo chiedo..
P.S. In terra cinese non sei piu' censurato!!
Thomas
Thomas
Dj set bene...anche se 5 e passa ore di soul stroncherebbero chiunque...ma sono andato sul "leggero" (da Al Green all'Otis più quieto, un po' di Ray Charles in "Mary Ann", "Needle's eye" di Gil Scott Heron, Curtis mayfield, Marvin Gaye, Impressionas. Ikettes, Chiffons etc etc).
RispondiEliminaIn Cina non sono più censurato ?
Alla grande !
Mi si apre un mercato di fruitori del blog sterminato !!!
Sarà l'inflazione di pugni chiusi che ha riaperto le porte ??
http://www.iht.com/articles/2008/11/14/asia/14china.php?page=1
RispondiEliminathanx Thomas