Con i trepiedi fino alla vittoria
by Molotov
Me ne stavo sul divano con un bicchierino in mano
quando sento di quel nano e del prode mantovano
che con mira assai perfetta, quasi fosse una saetta,
un treppiede tosto lancia - senza chiedere la mancia -
contro il collo di quel tizio sì,
per togliersi lo sfizio di cambiare i connotati - con la colla appiccicati -
di quel rudere avvilente che s'incula tanta gente.
Oh che giubilo, che gaudio!
non mi serve neanche l'audio
per mandar dovuto omaggio a un esempio di coraggio
a un novel Gaetano Bresci!
Santo sdegno, quando cresci?
Quando sorgi dalle masse rimbambite con le tasse
che van giù sempre più giù,
col lavoro in abbondanza sol che ti gratti la panza,
soldi, donne e tanto swing sol che faccia un bel liftìng?
Parchi buoi dell'occidente - come dice sorridente quel bel tomo del Ferrandi -
non più miseri e nefandi insorgete in piena luce contro quel novello duce!
Non avete baionette?
E nemmeno mitragliette?
Né le vanghe né i forconi da infilzargli nei coglioni?
Non temere, anima bella! È il treppiè l'arma novella!
Lo strumento proletario da cacciar nel tafanario
di quell'essere arrogante che del "ben" si fa garante!
Certo, il "ben" del capitale che non batti col pitale
che c'ha in mano la "sinistra" quando con la faccia trista
si fa avanti mesta mesta - per non apparir molesta -
proclamando a monte e a mare che "bisogna dialogare"!
Su i treppiedi, su, compagni, chè nessuno poi si lagni
che "non si può fare niente" né di panza né di mente
contro questo malfattore miliardario sfruttatore!
Non siam parco, non siam buoi, tutti al passo del Pordoi!
Coi treppiedi nelle mani, coi treppiedi anco fra i denti, siam novelli resistenti!
Oh Roberto, grande amico sei migliore dell'Enrico -
quello che con la stampella fe' una gran figura bella -
nostra speme rilucente nuovo faro tra la gente!
Tu la strada c'hai indicata, la faremo lastricata
di borghesi boccheggianti di attorucoli rampanti
di veline mezzo ignude di Lattanzi da palude .
Il Ferrara giù nel fosso?
Sì, per fare almeno un dosso!
e l'Emilio nazionale con nel culo un bel fanale
che rischiari col Tiggì, quando è notte e cala il dì
su 'sto mondo da finire,
il BEL SOL DELL'AVVENIRE!
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