martedì, settembre 16, 2025

Moon Unit Zappa - Terra chiama Luna. Un viaggio folle e sincero con un padre di nome Frank Zappa

Riprendo l'articolo che ho scritto per "il Manifesto", nell'inserto "Alias", sabato scorso, dedicato all'ottimo libro di Moon Unit Zappa "Terra chiama Luna".

La questione è stata ampiamente dibattuta e risulta ormai quasi banale, tante sono le volte che è stata approfondita. Ovvero quanto la figura dell'artista sia compatibile o accostabile a quella dell'essere umano che la rappresenta.
Di fronte al genio del nostro musicista preferito o comunque unanimemente osannato, può tranquillamente passare in secondo piano un eventuale profilo umano discutibile o perfino deprecabile?
Influisce il suo comportamento privato con l'arte espressa nella sua musica? O sono due elementi completamente separati?

Moon Unit Zappa è la primogenita di Frank Zappa, monumento della musica del Novecento, sperimentatore, provocatore, innovatore e tantissimo altro.
Cresciuta all'ombra dell'ingombrante, egocentrica, anaffettiva, fino alla crudeltà, figura paterna, ne rende una devastante testimonianza nella sua recente autobiografia “Terra chiama Luna”, edita da Mondadori, tradotta da Gianni Pannofino.
Non meglio era la madre, Gail Sloatman che sposò Zappa nel 1967, poco prima di mettere al mondo Moon Unit. Le vicende narrate nel libro ci portano in territori di abusi psicologici (talvolta anche fisici) di estrema ferocia, peraltro assolutamente ingiustificata nei confronti della figlia e dei suoi successivi due fratelli (Dweezil e Ahmet) e la sorella (Diva).

A tratti le situazioni sono insopportabili, per quanto l'autrice riesca sempre ad alleggerire, spesso con buone dosi di (auto)ironia, lo sdegno a fronte di certi episodi.
Frank Zappa ne esce come un personaggio esclusivamente concentrato sul suo lavoro, quasi mai incline a un gesto d'affetto o alla benché minima considerazione per i figli e la moglie, succube e rassegnata al suo strapotere, disposta a perdonare i suoi palesi e ripetuti tradimenti.v O è confinato nel suo studio, dal tardo pomeriggio alle prime ore della mattina o impegnato in lunghi tour intorno al mondo, che lo rendono pressoché sempre assente dalla vita affettiva e famigliare.
Gail (Moon sottolinea di averli sempre chiamati per nome, praticamente mai “mamma” o “papà”) sfoga la sua frustrazione sui figli, la primogenita in particolare.
L'aspetto più destabilizzante è che può essere protagonista anche di atti di grande amore e magnanimità, improvvisi, decontestualizzati, poi annientati da momenti di pura e semplice cattiveria gratuita.
La bambina Moon cresce in un ambiente anarchico e caotico, in cui genitori (ma non solo) girano nudi, le GTOs' (il gruppo di groupie care a Zappa) saltellano in casa in abiti comunque sempre succinti (pur se molto amorevoli con lei), l'amante neozelandese di Frank soggiorna a lungo tra le mura domestiche, facendo ovviamente impazzire la moglie (che si “divide” anche con un'altra amante europea di Zappa che minaccia spesso di raggiungere e abbandonare la famiglia).

“Una variegata coorte di sognatori libidinosi, tizi strampalati, sbandati e ruffiani viene da noi per scroccare a ciclo continuo. Io porto ancora il ciuccio appeso al collo, che mi dà un senso di sicurezza e non so mai chi è affidabile e chi no, chi si scopa mio padre e chi no.
Le stanze sono pervase dell'afrore di uomini e donne che ballano sui ripiani della cucina. Il nostro giardino sul retro è pieno di oleandri, edere, sanguinella, merda di cane, vecchi cartoni del latte e cera che profuma di garofano. Non mi piace vedere sconosciuti nel nostro giardino che fanno acrobazie o si mettono a produrre candele, nudi, vicini ai miei giocattoli.
I miei piedi cominciano a guarire dopo che due signore che dovevano prendersi cura di me hanno lasciato che me li ustionassi su un termosifone”
.

Nel 1982, a 14 anni, viene proiettata nello show business da un brano del padre, “Valley Girl”, con il quale vuole ridicolizzare il mondo della San Fernando Valley, dove la famiglia viveva.
Moon imita il tipico accento, lessico e argomentazioni delle sue coetanee del luogo.
La canzone arriverà nella top 40 americana, il risultato più alto ottenuto nella carriera di Zappa, che ne resterà particolarmente contrariato, trattato come “artista emergente” e autore di canzoncine divertenti. Peraltro ci vorrà tempo e l'ausilio della madre per attribuire parte dei diritti anche a Moon, contro il parere di Frank.
La ragazza diventa famosa, appare spesso in televisione, tra interviste e ospitate. Troppo e troppo presto, ne rimarrà quasi schiacciata.
Alla ricerca di un equilibrio e di una vita che non fosse legata alla figura paterna, Moon trova lavoro come conduttrice televisiva e come comparsa e piccoli ruoli in film e serie televisive.

La morte di Frank Zappa, nel 1993, per cancro, sarà un lungo e lento calvario, anche in questo caso ricco di sgarbi e bassezze tra i membri della famiglia.
Ma il peggio arrivò successivamente.
Gail tenne nascosto ai figli le disposizioni di Frank che avrebbe voluto un'equa divisione del suo patrimonio tra i cinque eredi, si intestò tutto, finendo anche in abissi debitori, problemi con le case discografiche, cause legali, spesso finite male, una gestione del materiale rimasto inedito spesso schizofrenica e inadeguata.
I figli ne furono travolti ed entrarono in conflitto tra loro, anche a causa di assegnazioni arbitrarie dei beni fisici di Zappa, dai dischi alle chitarre.
Ancora di più quando nel 2015, alla morte della madre (“non ha mai abbandonato il suo posto di comando in battaglia, anche se ha contribuito a perpetrare la guerra”), furono disposte quote differenti, attribuendo il 30% agli ultimi arrivati Ahmet e Diva e il 20% a Dweezil e Moon ma con la clausola che fosse Ahmet il gestore e che una divisione dei compensi sarebbe stata possibile solo quando la società che gestiva i diritti sarebbe tornata in attivo (gli errati investimenti di Gail avevano portato a un buco di parecchi milioni di dollari). Anche in questo caso piovono cause e querele, le loro vite si allontanano sempre di più.

“Sto imparando che che nulla può spingere certe persone ad amare. Io sono una cifra, una spesa, un guadagno, una perdita, una controparte con cui negoziare.
Non siamo una famiglia: siamo un'azienda camuffata da famiglia...dopo una vita passata a firmare documenti in cui si proclamava la nostra uguaglianza – una vita che credevo ispirata a un'idea di famiglia che ci impegnava tutti, una vita passata ad affermare principi che all'improvviso, con uno slittamento tettonico, si trasformano nel loro opposto – mi sento così tradita da non riuscire a pensare e parlare.”


La vita di Moon prosegue tra un matrimonio fallito e una figlia, ricerca spirituale attraverso filosofie orientali (anche in questo caso macchiate da vicende non sempre chiare e limpide con il guru di riferimento), varie altre attività sempre all'interno dello spettacolo, fino a una disperata e spiazzante ricerca di “conoscere come siamo fatti dentro” iscrivendosi a una scuola di anatomia, attraverso la quale dissezionare i cadaveri.

Un libro profondamente malinconico, acre e angosciante, una costante ricerca, a volte al limite dell'elemosina, di un atto d'amore da parte dei famigliari, evento raro, prontamente ripagato da profonde delusioni o pugnalate dolorose e inaspettate alle spalle. Stupisce la capacità di “sopravvivenza” di Moon a tutto ciò, aggrappata a una visione positiva della vita, mai rassegnata alla totale disillusione e pur sempre devota alla figura paterna.
All'età di 58 anni ha deciso di scriverne, cercando proprio nelle ultime pagine un'ennesima riconciliazione con i fratelli che non vede e sente da anni.
Le ultime parole del libro sono proprio per loro “E' tutto perdonato. Tornate a casa”.

Moon Unit Zappa
Terra chiama Luna. Un viaggio folle e sincero con un padre di nome Frank Zappa
Mondadori
480 pagine
24 euro
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