martedì, novembre 05, 2024

Lo Yacht Rock dei “beautiful losers”

L'amico LEANDRO GIOVANNINI prosegue la rubrica dedicata allo YACHT ROCK, ambito musicale spesso vituperato ma che nasconde piccole gemme degne di essere scoperte. Le puntate precedenti qua: https://tonyface.blogspot.com/search/label/Yacht%20Rock

Eccoli, i “beautiful losers” dello Yacht Rock:
autori noti e meno noti, che hanno realizzato uno o due album, anche per le major, per poi scomparire dalle scene, nell'illusione di un successo che non è mai arrivato o se è arrivato è stato come un’effimera fiammata.
Solo grazie alle ristampe giapponesi (grandi appassionati del genere) e al potere della rete, queste opere sono arrivate fino a noi.
Qui troverete molti grandi dischi dimenticati, che meritano un ascolto attento e approfondito. La selezione degli artisti è pensata in modo che i loro dischi possano essere ascoltati sia in streaming che in formato fisico.
Alcuni di questi sono disponibili in streaming esclusivamente su YouTube.

Adrian Gurvitz
Sì, proprio quel Gurvitz, noto per essere stato membro dei Gun e della Baker Gurvitz Army, famoso da noi per quella melensaggine di “Classic”. Ma scordatevi di quel Gurvitz e ascoltate “Sweet Vendetta”, un album che ha creato un piccolo culto intorno all’artista tra i fan dello YR. È un bel disco piacevole, senza pretese trascendentali, che offre un soul pop a tratti influenzato dalla disco di buona fattura. Le melodie e gli arrangiamenti sono particolarmente ben curati. Disco consigliato:
“Sweet Vendetta” - (1979, Jet)

Airplay
I deus ex machina dello YR, ovvero, Jay Graydon e David Foster, rispettivamente chitarrista e pianista, nonché produttori. A loro si deve la costruzione di questo genere. In quest’opera unica, i due, uniti in duo, mettono in mostra tutta la loro arte, con brani pop-soul e rock in stile FM americana, oltre a pezzi mid-tempo che saranno ripresi, tra gli altri, dai Manhattan Transfer e dagli Earth, Wind & Fire. Un vero must.
Disco consigliato:
“Airplay” - (1980, RCA)

Attitudes
Gli Attitudes sono stati la prima band in cui ha suonato David Foster, futuro produttore e uno degli “inventori” del sound West Coast. Oltre a lui, il gruppo era composto da Danny Kortchmar, Paul Stallworth e Jim Keltner.
La band ha pubblicato due album, entrambi caratterizzati da un buon mix di pop, soul e funk. Personalmente preferisco il secondo, arricchito dalla partecipazione dei Tower of Power in alcuni brani, di Ringo Starr in uno, e del sempre presente Jay Graydon alle chitarre.
Dischi consigliati:
“Attitudes” - (1976, Dark Horse)
“Good News” - (1977, Dark Horse)

Average White Band
Nel 1980, la band più “nera” di Scozia fece il suo ingresso nello Yacht Rock con l’album “Shine”, prodotto da David Foster. Il risultato fu un disco fresco, con alcuni brani che richiamano lo stile degli Earth, Wind & Fire. L’album include uno dei classici della band, “Let’s Go Round Again”, e dimostra l’autorevolezza di Alan Gorrie e Hamish Stuart anche nel contesto YR.
Disco consigliato:
“Shine” - (1980, Arista/RCA)

Bruce Roberts
Conosciuto come compositore per artisti del calibro di Bette Midler, Helen Reddy, Donna Summer e Dionne Warwick, Roberts si distingue per uno stile che ricorda molto quello di Stephen Bishop: brani pop leggeri e orecchiabili, perfetti per i romantici. Archi a go-go.
Dischi consigliati:
“Bruce Roberts” - (1977, Elektra)
“Cool Fool” - (1980, Elektra)

Bill Champlin
Tra i membri fondatori dei Sons of Champlin, attivi dal 1969 al 1977, il musicista fa il suo esordio da solista nel 1978 con "Single", seguito nel 1981 da "Runaway", entrambi considerati dei capisaldi dello Yacht Rock. Questi album mescolano sapientemente soul, funk e soft rock di altissima qualità. Non avendo ottenuto il successo sperato, nel 1992 si unirà ai Chicago.
Dischi consigliati:
“Single” - (1978, Full Moon)
“Runaway” - (1981, Elektra)

Bugatti & Musker
Il duo di musicisti inglesi, noto per aver scritto canzoni per artisti di spicco nel panorama musicale, realizzò un solo album a loro nome, prodotto da Arif Mardin. “The Dukes” è un vero gioiello del genere, dove prevale il blue-eyed soul, arricchito da momenti dance mai eccessivi. “Mystery Girl” è il mid-tempo perfetto, un manifesto dello Yacht Rock che tutti avrebbero voluto scrivere. Anche il roster dei musicisti coinvolti è impressionante.
Disco consigliato:
“The Dukes” - (1982, Atlantic)

China
Tra i numerosi artisti che si sono ispirati ai Doobie Brothers nel corso della loro carriera, va ricordato anche il trio dei China. Questo gruppo ha pubblicato un solo album nel 1981, caratterizzato da eccellenti brani pop-soul e da notevoli armonizzazioni vocali.
Disco consigliato:
“China” - (1981, Epic)

Cory Wells
L’ex cantante dei Three Dog Night esordì con un album che vide la partecipazione di artisti come David Foster al pianoforte, Jay Graydon e Steve Lukather alle chitarre, e Bill Champlin, Jennifer Warnes e Rita Coolidge ai cori. “Touch Me” è un disco dal marcato stile pop-soul californiano, con influenze funk e le consuete ballad di grande qualità, fortemente caratterizzato dal contributo di Foster e Graydon. Nonostante le premesse, l’album non avrà successo commerciale. Wells registrerà un secondo album nello stesso anno, che però verrà pubblicato solo nel 2002.
Disco consigliato:
“Touch Me” - (1978, A&M)

Crackin’
Band interrazziale composta da ottimi musicisti, i Crackin’ negli ultimi due album pubblicati, grazie anche alla produzione di Michael Omartian trasformeranno il soul/funk r’n’b di inizio carriera in uno stile più morbido, in pieno mood YR.
Due dischi molto belli, in particolare “Special Touch”.
Dischi consigliati:
“Crackin’” - (1977, Warner Bros)
“Special Touch” - (1978, Warner Bros)

Dane Donohue
Uno dei più grandi misteri dello YR; Donohue pubblica il suo primo album nel 1978 poi sparisce, salvo tornare con un disco nuovo nel 2024. L’esordio di Dane Donohue è passato alla storia come uno dei migliori album del genere. Le sonorità westcoast della prima parte dell’album si stemperano in pezzi dal sapore funk nella seconda. Indispensabile.
Dischi consigliati:
“Dane Donohue” - (1978, Columbia)
“L.A. Rainbow” - (2024, P-Vine Records)

Danny O’Keefe
Danny O’Keefe è conosciuto per essere l’autore di “The Road” portata al successo da Jackson Browne. I suoi album sul finire degli anni 70 sono quelli che più si avvicinano allo YR, mantenendo una struttura che mixa country, pop, e folk. Belli e mai banali.
Dischi consigliati
“American Roulette” - (1977, Atlantic)
“The Global Blues” - (1979, Warner Bros)

David Lasley
Autore raffinatissimo, sua è la “You Bring Me Joy” portata al successo da Anita Baker, Lasley inizierà suonando nei Rosie, proponendo un r’n’b declinato nella disco. Il suo primo album solista è un piccolo gioiello di scrittura YR pop, cantato con la sua caratteristica voce in falsetto.
Disco consigliato:
“Missin’ Twenty Grand” - (1982, EMI America)

David Roberts
Altro “beautiful loser” ricordato per un solo album, che non riscosse successo ma è molto ricercato dagli amanti dello YR, grazie a buone ballad dal sapore westcoastiano. Personalmente, mi ha sempre lasciato interdetto: sebbene le ballad e i brani mid-tempo siano notevoli, i pezzi più energici sembrano stonare con il resto dell’album; per fortuna, sono solo due. Tuttavia, merita un ascolto, anzi, anche due.
Disco consigliato:
“All Dressed Up” - (1982, Elektra)

Far Cry
Phil Galdston e Peter Thom conosciuti negli anni 70 come il duo Galdston&Thom, pubblicarono un solo album nel 1980 sotto il nome di Far Cry, realizzando un piccolo gioiello. L’album ricorda molto il sound degli Steely Dan ma con un tocco più pop e rilassato. Una curiosità: Donald Fagen collaborò come backing vocals.
Disco consigliato:
“The More Things Change” - (1980, Columbia)

Faragher Bros.
Quattro fratelli, Danny, Jimmy, Tommy e Davey Faragher votati alla causa del soul bianco, o blue-eyed-soul, ovvero musica nera cantata da bianchi, una delle basi su cui si svilupperà lo YR. Quattro album pubblicati, di cui l’esordio fece gridare al miracolo. Le loro armonizzazioni vocali rasentano la perfezione.
Dischi consigliati:
“Faragher Bros.” - (1976, ABC)
“Family Ties” - (1977,ABC)

Finis Henderson
Originario di Chicago, inizia a cantare da adolescente e si trasferisce successivamente a Los Angeles, dove riesce a pubblicare l’unico album della sua carriera con la Motown. Il suo stile è un soul pop bianco, arricchito da una sensibilità YR, con ottimi brani mid-tempo e ballad. Degno di nota è il roster di musicisti che partecipano al disco.
Disco consigliato:
“Finis” - (1983, Motown)

Greg Guidry
Nel 1979, Guidry attirò l’attenzione come autore grazie a canzoni interpretate da England Dan & John Ford Coley e dalla Climax Blues Band. Il suo album di debutto mette in evidenza una voce autentica, ispirata al soul e all’R’n’B degli anni ’70, priva di artifici. Il suo stile fonde pop e un tocco di malinconia, rendendolo particolarmente affascinante e unico.
Disco consigliato:
“Over The Line” - (1982, Columbia)

Ian Matthews
Membro fondatore dei Fairport Convention, che lascia nel 1970 per dedicarsi al country-folk-rock di ispirazione americana, inizia la carriera solista nel 1971, ma è nel 1978 che abbraccia sonorità westcoastiane. Il suo stile, in alcune canzoni, ricorda James Taylor, e ottiene successo con una cover di Terence Boylan, “Shake It”.
Album consigliato:
“Stealin’ Home” - (1978, Rockburgh)

Jerry Corbetta
Membro dei Sugarleaf fino allo scioglimento della band, nel 1978 realizza il suo unico album solista, un lavoro discreto in cui si destreggia abilmente tra pop, soul e soft rock, mettendo in evidenza le sue notevoli capacità compositive.
Album consigliato:
“Jerry Corbetta” - (1978, Warner Bros.)

Jess Roden
Inglese di nascita, Roden inizia la sua carriera nei primi anni ’70 suonando in band come The Alan Bown Set, Bronco e Butts Band. Debutta come solista nel 1974, per poi trasferirsi negli Stati Uniti, dove nel 1980 abbraccia sonorità YR con un album di soul/pop, caratterizzato da ottime ballad e arrangiamenti di qualità.
Album consigliato:
“Stonechaser” - (1980, Island)

Jimmy Messina
Insieme a Kenny Loggins, sono stati il duo per eccellenza del country-rock, vendendo milioni di copie. Dopo la separazione, Messina decise di realizzare un album ispirato alle sue passioni musicali. Così nacque “Oasis”, un disco semplicemente perfetto, che unisce pop, soul, jazz e musica latina. Strumentalmente eccelso, con canzoni che lasciano il segno, l’album non ricevette però l’adeguata promozione da parte della casa discografica, spingendo Messina a tornare al country-rock.
Disco consigliato:
“Oasis” - (1979 - Columbia)

Jimmy Webb
Mi auguro che Jimmy Webb non abbia bisogno di presentazioni, ma forse pochi sanno del suo album pubblicato nel 1982, “Angel Heart”, un must per ogni fan YR. Il disco vanta la partecipazone di Jeff Porcaro, David Foster, Steve Lukather, David Paich e Victor Feldam. Disco dalla tecnica sopraffina e con grandi composizioni.
Album consigliato:
“Angel Heart” - (1982, Columbia)

John Farey Group
Vi confesso che ho scoperto questo album quasi per caso. Si trova pochissimo su di lui, poi scopro che ha suonato con Sly Stone, Van Morrison, John Cipollina, e ha una vasta esperienza nella musica orchestrale, così come nel jazz e nel R&B. Il disco, l’unico pubblicato, è un solido lavoro YR, tra soul e pop, con richiami agli Steely Dan e agli Hall&Oates.
Insomma, una fottuta sorpresa.
Disco consigliato:
“Lost At Sea” - (1986, Suite P Records)

Kenny Loggins
Dimenticatevi il Kenny Loggins plasticoso di “Footloose” e andate in cerca del primo disco pubblicato dopo lo scioglimento del sodalizio con Jim Messina. “Celebrate Me Home” è un gioiellino di westcoast che abbraccia il pop ed il jazz sebbene ancora lontano dal canone YR così come sarà conosciuto negli anni a venire. Bello.
Dischi consigliati:
“Celebrate Me Home” - (1977, Columbia)
“Keep The Fire” - (1979, Columbia)

Larsen-Feiten Band
Amici sin dagli anni ’60, il chitarrista Buzzy Feiten e il tastierista Neil Larsen formarono la Larsen-Feiten Band alla fine degli anni ‘70. Il duo realizzò due album caratterizzati da atmosfere soul/funk nei brani cantati e da pezzi strumentali in stile fusion. Raggiunsero un buon successo con “Who’ll Be the Fool Tonight”, che arrivò al numero 29 della Billboard Hot 100.
Dischi consigliati:
“Larsen-Feiten Band” - (1980, Warner Bros)
“Full Moon” - (1982, Warner Bros)

Leslie Smith
Non sono molti gli artisti black che si sono cimentati con il West Coast sound, ma Leslie Smith è uno di questi. Ex vocalist dei Crackin’, Leslie abbandonò le sonorità funk che caratterizzavano la band per dedicarsi a un raffinato pop-soul, più in linea con la sua vocalità. Un disco di qualità, consigliato a chi apprezza il mellow-soul.
Disco consigliato:
“Heartache” - (1982, Elektra)

Mark Winkler
L’album di esordio di Winkler rimane il più vicino al Westcoast Pop rispetto agli altri da lui pubblicati, un disco che si colloca nel pop sofisticato con influenze jazz, un morbido crossover di stili che spaziano dalla canzone confidenziale alla bossa nova, fino a toccare il puro YR. La qualità del songwriting di Winkler è superba, rendendo questo album uno dei segreti meglio custoditi del genere.
Disco consigliato:
“Jazz Life” - (1982, MIM)

Mark-Almond
Sarebbe quasi riduttivo inserire il duo composto dal cantante e chitarrista John Mark e dal sassofonista Johnny Almond nello Yacht Rock. Tuttavia, è bastato l’album “Other People’s Rooms” per conquistare il cuore degli appassionati del genere. Un disco di straordinaria classe e atmosfera, in linea con le opere di Michael Franks, a cui rendono omaggio con la cover di “Vivaldi’s Song”.
Disco consigliato:
“Other People’s Room” - (1978, A&M)

Marty Balin
Insieme a Paul Kantner, Marty Balin è stato il fondatore dei Jefferson Airplane e ha fatto parte anche dei Jefferson Starship. Il suo esordio solista, nel 1981, ha dato vita a un album in cui spiccano splendide canzoni mid-tempo, affiancate da brani più orientati verso il rock tipico delle FM americane. Un disco di qualità, senza dubbio.
Disco consigliato:
“Balin” - (1981, EMI America)

Maxus
Prodotti da Michael Omartian, i Maxus sono una band composta da Robbie Buchanan, Michael Landau, Mark Leonard, Doane Perry e Jay Gruska, che ha realizzato un unico album, molto vicino al pop/rock nello stile dei Toto. Il gruppo si distingue per l’elevata perizia tecnica e precisione. Da segnalare il brano dal sapore funk “Your Imagination”, ma anche il rock da FM è di qualità e tutt’altro che banale.
Disco consigliato:
“Maxus” - (1981, Warner Bros)

Michael Sembello
Dimenticate il Sembello di “Maniac”, grande successo all’epoca, e concentratevi sul resto delle canzoni di “Bossa Nova Hotel”. Nella sua tarda adolescenza, Sembello ha lavorato come chitarrista in studio per artisti del calibro di Stevie Wonder, Michael Jackson, Sergio Mendes, Diana Ross, Barbra Streisand, Chaka Khan e Donna Summer. Il suo album d’esordio offre un pop californiano molto piacevole.
Disco consigliato:
“Bossa Nova Hotel” - (1983, Warner Bros.)

Nick DeCaro
Produttore, compositore e soprattutto arrangiatore per i più grandi cantanti americani, tra cui segnalo l’arrangiamento degli archi in “Pirates” di Rickie Lee Jones. Ha prodotto quattro album solisti, il primo dei quali si distingue per la sua particolare raffinatezza, grazie alla capacità di fondere il pop californiano con il jazz. L’aura di sofisticatezza che pervade il disco ha contribuito a farlo diventare, nel tempo, un autentico feticcio per i fan del genere.
Disco consigliato:
“Italian Graffiti” - (1974, Blue Thumb)

Nielsen & Pearson
Il duo pubblicherà tre album che negli anni diventeranno dei classici del sound YR più orientato verso le sonorità rock FM; tra questi, il migliore è sicuramente il terzo. È in questo album che troviamo brani che non esito a definire tra i più belli scritti nel pop soul, con una menzione speciale per “Sentimental”, che richiama il sound dei Doobie Brothers. Anche le armonizzazioni vocali sono molto riuscite.
Disco consigliato:
“Blind Luck” - (1983, Capitol)

Pages
Quando si parla di Yacht Rock, il nome dei Pages è tra i più rappresentativi. Richard Page e Steve George pubblicarono tre album: i primi due con un’impronta funk/soul, mentre il terzo rappresenta una fusione di questi stili con l’aggiunta del pop, creando uno degli album più apprezzati del genere. In seguito, lavorarono come session vocalist, fino a formare nel 1983 i Mr. Mister, ottenendo il successo che avevano mancato con lo Yacht Rock.
Disco consigliato:
“Pages” - (1981, Capitol)

Paul Davis
Se lo YR ha un inno questo è dovuto a Paul Davis con la sua canzone “Cool Night”, un vero e proprio manifesto del genere. E pensare che prima di allora Davis era conosciuto come cantante pop country dal buon successo, ma che raggiungerà la gloria nel paradiso YR quasi esclusivamente con questa canzone. Molto bello anche l’album da cui è tratta.
Disco consigliato:
“Cool Night” - (1981, Arista)

Peter Allen
Australiano di nascita, Peter Allen è stato una vera superstar prima nel suo paese e poi negli States, anche come autore. Nel 1981 sarà la produzione di David Foster a produrgli quel cazzo di fottuto capolavoro che fu “Bi-Coastal”, suonato dalla crem de la crem dei turnisti californiani, un disco mai più ripetuto dal nostro. Dieci canzoni in cui si fa veramente fatica a trovarne una che sia scadente.
Disco consigliato.
“Bi-Coastal” - (1980, A&M)

Paul Anka
Si, proprio Paul Anka.
Mi chiederete cosa c’entra con lo YR. C’entra eccome. In primis sono le canzoni del suo album “Walk A Fine Line”, nove capolavori di pop californiano che ricordano lo stile di Michael McDonald, dove la voce di Anka non sarà mai più così bella e poi i musicisti che vi suonarono. Un disco da custodire gelosamente.
Disco consigliato:
“Walk A Fine Line” - (1983, Columbia)

Player
Conosciuti principalmente per la presenza del bassista Ron Moss, futuro divo della serie TV “Beautiful”, i Player sono passati alla storia per quello stracazzo di tormentone capolavoro del singolo “Baby Come Back”. Anche le altre canzoni del loro primo album non sono male e si ispirano ai Doobie Brothers, offrendo un piacevole west coast pop. Disco consigliato:
“Player” - (1977, RSO)

Randy Goodrum
Autore di musica pop per altri artisti fin dagli anni ’70, ha avviato la sua carriera solista nel 1982 con un album pubblicato esclusivamente in Giappone. Lo stile distintivo di Goodrum si orienta verso ballad e brani mid-tempo, offrendo un pop raffinato che combina delicatezza e intelligenza, con influenze jazz.
Disco consigliato:
“Fool’s Paradise” - (1982, Polydor)

Robert Kraft
Cantante, musicista, pianista e compositore, Robert Kraft è considerato un’occasione mancata dello YR. Autore di grande raffinatezza, mai banale, ha realizzato quattro album in cui il tratto distintivo è un pop influenzato dal jazz, con sfumature che a tratti ricordano gli Steely Dan, ma arricchito da un inconfondibile tocco YR.
Dischi cosigliati:
“Ready To Bounce” - (1981, RSO)
“Retro Aktive” - (1982, RCA)

Robert Byrne
Robert Byrne ha all’attivo un solo album come solista, ma è considerato uno dei migliori dell’intero panorama YR. Il brano d’apertura, caratterizzato da una ritmica funk, segna l’inizio di un disco che si sviluppa in un’apoteosi di ballad e mid-tempo, rappresentando il pop californiano nella sua accezione più elegante. La vocalità di Byrne sembra essere stata creata appositamente per interpretare questo genere.
Disco consigliato:
“Blame It On The Night” - (1979, Mercury)

Robbie Dupree
A un primo ascolto, Dupree potrebbe sembrare una copia dei Doobie Brothers; tuttavia, nonostante le affinità, è riuscito a distinguersi grazie a melodie leggere e testi romantici, fondendo con maestria soul, pop e rock. Grazie alle sue hit “Hot Rod Hearts” e “Steal Away”, Dupree ha ottenuto un successo effimero, ma rimane un artista imprescindibile del genere. Potrà sembrare strano, ma ascoltando oggi i brani del primo album, avverto una certa nostalgia per quel periodo a cavallo tra due decenni, quando ancora non eravamo consapevoli della merda (in tutti gli ambiti) che sarebbe seguita.
Dischi consigliati:
“Robbie Dupree” - (1980, Elektra)
“Street Corner Heroes” - (1981, Elektra)

Roby Duke
Lo YR ha avuto anche una sorta di variante gospel, conosciuta come CCM, ovvero Christian Contemporary Music, in cui il tipico tappeto sonoro YR funge da base per testi a carattere religioso. L’artista più rinomato di questo sottogenere è stato Roby Duke, il cui primo album sorprende per la selezione di raffinato pop californiano. La voce di Duke è bella e gli arrangiamenti sono di alta qualità.
Disco consigliato:
“Not The Same” - (1982, MCA-Songbird)

Roger Vouduris
Musicista raffinato, abile nel muoversi tra lo YR e un soft-rock più ricercato, è stato una delle tante “next big thing” con un effimero momento di gloria nelle classifiche USA grazie a “Get To Used To You”. Dei suoi primi due album, entrambi prodotti da Michael Omartian, consiglio il secondo, che vede la partecipazione dei fratelli Brecker ai fiati e di Jay Graydon alla chitarra.
Dischi consigliati:
“Radio Dream” - (1979, Warner Bros.)
“On The Heels Of Love” - (1981, Boardwalk)

Sanford & Townsend
Il duo di tastieristi e compositori Sanford & Townsend raggiunse il numero 9 delle classifiche americane con “Smoke From A Distant Fire”, vivendo un successo effimero, come molti altri artisti YR. Autori di un blue-eyed soul ben equilibrato con le sonorità west coast, il loro stile ricorda quello degli Hall & Oates dell’era Atlantic.
Disco consigliato:
“Smoke From A Distante Fire” - (1976, Warner Bros)

Sneaker
Band californiana nata nel 1973, autrice di due album, di cui il primo si apre con un brano inedito di Fagen/Becker. Le sonorità, influenzate anche dal sound dei Doobie Brothers, rappresentano il tratto distintivo del gruppo. Purtroppo, il secondo album non è riuscito a eguagliare l’esordio, e di loro rimane soprattutto il ricordo tra i fan dello YR.
Disco consigliato:
“Sneaker” - (1981, Handshake)

Steve Kipner
Uno dei miei idoli dello YR, autore di un solo disco che rivela il suo valore dopo ripetuti ascolti. Una volta assimilato, diventa imprescindibile. Meglio conosciuto come autore per artisti della musica westcoast, ha collaborato anche con Alan Sorrenti. L’album, prodotto da Jay Graydon, che vi suona anche la chitarra, presenta un sound che farà da apripista a tutti coloro che si cimenteranno con lo YR.
Disco consigliato:
“Knock The Walls Down” - (1979, Elektra)

Terence Boylan
Uno dei più grandi compositori dello YR, nonché eccellente cantante. Ha all’attivo tre album, di cui il secondo, “Terence Boylan”, è considerato un vero capolavoro, con tutte le canzoni scritte da lui stesso. I suoi brani si distinguono per un’eleganza estrema, senza mai risultare banali o sdolcinati. Se cercate un esempio di autentico cantautorato YR, questo è il punto di riferimento ideale.
Dischi consigliati:
“Terence Boyland” - (1977, Asylum)
“Suzy” - (1980, Asylum)

The Joe Chemay Band
Joe Chemay era noto nel panorama YR come produttore, vocalist e autore per altri artisti. Quando decise di pubblicare un album a suo nome, il suo unico lavoro, realizzò un autentico capolavoro che rimase sconosciuto ai più fino alla ristampa giapponese del 2002. Questo album esplora con maestria le chimere del soul, pop e jazz, mantenendo un livello di qualità costante e senza cedimenti. E potete crederci.
Disco consigliato:
“The Reaper The Finer” - (1981, Unicorn Records)

Tony Sciuto
Di origini italo-americane, Tony Sciuto è un vero idolo in Giappone, dove il suo album d’esordio è venerato quasi come un’istituzione. Il primo disco, per il quale è maggiormente ricordato, si distingue per la sua sensibilità rock FM, ma contiene un piccolo gioiello: “Cafè L.A.”, un brano che rappresenta al meglio il sound YR nella sua forma più pura.
Disco consigliato:
“Island Night” - (1980, Epic)

Wilson Brothers
I fratelli Steve e Kelly Wilson hanno pubblicato un solo album, ma è uno dei più amati dagli appassionati di Yacht Rock. Un disco che sfiora la perfezione, caratterizzato da un pop venato di soul bianco, ottimi brani rock FM, e arricchito tra gli altri, da un memorabile assolo di chitarra di Steve Lukather e un assolo di sax di Ernie Watts. Tra le perle del disco, una cover di “Can We Still Be Friends” di Todd Rundgren e la title track, un brano degli Hollies del 1975. Insomma, cosa si può desiderare di più? Album consigliato:
“Another Night” - (1979, ATCO)

5 commenti:

  1. Giuro che non avrei mai pensato che gli Average White Band fossero bollati col termine Yacht Rock. Io li ho sempre giudicati come una Funk band, e che band! Campionatissimi nel mondo Hip Hop fine anni 80, anni 90. Hanno fatto cose stupende. PM1967

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Solo per l’album che ho consigliato si possono accostare al genere, non per gli altri album..

      Elimina
    2. La produzione di Foster qui ha limato molto le sonorità funk, spingendoli verso un pop/soul raffinato.

      Elimina
  2. Ottimo, complimenti,Leo. Nessuno menziona mai il genere " westcoast pop "(spesso chiamato yacht rock, definizione che non mi piace granché ma tant'è..basta che se ne parli e va bene). Lodevole aver messo in lista numerosi (meritevolissimi) super sconosciuti. Tra i grandi ti è però sfuggito,credo per una svista, Eric Tagg. Francesco C.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Francesco, grazie per i complimenti. Si, in effetti mi è sfuggito, stranamente direi perché come fai notare è uno dei più grandi. Lo cito comunque nella puntata dove parlerò del westcoast pop realizzato nei paesi non anglosassoni, credo che sarà pubblicato tra due o tre settimane. Chiedo venia, è stata una svista, tanto più che lo avevo appuntato nelle note.

      Elimina