mercoledì, ottobre 23, 2024

I “numeri uno” dello Yacht Rock #2

L'amico LEANDRO GIOVANNINI prosegue la rubrica dedicata allo YACHT ROCK, ambito musicale spesso vituperato ma che nasconde piccole gemme degne di essere scoperte.
Le puntate precedenti qua: https://tonyface.blogspot.com/search/label/Yacht%20Rock

I “numeri uno” dello Yacht Rock. Parte 1.

La data di nascita dello Yacht Rock è indefinibile, sfuggente proprio come il genere stesso.
Possiamo però indicare la metà degli anni 70 come periodo di origine, quando il classico sound della West Coast del decennio precedente inizia a svanire e a fondersi con sonorità black da un lato e con il rock suonato dalle stazioni FM americane dall’altro.
Tuttavia, è tra la fine degli anni 70 e l’inizio degli ‘80 che lo YR raggiunge il suo apice, lasciando un’impronta indelibile nella storia della musica con album che, in alcuni casi, scalarono le classifiche fino al vertice.
Anche dove il successo commerciale non arrivò, vennero pubblicati dischi che definirono l’ossatura del genere e che restano ancora oggi imprescindibili.
In questo post parlerò dei “numeri uno” dello YR, per ciascun artista fornirò una breve scheda descrittiva e consiglierò tre dischi tra quelli che mi sono piaciuti, facilmente reperibili sia sulle piattaforme streaming che in formato fisico.

Steely Dan
Spesso si tende ad escludere gli Steely Dan dal genere Yacht Rock, forse a causa del loro intellettualismo, espresso in testi ironici e taglienti.
Tuttavia, ne fanno parte a pieno titolo, se non altro per la loro perfezione in studio, che rasenta la maniacalità. Fagen e Becker hanno portato lo Yacht Rock a livelli mai più raggiunti, con un mix di jazz, fusion, funk e pop realizzato con una meticolosità assoluta, dove ogni singolo suono è calibrato al millesimo.
I loro album brillano di una lucentezza rarefatta e di una perfezione totale, una musica che scorre in modo così fluido da risultare quasi impenetrabile.

Dischi consigliati:
“The Royal Scam” - (1976, ABC)
“Aja” - (1977, ABC)
“Gaucho” - (1980, MCA)

Marc Jordan
Il cantautore canadese Marc Jordan è uno dei pilastri fondamentali dello Yacht Rock.
Nonostante la sua musica non abbia ottenuto grandi successi commerciali, la qualità delle sue opere è indiscutibile. Autore di rara raffinatezza, Jordan incarna perfettamente l'essenza di questo genere, a partire dal capolavoro "Mannequin", prodotto da Gary Katz, fino a "Blue Desert", realizzato con la produzione di Jay Graydon, uno dei tesori più sottovalutati dello YR dal grande pubblico.
Jordan è un maestro della semplicità, capace di trasmettere un'intensa delicatezza emotiva senza mai eccedere. Il suo stile minimalista lascia il groove e il funk sullo sfondo, privilegiando un equilibrio impeccabile.
I suoi testi, delicati ma incisivi, rivelano un’anima malinconica nascosta dietro il glamour patinato del genere, rendendo la sua musica un'esperienza unica e profonda.

Dischi consigliati:
“Mannequin” - (1978, Warner Bros)
“Blue Desert” - (1979, Warner Bros)
“A Hole in The Wall - (1983, Sound Design)

Rupert Holmes
Rupert Holmes è uno dei pochi artisti dello Yacht Rock ad aver raggiunto un successo mondiale con la celebre "Escape (The Pina Colada Song)". Prima di questo exploit, tuttavia, aveva già pubblicato tre straordinari album di cantautorato pop americano con radici nel jazz, sotto l'etichetta Epic.
Holmes si distingue innanzitutto come un autore pop di altissimo livello, capace di raccontare storie quotidiane con un tocco leggero ma allo stesso tempo caustico, soprattutto nella descrizione delle relazioni umane.
Se stilisticamente solo "Partners in Crime" può essere pienamente ascritto allo YR, nei suoi album precedenti e successivi, pur contenendo brani influenzati dal genere, prevale un sofisticato cantautorato pop che richiede un ascolto attento e non superficiale. Holmes rimane uno dei miei artisti preferiti in assoluto.

Dischi consigliati:
“Pursuit of Happiness” - (1978, Private Stock)
“Partners in Crime” - (1979, Infinity)
“Full Circle” - (1981, Elektra)

Stephen Bishop
Stephen Bishop è l'emblema della morbidezza, uno di quei nomi che sembrano nati per lo Yacht Rock: elegante, raffinato e con una vena romantica che attraversa ogni sua canzone.
La sua carriera si è estesa per diversi decenni, ma il suo apice resta negli anni '70 e '80, quando, con la sua voce vellutata e le melodie delicate, ha contribuito a definire il lato più pop del genere.
Il suo brano più celebre, "On and On", è un perfetto mix di pop sofisticato e malinconico, che racconta di amori perduti e sogni svaniti. Amatissimo dai fan dello YR, Bishop ha scritto anche per grandi artisti come Barbra Streisand ed Eric Clapton, confermando il suo talento sia come cantautore che come autore per altri.

Dischi consigliati:
“Careless” - (1976, ABC)
“Bish” - (1978, ABC)
“Red Cab To Manhattan” - (1980, Warner Bros)

David Pack
Una delle voci più belle in assoluto dello Yacht Rock, David Pack è noto soprattutto come cantante e chitarrista degli Ambrosia, una delle band simbolo del genere nella sua declinazione soft-rock.
Il suo timbro morbido e carico di emozione ha dato vita a brani iconici come "Biggest Part of Me" e "How Much I Feel", esempi perfetti del sound lussuoso e sofisticato dello Yacht Rock. Il suo stile unico combina melodie raffinate con una sensibilità pop e un tocco di soul, rendendolo uno degli interpreti più riconoscibili e apprezzati del genere.
Con gli Ambrosia ha realizzato quello che considero uno dei capolavori del soft-rock, “Life Beyond L.A.”, un album che va ben oltre i soliti riff, offrendo una fusione di generi che spaziano dal rock progressivo in stile americano, al jazz, al pop, senza mai perdere lo stile tipico dello YR.
Questo disco rappresenta un perfetto equilibrio tra complessità musicale e accessibilità, confermando David Pack come una delle figure chiave del movimento, capace di mantenere eleganza e profondità in ogni sua opera.

Dischi consigliati:
Con gli Ambrosia
“Life Beyond L.A.” - (1978, Warner Bros)
“One Eighty” - (1980, Warner Bros)
Da Solista
“Anywhere You Go” - (1985, Warner Bros)

Toto
Quando si parla di Yacht Rock è impossibile ignorare i Toto, una delle band più tecnicamente dotate e influenti del genere.
Nati dalla collaborazione di alcuni dei migliori turnisti di Los Angeles, molti dei quali hanno suonato in numerosi album dello YR, i Toto hanno rappresentato la quintessenza del perfezionismo sonoro, combinando pop, rock e soul in un mix che ha ridefinito il soft-rock negli anni ‘70 e ‘80. È importante, però, non cadere nell’errore di considerare i Toto una band rock tradizionale, come fecero alcuni DJ negli anni ’80. Non lo sono mai stati e non hanno mai avuto la pretesa di esserlo.
La loro peculiarità risiede nella capacità di fondere melodie orecchiabili con strutture complesse, mantenendo un appeal che ha saputo conquistare un pubblico ampio e trasversale, ben oltre i confini del genere.

Dischi consigliati:
“Toto” - (1978, Columbia)
“Hydra” - (1979, Columbia)
“Toto IV” - (1982, Columbia)

Cristopher Cross
Ed eccoci a Christopher Cross, il nome che viene spesso tirato in ballo per denigrare lo Yacht Rock, come se lui rappresentasse da solo l'intero genere.
Ma non è così. Cross è stato l'autore di uno degli album di Yacht Rock di maggior successo commerciale, in cui si avverte chiaramente il tocco del produttore Michael Omartian.
Questo disco predilige le ballad, con l'eccezione di "Ride Like The Wind", uno dei pochi brani più energici. È un album così bello e perfetto nel suo stile che Cross non è mai riuscito a replicare quel successo.
Ascoltandolo senza pregiudizi, si scopre un autore capace di creare brani di raffinato pop losangelino, orecchiabili e resi celebri anche grazie ai talentuosi musicisti che vi parteciparono. Cross, a mio avviso, non merita le critiche che spesso riceve da chi ascolta esclusivamente rock.
In questo album non mancano né le idee né la sostanza: Cross ha saputo catturare il lato più romantico dello YR, una musica che, più di ogni altra, invita a lasciarsi cullare da melodie senza frizioni.

Dischi consigliati:
“Cristopher Cross” - (1979, Warner Bros)
“Another Page” - (1983, Warner Bros)
“Rendezvous” - (1991, Polystar)

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