martedì, giugno 25, 2024

Kneecapp

Ho chiesto all'amico MICHELE SAVINI di approfondire, direttamente da Dublino e quindi con più dimestichezza con la "materia", il fenomeno KNEECAPP, band nord irlandese che sta travolgendo con il nuovo album "Fine art" e che meritano spazio e attenzione.

Arrivano da Belfast, non si capisce una parola di quello che dicono e il loro nome richiama a una tecnica di tortura usata durante i Troubles in Irlanda del Nord (Kneecapping / Gambizzazione).

Sono i Kneecap, gruppo hip hop composto da tre ragazzi poco più che ventenni e la loro è una voce che arriva urlante dalle zone troppo spesso disagiate dell'Irlanda del Nord. Lo fanno abilmente unendo l'irlandese con l'inglese, la satira con testi socialmente consapevoli, la realtà con l'assurdità, parlando in una lingua troppo spesso ignorata che rende il tutto ancora più elettrizzante.

Inizia tutto circa due anni fa, quando tra mille polemiche inaugurarono a Belfast, nella zona di Fall Road, uno dei quartieri Repubblicani della Città dove si parla tutt‘ora gaelico, un murales rappresentante un furgoncino della polizia RUC in fiamme accompagnata dalla scritta “níl fáilte roimh an RUC” (the RUC are not welcome).
La RUC era un corpo di polizia federale dell'Irlanda del Nord attiva dal 1922 al 2001, in cui la maggior parte dei membri era protestante e che fungeva da “braccio” dello Stato Britannico, prendendo di mira soprattutto repubblicani e cattolici con duri mezzi di repressione durante i Troubles.
“E’ semplicemente un Opera D’arte (Fine Art, ndr). Se non lo capisci, non lo capisci … ma rimane pur sempre arte …” fu’ la dichiarazione rilasciata dalla band.
FINE ART è appunto il titolo del loro album di debutto, in cui si avvalgono di collaborazioni di lusso, vedi quella con Grian Chatten dei Fontaines D.C. Radie Peat della folk band Lankum o il rapper britannico Jelani Blackman e il risultato finale è affascinate, fresco, avvincente ma soprattutto mai scontato.
Uniscono samples, rumori, dialoghi che trasudano dissenso, testi tanto feroci quanto taglienti, mescolando il tutto con un po’ di punk, elettronica, tanto hip hop e un’attitudine da “Qui non si fanno prigionieri ...”

Le vittime sono sempre le stesse: Il governo britannico, la sua presenza in territorio irlandese e tutto quello che è “Royal”, a favore del Repubblicanesimo e della loro amata lingua Gaelica, idioma che sta lentamente scomparendo (o se preferiamo deliberatamente fatto scomparire e messo a tacere) con la progressiva integrazione dell’Irlanda all’interno del sistema britannico, e patrimonio da salvaguardare per onorare la propria identità culturale.

A ribadire questo, anche un film che descrive l'ascesa della band diretto dal regista Rich Peppiatt, che li vede protagonisti nei panni di sé stessi, insieme al famoso attore irlandese Michael Fassbender, in cui la lingua Gaelica è il fulcro principale intorno a cui gira la trama.
“KNEECAP” è stato recentemente presentato al Sundance Film Festival e al Tribecca Film Festival, ottenendo riscontri positivi sia in Europa che in USA.
Qui di seguito il trailer:
https://www.youtube.com/watch?v=QB2LsoZOQpU&t=47s

Suscitano polemica non sono tra gli unionisti Nordirlandesi, ma anche da parta della società benpensante che non vede di buon occhio i vari riferimenti alle droghe presenti nei testi, vedi ad esempio la canzone 3CAG , abbreviazione di “3 chonsan agus guta”, che in gaelico significa “tre consonanti e una vocale” e chiaro riferimento all’ MDMA.
O il loro giocare con simboli che richiamano i Troubles (uno di loro indossa un passamontagna tricolore) o che vanno a toccare temi difficili, come appunto il costante sostegno al popolo Palestinese nel conflitto mediorientale, con bandiere o spille sempre in bella mostra durante le loro apparizioni pubbliche.
O addirittura la serie di adesivi comparsi la scorsa settimana al British Museum, parte dell’operazione di marketing per promuovere il nuovo album, che ricordavano simpaticamente come la maggior parte delle opere esposte provengono in realtà da paesi diversi dal Regno Unito (con una parte significativa di essa “acquisita” attraverso canali impropri, o persino trafugata in alcuni casi …).
Provocatori e irriverenti, abili oratori di un linguaggio della strada, condannati dai politici e amati dai fan:
i Kneecap sono innanzitutto un fenomeno culturale imprescindibile per capire che cosa succede nel nord dell’Irlanda e uno specchio reale sulla generazione nata dopo l'accordo del Venerdì Santo del 1998.8.

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