Seguendo l'esempio dei compagni di band che si erano dedicati alle rispettive opere soliste anche KEITH MOON decise, nella seconda metà del 1974, di incidere un suo album.
Radunò ai Record Plant Studios una serie di prestigiosi e famosi amici e si mise al lavoro su una serie di cover.
La lista dei musicisti coinvolti è lunga e interessante: Ringo Starr, Harry Nilsson, David Bowie (ai cori nell'outtake "The real emotion"), Joe Walsh, Jim Keltner, Bobby Keys, Klaus Voorman, John Sebastian, Flo & Eddie, Spencer Davis, Dick Dale, Patti Quatro, Miguel Ferrer.
John Lennon gli diede il rock'n'roll "Move Over Ms. L" (che riprese successivamente come B side del suo singolo "Stand by me").
Ma pare che alla fine siano stati coinvolti una sessantina di musicisti.
Il problema è che abitualmente la compagnia si trovava in studio, incideva poer un'oretta o due, per poi tuffarsi in interminabili party alcolici (e non solo).
"Keith Moon entrava in studio, si metteva le mani nelle tasche e cadevano pillole e cocaina".
In più Keith decise di dedicarsi solo al canto (compare alla batteria - che considerava il suo lavoro e pertanto non pertinente al clima di puro divertimento dell'album - solo in tre brani in cui sovraincide alcune parti sulle ritmiche già suonate da Ringo e Jim Keltner).
La MCA anticipò 200.000 dollari che vennero spesi solo per lo studio di registrazione (e altro).
Quando Moon chiese ulteriori finanziamenti per la lussuosa copertina e l'etichetta si rifiutò, si presentò negli uffici dal direttore con un'ascia puntata sulla scrivania in mogano e disse: "Che cosa sarà, caro ragazzo? La copertina del mio album o una nuova scrivania?"
Il contenuto riflette l'approssimazione e la sciatteria con cui il disco venne inciso.
Si salva davvero poco, come l'iniziale "Crazy like a fox", mentre le cover di "In my life" dei Beatles e il brano di Lennon sono drammaticamente sconclusionati e pure la "sua" "The kids are alright" (in cui suona, come sempre travolgente, la batteria) non regge minimamente il confronto con l'originale.
Il resto è altrettanto trascurabile.
Un giudizio impietoso è scontato e crudele ma purtroppo l'album emana tristezza e malinconia per un talento unico ormai in un declino inarrestabile.
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