giovedì, febbraio 29, 2024

Febbraio 2024. Il meglio

Secondo mese dell'anno e abbiamo già qualcosa da segnalare.
Dall'estero Bella Brown and the Jealous Lovers, Les Amazones d'Afrique, Kula Shaker, Tibbs, Idles, Mo Troper e Popincourt.
Tra gli italiani Rudy Bolo, Enri Zavalloni, Any Other, Bebaloncar e Paolo Benvegnù.


BELLA BROWN and the JEALOUS LOVERS - Soul Clap
Da Los Angeles un album semplicemente esplosivo. Bella Brown canta come un incrocio tra Tina Turner, Aretha, Sharon Jones. Con lei suona una band da paura.
Tutti insieme escono con questo esordio mozzafiato in cui troviamo Funkadelic, Parliament, Sly and the family Stone, il James Brown degli 80, Prince, Labelle, afrofunk, disco e un groove irresistibile, travolgente, spettacolare.

KULA SHAKER - Natural Magick
Tornano i KULA SHAKER con il settimo album di una tormentata carriera.
"Natural Magick" è il lavoro che ci può aspettare dalla band di Crispian Mills e soci (di nuovo con la line up originale).
Freakbeat, pop rock, influenze sempre marcatamente 60's, psichedelia, riferimenti "indiani", Beatles ultimo periodo a profusione.
Personalmente non chiedo, non pretendo, né mi aspetto altro e saluto un ottimo album di una delle migliori band del Britpop.

LES AMAZONES D'AFRIQUE - Musow Danze
Supergruppo femminile e femminista formato in Mali nel 2015 da Kandia Kouyaté, Angélique Kidjo, Mamani Keita, Rokia Koné, Mariam Doumbia, Nneka, Mariam Koné, Massan Coulibaly, Madina N'Diaye, Madiaré Dramé, Mouneissa Tandina et Pamela Badjogo, grandi voci in rappresentanza della miriade di musica che arriva dall'Africa (NON ESISTE una "musica africana" ma MILLE- forse più - MUSICHE AFRICANE). Cantano contro la violenza sessuale, le mutilazioni genitali femminili, diritti.
In questo nuovo album a fianco di una delle fondatrici Mamani Keïta (Mali) ci sono Fafa Ruffino (Benin), Kandy Guira (Burkina Faso), Dobet Gnahoré (Côte d’Ivoire), Alvie Bitemo (Congo-Brazzaville), Nneka (Nigeria). Produce il grande Jacknife Lee. Nell'album ci sono ritmi tribali, hip hop, highlife, afrobeat, elettronica, influenze tradizionali, soukous, voci incredibili, un grandissimo groove.

REAL ESTATE - Daniel
Sesto album per la band americana e un'altra delizia da mettere in conto. Il loro ormai classico jingle jangle sound che guarda ai Sixties si unisce al Paisley Underground, Power Pop, Feelies con la penna di Alex Chilton che aleggia qua e là. Non sarà un capolavoro ma è fresco, solare, lieve, divertente.

IDLES - Tangk
Personalmente non bazzico abitualmente queste lande sonore, cosiddette POST PUNK, ma ho apprezzato i dischi precedenti e trovo questo nuovo sforzo riuscito, con la volontà di andare avanti, senza adagiarsi sugli allori recenti.
Ci sono tante nuove influenze e la consueta rabbia, seppure più controllata e meditata.
Ipnotica "Hall & Oates", incredibile citazione (con ritornello preso da "She cracked" dei Modern Lovers), mortifera la conclusiva "Monolith", contagioso il funk punk/ The Streets di "Pop Pop Pop".
L'aspetto preponderante è che qui ci sono IDEE.
Non è facile trovarne così tante nelle produzioni recenti.

BRITTI - Hello I'm Britti
Esordio per una giovane e grande voce che arriva da New Orleans, con la produzione di Dan Auerbach. Soul venato di country, molto melodico, a tratti non lontano da certe atmosfere care a Sade ma che molte volte si vivacizza e prende ritmo. Molto interessante, un nome da tenere d'occhio.

BRITTANY HOWARD - What now
La voce degli Alabama Shakes torna con un album pieno di ingredienti sparsi ma estremamente saporiti: soul, Prince, soul, blues, funk, jazz, psichedelia, disco, house. Il tutto condensato in un sound attuale, moderno, pulsante.
Merita un ascolto attento e ripetuto.

DJ HARRISON - Shades of Yesterday
Molto piacevole questo nuvo lavoro dell'artista americano che si addentra in rivisitazioni in chiave neo soul (non troppo lontane dagli originali) di Stevie Wonder, Donald Fagen, una discreta "Tomorrow never knows" dei Beatles e cose più oscure.
Per un ascolto qua:
https://djharrison.bandcamp.com/album/shades-of-yesterday

J MASCIS - What Do We Do Now
Quinto album solista del Dinosaur Jr che si propone con l'abituale stile folk rock distorto indolente e malinconico. Non un lavoro esaltante ma sicuramente dignitoso e che gli appassionati e fan apprezzeranno.

KID KAPICHI - There Goes The Neighbourhood
Il terzo album del quartetto inglese ne conferma la sfacciataggine sonora, tra attitudine punk, sorta di Sleaford Mods con le chitarre elettriche, una discreta dose di elettronica e un'aggressività tipicamente Brit. La miscela funziona, la band è ottima.

CCCP Fedeli alla Linea - Altro che nuovo nuovo
Registrato nel 1983 con la formazione iniziale con la voce di Giovanni Lindo Ferretti, la chitarra di Massimo Zamboni, la batteria di Zeo Giudici e il basso di Umberto Negri, è un documento degli esordi abrasivi e innovativi della band assurta a nuova vita, travolta da polemiche e adorazione isterica negli ultimi tempi, tra reunion, ristampe, mostra, film etc.
Due inediti, una cover dei DAF e un brano ancora embrionale, poi trasformatosi in "BBB", a fianco di quelli che diventeranno classici. Per completisti alla ricerca di un passato irripetibile.

CASINO ROYALE - Dainamaita XXX
Nel 30° anniversario dalla pubblicazione del favoloso e influente "Dainamaita" i Casino Royale ne pubblicano una ristampa in vinile in tiratura limitata con l'aggiunta di una confezione gatefold raffinatissima e i remix (particolarmente riusciti) dei brani "Treno Per Babilon" e "Re Senza Trono". Per chi lo aveva perso un'occasione speciale per scoprire uno dei migliori album della musica "underground" italiana di sempre.

SMALLTOWN TIGERS - Crush on you
Primo album per l'all female trio nostrano, già protagoniste dell'ottimo miniLp d'esordio "Five things" e di una frenetica attività live che le ha portate in giro per l'Europa, anche a fianco dei Damned. Il loro è un sound semplice e diretto: punk rock, rock 'n' roll, Ramones, garage, in cui irruenza, urgenza e spontaneità la fanno da padrone pur se con brani comunque elaborati a livello compositivo, mai banali e scontati. Una band che si è presa un posto di rilievo nella scena garage punk mondiale e che difficilmente lo mollerà.

PAOLO ZANGARA - Scusi dov'è il bar?
Paolo Zangara ha un lunghissimo curriculum artistico, diviso tra un grande numero di progetti, sempre validi ed eclettici (dai Lo.Mo. agli Ophiuco), la cui attività è stata coronata da riuscite e frequenti uscite discografiche. La nuova veste solista è insolita e inedita. Gli otto brani autografi scavano nella tradizione della canzone d'autore italiana degli anni Sessanta e primi Settanta, quando spesso si ammantava di influenze jazz. Dalle esperienze nella Penisola dell'ammaliante Chet Baker, a Gino Paoli, le tonalità ombrose di Sergio Endrigo, lo swing di Nicola Arigliano e Fred Buscaglione, oltre alle immancabili matrici di due maestri come Luigi Tenco e Piero Ciampi. Zangara si è circondato di eccellenti musicisti, il mood è perfettamente a fuoco, la qualità delle composizioni di altissimo livello. Eccellente.

PIER ADDUCE - Dove vola la cicogna
Pier Adduce è un cantautore eclettico che si muove agilmente da anni in contesti autorali, soprattutto con il suo alter ego Guignol, in cui la tradizione della canzone più colta italiana si sposa a influenze disparate (da Nick Cave a Leonard Cohen). Il nuovo album, a suo nome, sposta le coordinate sonore verso un uso più accentuato dell'elettronica, mantenendo però inalterato lo scabro incedere di un rock sempre aspro e debitore alla lezione post wave. I testi come sempre sono una parte importante della poetica di Adduce, tra immagini simboliche e crudo realismo da "lingua allenata a battere il tamburo con una voce potente adatta per il vaffanculo". Un'ennesima conferma della qualità della sua scrittura.

MARIA MAZZOTTA – Onde
Interessantissimo l’incrocio sonoro della cantante salentina, in cui azzarda accostare melodie, suggestioni, ritmi mediterranei e folk con sferzate rock talvolta di sapore quasi noise. La voce potente si sposa alla perfezione con la tradizione ma è a perfetto agio anche quando i ritmi e i suoni si fanno cattivi e aspri (vedi una delle vette dell’album, “Sula nu puei stare”, con la chitarra di Bombino e sapori rock blues psichedelici). Tutto l’album è pervaso da un’attitudine tribale, da un approccio blues primitivo e crudo, perfino minaccioso (vedi la magistrale interpretazione di “Terra ca nun senti” del maestro Alberto Piazza, reinterpretata in origine da Rosa Balistreri, un confronto che Mazzotta riesce a sostenere con una versione percussiva e devastante). Lavoro sorprendente per forza e intensità.

BEBALONCAR – Diary of a lost girl
Torna l’inquietante creatura di Scanna (ex Ugly Things, Primeteens, Sciacalli, Bohemians, Pamela Tiffins e tanto altro), già protagonista nel 2022 di un brillante esordio con “Suicide lovers”. Il nuovo album ricalca i sentieri tracciati nel precedente lavoro: minimalismo sonoro, atmosfere drammatiche, solenni, oscure e malate, Velvet Underground, Jesus and Mary Chain e umori shoegaze si mischiano in una miscela personale e originale, lungo dieci brani. Una conferma.

THE ODD - Back home (future passed eventually)
L'esordio della band piacentina è un condensato di suggestioni sonore che riportano agli anni Sessanta (beat psichedelico) e agli Ottanta del Paisley Underground (tra Rain Parade e True West). I quattro brani hanno un incedere mid tempo, avvolgente e dal tratto onirico. Una partenza sicuramente interessante e che lascia ben presagire per il futuro.

EROTIK TWIST - The Street, The Night, The Rebel
Una creatura minacciosa esce dalle acque limacciose di una palude marchigiana e si materializza in questo nuovo progetto, frutto dell'unione di veterani della scena punk e rock n roll locale. Il risultato è un album caratterizzato da un groove malato, aspro, distorto, dal substrato hard funk ma che pesca nel rock n roll più primitivo e oscuro. Non mancano atmosfere di gusto shoegaze e di ispirazione Velvet Underground e una sorprendente cover di "Ratamahata" dei Sepultura. Un lavoro molto personale e dalla spiccata originalità.

LARRY MANTECA - Zombie Mandingo
Larry Manteca anche in questo nuovo album ci fa entrare in una colonna sonora di un film di exploitation mai realizzato, riportandoci di colpo negli sgranati Bmovie anni 70. Nove brani strumentali registrati tra 2013 e 2019, ripresi recentemente per un nuovo mix. Il mood è il consueto funk, dalle tinte afro, chitarre con il wah wah, percussioni, flauto solista a tessere le linee melodiche, Fela Kuti, Isaac Hayes di "Shaft", il Curtis Mayfield di "Superfly" e Piero Umiliani a braccetto. Gli appassionati impazziranno di gioia.

KOKADAME – Live a pezzi
La dimensione preferita dei Kokadame è quella (caoticamente) live che ci viene fedelmente restituita in questo disco (in vinile, tiratura limitata di 150 copie) registrato a fine dicembre 2023. Dodici brani tra punk rock, riff hard, testi urlati e tranquillamente (finalmente!) incuranti del politically correct. La band ha la giusta attitudine, un grande tiro, suona bene e compatta, la registrazione è ottima.

MASSIMO GALASSI – Un grido per voi
L’ex chitarrista dei Sick Boys Revue esce con un ep aspro e rabbioso, dedicato al mondo operaio (al quale l’autore appartiene) da sempre sfruttato e vessato. I cinque brani riportano all’epica antagonista di Billy Bragg e ai nostri Gang e Filippo Andreani, sono minimali, chitarra e voce, con testi dolenti e duri. Un lavoro che prelude a un futuro molto interessante.

SHE'S A FISH - Effulgent
L'album del musicista veneziano è un avvolgente viaggio psichedelico in cui convergono anche elementi indie, folk, pop, rock, shoegaze, Britpop. L'anima del Syd Barrett solista aleggia spesso nella colonna vertebrale delle composizioni (vedi ad esempio "You hat") ma ci sono anche i Beatles dell'Album Bianco, gli Oasis più ispirati ("While this time away"), Julian Cope e altri viaggi lisergico cerebrali, coinvolgenti e intriganti. Molto interessante.

Various Artists I See You Live On Love Street – Music From Laurel Canyon 1967-1975
Un box è molto interessante, che gironzola nella California del Laurel Canyon, quartiere di Los Angeles dove alla fine degli anni Sessanta risiedevano grandi nomi del rock. Si immagina una potenziale colonna sonora, dal 1967 al 1975, che si poteva ascoltare passeggiando da quelle parti. Dai Doors a David Crosby, Stephen Stills, Monkees, Buffalo Springfields, Poco, Mamas and Papas, a una serie di rarità e nomi minori è davvero un bel sentire.

ASCOLTATO ANCHE:
LONDON AFROBEAT COLLECTIVE (afrobeat funk pieno di ritmo e groove), POM (dall'Olanda buona band pop con influenze 60's un po' alla Cardigans e Blondie), LIME GARDEN (le Breeders in chiave più pop, carino ma trascurabile),

LETTO

Dafne Boggeri in collaborazione con Sara Serighelli - Out of the grid: Italian Zines 1978–2006
Una mappatura delle realtà editoriali indipendenti che si sono sviluppate sul territorio italiano tra il movimento del '77 e l'avvento del web 3.0. a cura di Dafne Boggeri in collaborazione con Sara Serighelli.
450 pagine (in inglese) in cui si testimonia l'attività di 100 fanzine (dal 1978 al 2006) che spaziano dal punk al reggae, alla new wave, mod (c'è anche la mia "Faces"), arte e tanto altro.
Formato A4, copertine, interni delle pubblicazioni, brevi introduzioni, varie interviste.
Un ennesimo tassello che contribuisce a conservare la memoria di un'epoca unica e particolarissima.
Interessante la sottolineatura sulla necessità, in Italia, per ogni pubblicazione, di essere registrata "presso la cancelleria del Tribunale Civile nella circoscrizione in cui viene fatta la pubblicazione" con un "direttore responsabile ovvero un giornalista regolarmente iscritto all’Ordine dei Giornalisti nell’albo dei Professionisti o in quello dei Pubblicisti." Sostanzialmente tutte le fanzine sono di fatto illegali (se non affiliate a situazioni in regola, vedi la funzione che faceva Stampa Alternativa ai tempi). Ovviamente solo raramente le fanzine adempivano e adempiono a queste regole.

Massimiliano Guareschi - Going underground. Stile, gusto e consumi nelle sottoculture giovanili
Un saggio molto colto e approfondito sul fenomeno delle sottoculture, in un'ottica filosofica, zeppa di riferimenti e rimandi a contesti storici e sociopolitici.
Si parla di estetica, identità, appartenenza, la componente politica delle varie sottoculture, la volontà antagonista e "sotterranea", allo stesso tempo, la ricerca di visibilità nei confronti degli "esterni", il bisogno di affermare la propria autenticità e riconoscibilità in tale veste.
La cultura della working class si riduce a stereotipo e icona , giocata all'interno delle più diverse combinazioni stilistiche. Addirittura a brand: le Dr.Martens e le Fred Perry degli skin, parte integrante del ritorno idealizzato a uno stereotipo working class evidentemente mai esistito in quella perfezione formale.
Per gli appassionati e studiosi dell'ambito sottoculturale un interessanto compendio che si addentra di più nel tema, evitando le consuete descrizione già abbondantemente note.

Giovanni Battista Menzani - Dove il fiume muore
Un maldestro e improbabile rapimento si trasforma in un iniziatico viaggio di una "Armata Brancaleone" di giovani e ragazzini, verso una libertà impossibile all'interno di una società oppressiva, finta e falsa, molto corrispondente a quella che viviamo oggi e che toglie al romanzo di Menzani ogni tratto distopico.
Sullo sfondo una Pianura Padana (Piacenza in particolare) e le rive del Po in disfacimento ambientale e sociale.
La descrizione a pagina 91 è quanto di più drammaticamente corrispondente al reale, sorta di foto in lettere di un moderno Luigi Ghirri:
Le rotonde invase dalle sterpaglie.
I poster del Circo Togni sui pilastri dei viadotti, tutti quei pagliacci dall'aria triste tra il cemento e le pozzanghere.
Le pensiline in plexiglass.
I grovigli di bicilette incatenate.
Le barriere antirumore coperte da graffiti a spray.
Le cataste di new jersey.
I cartelli stradali pieni di adesivi.
I poster della pubblicità scoloriti dal sole.
Ivan sembrava aver scritto la guida turistica di un paese inesorabilmente in declino.
Il racconto è cinematografico e avvincente, in costante equilibrio tra l'esilarante e il drammatico.
Un libro che si fa amare e rimane dentro.

Aldo Gianolio e Piercarlo Poggio - John Coltrane. Tranesonic o il riflesso dell'universo
La vita del grandissimo JOHN COLTRANE, elaborata con meticoloso puntiglio e grande cura, anche molto "tecnica", con tanto di spartiti di alcuni dei brani più significativi, in questa nuova pubblicazione editoriale della rivista "Blow Up".
Poco più di 100 pagine per introdurci al genio di uno dei jazzisti e musicisti più influenti e significativi della storia.
"Soultrane" "Giant steps", "A love supreme", "Ascension", "Meditations", le collaborazioni prestigiose, la prematura scomparsa nel 1967 a 40 anni.
Un testo che unisce le esigenze dei cultori dell'artista con chi si avvicina alla sua opera più prosaicamente e superficialmente.

Stefano Mannucci - Batti il tempo
Una serie di gustosi racconti dal taglio biografico, in cui si innestano vicende più o meno conosciute della lunga vicenda pop rock jazz.
Dalla travagliata e breve storia tra Miles Davis e Juliette Greco, allo sbarco degli Stones in USA, la collaborazione tra Beatles e Stones, John Lennon e il rapporto in bilico tra ammirazione reciproca e una rivalità sotterranea con Bob Dylan, la relazione spietata tra Jackson Browne e Joni Mitchell e tanto altro.
Stefano Mannucci, decano del giornalismo rock italiano e storica voce di Rai Stereonotte e Radiofreccia, si destreggia con consumata abilità tra musica e riferimenti diretti al contesto storico e sociale in cui si svolgevano.
La parte più interessante arriva nelle ultime pagine, ambientate in un futuro (imminente?) in cui l'Intelligenza Artificiale fa rivivere i miti del rock, sia visivamente, in affollati concerti di ologrammi, sia proponendo nuovi brani che nessuno saprebbe distinguere da un falso.
"A costi ragionevolmente contenuti, i falsari possono prosperare sull'Industria della Nostalgia e sull'irragionevole testardaggine di chi non si rassegna a sapere nell'Oltretomba i proprio beniamini" inaugurando "il "filone dalla non-storia del rock".

COSE VARIE
° Ogni giorno mie recensioni italiane su www.radiocoop.it (per cui curo ogni settimana un TG video musicale - vedi pagina FB https://www.facebook.com/RadiocoopTV/).
° Ogni domenica "La musica ribelle", una pagina sul quotidiano "Libertà"
° Ogni mese varie su CLASSIC ROCK.
° Ogni sabato un video con aggiornamenti musicali sul portale https://www.facebook.com/goodmorninggenova
° Sulle riviste/zines "GIMME DANGER" e "GARAGELAND"
° Periodicamente su "Il Manifesto" e "Vinile".


Nessun commento:

Posta un commento