lunedì, luglio 31, 2023

Luglio 2023. Il meglio

A metà del 2023 tra i migliori album ci sono quelli di Aja Monet, Noel Gallagher, Graham Day, The Darts, Blur, Durand Jones, Edgar Jones, Bobby Harden, DeWolff, Billy Sullivan, Iggy Pop, Everettes, Everything But The Girl, PJ Harvey, Slowthai, Meshell Ndegeocello, Sleaford Mods, John Cale, Elza Soares, Acantha lang, Joel Sarakula, Algiers, The Men, Tex Perkins and the Fat Rubber Band, Gina Birch, Gabriels, Lonnie Holley, The Who, Mudhoney, Kara Jackson, Tinariwen, Geese, Gabriels, Elza Soares.
Tra gli italiani Alex Fernet, Funkool Orchestra, Sick Tamburo, Zac, Polemica, Milo Scaglioni, Il Senato, Lucio Corsi, Statuto, Broomdogs, The Cut, Senzabenza, Forty Winks, The Lancasters, Elli De Mon, Ellen River, Double Syd, Pitchtorch, C+C=Maxigross, Blue Moka, Lory Muratti, Garbo.


PJ HARVEY - I Inside the Old Year Dying
Non delude mai PJ Harvey. Il nuovo, lungamente atteso, album ci porta nel suo mondo ipnotico, solenne, severo, austero, cupo e abrasivo, incurante del facile consenso con ballate che entrano nell'anima e nel cuore, avvolgono, scarnificano. Un'autrice unica, una rarità nel panorama sempre più omologato e piatto odierno. Non il suo migliore episodio ma tra le uscite più interessanti dell'anno in corso.

BLUR - The ballad of Darren
La classe, personalità, immenso spessore artistico della band inglese, forgiate da una lunga serie di esperienze soliste, converge alla perfezione nel nuovo album, arrivato quasi a sorpresa e che esalta la creatività del collettivo ritrovatosi in studio.
Sonorità scarne, approccio urgente, umore plumbeo, romantico, malinconico, a tratti struggente, con alcuni episodi destinati a diventare piccoli classici ("Barbaric" e "The ballad" su tutti).
Non ci sono l'ottimismo e la carica dei Blur "classici" ma invece la riflessione matura di uomini ultra cinquantenni che hanno saputo evolvere la loro creatura artistica nel tempo, mantenendo intatta una precisa identità e l'inconfondibile profilo artistico.
Album di emorme pregio.

JOE STRUMMER & the MESCALEROS - Live at Acton Town Hall
Era tornato da un po' di tempo in forma eccellente Joe Strummer, dopo anni di eccessi e turbolenze. I Mescaleros e il loro un po' sgangherato mix di reggae, latin rock, brani dei Clash funzionavano a dovere. In questo live, registrato un mese prima della triste e prematura scomparsa di Joe nel dicembre 2002, ci sono sedici brani che ripercorrono il meglio della carriera solista più otto brani del repertorio dei Clash, di cui gli ultimi tre con l'apparizione a sorpresa dell'ex “gemello” della band, Mick Jones. Nel reggae dub Bankrobber e nel punk rock iconico di White riot e London's burning rivive la fiamma degli esordi. Un addio ancora più triste, sorta di necessaria chiusura di un'epoca.

GABRIELS - Angels & Queens
Il secondo album della band della stupenda voce di Jacob Lusk è un tripudio di soul, nu soul, gospel, blues, disco music, jazz ballads, composto e proposto con raro gusto e una raffinatezza unica. Un lavoro di altissima qualità e grande potenza.

DEXY'S - The Feminine Divine
Difficile districarsi nel nuovo album dei DEXY'S (ex Midnight Runners) che parte con tre brani di puro (Northern) Soul per poi dedicarsi ad altrenti episodi disco funk (talvolta in odore di Style Council) per finire con un electro funk e due intense ballate.
Conosciamo la versatilità e l'eccentricità artistica (e non solo) di Kevin Rowland, l'album è buono ma (forse) poco centrato e a fuoco.
Abbiamo ascoltato di meglio in passato ma il nuovo disco merita comunque attenzione.

ELZA SOARES - No tempo da intolerancia
Ultimo album, purtroppo postumo, inciso da ormai ultranovantenne, per la grande artista brasiliana (famosa per il suo tribolato, drammatico, controverso legame con il calciatore Garrincha). Un lavoro socio/politico affidato compositivamente solo a donne ((con tanto di partecipazione di Rita Lee degli Os Mutantes, autrice dell'orchestrale "Rainha Africana", poco prima della sua scomparsa) con testi militanti sul femminismo "nero", per le donne e contro il razzismo. Il sound è un complesso mix di ovvie influenze brasiliane, tropicalismo, funk, soul. Una vera delizia.

SNOOPER - Super Snooper
Gli Snõõper arrivano dal Tennessee e sono prodotti dalla Third Man di Jack White.
Art hardcore è una definizione che non esiste ma è l'idea che mi sono fatto nel sentire un mix di Circle Jerks, hardcore velocissimo e un approccio però moderno, sperimentale, folle (vedi King Gizzard...) che li hanno portati ad essere catalogati come "Devo-Core".
Sia quel che sia è un album violentissimo, quanto divertente e sfacciato.

ACANTHA LANG - Bautiful dreams
Da New Orleans un classicissimo esordio a base di soul di sapore Stax, qualche ballata dolce e rilassata, sezione fiati perfettamente dosata, voce più che ottima. Per chi ama il gusto revivalistico di sapore Sessanta, un album delizioso.

THE DARTS - Snake Oil
Secondo album per il quartetto di ragazze americane, accasate all'Alternative Tentacles e prodotte da Jello Biafra in persona. Viste da poco al Festival Beat con un set travolgente, propongono un classico garage punk in chiave "dark", molto Fuzztones, ma con un gusto raffinato e ricercato (a tratti sfociano nei Doors), che le porta fuori dal prevedibile. Suonano tecnicamente molto bene, compongono con grande gusto e l'album entra tra le cose migliori del 2023.

CORDUROY - Men of the cloth
Tornano dopo 5 anni di silenzio i Corduroy con un mini Lp su Acid Jazz di sei brani e un quarto d'ora di musica per festeggiare i 30 anni dallo splendido esordio "Dad man Cat" (uscito in realtà nel 1992).
Cinque strumentali e un cantato che conservano tutta la freschezza del loro mod jazz groove, stiloso, senza eccessi, vellutato ma energico e dal timbro inconfondibile.
Cool sound for cool people.

IL SENATO - Kings of the world
Il supergruppo anglo/italiano con membri di Sick Rose, l’ex bassista e produttore di Paul Weller, Andy Lewis, e Fay Hallam già Makin Time e Prime Movers, arriva al secondo album, che conferma la bontà di un progetto partito come estemporaneo e diventato nel tempo solido e continuativo. La band si muove agevolmente tra beat, Brit Pop, Kinks, Beatles, Who, freakbeat, soul, con un'anima più power pop rispetto al precedente album, agevolata da una produzione eccellente, una ricerca certosina dei giusti suoni e una qualità compositiva di alto livello.

GRIAN CHATTEN - Chaos for the fly
Esordio solista per il cantante dei Fontaines DC che accarezza atmosfere acustiche intimiste, Dylan, Nick Drake, si cimenta in qualche valzer o cose più swinganti. Solo per fan incalliti, trascurabile.

BUDOS BAND - Frontier's edge
Prosegue la carriera della band new yorkese a suon di torrido funk strumentale, con pillole ethio jazz e soul. Niente di nuovo ma sempre un ascolto corroborante e pieno di groove.

NINA SIMONE - You've Got To Learn
Spettacolare live registrato nel 1966 al Newport Jazz Festival. Ci sono la classe, la grazia, la violenza blues, la voce di Nina Simone, su brani dominati dal pianoforte. Come sempre, eccezionale.

AA.VV. - Written In Their Soul. The Stax songwriter demos
Monumentale (e preziosissimo per i cultori del genere) box con sette CD che raccoglie 146 demo di brani della mitica STAX RECORDS.
Una compilation che ci regala la naturalezza con cui cantavano questi artisti, spesso con l'aiuto di pochi strumenti, altre volte con arrangiamenti invece già praticamente completi.
I primi tre dischi contengono canzoni di compositori dell'etichetta in seguito pubblicati da artisti Stax anche sulle sue filiazioni come Volt, Enterprise, We Produce, Koko, Respect.
Il quarto disco demo poi pubblicati da altre etichette come Atlantic, Decca, Hi, Chimneyville.
Negli ultimi tre dischi invece canzoni rimaste inedite.
Per gli appassionati un compendio di grande valore e pregio.

THE DELINQUENTS - Too late, Too little, Too loose
La band romana si avvale delle presenza di musicisti che arrivano da precedenti eccellenti esperienze come Idol Lips e Razor Lips. Gli undici brani di questo debutto sono facilmente ascrivibili a un contesto ben preciso, quel punk rock primitivo che va dai Damned ai Dead Boys, agli Heartbreakers di Johnny Thunders. Tre accordi, tanta potenza sonora, immediatezza, urgenza, cattiveria. E melodie perfette che ben si accoppiano a una base sonora sempre compatta, suoni e attitudine giusti. Perfetti!

RADIO TAHUANIA – Kuru Lalla
Affascinante e trascinante esordio per la band campana che prende ispirazione dalla Chicha, cumbia psichedelica Peruviana, molto in voga nelle zone della selva negli anni ‘70 ed ‘80. Il tutto con l’aggiunta di atmosfere mediterranee, reggae, rock, ritmi caraibici in levare. I brani sono travolgenti, solari, melodicamente seducenti, composti con grande cura e competenza. Bravissimi!

POLEMICA - ...and now...
Terzo album per il quartetto italo americano guidato dalla voce abrasiva di Hilary Binder che riesce ad essere anche melodica e straziante in "Isolation", "Winter whispers" e nella stupenda ballata finale "Tranny me. Il sound della band non disdegna sferzate ritmiche e chitarristiche potenti e aggressive, ma si lascia andare anche a scarni groove funk e un mood generale di carattere post punk. Attingono da numerose influenze ma le mischiano con sapienza, creando un suono originale, molto suggestivo, personale, duro, sfrontato ma allo stesso tempo disperatamente romantico con testi che continuano a guardare alle ingiustizie sociali che ci circondano. Un album ad altissimi livelli creativi.

PICASSO CERVÉZA - Paura dei caccia
Molto gradevole, riuscito, efficace il nuovo lavoro del collettivo pugliese che mischia alla perfezione groove soul funk con sonorità smooth jazz e reminiscenze anni Ottanta tra Style Council, Sade ma anche Steely Dan o Jamiroquai. Tanta padronanza della materia e grande capacità esecutiva e gusto per gli arrangiamenti eleganti e raffinati. Un album da ascoltare con attenzione.

GIANCARLO FRIGIERI - Qualcuno si farà del male
Il cantautore emiliano firma l'undicesimo album di una carriera ricca di soddisfazioni, collaborazioni, sperimentazioni. Frigieri ha sempre amato osare, spostarsi artisticamente in ambiti diversi, con la canzone d'autore come fondamenta. Nel nuovo lavoro riesce a mischiare la tradizione cantautorale nostrana con Velvet Underground ("Qualcuno si farà del male"), Bob Dylan ("Figli d'arte"), rhythm and blues e De Gregori ("Rita"), Lou Reed e tanto altro. Spiccano la maturità e l'originalità della proposta per quello che è probabilmente il vertice della sua produzione. Da ascoltare assolutamente.

ASCOLTATO ANCHE:
KOOL AND THE GANG (classe immutata: disco, funk, perfino reggae, tanto "fun"), NIIA (una buona commistione di nu soul, folk, pop, canzone d'autore. Interessante), ANOHNI (dignitosamente noioso l'ex Anthony and the Johnson)

LETTO

MARINO SEVERINI - Quel giorno Dio era malato
Marino Severini, oltre ad essere, con il fratello Sandro, l'anima dei GANG è un enfatico e solenne affabulatore, il Dario Fo del rock e dalla canzone d'autore italiana.
Il suo è un gramelot visionario che cita frasi, pensieri, ricordi, abbonda con le maiuscole per dare peso e sostanza a certe parole, unendo spesso concetti apparentemente inconciliabili, cultura e ideologie tra loro lontane, quasi antiteche.
Per riunire il tutto, in questo appassionante libro, in una parola e un concetto che ricorre frequentemente tra queste pagine: BELLEZZA.
Che si pone come antidoto e in contrasto con "Il Mostro": MISERIA.
E così vanno a braccetto Joe Strummer e teologhe cattoliche (l'indimenticata Adriana Zarri), preti e contadini, comunisti e anarchici, bestemmiatori e devoti alla Madonna, partigiani, criminali, musicanti, carcerati fantasmi, il circo, compagni, compagne.
Il POPOLO insomma.
Nel libro i suoi racconti intrecciano le canzoni dei Gang, i relativi testi e i loro concerti, con ricordi di infanzia e adolescenza, episodi di vita, la famiglia, i genitori, storie di solidarietà, amore, unione.
Scritto con il cuore, l'anima e il sangue, rosso, più rosso che c'è.

FRANCESCO ALDO FIORENTINO / TOMMASO LAVIZZARI - Surf. Un mercoledì da leoni
Partendo dall'iconico film "Un mercoledì da leoni" di John Milius viene analizzata una "subculture" raramente derubricata come tale, quella della scena surf californiana degli anni Sessanta/Settanta, con dovizia di particolari e informazioni dettagliatissime.
Non c'è musica nè Beach Boys in queste pagine ma un approfondimento etico/filosofico per molti (immagino) insospettabile, scritto con estrema conoscenza della materia e tanta competenza.
"Un mercoledì da leoni" non è un beach movie nè un film d'azione. E' un film di azioni, di gesti importanti, di sguardi d'intesa, di non detti che dicono tutto, di segni che celano e che svelano, che raccontano un mondo mentre ti dicono altro"( Darth Von Trier).
"Nei dodici anni di vita raccontati dalla storia i protagonisti sono sempre sulle onde. Apparentemente immutati eppure cambiano. C'è chi muore, chi si sistema, chi mette su famiglia, qualcuno risponderà alla patria e andrà in Vietnam".
L'analisi dell'epoca e del fenomeno è molto accurata e anche per chi è digiuno dell'argomento è un piacere scoprirne gli anfratti più nascosti e meno prevedibili e scontati.
"Tra il finire degli anni Cinquanta e Sessanta, i surfer sono piutttosto numerosi della California meridionale, tanto da essere suddivisi in base all'area di appartenenza.
Un quantitativo che si può tranquillamente definire, per semplificare il discorso, come una vera e propria contro-cultura.
Semplificando ulteriormente possiamo affermare che se nel Regno Unito i contrasti avvenivano tra Mod e Rocker, in Californa avvenivano tra surfer e hodad data che frequentavano entrambi le spiagge. Gli hodad erano appassionati di hot rod che gironzolavano in spiaggia proprio come i surfer.
Interessante la collocazione socio/Politica/esistenziale dei surfer che descrive Paul Johnson dei Bel Airs autori della hit "Mr Moto":
"Già prima degli anni Cinquanta/Sessanta qualcuno praticava il surf ma si trattava di adulti e non vi era una vera e propria cultura surf o un movimento aggregativo di riferimento.
I ragazzi si riversarono sulle spiagge quando arrivarono le tavole i foam.
I surfisti erano considerati degli spostati, cool per quello che facevano, ma davvero fuori dai canoni, come lo era il fatto di esibirsi in bilico sulle onde".
Spostati che indossavano divise del Terzo Reich ("portate a casa dai genitori che avevano combattutto in Europa nella Seconda Guerra Mondiale") con atteggiamento proto punk, ma che di politico non avevano nulla (molti di loro erano ebrei) indossate come indumenti di recupero, per creare scalpore con atteggiamento goldiardico.
La narrazione prosegue in costante bilico tra il SURF MONDO e il REAL MONDO (che si fondono tra guerra in Vietnam, l'arrivo massiccio delle droghe pesanti, l'integrazione nel "sistema").
"Il film è riuscito nel tentativo di fotografare un'epoca che rispecchia i valori spirituali del surf attraverso topoi e archetipi che hanno raggiunto le masse, tanto da coinvolgere anche chi ilsurf non lo conosceva.
Ha contribuito a distribuire il surf capillarmente e per certi versi con questa pellicola Milius ha realizzato un'opera di evangelizzazione."
Una pubblicazione essenziale per chi è alla costante scoperta di nuove modalità conoscitive delle sottoculture giovanili sparse nei decenni in varie parti del mondo.
Questo interessante e documentato libro aggiunge un ulteriore tassello.

NICOLA IUPPARIELLO - Di vinile e altre storie
Scrittore e fondatore a Napoli di "DiscoDays - Fiera del Disco e della Musica", l'autore analizza, coadiuvato dall'intervento di alcuni esperti del settore e ospiti, la situazione (commerciale e artistica) del VINILE in Italia e nel mondo, riportando dati, riassumendo le molteplici considerazioni espresse negli ultimi anni sull'argomento, dalla fine del CD alla fiscalità delle opere di cultura in Italia (supporti fonografici e audiovisivi continuano a mantenere il 22% di Iva) fino alla totale mancanza di supporto logistico e finanziario alla musica da parte delle istituzioni e al lievitare del costo dei biglietti per i grandi eventi.
Senza dimenticare la scuola:
L’intelligenza uditiva dovrebbe essere coltivata sin da bambini e quale migliore luogo se non la scuola dell’obbligo potrebbe soddisfare l’opportunità di crescita sino all’età adolescenziale.
Formare un orecchio pensante, capace di attivare un processo intellettivo e di coscienza criti- ca utile a determinare una definizione della percezione sonora che vada ben oltre il proprio immediato gusto.
Mai tanta musica, inoltre, è stata prodotta quanto oggi. Attraverso la digitalizzazione non è mai stato così facile creare e rendere accessibile il proprio lavoro come accade in questo periodo e il risultato è una sovrapproduzione.
La visione in merito è forse molto ottimistica ma è una delle tante opinioni in un periodo ancora di transizione tra l'analogico (a cui sono legati i fruitori originari ma anche un crescente numero di giovani, per quanto i numeri rimangano esigui per giustificare entusiasmi):
Il disco in vinile è il supporto del presente e sarà quello del futuro. Alla pari del libro cartaceo: difficile ipotizzare la sua scomparsa a favore dell’e- book.
Il supporto fisico e lo streaming conviveranno a rappresentare due modi complementari di fruizione della musica.
Un saggio di sicuro interesse per chi ha a cuore l'evoluzione e la conoscenza dello status quo della fruizione della musica, divisa tra supporto fisico e piattaforme digitali.

ANDREA DI QUARTO - Revolution! La vera storia dei Public Enemy
Una storia non facile da raccontare quella del gruppo più iconico, politico e rappresentativo nella storia del RAP.
I PUBLIC ENEMY hanno vissuto alti e bassi, scioglimenti, contraddizioni, controversie di ogni tipo, pagando un pesante pegno a scelte radicali e controcorrente.
"Ma ciò che è stato veramente rivoluzionario, nel gruppo, è il suo senso della teatralità, la comprensione del potere dell'immagine e come il drammatico passato razziale dell'America sia stato usato per lasciare un segno nella cultura pop americana".
"La musica rap è la CNN dell'America nera" sentenziò Chuck D, cogliendo il punto e l'importanza di una modalità espressiva nuova, senza filtri, che veniva veramente dalle strade.
Strade spesso storicamente separate tra chi propugnava una via democratica, pacifista e istituzionale (Martin Luther King) e chi ancora seguiva le direttive più spicce e violente di Malcolm X e della Nation of Islam (a cui aderirono i Public Enemy) ma che erano accomunate da un obiettivo preciso: dire basta alla sottomissione dell'uomo nero.
I Public Enemy furono testimoni di rivolte nere, soprusi polizieschi e istituzionali, che ancora proseguono impuniti, e si fecero megafono dell'insoddisfazione e frustrazione di chi li subisce da sempre.
Lasciano due indiscussi capolavori come "It takes a nation of millions to hold us back" e "Fear of a Black Planet" e uno degli inni più forti di sempre, "Fight the power".
Il libro ne riassume nei minimi dettagli la storia complessa e politica, rendendo omaggio a una delle realtà più interessanti mai emerse nella storia della musica recente.
Interessante la particolarità di "It takes a nation":
"...grazie al lavoro diligente degli avvocati che oggi si occupano di copyright, il loro atteggiamento pionieristico nei confronti dei sample non sarà mai ripetuto...
La Bomb Squad campionò dozzine di dischi semplicemente perchè non c'era nessuno a dir loro che non potevano farlo...una volta che l'hip hop iniziò a raggiungere la massa critica, alla fine degli anni Ottanta, molti artisti rock bianchi si dissero semplicemente furibondi per il fatto che la loro musica fosse usata nel rap. Le cause legali fioccarono ovunque e i musicisti della vecchia guardioa chiedevano di essere pagati....le case discografiche furono legalmente obbligate a pagare per ogni campione presente su un disco, rendendo l'album "It takes a nation..." un esercizio dai costi proibitivi".

VISTO

Alice in concerto a Gragnano Trebbiense (Piacenza - 18/7/2023)
Come ogni anno il ValTidone Festival approda a Gragnano Trebbiense (Piacenza), mio comune natìo, con spettacoli di altissima qualità (da Peppe Servillo a Fabio Concato).
Nella consueta elegante e maestosa location di Villa Marchesi approda Alice con il tributo a Franco Battiato "Eri con me", accompagnata da Carlo Guaitoli al pianoforte e Chiara Trentin al violoncello, in versioni scarne e inclini al classicismo su cui la voce di Alice (sempre potente, pulita, ammaliante, mai un cedimento), dalle inclinazioni liriche, si inserisce alla perfezione.
Nessuna concessione allo spettacolo, poche parole di presentazione, pubblico numerosissimo nonostante il caldo letteralmente asfissiante e, ovviamente, repertorio di spessore elevatissimo.
Scorrono i classici, tra cui spiccano per intensità “I treni di Tozeur”, “Prospettiva Nevski”, "E ti vengo a cercare" ma anche "Summer on a solitary beach" e "Gli uccelli".
Un ottimo concerto.

"Un uomo chiamato Bob Dylan" di Ezio Guaitamacchi - Piacenza 11 luglio 2023
In un'afosissima serata padana è andato in scena, nello stupendo scenario di Palazzo Farnese a Piacenza, lo spettacolo di Ezio Guaitamacchi, coadiuvato da Davide Van De Sfroos, Andrea Mirò e Brunella Boschetti, dedicato a BOB DYLAN.
Un excursus che parte dai primi passi del cantautore e arriva fino alla fine degli anni 70, per poi, dopo un'ora e mezza, riassumere velocemente l'ultimo (pur intenso e molto interessante) periodo.
La rappresentazione è molto interessante, intensa, perfettamente costruita intorno alla narrazione di Guaitamacchi, ricca di aneddoti e curiosità e alle reinterpretazioni raffinate e coinvolgenti dei principali successi (spesso magistralmente riarrangiati, vedi "Like a rolling stone") di Dylan di Davide Van De Sfroos, Andrea Mirò e Brunella Boschetti con l'apporto chitarristico dello stesso Ezio.
I puristi si potrebbero lamentare delle parti cantate in italiano in certi brani e la versione in dialetto lombardo di Van der Sfroos di “A Hard Rain’s Gonna Fall”, che diventa “Un gran brött tempuraal”.
Ma non inficia la qualità di uno spettacolo curatissimo, ricco di immagini video e di quelle canzoni che Dylan non canta più.

Bellezza, addio di Carmen Giardina e Massimiliano Palmese
Commovente, intenso, romantico ma anche crudo ricordo di DARIO BELLEZZA, poeta e intellettuale (“Miglior poeta della nuova generazione” lo definì Pasolini, con cui collaborò per alcuni anni).
La storia e la vita del “Rimbaud di Monteverde” passa attraverso filmati d'epoca, ricordi (di Barbara Alberti Antonella Amendola, Ulisse Benedetti, Franco Cordelli, Ninetto Davoli, Giuseppe Garrera, Maurizio Gregorini, Fiammetta Jori, Renzo Paris, Elio Pecora, Paco Reconti, Nichi Vendola), stralci delle sue parole e poesie fino alla tragica fine per Aids.
Vincitore del Premio Viareggio nel 1976 con "Morte segreta", autore del romanzo "Lettere da Sodoma", su tematiche esplicitamente ommosessuali, polemico, strafottente, provocatore ma anche molto ironico e divertente.
Una figura tanto importante quanto dimenticata.
Chiosa Elio Pecora, scrittore, poeta e saggista:
Gli anni Settanta sono stati anni che avevavno ancora il bollore e i residui di tutto l'entusiasmo del dopoguerra.Dopo l'acqua si è andata intiepidendo e sempre più raffreddandosi.
Oggi è tutto un altro mondo. Gli stessi giovani si sentirebbero ridicoli a dire che vivono di passione.

Festival Beat - 29° edizione
Il FESTIVAL BEAT è da tempo una consolidata FESTA intorno e all'interno della quale si radunano centinaia e migliaia di "veterani" della scena undeground rock 'n' roll italiana (ma non solo, sempre numerose le partecipazioni dall'estero) a cui si sono progressivamente aggiunte nuove leve e più freschi adepti. Un'occasione per ritrovarsi, confrontarsi, divertirsi.
Quasi a corollario, una lunga serie di eventi musicali e letterari tra concerti, DJ set, presentazioni di libri, mercatino etc.
Organizzazione come sempre ben fatta perché alla fine ciò che guida queste manifestazioni è semplicemente la PASSIONE, in nome della quale si fanno cose che, in tempi di "ma quanto ci guadagni?", difficilmente ne varrebbe la pena.
Passando al dettaglio delle due serate a cui ho assistito un grande plauso per le americane DARTS (costrette dal maltempo a ripiegare nella bocciofila di Salsomaggiore): garage punk, surf, beat, scatenate e tecnicamente preparatissime, oltre che con una presenza scenica travolgente.
Più morigerato e sofisticato lo psych pop di BARBARA BREANNA, comunque apprezzabile e interessante.
Si torna sul palco grande (dove giovedì avevavano, riportano le cronache, fatto faville i CUT e i MIDNIGHT KINGS) il sabato sera.
Dopo l'assalto rock 'n' roll garage un po' "storto" degli YONIC SOUTH e i divertenti e pregevoli intermezzi degli HUMAN TOYS, JIM JONES ALL STARS cancellano tutto e tutti con un set devastante (due chitarre, basso, batteria, due sax, piano/tastiera) che evoca il fantasma 60's di Mitch Rider and Detroit Wheels, con l'iconoclastìa del primo Little Richard (di cui non a caso riprendono "Can't believe you wanna leave"), una bella dose di selvaggio e primitivo groove e abbonndante attitudine punk e garage.
Sorprendono con versioni in salsa rhythm and blues di "Run run run" dei Velvet Underground e "Parchman farm" di Mose Allison, una brutale "Everybody got something to hide except for me and my monkey" dei Beatles (o meglio, Lennon), una funk punk "Big Bird" di Eddie Floyd (che scrisse con Booker T e fu ripresa anche dai Jam), "Shakedown" (cover degli Hypnotics di cui Jim fece parte negli 80).
Grande band, grande concerto.
Dopo questa esplosione di ritmo ed energia, SHANNON AND THE CLAMS funzionano bene come chill out con un beat intriso di riferimenti 50's (rockabilly, doo wop, rhythm and blues), perfetto per chudere la serata.
Tanta gente, location eccellente anche da un punto strettamente logistico (poter parcheggiare a 100 metri dal concerto capita di rado), situazione rilassata e amichevole.
Alla prossima edizione !!!

COSE VARIE
° Ogni giorno mie recensioni italiane su www.radiocoop.it (per cui curo ogni settimana un TG video musicale - vedi pagina FB https://www.facebook.com/RadiocoopTV/).
° Ogni domenica "La musica ribelle", una pagina sul quotidiano "Libertà"
° Ogni mese varie su CLASSIC ROCK.
° Ogni sabato un video con aggiornamenti musicali sul portale https://www.facebook.com/goodmorninggenova
° Sulle riviste/zines "GIMME DANGER" e "GARAGELAND"
° Periodicamente su "Il Manifesto" e "Vinile".

IN CANTIERE
NOT MOVING LTD live

Lunedì 14 agosto: Lari (Pisa) “Festa Rossa”
Venerdì 15 settembre : Isola d’Elba Festival
Sabato 23 settembre: Festa Privata Imperia
Sabato 7 ottobre: Poviglio (Reggio Emilia) “Caseificio La Rosa”
Venerdì 20 ottobre: Bologna “Skeggia”
Venerdì 27 ottobre: La Spezia “Shake”
Sabato 28 ottobre : Como “Joshua"
Venerdì 24 novembre: Piacenza “Kelly’s”
Sabato 25 novembre: Lonate Ceppino (VA) “Black Inside"
Venerdì 1 dicembre: Pisa “Caracol”
Sabato 2 dicembre: Rubiera (Reggio Emilia) “Condor”
Domenica 3 dicembre: Torino "Blah Blah" ore 18

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