venerdì, luglio 28, 2023

Little Richard

Speciale LITTLE RICHARD.
Una personale scelta tra i suoi (non troppo) numerosi album, piuttosto variegati per chi lo considera solo un classico artista di rock 'n' roll.
Una raccolta con i successi immortali è basilare ma vagando nella discografia si trovano episodi eccellenti
.

Here's Little Richard (1957)
Little Richard (1958)
I primi due album sono raccolte di vari singoli già usciti, che assurgeranno a capolavori e pietre miliari del rock 'n' roll.
Nel primo troviamo "Tutti Frutti", "Long Tall Sally", "Ready Teddy", "Sliippin and slidin" , "Rip it up", nel secondo "Good Golly Miss Molly" e "Lucille".
L'aspetto interessante è che si tratta di un perfetto momento di transizione tra il sound rhythm and blues, swing, boogie, shuffle, con una forte impronta esecutiva jazz e quello che si sta affermando come rock 'n'roll.
Due album pieni di sorprese, musicisti strepitosi, piccoli gioielli dimenticati.

Little Richard Is Back (And There's a Whole Lotta Shakin' Goin' On!) (1964)
Dopo la "sbornia" gospel torna al rock 'n' roll con un album ruvido e crudo in cui si cimenta con (quelli che ora chiamiamo) classici come "Hound Dog", "Lawdy Miss Claudie" e "A Whole Lotta Shakin' Goin' On" oltre a blues, gospel, soul e rhytm and blues.
L'album esce contemporaneamente all'arrivo dei Beatles in Usa.
Il confronto è impietoso tra il beat ancora "educato" degli inglesi e le sfacciate "roots" del Maestro.
Album minore forse ma che arriva all'anima.

The Explosive Little Richard (1967)
Un album, per la mitica Okeh Records, poco gradito da Little Richard perché eccessivamente improntato su un repertorio soul, con grande uso di fiati, prodotto da Larry Williams e Johnny "Guitar" Watson.
In realtà è un vero e proprio gioiello di selvaggio black groove con una spettacolare versione di "Money" e una bellissima "Function at the Junction".
La voce di Little Richard si presta benissimo, i ritmi sono infuocati, gli arrangiamenti aggressivi e diretti.
Eccellente.

The Rill Thing (1970)
Un episodio figlio della sua epoca, tra funk, soul, una predilezione per il rock ("Greenwood, Mississippi" è in pieno stile Creedence Clearwater Revival) con tanto di jam session strumentale di 10 minuti, un po' di influenze non lontane dalla lezione di Sly and the Family Stone e una versione rock di "I saw here standing there" dei Beatles.
Tanta energia e tiro.
Un periodo in cui paradossalmente viene contestato dagli ambienti più estremi del Black Power per la sua volontà di suonare per un pubblico misto e non solo per i neri e perché nell'introduttiva "Freedom Blues" inneggia alla "libertà per chiunque, non esclusivamente per i neri".

1 commento:

  1. Comprai 'The Rill Thing' al Discobolo a Parma nel 1978, ovvero nel Paleozoico. Era già nello scaffale delle offerte e ricordo la sorpresa nel sentire un Little Richard molto diverso da quello che conoscevo.

    RispondiElimina