giovedì, giugno 15, 2023

Byung-Chul Han - Le non cose


Molto intrigante e interessante, allo stesso tempo piuttosto ostico in alcuni passaggi, il saggio del filosofo sudcoreano che analizza la società odierna, sempre più prona alla "dittatura" dell'immagine/apparire, dell'infodemia, che padrona del "reale".

Il teorico dei media Vilém Flusser:
"Le non-cose stanno penetrando il nostro ambiente da tutte le direzioni e scacciamno le cose.
Queste non-cose si chiamano informazioni".


Non sono più gli oggetti, bensì le informazioni a predisporre il mondo in cui viviamo.
Non abitiamo più la terra e il cielo, bensì Google Earth e il Cloud.

Siamo schiavi dell'infomania, il concetto di possesso degli oggetti è un aspetto del passato, quello che ci interessa è diventare padroni di informazioni e dati.
Comunichiamo sempre di più, interangendo con le informazioni, a scapito della manualità.
Interessante l'analisi che fa del ruolo della fotografia passata da analogica e "unica" a quella che l'autore definisce "natura morta" del digitale, che ripete in migliaia di esemplari la riproduzione, senza più "mistero" di ogni attimo quotidiano:
"Il selfie annuncia la scomparsa dell'essere umano munito di un destino e di una storia".

Non sempre l'approccio è condivisibile nel suo esagerato manicheismo analogico contro digitale ma è fonte di riflessioni e approfondimenti.

"Oggi corriamo dietro alle informnazioni senza approdare ad alcun sapere.
Prendiamo nota del tutto senza imparare a conoscere. Viaggiamo ovunque senza fare vera esperienza.
Comunichiamo ininterrottamente senza prendere parte a una comunità.
Salviamo quantità immani di dati senza far risuonare i ricordi.
Accumuliamo amici e follower senza mai incontrare l'Altro.
Così le informazioni generano un modo di vivere privo di tenuta e durata.
La comunicazione digitale danneggia considerevolmente le relazioni umane.
Oggi siamo ovunque collegati senza tuttavia essere legati gli uni agli altri.
La comunicazione digitale è estensiva.
Le manca qualsiasi intensità.

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