giovedì, maggio 04, 2023
James McClean
L'amico MICHELE SAVINI, che vive da tempo a DUBLINO ci introduce a una serie di particolarità interessanti made in Irlanda, nella nuova rubrica The Auld Triangle: narrazioni dalla Repubblica d'Irlanda.
Le precedenti puntate sono qui:
https://tonyface.blogspot.com/search/label/The%20Auld%20Tringle%3A%20narrazioni%20dalla%20Repubblica%20d%27Irlanda
Dio salvi JAMES McCLEAN
Oggi, per la serie di racconti che abbracciano l’isola di smeraldo, ci spostiamo nella citta di Derry (e non Londonderry come qualcuno insiste chiamarla) per parlare di calcio e in particolare della storia di James McClean.
James McClean è un calciatore Irlandese recentemente venuto alle cronache (incluso un articolo sulla nostrana Gazzetta dello Sport) per una notizia relativa alla figlia ,affetta da autismo, che lo ha portato a scoprire una leggera forma dello stesso disordine neuropsichico su se stesso, come recentemente raccontato in un post sui suoi social media. Ma James Joseph McClean, nato a Derry il 22 Aprile del 1989, era già noto alle cronache per altri motivi.
Cresciuto nel quartiere di Creggan, una delle aree di maggioranza cattolica della città e situata letteralmente ad un passo dal confine con la Repubblica, inizia la sua carriera nel Derry City, squadra con la quale debutta nella massima serie Irlandese, la League of Ireland nel 2008, prima di trasferirsi al Sunderland, in Premier League, dove veste anche le maglie di Wigan, West Bromwich, Stoke City e ancora Wigan, dove gioca tutt’ora.
Sul Derry City Football Club bisognerebbe fare una parentesi a parte, visto che è l’unica squadra Nordirlandese che partecipa al Campionato della Repubblica D’Irlanda, quindi riprendo questo dettagliatissimo articolo del 2020 di Alberto Galletti su questo stesso blog :
http://tonyface.blogspot.com/2020/07/derry-city.html
James rappresenta la nazionale giovanile nordirlandese in diverse occasioni, incluse 7 apparizioni con l’U21, fino a quando nel 2011, anche grazie alle sue notevoli prestazioni con la maglia del Sunderland, riceve la chiamata della nazionale maggiore.
McClean rifiuta la convocazione dicendo di preferire quella della Repubblica d'Irlanda. Convocazione che arriva l’anno seguente, a mano dell’ allora Commissario Tecnico dell’ Eire Giovanni Trapattoni ,che ha l’intenzione di portarselo agli Europei del 2012.
Quindi, il 9 febbraio 2012 riceve l'approvazione per rappresentare a livello di nazionale maggiore la Repubblica d’ Irlanda, scatenando l'ira dei protestanti nord-irlandesi che lo minacciarono di morte. Ma del resto, come dice lo stesso McClean, "Ogni buon cattolico starebbe mentendo se afferma di sentirsi a casa, vedendo tutte quelle Union Jack e ascoltando le canzoni ed i cori quando gioca la nazionale del Nord Irlanda".
E’ comprensibile come quando raccontato sopra sia già abbastanza per creare scontento tra i tuoi connazionali, ma come se non bastasse, il vero motivo per cui James McClean è conosciuto un po’ da tutti è il suo rifiuto al “Poppy”.
(Il murales dedicato a James Mc Clean, indossando la maglia della Repubblica D’ Irlanda, a Derry nel quartiere di Creggan dove è cresciuto).
Ogni anno, l’ 11 Novembre, durante le celebrazioni per il Remembrance Day ( Il giorno della Memoria), la Premier League chiede ai club di indossare una maglia speciale, con un Papavero Rosso al centro. Il famoso “Poppy” è un fiore artificiale, indossato per l’occasione, con l’intento di commemorare i soldati britannici morti in guerra. E qui nasce il problema per James …
Ogni anno, James McClean chiede al suo Club di vestire la classica casacca senza Poppy, per rispetto nei confronti del proprio paese.
Ogni anno, qualsiasi sia il Club per cui gioca o lo Stadio in cui scenda in campo, James McClean viene costantemente fischiato, insultato e minacciato per tutti i 90 minuti dal pubblico, inclusi i tifosi della propria squadra, che non capiscono ne condividono il suo gesto.
Nell’ultimo decennio ha ricevuto numerose minacce di morte rivolte a lui e alla sua famiglia e l’invito ad andarsene dal Regno Unito perché ” se vuoi vivere in questo paese, faresti meglio a fare quello che ti diciamo …”.
E’ stato addirittura costretto a lasciare il Sunderland nel 2013, allora allenato da Paolo Di Canio, per le innumerevoli minacce ricevute e la tensione creatasi tra lui e i proprio tifosi. E’ inoltre stato nominato dalla BBC nel 2015 come l'esempio principale di uno dei "Cinque motivi per cui le persone non indossano il Poppy." (James Mc Clean in azione in un Sunderland – Everton, in cui si nota chiaramente la mancanza del Poppy sulla sua maglia, nel giorno delle Memoria).
Ma se come James, vieni da Derry , uno dei principali teatri del conflitto Irlandese, tutto questo è il niente mischiato con il nulla e non serve certo a farti cambiare idea … Nel 2013, per “calmare la acque”, dichiara su Twitter che la sua canzone preferita dei The Wolfe Tones, una folk band irlandese con un ricco repertorio di “Rebel songs”, è The Broad Black Brimmer, brano associato all'utilizzo della forza da parte del Repubblicanesimo irlandese e nel 2015, prima di un'amichevole estiva negli Stati Uniti, che il suo West Bromwich gioca e vince (tra l’altro con un suo gol) contro il Charleston Battery, volta le spalle alla Union Jack durante l'inno nazionale, quel "God Save The Queen" che odia e non sente suo e da cui ha deciso di dissociarsi pubblicamente.
Viene ovviamente massacrato da tifosi, tabloid e addirittura dal suo allenatore Tony Pulis, che aveva caldeggiato il suo arrivo in estate, ed invitato a rinunciare al suo stipendio e ritornarsene in Irlanda del Nord, un piccolo progresso in ogni caso, se pensiamo alle buste con i proiettili ricevute a casa pochi anni prima …
(Spalle alla bandiera e bocca cucita sulle note di “God Save The Queen” per James McClean, durante l’amichevole tra Wigan e Charleston Battery ).
Qui di seguito la canzone “The Broad Black Brimmer” dei The Wolfe Tones :
https://www.youtube.com/watch?v=DT2qehgOnJE
Scena che si ripete lo scorso Settembre, quando per commemorare la scomparsa della Regina Elisabetta, in tutti i campi da calcio inglesi si osserva un minuto di silenzio. E anche qui non è difficile immaginare come sia andata …
(Minuto di commemorazione per la scomparse della Regina Elisabetta, durante Huddersfield - Wigan del 13 Settembre 2022)
Curioso è il fatto che , in Inghilterra e nei paesi del Commonwealth che commemorano il Giorno della Memoria, indossare il Poppy non è obbligatorio sotto nessun aspetto.
Secondo la Royal British Legion, l’organizzazione britannica di beneficenza che fornisce supporto finanziario e sociale ai veterani delle Forze Armate, infatti indossare il Poppy dovrebbe essere una questione di scelta personale e insistere sul fatto di indossarlo forzatamente sarebbe contrario a tutto ciò che esso rappresenta.
La stessa Royal British Legion ha offerto sostegno pubblico a James nella sua decisione di “aver esercitato il suo diritto di scegliere di non indossare un papavero”.
McClean afferma che la sua obiezione deriva dalla sua affinità con Derry e dal ruolo dell'esercito britannico durante i Troubles.
Sei degli uomini uccisi nel Bloody Sunday infatti, provenivano proprio dal suo quartiere nativo Creggan, una delle aree a maggioranza Cattolica della citta di Derry.
E se la “tua” Regina, mesi dopo l’incidente, ha decorato con la medaglia al valore dell’ Impero Britannico (OBE) il colonnello Wilford, a capo delle truppe britanniche in quel nefasto 30 Gennaio del 1972, è forse anche normale che questo sia interpretato dalle persone di Derry come una sorta di “ricompensa” e solidarietà nei suoi confronti da parte dell'establishment britannico.
Nel 2014, dopo un derby del Lancashire tra il Bolton e il suo Wigan, decide di scrivere una lettera aperta al suo attuale presidente Dave Whelan, per motivare il suo gesto. Ho deciso di riportare una traduzione accurata della lettera, perché penso che usare le sue parole sia il modo migliore per capire il suo gesto, indipendente dal fatto che uno lo condivida o meno.
“Caro Signor Whelan,
Volevo scriverle prima di parlare faccia a faccia dell’ argomento e spiegarle le ragioni per cui non ho indossato il “Poppy” sulla maglia per la partita contro il Bolton.
Ho totale rispetto per coloro che hanno combattuto e sono morti in entrambe le guerre mondiali, molti dei quali erano di origine irlandese. Mi è stato anche detto che suo nonno, Paddy Whelan, di Tipperary, era uno di loro.
Piango la loro morte come ogni altra persona decente e se il papavero fosse un simbolo solo per le anime perdute della prima e della seconda guerra mondiale ne indosserei uno.
Voglio chiarirlo al 100% e voglio che lei capisca questo.
Ma il papavero è usato per ricordare le vittime di altri conflitti dal 1945 ed è qui che inizia il problema per me.
Per le persone del nord dell'Irlanda come me, e in particolare quelle di Derry, teatro del massacro della Bloody Sunday del 1972, il papavero ha assunto un significato molto diverso. La prego di comprendere, signor Whelan, che quando lei viene da Creggan come me o da Bogside, Brandywell o dalla maggior parte dei posti a Derry, ogni persona vive ancora all'ombra di uno dei giorni più bui della storia d'Irlanda, anche se lei, proprio come me, è nato quasi 20 anni dopo l'evento.
È solo una parte di ciò che siamo, radicata in noi dalla nascita.
Signor Whelan, per me indossare un papavero sarebbe tanto un gesto di mancanza di rispetto per le persone innocenti che hanno perso la vita nei Troubles - e nel Bloody Sunday in particolare – nello stesso modo in cui in passato sono stato accusato di mancare di rispetto alle vittime della prima e della seconda guerra mondiale .Sarebbe visto come un atto di mancanza di rispetto verso quelle persone, verso la mia gente.
Non sono un guerrafondaio, o anti-britannico, o un terrorista o nessuna delle accuse che mi sono state rivolte in passato.
Sono un ragazzo pacifico, credo che tutti dovrebbero vivere fianco a fianco, qualunque siano le loro convinzioni religiose o politiche che rispetto e chiedo alle persone di rispettare le mie in cambio.
Dallo scorso anno sono padre e voglio che mia figlia cresca in un mondo sereno, come ogni genitore.
Sono molto orgoglioso delle mie origini e non riesco proprio a fare qualcosa che credo sia sbagliato.
Nella vita, se sei un uomo dovresti difendere ciò in cui credi.
So che potrebbe non essere d'accordo con i miei sentimenti, ma spero vivamente che lei capisca le mie ragioni.
Come proprietario del club per cui sono orgoglioso di giocare, credo di doverle questa spiegazione sia a lei che ai tifosi del club.
Cordiali saluti,
James McClean
E la Repubblica d’ Irlanda?
Che ne pensa di James McClean?
Inutile dire che lo amano perché rappresenta quello che molti pensano riguardo all’ insensata divisone dell’ isola in due parti, avvenuta ormai più di un secolo fa. Perché, per la maggior parte degli Irlandesi, non esiste né nord né sud, ma semplicemente l’ Irlanda.
Storica e con quel tocco di volgarità che contraddistingue i cori da stadio, l’ accoglienza che i tifosi dell‘ Eire gli dedicano ogni volta che veste la maglia dei “Boys in Green”, di cui tralascio la superflua traduzione :
“He turned his back against the flag McClean, McClean!
He called the Queen a dirty slag McClean, McClean!
He hates the Poppy, He hates the Brits!
He hates the North their fucking shit!
James McClean hates the fucking Queen!
He wouldn't sing God save the Queen McClean, McClean!
He told the North go fuck yourself McClean, McClean!
And now he plays for the boys in Green!
And now he sings Amhrán na bhFiann!
James McClean hates the fucking Queen! “
Perché, ad un riverente “God Save the Queen” preferiamo sempre e comunque un onesto ed orgoglioso “God Save James McClean “.
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