martedì, aprile 25, 2023

L'armadio della vergogna


Nel giorno della celebrazione del 25 aprile vale la pena ricordare come l'Italia, tra amnistie e volute amnesie, abbia spesso sorvolato vergognosamente sui crimini commessi nel nostro paese da nazisti e fascisti, che operarono molto spesso in stretta collaborazione e connivenza.
Nel dopoguerra i processi e le condanne furono pochissime.

Poi scese il silenzio, almeno fino al 1994 quando casualmente in uno scantinato della Procura Militare di Roma fu trovato un vecchio armadio, con le ante girate contro il muro.

Il giornalista d'inchiesta Franco Giustolisi lo definì L'ARMADIO DELLA VERGOGNA, intitolando così anche il suo libro (per Nutrimenti), consulatabile gratuitamente qui:
https://www.nutrimenti.net/wp-content/uploads/2019/11/ES_Armadio_igloo.pdf

Conteneva 695 fascicoli e un registro con 2274 notizie di reato riguardanti le stragi nazifasciste da Sant’Anna di Stazzema all’eccidio delle Fosse Ardeatine.

A causa della Guerra Fredda , USA e alleati (tra cui la Repubblica Federale di Germania) ritennero opportuno salvaguardare, in funzione anti comunista, personaggi (ex?) nazisti, molti dei quali già riciclatisi all'interno del nuovo governo democratico tedesco, in cambio di una lotta comune contro l'Urss.

La Commissione parlamentare di inchiesta sulle cause dell’occultamento dei fascicoli relativi a crimini nazifascisti, istituita il 15 maggio 2003, non ha prodotto particolari effetti e verità.
Che avrebbero potuto fare luce anche sulla strategia della tensione neo fascista, coperta dai servizi segreti italiani, degli anni 70 e 80.

Come riporta Giovanni Vighetti in questo articolo: https://volerelaluna.it/politica/2021/07/27/larmadio-della-vergogna :

"il fascista Umberto Bertozzi della X MAS, partecipe della strage di Forno e responsabile di oltre 100 omicidi volontari, rappresenta molto bene il percorso involutivo del dopoguerra che di fatto garantì l’impunità grazie a una magistratura ancora in gran parte inquinata dal fascismo e alla mancata epurazione dalle istituzioni dei funzionari fascisti.
Dapprima condannato alla pena di morte con fucilazione, ebbe in secondo grado la pena commutata in ergastolo, successivamente commutato in 30 anni, ridotti poi a 19 e infine, dopo la sua scarcerazione nel 1952, la Corte d’assise d’appello di Venezia, nel febbraio 1963, estinse i suoi crimini ai sensi del provvedimento di amnistia di Togliatti, Ministro di Grazia e Giustizia del Governo De Gasperi, del 22 giugno 1946".

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