venerdì, ottobre 14, 2022
Antonio Bacciocchi - Northern Soul
Esce oggi per Agenzia X "Northern Soul. Il culto dei giovani ribelli soul" un viaggio di stampo storico sociologico nel difficile e non sempre agilmente esplorabile mondo del Northern Soul.
La ricerca si è incentrata sulle radici del fenomeno, partendo dal Dopoguerra inglese per arrivare ai nostri giorni, sulle ragioni che hanno spinto giovani della working class del nord inglese ad abbracciare una musica di nicchia, riuscendo a costruire una sorta di sottocultura nata e costruita dal basso.
Per approfondire al meglio ho fatto affidamento su numerose testimonianze e articoli dell'epoca (primi anni Settanta) a cui sono stati aggiunti contributi di DJ, ballerini, frequentatori, protagonisti italiani della scena dagli anni Ottanta in poi:
Enrico Camanzi, Carlo Campaiola, Fabio Conti, Marco Dall’Asta, Geno De Angelis, Alberto Folpo Zanini, Flavio Frezza, Filippo Frumento, Francesco Fulci Corsagni, Oskar Giammarinaro, Enrico Lazzeri, Clelia Lucchitta, Leo Mastropierro, Andrea Mattioni, Francesco Nucci, Stefano Oggiano, Marco Piaggesi, Niccolò Pozzoli, Soulful Jules, Renato Traffano, Paolo Zironi.
PRESENTAZIONI
Mercoledì 25 ottobre: Milano “Germi”
Venerdì 28 ottobre: Bologna “Centro Sociale della Pace”
Giovedì 17 novembre: Mezzago (MI) “Bloom”
Sabato 26 novembre: Genova “La Claque”
Sabato 17 dicembre: Reggio Emilia "Centro Sociale Gatto Azzurro"
Domenica 18 dicembre: Lodi “BarZaghi”
RADIO
Domenica 16 ottobre: Radio Onda d'Urto – Brescia ore 21
Venerdì 4 novembre: Radio Città Aperta – Roma ore 14.15
Martedì 15 novembre: Boom Boom Radio Casalpusterlengo (Lodi) ore 21
David Buckingham
Fino a che punto il northern soul può essere visto come una sottocultura?
Era certamente underground nel senso di essere stato nascosto alla vista del pubblico più ampio per diversi anni; ed era in una certa misura sovversivo, in quanto avrebbe potuto incarnare un diverso insieme di valori e priorità rispetto a quelli della cultura adulta tradizionale.
Per alcuni dei suoi aderenti, il northern soul rappresenta molto di più di questo.
Nei documentari e nei ricordi, è abitualmente descritto come uno stile di vita. È qualcosa che ti “entra nel sangue”, un “movimento”, anche una sorta di “religione”, con un proprio insieme di valori. Come ho notato, i partecipanti più anziani della scena attuale continuano a parlare di “mantenere la fede” (Keep the Faith): hanno un’intensa identificazione con la scena che si è rivelata di significato duraturo – e forse anche l’elemento più importante della loro vita, ben oltre la loro adolescenza.
Barry Doyle nel libro Between Marx and Coca-Cola. Youth Cultures in Changing European Societies 1960-1980:
Per entrarci era necessario molto lavoro che in effetti valorizzava un atteggiamento “lavora duro, gioca duro” (work hard, play hard), come suggerito da un fan del soul a metà degli anni settanta: “Il tipo di soul che volevamo era il ballo veloce.
Lavoriamo duro, molto duro e vogliamo lavorare duro anche sulla pista da ballo. Più veloce è, meglio è”.
In quanto tale, il northern soul ha richiesto un notevole investimento di tempo, denaro e persino intelletto per acquisire le capacità, le conoscenze e l’esperienza necessarie alla credibilità e al rispetto.
Imparare adeguate tecniche di ballo ha richiesto molte ore di pratica sia a casa, sia nei club più importanti e in discoteche minori.
David Nowell in The Story of Northern Soul (2011):
La scena northern soul è vera, popolata da gente vera che ascolta vera musica.
Nessuna pretesa, stronzate o sorrisi di circostanza.
Quando passi la porta per entrare in un allnighter sei immediatamente accettato per quello che sei: un soul fan.
Alto, basso, maschio, femmina, bianco, nero, ricco, povero, non fa nessuna differenza. Ora sei nella scena e la scena si prenderà cura di te e ti tratterà come un membro della famiglia. Certo siamo un po’ eccentrici.
Ma ci piace essere diversi. E se la nostra ossessione per il northern soul significa follia, allora rimarremo pazzi per molto tempo.
Colin McInnes da Absolute Beginners (1959):
La cosa sensazionale nel mondo del jazz, per tutti i giovani che entrano a farne parte, è questa: che nessuno si cura della classe sociale a cui appartenete, del colore della vostra pelle, dei vostri quattrini; se ne frega che siate maschi o femmine o un po’ dell’uno e un po’ dell’altro, purché comprendiate l’ambiente e sappiate comportarvi come si deve e vi lasciate alle spalle tutte queste fesserie non appena varcate la soglia del club. Il risultato di tutto ciò è che nell’ambiente del jazz si incontrano ogni genere di persone provenienti da diversi ambienti: sociali, culturali, sessuali, razziali.
Antonio Bacciocchi
Northern Soul. Il culto dei giovani ribelli soul
pagine 254
euro 15
AGENZIA X EDIZIONI
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