venerdì, aprile 29, 2022
Aprile 2022. Il meglio del mese
A un terzo dell'anno buone cose con gli album di Graham Day, Miles Kane, Hoodoo Gurus, Spiritualized, Yard Act, Elvis Costello, JP Bimeni and the Black Belts, Shirley davis and the Silverbcaks, Lazy Eyes, Dedicated Men of Zion, Electric Stars, St.Paul and the Broken Bones, Abiodun Oyewole, York e Diasonics
Mentre tra gli italiani Bebaloncar, Sacromud, Temporary Lie-Cesare Malfatti e Georgeanne Kalweit, Bastard Sons of Dioniso, Organ Squad, Dear, Bebaloncar, White Seed, Tin Woodman, Alternative Station, Massimo Zamboni, Dear, Agape e Path
JACK WHITE - Fear of the dawn
Ho avuto per lungo tempo una totale adorazione per l'ex White Stripes. Che rimane un genietto della scena rock con un sound personale e immediatamente riconoscibile. Al quarto album solista conferma tutta la bontà del suo percorso artistico anche se è diventato un po' risaputo e prevedibile.
Un buon album, grande competenza nella scelta dei suoni, composizioni originali, sempre in bilico tra potenziale mainstream e alternative.
SPIRITUALIZED - Everything Was Beautiful
Il precedente "And nothing hurt" era finito tra i miei preferiti del 2018. Potrebbe farcela anche questo nuovo lavoro. Che non esprime nulla in più di quanto sapessimo dell'arte di Jason Pierce ma lo dice sempre talmente bene che rimani incantato. Volute psichedeliche, Rollingstoniane, shoegaze, blues, rock, un sound ipnotico e sognante (anche quando si trasforma in incubo), antico e allo stesso tempo attuale.
THE LAZY EYES – SongBook
Niente di eclatante ma la band australiana ha inciso un album gradevolissimo.
Nuova psichedelia che guarda spesso ai connazionali King Gizzard & the Lizard Wizard ma anche a kraut rock, Tame Impala e tanti altri gusti 60's psych. Le canzoni sono belle, loro giovanissimi, tanta competenza e l'album merita tanta attenzione.
THE BASTARD SONS OF DIONISO - Dove sono finiti tutti?
Il trio trentino firma l'ottavo album di una carriera prestigiosa e ricca di soddisfazioni, confermandosi ancora una volta tra i migliori gruppi rock italiani. Il loro power pop melodico, con una buona dose di grunge, che si avvale di linee vocali di pura eccellenza, occhieggia non di rado ai troppo poco considerati Knack con quell'intreccio di chitarre, potenza ritmica e irresistibili richiami Beatlesiani. Un ulteriore plauso per la durata dell'album (meno di mezzora), il tempo perfetto per un disco rock.
SACROMUD - s/t
Eccellente nuovo capitolo del progetto che ruota intorno al chitarrista-compositore Maurizio Pugno. Dodici brani di fangoso blues che attinge dalle atmosfere minacciose dei peggiori luoghi di New Orleans ma anche dal cuore profondo dell'America sonora in cui si fondono soul, funk, gospel, rhythm and blues. In perfetto equilibrio tra Jack White e Fantastic Negrito con Dr.John a benedire. Album spettacolare!
YORK - The Vintage Funk Vol.1
Il polistrumentista tedesco realizza un album di particolare effciacia, tra funk, soul, hip hop soul, con un groove e una cura dei suoni di primissima qualità. Anche le canzoni sono a livello di eccellenza. Super!
FONTAINES D.C. - Skinty Fia
Attesissimo, il terzo album della band irlandese ha trovato fin da subito un unanime plauso di critica e pubblico. Meritato, in quanto prosecuzione di un percorso già fin dall'inizio di ottima qualità e che ora si dimostra maturo e in progress.
Ma che sembra avere perso la fiamma e la brillantezza, il piglio urticante e sorprendente e si sia "normalizzato". Pur ponendosi artisticamente sempre a livelli altissimi.
TANIKA CHARLES - Papillon de nuit
Il terzo album della grande vocalist canadese, sempre targato dal scintillante marchio Record Kicks, ce la conferma in grande forma artistica e compositiva con il suo classico soul, dalle movenze sensuali e forte vena pop, sorta di moderna Aretha Franklin con una pennellata vellutata di Dionne Warwick.
Una garanzia.
WET LEG - Wet leg
Esordio super frizzante per il duo inglese che rievoca le saltellanti note di band come Elastica o Breeders, un pizzico di Go Go's e qualche asperità qua e là. Molto divertenti e coinvolgenti.
MAMAS GUN - Cure the Jones
La band inglese si affida a un soul mellifluo e romantico, suadente e sensuale. Fatto molto bene, voce in falsetto, echi di Curtis Mayfield, Stevie Wonder, Marvin Gaye e un ascolto gradevolissimo.
SAULT - Air
Il collettivo inglese ci aveva abituati ad album intrisi di soul, funk, elettronica, blackness. Il nuovo capitolo sorprende con una inaspettata deviazione orchestrale e quasi sinfonica. Interessante pur se eccessiva e ridondante.
SURE FIRE SOUL ENSEMBLE - Step Down
Funk strumentale intriso di umori ethio jazz.
Suonano alla grande, suoni moderni ma dal gusto vintage, sezione fiati che accompagna al meglio, un bel disco.
SOUL REVIVERS - Gone are the days
Grande album di reggae soul, pubblicato dalla Acid Jazz, con alcune leggende come Ernest Ranglin, Ken Boothe, Earl 16, Devon Russell e rappresentanti della nuova scena jazz inglese come Ms. Maurice già con Kokoroko e Nubya Garcia) e la cantante Alexia Coley.
BIG MOUNTAIN COUNTY - Klaus
Torna la favolosa band romana con un ep nuovo di zecca, intensamente psichedelico. Tre brani (e due remix) che ci accompagnano in vortici lisergici che vanno da "Tomorrow never knows" dei Beatles a certi voli dei Primal Scream in un 'ottica mai revivalista ma totalmente moderna. Ennesima conferma di un talento di rara efficacia.
KAE TEMPEST - The line is a curve
Intenso e originale, il nuovo album di Kae Tempest riesce a a mettere insieme armonicamente un mood esplicitamente rap/hip hop e spoken word con un apporto sonoro che si muove tra elettronica, sperimentazione, afflati soul e pop.
Tra le proposte più interessanti e personali in circolazione.
RED HOT CHILI PEPPERS - Unlimited love
Il miglior album da lungo tempo della band. La miscela è consolidata: funk, rock, ballate intense, suoni pazzeschi (Rick Rubin) e ottimi brani. Diciasette brani sono eccessivi e rendono l'album un po' prolisso ma comunque riuscito.
THE UNCLAIMED - Primordial Ooze Flavored
Ristampa in vinile in 300 copie del mitico mini LP del 1983 con l'aggiunta di du ebrani incisi su 45 giri per la rivista nostrana "Lost Trails". Gatefold sleeve, inserti, articoli, dichiarazioni di stima di vari noti fan. Garage punk nella sua accezione più selvaggia e ruvida.
BACKDOOR SOCIETY - This is nowhere
Secondo album per la band piacentina e furioso, sparatissimo e ruvidissimo attacco garage punk/rhythm and blues. Ci sono grandi riferimenti, oltre all'amato 60's beat olandese, dai Pretty Things e Downliners Sect, ai primi Stones fino al garage punk americano di Sonics e Monks e al quel sottobosco di nomi oscuri che troviamo nelle compilation "Peebles" e "Back From The Grave". Un album "cattivo" e abrasivo, entro i limiti dell'eccellenza per chi ama il genere.
PARTNERS IN CRIME - Chain Breakers
Simone Di Maggio, leader della Rock’n’Roll band “The Astrophonix” e considerato uno dei migliori chitarristi europei, e Angelo Castiglione, leader della “Shame Blues Band”, apprezzato come uno dei più cristallini talenti dell’ armonica blues, sono insieme in questo progetto dal 2014 e hanno accumulato una lunga serie di esperienze discografiche e concertistiche.
Il nuovo lavoro segue le caratteristiche consolidate del loro sound, tra rockabilly (Stray Cats in primis, vedi "Cheatin little baby"), swing, jive, blues, rock blues, doo wop.
Il tutto con una classe e una maestria di primo livello.
ACID JACK FLASHED - The devil's charm
Non c'era da dubitarne ma il nuovo album del duo lombardo è un vero e proprio gioiello di sapiente unione di ispirazione psichedelica tardo 60's, prog folk, un costante gusto beatlesiano (con sguardi generosi a Kinks, Who e Small Faces) ma capace di flirtare con un approccio moderno e di deviare a piacimento in un brano punk rock o in uno country. Ben fatto, suoni perfetti, arrangiamenti sempre efficaci.
WUNDERKAMMER - Tic Tac Drin Drin
Alle spalle un 45 giri e una carriera interrotta, il progetto di Nik Maffi, funambolico agitatore culturale, musicista e tanto altro, prosegue con un CD dichiaratamente Dadaista (vedi anche i testi in cui è stata spesso usata la tecnica del cut up) che raccoglie l'eredità di un gruppo troppo frequentemente dimenticato e sottovalutato, i Residents (a cui affianca l'attitudine dei primi Devo). La strumentazione usata comprende tastiere giocattolo Casio vintage, risalenti agli anni ’80 e ’90 oltre ad un sintetizzatore Casio. Il risultato è curioso e bizzarro ma soprattutto creativo e originalissimo.
UMBERTO PALAZZO - Belvedere Orientale
Umberto Palazzo ha alle spalle una lunga carriera artistica con nomi di primo piano della scena “indie” italiana (dai Massimo Volume ai Santo Niente). L’ultima incarnazione lo vede vestire i panni cantautorali (spaziando da Lucio Battisti ad Alan Sorrenti) ma con una vena soul/funk/disco che riporta alla scena inglese degli anni 80 (Style Council, Orange Juice e paraggi). Come sempre, siamo dalle parti dell’eccellenza.
TENEBRA - Moongazer
Secondo album per la band bolognese che sforna un rovente gioiello di eccellenza hard n heavy. Radici piantate nel classico (dai Black Sabbath ai Blue Cheer, Hawkwind al rock blues a cavallo tra i 60 e 70) ma sguardo in avanti, piedi, cuore e testa nel presente. Grandi suoni, attitudine perfetta per un album suonato con estrema competenza, voce potentissima, canzoni di primissima qualità.
ASCOLTATO ANCHE:
ALDOUS HARDING (cantautorato articolato e di buona originalità),
LETTO
GIORGIO RIMONDI - L’invasione degli Afronauti
Un lavoro curioso ma allo stesso tempo colmo di suggestioni, stimoli, particolarità semi sconosciute che approfondisce, in modo dettagliato, colto, accademico e mai banale, il rapporto tra la cultura afroamericana, la tecnologia e la fantascienza.
Passando da Duke Ellington ("considero lo Sputnik un'opera d'arte nello stesso tempo in cui osservo un grande dipinto, leggo una grande poesia, ascolto una grande opera musicale") a Janelle Monae, da Ornette Coleman a Sun Ra, attraverso i Parliament/Funkadelic di George Clinton ma anche Toni Morrison, lo splendido e oscuro "Mumbo Jumbo" di Ishmael Reed, il pionieristico "The comet" di DuBois, si viaggia (rigorosamente in astronave) tra una visione storica lucida e concreta (dalla tratta degli schiavi ai giorni nostri), analisi filosofiche della creatività afroamericana (da sempre restia ad abbracciare il mondo science fiction) e riflessioni interessantissime.
A corredo un'ampia bibliografia e fonti dettagliatissime.
Basilare per i cultori della black music & culture.
VICTORIA MARY CALRKE / SHAME MCGOWAN - Una pinta con Shane McGowan
Ci sono musicisti che, nonostante una carriera più che dignitosa, vengono ricordati quasi esclusivamente per la loro immagine, il personaggio che si sono creati, che ha abbondantemente superato la qualità artistica del loro operato. Tanto più se la fama deriva da comportamenti eccessivi e sopra le righe.
L'epitome è sicuramente Ozzy Osbourne, voce dei Black Sabbath, protagonista di mille episodi all'insegna delle più svariate esagerazioni ma l'elenco è lungo, non solo nella storia del rock.
Anche nel jazz, soul, country e nella musica leggera non mancano liste di episodi epici.
Il caso di Shane McGowan, cantante degli irlandesi Pogues, è abbastanza simile.
Alcolista all'ennesima potenza, con una lunga confidenza con ogni tipo di droga, gioventù da teppista violento, iniziato alla birra e whisky fino dalla tenera età, grande amicizia con il gioco d'azzardo e con (brevi) periodi in gattabuia, incline alla rissa e al naso rotto, qualche mese perfino in manicomio.
Nonostante l'idea di creare una band che mischiasse la musica folk irlandese, già di per sé piuttosto frizzante, con punk, rock, blues, country, rhythm and blues, sia stata geniale e abbia creato un vero e proprio genere, seguito da decine di gruppi in tutto il mondo e che gli ha procurato fama, successo ed eccellenti dischi, viene puntualmente ricordato per le sbronze colossali, l'aspetto che definire trasandato è un eufemismo (soprattutto la sua celebre dentatura letteralmente a pezzi), il comportamento costantemente al limite che, non poche volte, lo ha portato vicino alla morte.
Esce ora per Tsunami Edizioni una particolare autobiografia, intitolata significativamente “Una pinta con Shane McGowan” in cui il protagonista si racconta attraverso 400 pagine di intervista fattagli dalla (pazientissima, al limite della santità) scrittrice e giornalista, nonché moglie, Victoria Mary Clarke.
Domande che abbracciano tutta la sua vita, dall'infanzia in poi, lo guidano attraverso la sua mente un po' confusa che salta spesso di palo in frasca ma che ricuce alla perfezione una vicenda non solo curiosa e interessante ma unica.
Shane sa essere provocatoriamente ironico (“Non mi piacciono i bambini, mi danno i brividi. Se ne avessi uno gli insegnerei come si fa a fumare il crack”) ma anche profondo e lucido nella visione della vita, della società e della politica. Cresce nelle selvatiche campagne irlandesi, assimilandone le tradizioni, la cultura, l'avversione per gli inglesi.
“Penso che l'odio per gli inglesi sia stato alimentato dai vecchi di casa ma è stato rafforzato dal fatto che si sono rivelati un branco di bastardi, proprio come me li avevano descritti”.
Sono gli anni (i Sessanta) in cui la repressione nei confronti dei separatisti dell'Irlanda del Nord è feroce e l'appoggio ai ribelli e terroristi dell'IRA quasi unanime da parte del popolo irlandese.
Sperimenterà sulla sua pelle questa atavica divisione quando si trasferirà con i genitori a Brighton, subendo spesso i dileggi e le discriminazioni dei coetanei inglesi che lo chiamano dispregiativamente “paddy”.
Un po' studia (è un piccolo genio della letteratura), un po' lavora ma la sua occupazione preferita è mettersi nei guai.
“Credevamo nelle droghe pesanti, nel rock 'n' roll a tutto volume e nei capelli ragionevolmente lunghi. Eravamo i classici soul boys, alternativi e selvaggi, uno shock per i genitori dei nostri conoscenti, indossavamo giubbotti di pelle, jeans e pantaloni di pelle, ascoltavamo Stooges, Small Faces, MC5, Black Sabbath, Led Zeppelin, Roxy Music”.
Sarà una logica conseguenza che Shane finisse nella primissima scena punk londinese, dove si trova perfettamente a suo agio, tra gli eccessi e la violenza (indotta) dall'estetica e dal comportamento dei suoi aderenti.
E' costantemente presente ai principali concerti dell'epoca (spesso ripreso da fotografi e telecamere) e fonda una band, i Nipple Erectors, poi Nips, prodotti anche da Paul Weller, con cui realizza alcuni 45 giri, senza particolare successo.
“La società pensava che fossimo feccia, la polizia pensava che tutti i giovani fossero feccia, il governo pensava che tutte le persone fossero feccia. Ed è ancora così, la democrazia non esiste, nessuno otterrà mai un trattamento equo perché ha protestato contro qualcosa o perchè ha combattuto una guerra. La vita è una merda. Ai tempi non c'era lavoro, l'unico modo per fare soldi era rubare o inventarsi qualcosa: fare vestiti, lavorare in un sexy shop o in un negozio di dischi. Oppure fare una band. Ecco perché c'erano così tanti gruppi, la gente cercava solo di fare soldi”.
Il punk cambia radicalmente il suo modo di essere e lo introduce in una nuova dimensione.
“Abbiamo infranto tutte le inibizioni che avevano cercato di inculcarci. Siamo andati oltre quei condizionamenti. Tra noi c'erano omosessuali, bisessuali, lesbiche, asessuali, eterosessuali, monogami, poligami. Non c'erano regole sul sesso, nessuna morale. Se ti fa sentire bene, fallo. Questa era la nostra morale”.
Da questa scena prende la forza per iniziare a fare sul serio con la musica e, nel 1982, fonda una nuova band originariamente chiamata in gaelico Pogue Mahone (“Baciami il ...”), poi contratta in Pogues.
“Volevo fare una musica pura che potesse essere di qualsiasi epoca, volevo rendere il tempo irrilevante, rendere irrilevanti decenni e generazioni. Non volevo fingere di essere un intellettuale.
Volevo che la musica non parlasse di angoscia e di quanto sia terribile starsene nella propria camera da letto a farsi di eroina o stronzate del genere. Non volevo parlare di quanto fosse brutto bere, volevo celebrare l'uso di droghe, il bere e la vita.
Volevo celebrare il lato squallido della vita che piace a me. Mi piacciono i pub, la droga e il sesso. Detestavo la tendenza all'apatia degli anni Ottanta e i musicisti che si comportavano bene”.
Il gruppo decolla velocemente. Con la produzione di Elvis Costello piazzano un colpo vincente con l'album ”Rum, Sodomy and Lash” nel 1985, seguito dal grande successo di “I should fall from Grace with God” nel 1988.
La loro vita diventa un continuo party in giro per il mondo tra sbronze senza fine, concerti travolgenti, un ritmo dissipato che lascia per strada parecchi componenti e crea continui problemi alla stabilità della band, soprattutto a causa della totale inaffidabilità di Shane, spesso incapace di salire sul palco.
Nel 1991 viene licenziato e il suo posto in tour preso nientemeno che dall'ex Clash Joe Strummer.
I Pogues proseguono per un po' ma con un declino costante di popolarità, Shane si ricicla con i discreti Popes. La band si riunirà nel 2001 suonando periodicamente dal vivo per brevi tour che faranno riemergere vecchie cicatrici e antichi conflitti.
L'ultimo concerto è datato 2014, dopo di che la carriera del gruppo viene dichiarata conclusa.
Shane è ricomparso raramente sulla scena per qualche concerto come ospite anche a causa di una salute sempre più precaria, conseguenza della vita eccessiva condotta.
Ha recentemente dichiarato di essere per la prima volta sobrio dall'età di otto anni (in cui incominciò a bere Guinness che gli davano i nonni per farlo dormire...).
Rimane un inguaribile nazionalista, come sempre eccessivo nelle sue dichiarazioni, abbastanza incomprensibili per un italiano (e non solo):
“I Pogues non sarebbero mai esistiti se non fossi stato irlandese. L'Irlanda significa tutto per me. Mi sono sempre sentito in colpa di non avere dato la vita per l'Irlanda, non che avrei potuto cambiare le cose ma mi sono vergognato di non avere avuto il coraggio di unirmi all'IRA. I Pogues sono stati il modo per superare quel senso di colpa. E ripensandoci forse ho fatto la scelta giusta. L'Irlanda è la più grande nazione del mondo e gli irlandesi il popolo più importante del mondo”.
Il classico personaggio da amare o odiare, sicuramente con cui è sconsigliato (perlomeno fino a poco tempo fa) trascorrere più di cinque minuti, a meno che di essere ubriachi fradici. Non è stato mai un esempio, anzi, il perfetto “cattivo maestro” da cui guardarsi, ma che ha saputo lasciare un'eredità artistica unica e a cui si continua a guardare con affetto.
Lunga vita, Shane!
BRUNO CASINI - Frequenze Fiorentine – Firenze Anni ‘80
Torna il libreria in versione ampliata il volume di Bruno Casini dedicato al fermento culturale della Firenze anni '80.
A quasi venti anni dalla prima, introvabile, edizione nuovamente disponibile ‘Frequenze Fiorentine’, libro illustrato sulle culture giovanili della Firenze degli anni Ottanta. La nuova versione è riveduta, corretta e remixata con capitoli inediti e l’impaginazione di Matteo Torcinovich.
La Firenze che prese una strada a sè rispetto ai vari fuochi che bruciavano ovunque in Italia.
Fu un mix di new wave, sperimentazione, arte, spettacolo, moda, contaminazioni.
Locali come Banana Moon, Tenax, Manila, Rokkoteca Brighton, Casablanca, Salt Peanuts, la radio Controradio come portavoce, nomi come Litfiba, Diaframma, Neon, Moda, ma anche Cafè Caracas o Dennis & the Jets e loro varie diramazioni e incroci a guidare musicalmente le fila.
BR> Nel libro sono raccolte decine di testimonianze dirette da parte de protagonisti, ricostruendo in maniera fedele e accurata quel (relativamente) breve periodo di creatività, pulsione, novità, originalità pressoché unica, in Italia.
DONATO ZOPPO - Un nastro rosa ad Abbey Road
Donato Zoppo, scrittore e giornalista, riprende due suoi testi precedentemente pubblicati e ora aggiornati e arrichiti da nuovi contributi.
L'uno dedicato all'immortale "Something" di George Harrison & the Beatles, del 1969, l'altro a "Un nastro rosa" di Lucio Battisti, di dieci anni dopo.
Due analisi approfondite di due brani iconici e, a modo lro, rappresentativi delle rispettive epoche e autori.
Partecipano anche Alberto Fortis, Michelangelo Iossa, Paolo Morlando, Ernesto Assante, Maurizio Baiata, Massimo Bonelli, Gino Castaldo, Valerio Corzani, Rolando Giambelli, Mario Giammetti, Federico Guglielmi, Roberto Manfredi, Carla Ronga, John Vignola.
COSE VARIE
° Ogni giorno mie recensioni italiane su www.radiocoop.it (per cui curo ogni settimana un TG video musicale - vedi pagina FB https://www.facebook.com/RadiocoopTV/).
° Ogni domenica "La musica ribelle", una pagina sul quotidiano "Libertà"
° Ogni mese varie su CLASSIC ROCK.
° Ogni sabato un video con aggiornamenti musicali sul portale https://www.facebook.com/goodmorninggenova
° Nel sito www.goodmorninggenova.org curo settimanalmente una rubrica di calcio "minore".
° Periodicamente su "Il Manifesto" e "Vinile".
IN CANTIERE
E' uscito il nuovo album dei NOT MOVING LTD "Love Beat" per Area Pirata con otto inediti e una cover
Si trova nei negozi, ai nostri concerti e qui:
http://www.areapirata.com/dettaglio.php?cod=5490
Prossimi concerti NOT MOVING LTD
Sabato 30 aprile: Fontanafredda (Pordenone) “Astro Club”
Venerdì 26 maggio: Poggibonsi (Siena) "Bottega 26"
Giovedì 16 giugno: Cesena “Rocca Malatestiana” + Amyl & the Sniffers
Venerdì 1 luglio: Sesto Fiorentino (Firenze) “Limonaia”
Sabato 9 luglio: Salsomaggiore (Parma) “Festival Beat”
Sabato 3 settembre: Bologna “Frida”
E' uscito in tutte le librerie il libro "Soul. La musica dell'anima" per Diarkos.
Qui i dettagli: https://tonyface.blogspot.com/2022/01/antonio-bacciocchi-soul-la-musica.html
Presentazioni:
Venerdì 13 maggio: Bologna "Circolo della Pace" via del Pratello
Sabato 14 maggio : Rovereto (Trento)
Venerdì 8 luglio: Salsomaggiore (PR) "Festival Beat"
Venerdì 22 luglio: "Porretta Soul Festival"
Dal 28 maggio nel Comune AltaValTidone (Piacenza) la Rassegna musicale/letteraria ROCK AROUND THE BOOK.
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