martedì, dicembre 28, 2021
I dischi mod e affini 2021
Una serie di segnalazioni di album, 45 giri, libri, programmi video e radio in ambito MOD e affini del 2021.
The REFLECTORS - First impression
Il quartetto di Long Beach, prodotto dalla grandissima Time For Action Records, all'esordio con uno splendido mix di Chords, Jam, Undertones, Buzzcocks. Brani diretti, essenziali, grandi melodie, groove di gusto 79. Album fantastico.
FAY HALLAM - Modulations
Fay Hallam torna con uno dei migliori lavori della sua lunga carriera.
Un album strumentale, impeccabilmente prodotto dal maestro ANDY LEWIS, composto e realizzato nei lunghi mesi del lockdown.
Modulations conferma ed esalta la versatilità compositiva di Fay che si destreggia tra le sue tipiche passioni rhythm and soul (vedi la versione strumentale di "Cielo rosa" già incisa con Il Senato), momenti jazz lounge, un avvolgente episodio di enorme classe come "Aural sea" tra ambient e le parti orchestrali di "Quadrophenia". Un album strumentale è sempre "pericoloso" e arduo da proporre ma in questo caso la varietà della proposta, la cura e lo spessore dei brani, lo rende godibilissimo e interessante.
THE TRUTH - Just can't seem to stop us
La band di Dennis Greaves incise alcuni stupendi singoli e ottimi album come l'esordio "Playground" che uscì però nel 1985. Questa compilation raccoglie una serie di brani, sparsi su singoli e compilation che avrebbero dovuto costituire un ipotetico primo album antecedente, tra il 1983 e il 1984. Per chi li ha apprezzati un'ennesima conferma del loro grande valore, purtroppo mai sufficientemente esaltato al di fuori dalla nicchia mod (anche se il singolo "Confusion" toccò il 22° posto delle charts nel 1983), pur suonando un pop soul di marca Motown gradevolissimo, energico e composto benissimo.
THE TIMES - My Picture Gallery – The Artpop! Recordings, 6CD Box Set
Iconica band degli anni 80, tra mod, beat, artpop, i TIMES hanno sempre vissuto sottotraccia, con scarsi riscontri commerciali ma lasciando album di grandissimo valore e livello.
La band di Edward Ball trova finalmente la giusta considerazione con un box di sei cd che raccoglie gli album ‘Go! With The Times’(del 1980 ma pubblicato solo cinque anni dopo), ‘Pop Goes Art!’ (1982), ‘This Is London’ (1983), ‘Hello Europe’ (1984), ‘Up Against It’ (1986) e ‘Enjoy’ (1986).
Scontata l'aggiunta di bonus e rarità, per un totale di 126 brani che raccontano al meglio la carriera del gruppo.
L'etichetta autogestita di Ed Ball, la Whaaam! Records, fu grande fonte di ispirazione per Alan Mc Gee (che sull'onda dell'esperienza dei Times creò i suoi Biff Bang Pow) nella fondazione della Creation Records, per la quale successivamente i Times hanno inciso parecchi album (pormai però come marchio di fabbrica del solo Ed Ball, che non mancò di incidere anche qualche prova solista).
The Times: My Picture Gallery consente di recuperare la memoria storica di un gruppo molto personale e originale.
I suoni sono piuttosto datati e risentono di una produzione "casalinga" ma la creatività che emerge e i riferimenti profondi e accurati per la cultura Sixties, meritano una rinnovata attenzione.
I Times hanno proseguito discograficamente fino alla fine degli anni 90 per poi scomparire, come lo stesso Ball, dalla circolazione se non per sporadiche apparizioni concertistiche (ricordiamo quella al 45° Raduno Mod di Savona dell'11 aprile 2004 che aprimmo noi con il Link Quartet. Ed Ball si presentò con l'ex Chords Buddy Ascott alla batteria ).
THE VAPORS - Waiting For The Weekend
Scoperti e prodotti da Bruce Foxton dei Jam, fecero il botto nel 1979 con la pulsante e frenetica Turning Japanese che caratterizzava bene il loro pop punk chitarristico, misto a echi beat e power pop. Due buoni album e una veloce scomparsa. Esce ora un quadruplo box corredato da inediti, rarità e un ruvido live del 1979 che ci ripropone l'energia e l'urgenza di quei tempi.
Si sono riuniti da poco e nel 2020 è uscito il nuovo album "Together", carino ma anonimo.
THE SPECIALS - Protest Songs 1924-2012
Un lavoro anomalo, lontanissimo dall'abituale sound della band di Coventry, impegnata a recuperare una dozzina di canzoni di protesta (da Bob Marley ai Talking Heads, Frank Zappa, Big Bill Bronzy, Staple Singers) riproponendole in chiave prevalentemente folk blues acustica. Le concessioni al Jamaica Sound sono rarissime e a tratti si fatica a credere che si tratti proprio degli Specials. Ma rimane un ottimo lavoro, coraggioso e di spessore.
PAUL WELLER - Fat Pop (Volume 1)
Originariamente concepiti come una serie di 45 giri che la situazione attuale ha reso logisticamente poco praticabile, i dodici brani del sedicesimo album solista di PAUL WELLER sono stati rinchiusi in un album (che esce a meno di un anno dal precedent "On Sunset").
Registrati "a distanza" con la band abituale, consueto apporto di ospiti, tra cui non spiccano nomi celebri, caratterizzati da atmosfere abbastanza diverse.
Un album solido, che testimonia quanto il livello creativo e qualitativo dell'opera di Weller si sia consolidato nell'alveo dell'eccellenza, con un sound immediatamente riconoscibile, personale, originale, distintivo.
PAUL WELLER - An Orchestrated Songbook con Jules Buckley & la BBC Symphony Orchestra
Registrato dal vivo il 15 maggio 2021 con l'orchestra della BBC Symphony Orchestra diretta da Jules Buckley e l'accompagnamento di Steve Cradock alla chitarra.
Diciotto brani riarrangiati con archi e fiati e un'impronta classica, sontuosa, solenne, pescati dall'ormai infinito repertorio, dai Jam (una commovente "English Rose" e "Carnation", gioiello spesso dimenticato che però non trae giovamento da questo pomposo trattamento) agli Style Council (quattro, che molto meglio si prestano all'uso dell'orchestra, con tanto di Boy George alla voce - incerta - in una comunque buona versione di "You're the best thing") alla lunga carriera solista, in cui spiccano quel capolavoro soul che è "On sunset" e una sempre bella "Wild Wood" con la voce di Celeste.
L'inarrestabile Paul si è tolto un'ennesima soddisfazione con risultati come sempre di alta qualità.
THE PACIFICS - You Know You Make Me Wanna Stout!
Sferragliante ep con quattro brani per la band di Dublino che fa rivivere il fantasma dei Milkshakes. Torrido rhythm and blues bianco tra Pretty Things, Troggs, primi Kinks, Jam degli esordi.
THE FIVE FACES - Modernariato
Torna la band genovese con una raccolta nella quale raccoglie tutto quel materiale che non ha mai fatto parte di uscite ufficiali su cd, con anche demo e live sparsi tra Italia e Inghilterra. E inoltre un libretto di 120 pagine con storia della band, dei brani, foto e tanto altro. Cronaca di una storia mod.
HAMBURG SPINNERS - Skorpion Im Stiefel
Tra Booker T e il nostro Link Quartet, arriva dalla Germania un buon album di funk Hammond jazz strumentale, molto godibile e sicuramente apprezzato dai cultori del genere.
DELVON LAMARR ORGAN TRIO - I told you so
Dal Nevada, attivi dal 2015, due album alle spalle, super jazz funk Hammond groove tra Jimmy Smith, Meters, Booker T, Jimmy McGriff.
Super groovy.
CHANNEL THREE - This Is London / Small Flat By The Sea
In attesa di tornare in attività, metà dei francesi French Boutik uniscono le forze a Bobby Tarlton per un side project intrigante e gradevolissimo che partorisce un ottimo singolo con due brani di sapore soul, tra Style Council, il primo Joe Jackson, Elvis Costello e sapori beat anni 60.
PIP CARTER - The End From The Beginning- Part One/Two
Claudio Luppi, con il nickname Pip Carter, affronta il monumentale impegno di un doppio album. Che regge bene la distanza, immerso in un mondo di visioni lisergico/psichedeliche tra il folk inglese di fine anni 60, i primi Pink Floyd e i lavori solisti di Syd Barrett, gli Small Faces di "Odgen's Nut gone flake", Kinks ("nothing really matter") e tracce beatlesiane. Avvolgente, intenso, ben fatto.
MARK AND THE CLOUDS - Waves
Terzo album per la band italo/inglese guidata dall'ex membro degli Avvoltoi Marco Magnani. Uno splendido viaggio nei migliori sapori 60's, tra garage, psichedelia, Beatles, freakbeat. Grandi canzoni, cura minuziosa per i giusti suoni, quindici brani di caratura eccelsa.
LINK QUARTET - The Saint-Tropez Heist / Nizza Connection
Una discografia sterminata, spalmata su ormai 30 anni di attività, a cui si aggiunge un nuovo tassello, un prezioso 45 giri in vinile.
Un ritorno alle origini, quelle dell'Hammond sound più potente, con il turbo innestato, che caratterizza la side A, mentre si viaggia in un funk psichedelico dall'incedere quasi dub sul retro.
Non troverete di meglio in circolazione in questo ambito.
CLAUDIO CORONA - Laying it down
Produttore e tastierista di base a Londra, all'esordio con un ep all'insegna del miglior Hammond funk jazz, la cui matrice è tipicamente riconducibile allo spettro sonoro che dai Meters va al James Taylor Quartet ma con un'impronta moderna e attuale, che non pesca solo nel vintage e revival. Tanto groove, ottimi brani, lavoro interessante e di grande impatto.
THE BACKDOOR SOCIETY feat. Paolo Apollo Negri - On the run / Ballad of a liar
Ruggisce il garage punk della band piacentina, conosciuta per un sound debitore al Dutch dei 60's. Nel nuovo 45 giri si guarda a sonorità più ruvide (tra Sonics, Gravedigger V, Crawdaddys) con il Farfisa di Paolo Apollo Negri a inacidire il tutto.
AA.VV. - Staring at the rude boys
Tre CD per 69 brani e un ricco booklet di informazioni, riassume molto bene lo SKA REVIVAL inglese tra il 79 e l'89.
Ci sono i migliori, Specials, Madness, Bad Manners, Selecter, Bodysnatchers, The Beat i classici come Laurel Aitken, Desmond Dekker, Rico, Judge Dread, varie band dell'area mod come Merton Parkas, Lambrettas, Graduate - i futuri Tears for Fears - Teenage Filmstars di Edward Ball poi fondatore dei The Times e una serie di oscure band come i Charlie Parkas, o gli Akrylykz di Roland Gift, voce poi dei Fine Young Cannibals, fino ai Ded Byrds di Wayne Hussey che finirà poi aguidare la band goth dark dei Mission e a un'insospettabile pop star come Kim Wilde con "25680".
Un box che ci dimostra quanto fosse fresca, vitale e creativa la scena in quegli anni.
AA.VV. - Halcyon Days: 60s Mod, R&B, Brit Soul & Freakbeat Nuggets
Ennesima compilation dedicata ai 60's del periodo mod.
87 brani, tra episodi noti e classici a cui si aggiunge una lunga serie di oscurità interessanti e gustose. Kinks, Animals, Creation, Rod Stewart, Laurel Aitken, Yardbirds, il primissimo Bowie, Pretty Things, Action, Spencer Davis Group, Moody Blues sono i nomi più altisonanti e noti.
Poi é una piacevole immersione in (spesso eccellenti) in decine di brani e nomi dimenticati.
Tra i migliori il grande jazz soul "Baby never say goodbye" dei Bo Street Runners, il travolgente rhythm and blues di Ronnie Jones in "Little bitty pretty one", il bellissimo ska Mikey Finn in "Hush your mouth", l'indimenticabile minor hit della Zoot Money Big Roll Band con "Big time operator".
Triplo CD a 20 sterline, ottima qualità, contenuti spesso interessanti, vale la pena.
FILM
The Peeble and the Boy di Chris Green
Ero partito con parecchi pregiudizi e molto scetticismo per questo nuovo film "mod" e invece mi sono piacevolmente ricreduto.
La trama è esile, qualità e contenuto non entreranno nella storia della cinematografia ma alla fine, soprattutto per chi ha vissuto e vive la cultura mod, "The Peeble and the Boy" è godibilissimo.
Il giovane John, al funerale del padre (che aveva raramente frequentato), scopre che era un mod.
Decide di portare le sue ceneri da Manchester alla spiaggia di Brighton con lo scooter del padre, indossando il suo parka, in occasione di un concerto di Paul Weller.
Lo accompagnerà la dolce ma decisa Nicki.
Vivranno diverse avventure tipiche di un road movie, ritroveranno le tracce del padre, personaggio noto nell'ambito mod degli anni 80 e renderanno giustizia alla sua memoria (evito di svelare la vicenda fino in fondo).
Sullo sfondo mods, scooter, parka, poster mod, colonna sonora con Jam, Style Council, Paul Weller, Chords, Secret Affair e tanti riferimenti "quadrophenici".
Nel film anche una breve comparsa di Patsy Kensit (co produttrice del film).
Tono un po' mieloso/melodrammatico ma la visione è consigliata.
FABIO FANTAZZINI - Dread Inna Inglan
STREPITOSO saggio sulla CULTURA BLACK BRITISH.
La storia dell'immigrazione in Inghilterra dalle West Indies (Giamaica, Trinidad, Brabados, Grenada etc) colonie ed ex colonie britanniche.
Dal simbolico arrivo a Tilbury, sul Tamigi, della nave Empire Wildrush, il 21 giugno 1948 con i primi giamaicani, al successivo e progressivo insediamento di centinaia di migliaia di sudditi dell'Impero, ben presto stranieri in patria. A cui seguì lo straniamento di essere rifiutati da quella che erano stati educati a considerare la "madre patria" e i cui figli, nati in Inghilterra, vedono un potenziale ritorno nelle terre dei genitori come un'emigrazione in terra straniera.
Gli attacchi alla popolazione nera a Notting Hill nel 1958 certificano "l'esistenza del razzismo" e "sferrano un colpo simbolico a quell'English Dream custodito dai migranti afro-caraibici che per la maggior parte della popolazione inglese rimangono comunque migranti stranieri."
Che realizzano di essere semplicemente "negroes, blacks o West Indians".
"Nasce il "new racism": "le differenze non si giocano più sul piano biologico ma su quello culturale". Gli immigrati portano con sé calypso, ska, rocksteady, reggae e lo stile rudeboy che si inseriscono nella musica e cultura britannica e la cambiano radicalmente.
Un libro ESSENZIALE che si addentra alla perfezione e con uno spessore culturale di altissimo livello, in un contesto mai sufficientemente esplorato.
Arricchito da mille dettagliatissime citazioni, particolari sconosciuti, nomi, dischi, episodi.
Unico appunto la mancata traduzione delle parti in inglese, spesso importantissime.
ALBERTO ZANINI - Funk investigators
Ho avuto il piacere e l'onore di scrivere la prefazione al primo libro di ALBERTO ZANINI, grande boss della Cannonball Records.
Un libro che parla di passione, dedizione totale, amore per la musica.
Il SOUL nel nostro caso.
Parla dei suoi viaggi in USA alla ricerca di nastri oscuri, della sua attività discografica, dell'amore per una musica particolare, nato sui banchi della Scuola Mod. Quando una "sottocultura" diventa CULTURA, diventa lavoro, diventa una ragione di vita. A corredo una serie di bellissime fotografie che documentano le esaltanti avventura da FUNK INVESTIGATOR. Per il momento il libro è disponibile in italiano in versione digitale ma in futuro potrebbe vedere la luce anche in cartaceo.
UBER TUGNOLI - The Judas
Uber Tugnoli ci regala un prezioso tassello della storia del BEAT ITALIANO dei 60, ripercorrendo con dovizia di particolari e dettagli la storia dei JUDAS, band bolognese, seguace del sound di Stones e Animals, che sfiorò più volte successo e notorietà, senza riuscirci mai.
Il leader Martò provò brevemente la carriera solista, partecipando anche al Cantagiro con Massimo Ranieri nel 1966 con una versione in italiano (testo di Francesco Guccini) di "Hey Joe" di Hendrix. Tornò nella band, tentando di cogliere i primi scampoli del punk (in realtà una sorta di rock duro dai contorni demenziali), con l'album "Punk", pubblicato nel 1978 per la Spaghetti Records.
Purtroppo un incidente d'auto lo portò via per sempre, poco tempo dopo.
Il libro é ricchissimo di foto uniche e inedite e articoli di giornale d'epoca (tra cui la battaglia tra seguaci dei Judas e quelli dei Jaguars - futuri Pooh - nelle strade bolognesi).
The peeble and the boy immagino tu lo abbia visto in lingua originale. Chissà se verrà distribuito pure in Italia.
RispondiEliminaLo escludo, nessuno capirebbe di cosa parla :)
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