ALBERTO GALLETTI ci porta in una panoramica sulla stagione del calcio europeo.
La vittoria dell’Inter in Italia chiude il ciclo di nove vittorie consecutive della Juventus, eguagliata dal Bayern che si aggiudica il suo nono Meisterschale consecutivo.
Sugli scudi Robert Lewandowski che con 41 reti (29 presenze!) in Bundesliga batte il record di Gerd Muller (40) che resisteva dal 1971/72, ed eguaglia quello di Hans Altendorff , 41, nel 1962/63 ultima stagione prima del girone unico. Il polacco porta il suo totale con i bavaresi a 294 gol in 329 presenze, quelli totali in carriera a 484 in 696 incontri esclusa la nazionale.
Numeri!
Retrocedono Werder e, disastrosamente, lo Schalke 04, ex-nobiltà.
Riappare lo storico SpVgg Fürth vincitore di campionati agli albori e con una sola presenza in Bundesliga tre anni fa.
Auguri.
Deludente l’Amburgo che manca il ritorno in Bundesliga per il secondo anno consecutivo, finisce quarto a sei punti dal Fürth promosso a dopo non essere mai stato seriamente in lotta da febbraio in avanti.
Il Manchester City ha vinto il suo terzo campionato nelle ultime quattro stagioni.
Guardiola ha un po cambiato il suo approccio, si è un po, non molto, adattato al gusto inglese, abbastanza comunque per accorgersene.
Diciamo che adesso si riesce a guardare qualche partita. Il risultato di rilievo in Inghilterra comunque è la vittoria del Leicester City in FA Cup.
La favola c’entra poco, anzi non c’entra per niente.
Il club è proprietà di un miliardario thailandese in tutto e per tutto uguale a quelli americani, russi o arabi che infestano il calcio inglese.
In ogni caso fa un po più simpatia dei summenzionati in quanto si tende a pensare che siano una provinciale, errore nel quale in cui spesso cado anche io.
Provinciale è la location non la dimensione del club.
Si tratta comunque del primo successo per le volpi nell’antica competizione dopo le quattro finali perse tra il 1949 e il 1969.
Miglior squadra del campionato inglese ad ogni modo è stata il Leeds del maestro Bielsa. L’esatto contrario di Guardiola.
Aggiungo anche, per chiudere la parentesi inglese, la promozione, via playoff, del Brentford, compagine londinese che aveva giocato cinque campionati nella vecchia First Division a cavallo dell’ultima guerra.
Un cordiale bentornato.
Spiace un po siano andati su nella prima stagione dopo aver pensionato il vecchio e pittoresco Griffin Park nel quale avevo avuto il piacere di assistere ad un incontro ormai trent’anni fa.
Uno dei tanti modi con i quali ho buttato nel cesso troppo tempo in vita mia, va be……
Non credo entrerò mai nel nuovo Brentford Community Stadium, il tempo nel frattempo è passato, ho aggiustato un po'le priorità dove di sicuro non rientrano gli stadi inglesi nuovi, e probabilmente neanche più quelli vecchi.
Lo consiglio comunque ai nuovi tifosi formato Ryanair, ha tutto per loro.
Sono tanti campionati europei in cui l’egemonia di un club sta schiacciando la concorrenza, più del solito, diversi e diversamente dal solito.
Il campionato francese ad esempio deve fare i conti con una realtà piombata su di loro come se fosse precipitata da Marte, in quanto un emiro si è messo in testa di voler primeggiare in Europa e quindi ha scelto una città, Parigi, un nome noto ai quattro angoli del globo, non conoscendo nulla della realtà calcistica francese e stando bene alla larga dai due nomi più prestigiosi del football transalpino, l’anonima e provinciale St. Etienne e la problematica Marsiglia.
A Parigi ci sono i lustrini.
Ecco perché la partita più importante della stagione è stata giocata la sera di domenica 23 maggio, una settimana prima della finale di UCL.
Vincendo 2-1 ad Angers nell’ultima di campionato il Lille OSC, una squadra ben condotta ma con un budget a disposizione, 147 milioni di euro contro i 600, parecchio inferiore a quello dei rivali, gli onnipotenti, onnicompranti e onnipaganti del PSG, emanazione calcistica su suolo europeo del fondo sovrano d’investimenti qatariota, che annovera tra le sue fila i vari Neymar, Mbappe, Di Maria e compagnia, si laurea campione di Francia.
Una banda di sconosciuti agli ordini di un corsaro marsigliese, Cristophe Galtier, artefice vero di questo trionfo inaspettato.
Li raccolse moribondi e in fondo alla classifica tre anni fa centrando, dopo una salvezza al pelo, un clamoroso secondo posto.
Ora, dopo aver ceduto due anni fa il loro miglior giocatore e miglior goleador, Pepè, all’Arsenal per 80 milioni e Osimehn al Napoli l’estate scorsa per altri 80, sostituiti con il trentacinquenne mestierante turco Burak Yilmaz e il ventenne canadese David vincono addirittura il campionato.
Napoli e Arsenal nel mentre finiscono rispettivamente quinto e ottavo, il primo fuori dalla Champions League, i secondi fuori da qualsiasi competizione internazionale.
Brera li chiamava ricchi scemi, è ancora vero.
Adesso il portiere è già stato ceduto al Milan, Galtier sembra sul piede di partenza……vinceranno la Champions?
Dubito.
Ad ogni modo squadra dell’anno.
Ottimo terzo il Monaco che era stato l’ultimo a fregare i parigini.
Penisola iberica:
torna alla vittoria in campionato il glorioso Sporting Clube do Portugal, meglio conosciuto come Sporting Lisbona, un mio vecchio pallino.
Si tratta del loro diciannovesimo titolo, non vincevano dal 2002: 19 anni, manco mi ero accorto che era passato così tanto tempo.
E’ una vittoria di valore, che spezza il duopolio Benfica-Porto e restituisce al vertice un club salvato sull’orlo della bancarotta da un presidente prima salvatore e poi protagonista di lotte interne al board, quindi cacciato dai membri del club dopo assemblea straordinaria.
Pare fosse anche dietro l’organizzazione dell’aggressione da parte di una cinquantina di ultras ai giocatori all’interno del centro di allenamento.
Rifondato partendo dal settore giovanile, lo Sporting è riuscito quest’anno a vincere il titolo con una rosa tra le più giovani del campionato e quella che comprende meno stranieri.
Ricordiamoci che il campionato portoghese ormai da almeno un quindicennio fa da trampolino di lancio, tramite Porto e Benfica principalmente ma anche altri club, per giocatori sia indigeni ma soprattutto brasiliani o africani che vengono prelevati a poco prezzo nei paesi d’origine, testati e messi in luce per poi essere rivenduti a peso d’oro ai club europei più ricchi.
Modern football.
Diciamo che lo Sporting si è opposto a questo modello, magari solo parzialmente, ed è riuscito a farlo vincendo.
Sicuramente prima o poi anche loro venderanno i più promettenti, non mi dispiacerebbe nel frattempo leggere il lor nome scritto due o tre volte di fila nell’ albo d’oro.
L’Atletico Madrid ha vinto il campionato spagnolo, sette anni dopo l’ultima vittoria.
Stagione anomala in Spagna, con le due grandi tradizionali che non riescono ad ingranare e si trovano a dover cancellare partite causa covid. La prima fuggitiva stagionale era stata la Real Sociedad, ripresa dopo dieci giornate dall’ Atletico che è rimasto poi sempre davanti complice le titubanze del solito duo e resistendo all’ assalto in extremis del Real.
Chiudono con due punti di vantaggio 86 a 84.
La vittoria dell’ Atletico Madrid ha poco a che vedere con quella del Lille, ma anche con quella dello Sporting.
E’ un club identico per impostazione alle altre due rivali, nuovo stadio megagalattico, ingaggi megagalattici tipo Joao Felix dal Benfica per 120 milioni, più altri 6 all’agente, più l’ingaggio al giocatore.
Fondamentale per la vittoria Luis Suarez, 6 milioni al Barcellona dopo il pastrocchio di Perugia e 21 gol, parecchi decisivi per una squadra che fa della difesa e della basaltica forza di volontà la sua vera e propria forza. Come sempre finchè ci sarà Simeone seduto in panchina.
Da guardare in tele, in uno stadio vuoto se non si è tifosi non proprio il massimo.
Fine di un dominio incontrastato lungo nove anni anche in Scozia dove i Rangers, magistralmente architettati e diretti dal sorprendente Steve Gerrard spodestano il Celtic.
La voglia di campionato tira però un brutto scherzo agli uomini di Ibrox che finiscono inopinatamente fuori dalla Coppa di Scozia ai quarti per mano del St. Johnstone.
Ed è proprio il St. Johnstone la rivelazione stagionale con la doppia affermazione in Coppa di Scozia e in Coppa di Lega, impresa fin qui riuscita solo a tre squadre, senz’altro degno di nota.
L’ Heart of Midlothian vince la seconda divisione e torna in SPL, e meno male!
Retrocede il Kilmarnock dopo 28 anni e una doppia sconfitta nello spareggio contro la 2° della seconda divisione, il Dundee che torna in prima divisione dopo tre stagioni.
Il caro vecchio Queen’s Park ha vinto la quarta serie ed è promosso in terza.
Finale di Champions League, avevo visto l’andata della semifinale di CL Real Madrid-Chelsea: sorprendente, mi ero fatto un’idea… infatti ha vinto il Chelsea, con merito, nettamente: più quadrato, più focalizzato, più feroce.
I tikitakas hanno pressato forte 5/10 minuti poi il Chelsea che li aveva invitati avanti ha cominciato a colpirli di rimessa.
Tre occasioni buttate alle ortiche dallo scarso Werner, un vero bidone, prima del lancio di Mount, la cosa migliore dell’intero incontro, che imbecca Havertz che controlla scarta il portiere e mette dentro. Molto bene anche James.
Male il City che era strafavorito e ovunque glorificato al pari di Guardiola per il quale era già cominciato il processo di beatificazione.
Il ‘sommo’ sbaglia formazione regalando due uomini agli avversari (in realtà uno solo in quanto il Chelsea aveva Werner in campo e Abraham in tribuna): l’indisponente Sterling a sinistra e Bernardo Silva al posto di Fernandinho (o Rodrì). Ngolo Kantè, che già non aveva bisogno di favori, ringrazia risultando il migliore in campo.
Di fronte a lui stava il monacale Tuchel, un calvinista del calcio; gioca pratico, pressa alto e difende ruvido e soprattutto istruisce i suoi sul tenere sempre bene gli occhi aperti così da poter infilare, avanzando, la palla nel corridoio migliore.
Lo aveva già battuto due volte dal suo arrivo a Londra, in campionato e nella semifinale di FA Cup, partita secca che avrebbe dovuto far suonare qualche campanellino nella testa di Guardiola che invece pensa di essere dio, perché quasi tutto il mondo glielo dice, e non mette neppure il centravanti.
Il primo tempo è stato decente, il secondo palloso.
Bello vedere la squadra del miglior-allenatore-di-tutti-i-tempi, disperata, cercare di trovare il pareggio con rimesse laterali lunghissime stile Chelsea-Leeds ’70, come uno Stoke City qualsiasi.
Calcisticamente son gioie intime.
In settimana il Viilareal aveva colto un successo storico vincendo, seppur ai rigori, l’ Europa League contro il Manchester United, squadra dalla scadente personalità e qualche limite tecnico ma che è riuscita ad arrivare seconda in PL.
I gialli allungano la striscia di squadre spagnole vincenti in UEL, dieci nelle ultime quindici disputate.
Li allena Emery che vince (per la terza o quarta volta la EL) e con zero budget riesce dove non era riuscito con l’Arsenal dal budget milionario. Se solo i tifosi inglesi realizzassero quale presa per il culo a pagamento gli affaristi del pallone stanno loro rifilando. Ma se lo meritano, sono una manica di coglioni.
Partita tutt’altro che indimenticabile e non altezza di certe sfide dei turni precedenti.
Altrove
Il Ludogorets fa meglio di Bayern, Juve e Celtic e vince il suo decimo campionato bulgaro consecutivo.
Il RedBull Salzburg vince il suo ottavo campionato austriaco consecutivo, quindicesimo della serie.
In Svizzera lo Young Boys si aggiudica il suo quindicesimo titolo nazionale, quarto consecutivo succedendo al Basilea come squadra elvetica egemone e ora a metà del cammino per cercare di emulare i rivali che si erano fermati, prima del loro primo successo, a quota otto.
Il Grasshopper ha vinto la seconda serie e ritorna in prima serie dopo due stagioni.
Mai mi sarei aspettato di vederli così in basso.
Il Bruges vince il suo 17mo campionato belga, terzo nelle ultime quattro stagioni ma la vera notizia in Belgio è che l’ Union St. Gilloise, undici campionati vinti tra il 1904 e il 1935, una delle squadre dal passato più glorioso del panorama belga ritorna in Prima Divisione, dalla quale era retrocessa nel 1973.
Un caloroso bentornati, mi auguro ci restino a lungo al posto di tutte quelle squadre che fondendosi di continuo e opportunamente tra loro si garantiscono sempre un posto nella massima serie.
Il Belgio e le fusioni, un problema, nonché un fastidio.
In Olanda vince l’Ajax con largo scarto e anticipo, 16 punti al PSV.
Terzo il consolidato AZ Alkmaar che l’anno scorso quando sospesero il campionato alla 26ma giornata era primo a pari merito con l’Ajax.
Il Tuta Durazzo si aggiudica il suo secondo campionato albanese (il primo nel ‘93), uno dei campionati con il nome migliore: Kategoria Superiore, alla differenza reti contro il Vllaznia Scutari.
Forte anche il dominio dello Slavia Praga sul campionato ceco.
Ha vinto gli ultimi tre su quattro, quest’ultimo con 12 punti in più dei tradizionali rivali cittadini dello Sparta.
Ha vinto anche la coppa nazionale battendo in finale il Viktoria Plzen 1-0.
La squadra ha inoltre acquisito un discreto spessore internazionale che l’ha portata ai quarti di finale di Europa League e l’anno scorso alla fase a gironi di Champions dove colse un gran bel pari a S.Siro.
Tutto regolare in Ungheria dove il Ferencvaros ribadisce la sua superiorità vincendo il suo trentaduesimo campionato, terzo consecutivo, 20 i punti di distacco sulla seconda classificata, la Puskas Academy del presidente Orbán.
Sarà contento, ora darà l’assalto al primo posto, seguirò con attenzione per vedere cosa riuscirà a combinare.
Plauso comunque per il suo piano decennale per il rilancio del calcio ungherese ormai giunto a compimento con unica macchia il nuovo stadio del MTK.
In Polonia non mi ero accorto che era arrivato in serie A lo Stal Mielec, che vinse due campionati negli anni ’70 ai tempi del grande Szarmach.
Lo scudetto è andato al Legia Varsavia.
Conferme anche in Grecia per l’Olimpiakos che vince il suo 46mo titolo, staccatissimo l’ Aris Salonicco secondo.
Dal 1996/97 ha vinto 21 dei 25 campionati greci disputati.
In Turchia Besiktas e Galatasaray chiudono appaiati a 84 punti, vincono i primi per una differenza reti maggiore di un gol. Immagiono la tensione.
Ex-Jugoslavia: la Crvena Zvevda fa 108 punti in campionato, imbattuta: 35 vittorie e 3 pareggi; 114 gol fatti e 20 subiti.
In Croazia sempre Dinamo Zagreb, in Bosnia bella vittoria del Borac Banja-Luka che fa due punti in più del favorito Sarajevo.
A livello individuale favolosi i 41 gol di Lewandowski e record, niente male neanche Giakoumakis capocannoniere in Olanda col VVV retrocesso.
I migliori cannonieri sono stati:
Robert Lewandowski (Bayern) 41
Paul Onuachu (Genk) 33
Messi (Barcellona) 30
Cristiano Ronaldo (Juventus) 29
Andrè Silva (Eintracht Frankfurt) 28
Kylian Mbappè (PSG) 27
Erling Haaland (Borussia Dortmund) 27
Giōrgos Giakoumakīs (VVV Venlo) 26
Il tutto in stadi completamente vuoti.
Il Colonia e lo Stal Mielec si sono salvati. I primi hanno ribaltato il Kiel nella gara di ritorno mentre i polacchi sono arrivati penultimi e da quel che ho capito ciò bastava per salvarsi questo anno. La Puskas Academy cosa è? Una squadra nuova o un vecchio team che ha cambiato nome?
RispondiEliminaGrazie per le correzioni. Corretto tutto.
RispondiEliminaMinchia è vero, avevo pure guardato il risultato dello spareggio proprio perché c'era l 'Holstein Kiel.
RispondiEliminaOttima notizia la salvezza dello Stal Mielec.
Puskas Academy è il vecchio Felcsut squadra dell omonimo paese, che è il paese natale di Orban e nel quale aveva giocato in quarta e terza serie. L ha comprata, costruito un nuovo stadio piccolo ma il più pacchiano del mondo è ci fa giocare i giovani più promettenti d Ungheria
Grandioso as usual
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