venerdì, gennaio 22, 2021
Scottish League Cup Final 1971
ALBERTO GALLETTI ci porta in una Grande Partita Dimenticata, nel 1971 nella finale di Scottish League Cup.
“Giornata di finale di Coppa in Scozia, ad Hampden Park si affrontano Celtic e Partick Thistle, che non ha nessuna speranza.”
Così Sam Leitch, in realtà non nuovo a 'gaffe' in diretta, aprì Grandstand la trasmissione di presentazione della giornata calcistica all’interno della quale BBC One avrebbe trasmesso la diretta della partita.
Mezzora dopo il suo pronostico, in verità scontato e probabilmente condiviso quasi da chiunque, era stato completamente sovvertito.
Il Celtic, al tempo la potenza dominante del calcio scozzese, era una delle squadre più forti d’Europa.
Si era aggiudicato gli ultimi sei campionati consecutivi insieme a tre vittorie in Coppa di Scozia sulle ultime sei disputate che significavano anche tre ‘doubles’, sempre prestigiosi, e cinque delle ultime sei coppe di lega.
Solo l’ultima era sfuggita, dopo una bruciante sconfitta 1-0 ad opera degli eterni rivali.
Una macchina da gol praticamente inarrestabile, nel ’66, ’67 e ’68 realizzarono più di cento reti in campionato (in 34 partite!).
Il tutto sublimato dalla memorabile vittoria a sorpresa in Coppa dei Campioni, in rimonta sull’ Inter pigliatutto dell’ epoca, nella finale di Lisbona del ’67.
Nel ’70 giunsero ancora all’ultimo atto della massima competizione europea ma stavolta la sorpresa gliela fecero gli olandesi del Feyenoord che impartirono loro una dura lezione di calcio totale nella finale di San Siro. Senza la minima ombra di dubbio il periodo più glorioso e vincente nella storia del club.
Mentre gli eroi di Jock Stein dominavano in patria e fuori, il piccolo Partick Thistle se la sfangava nel basso centroclassifica, stesso campionato ma anni luce dai campioni biancoverdi, e riusciva anche a retrocedere, ultimo, al termine del campionato 1969/70.
Al termine di quella stagione la panchina fu affidata a Davie McParland, ex-giocatore del club dal carattere indomito e dalla ferrea convinzione che qualsiasi partita andasse giocata per essere vinta, nonchè devoto del bel gioco.
Caratteristiche, queste ultime, tipiche del club, tagliato fuori in termini di risultati dal dominio assoluto dell’ Old Firm, del quale rigettava i contenuti settari ed esasperati.
Un club di amici, mandato avanti da amici in un’atmosfera amichevole.
Aveva ed ha, seppur meno oggi, i suoi sostenitori sparsi in tutta la Scozia, al pari di Queen’s Park e Hearts, squadre che furono sempre sinonimo di bel gioco, spettacolo e sportività al di la del risultato.
Il cambio in panchina giovò ai Jags che vinsero subito la seconda divisione ritrovando in un sol colpo massima serie, bel gioco ed entusiasmo.
Un’ edizione anomala quella della Coppa di Lega scozzese 1971/72, con tutte le partite disputate nel giro di due mesi ad inizio stagione e la finale giocata ad ottobre.
Sempre stato un posto originale la Scozia, quando si mettono distanziano gli inglesi di parecchio.
Il Celtic si presenta all’ appuntamento con questa finale insolitamente secondo in classifica, 7 partite 6 vittorie.
La sconfitta interna in campionato col St. Johnstone del 2 ottobre fece loro perdere il primato a favore dell’emergente Aberdeen, ma il ruolino fino a quel punto comprendeva ben 8 vittorie su 9 partite proprio in Coppa di Lega, inclusa la demolizione dei Rangers (3-0) in casa loro e quella del Clydebank (5-0 e 6-2) nel quarto di finale in andata e ritorno.
Aggiungo anche il 9-0 rifilato al Clyde alla prima di campionato.
Quel che io definirei un’inarrestabile macchina da gol e da vittorie.
Il Partick era appaiato ad altre quattro squadre a quota otto, ottavo, ma al contrario dei portentosi cugini aveva una certa difficoltà nel vincere le partite, solo due le vittorie, quattro i pareggi ma una sola sconfitta.
Non male per una neopromossa, inoltre avevano battuto i Rangers alla prima di campionato.
Se in genere le neopromosse si accontentavano di galleggiare sulla linea della zona retrocessione, il Thistle si avventava su qualsiasi cosa gli capitasse davanti desideroso, desiderosi, di sfidare e battere chiunque a viso aperto.
Più di un osservatore gli riconosceva un ottimo stile di gioco, offensivo, fluente, a tratti spettacolare.
Una squadra che meritava comunque rispetto.
La semifinale vinta 2-0 contro il Falkirk era stata elogiata da molti che riconobbero come il risultato non rispecchiasse appieno la prestazione fornita dai Jags.
Il Celtic deve rinunciare all'ultimo momento al carismatico capitano Billy McNeill infortunato, per il resto confermato l’ XI che ha travolto i maltesi del Sliema il mercoledì in Coppa Campioni. Confermato il giovane attaccante Dalglish, autore il sabato precedente di una tripletta al Dundee. Jock Stein che non avrebbe sottovalutato nemmeno una squadra di amatori disse: “ Sarà dura”.
Fu un incubo.
Il Partick che ha recuperato all’ultimo il capitano Alex Rae e Ronnie Galvin in mediana è in formazione tipo; tra i pali il diciannovenne Alan Rough, di lui sentiremo parlare.
Piove da giorni su Glasgow ma il prato di Hampden si presenta in buone condizioni.
Il cattivo tempo tiene lontano il grande pubbilico, non c’è il pienone.
Da Maryhill comunque sono venuti quasi tutti, larghe chiazze giallo-rosse ben visibili sugli spalti fanno da sfondo cromatico al grande entusiasmo che hanno portato con se.
Nessuno dei giocatori del Partick sentì quel che disse Leitch in tv, ma mentre i rientravano negli spogliatoi dopo aver eseguito il classico sopralluogo al terreno di gioco, Macari si avvicinò a Lawrie dicendogli:
"Beh, se non altro la medaglia per il secondo posto l'avete già vinta".
Rientrato negli spogliatoi raccontò ai compagni aggiungendo che non c'era bisogno di aggiungere altro e vedremo in campo chi prenderà poi la medaglia dei perdenti.
L'inizio è end-to-end, nei primi cinque minuti prima è Coulston a fuggire sulla sinistra ma viene fermato in fallo laterale, quindi un bel diagonale di McQuade da 25 metri finisce fuori di poco e poi Macari è fermato in fuori gioco.
Sono comunque i giallorossi a prendere l’iniziativa e a creare pericoli.
All’ 8’ Lawrie con un pallonetto scavalca Williams ma la palla è alta di poco. Un minuto dopo bella azione di Galvin che triangola con Bone ed entra in area ma viene anticipato di un soffio.
Sul corner c’è un batti e ribatti di testa, l’ultima respinta finisce sul destro di Rae appostato al limite che calcia al volo un gran pallonetto che finisce sotto l’incrocio: 1-0!
Clamoroso.
Il gol galvanizza il Partick, il Celtic stordito, non si raccapezza. Al 15’ McQuade sull’out destro cambia gioco e pesca Lawrie al vertice sinistro dell’area.
Lawrie stoppa magnificamente di destro, lascia sul posto Hay e calcia di interno sul palo più lontano segnando un gran gol: 2-0!
Il doppio vantaggio, oltre a mandare i tifosi in orbita esalta ancor di più gli uomini di McParland che adesso prendono d’assalto la metà campo avversaria.
Il Celtic incute sempre timore ma non sembra essere giornata, inoltre al 23’ il funambolico Johnstone si infortuna e deve lasciare, sostituito da Craig.
Due corner consecutivi del Celtic vengono neutralizzati da Rough.
Sugli sviluppi di un terzo corner Dalglish colpisce l’esterno della rete.
Il Partick risponde in contropiede , la difesa biancoverde si salva, ancora con affanno.
Al 28’ una combinazione tra Bone e Coulston semina il panico ed è sventata in angolo.
Sul tiro dalla bandierina Bone colpisce imperiosamente di testa, la conclusione è respinta sulla linea, McQuade è lesto sulla ribattuta e infila in porta il 3-0.
Sensazionale!
Sospinti dall’entusiasmo dei propri tifosi al grido di ‘We want more”, il Thistle continua ad attaccare.
Al 32’ lungo lancio di Forsyth sulla fascia sinistra, ci si avventa Bone che controlla e fugge verso il fondo affrontato da due avversari.
Scarica quindi all’indietro su Lawrie che crossa, McQuade stoppa al limite dell’area piccola, scarta il portiere e tira.
La conclusione è respinta ad un passo dalla linea.
Un minuto dopo Forsyth va via in contropiede e manda un traversone in area sul quale Bone non arriva per un niente. Il guardalinee segnala comunque una posizione di offside.
Si affaccia in avanti il Celtic, Callaghan triangola con un compagno al limite dell’area avversaria e tira, la conclusione centrale è bloccata a terra da Rough che rinvia immediatamente. Osul rinvio saltano Coulston e Murdoch.
Ha la meglio il primo che poi mette giù, controlla e fila via, Gemmell non riesce a contenerlo e commette fallo all’altezza del limite dell’area in prossimità della linea laterale. Batte Lawrie, un cross. La palla spiove in area dove quattro belle statuine in maglia a strisce orizzontali guardano Bone staccare completamente solo e infilare di testa il 4-0 nella loro porta.
Disastro.
E tripudio, They had more!
Durante le notizie sportive in tv all’intervallo, lo speaker ripetè il risultato due volte: Partick 4-0 Celtic!
Per essere sicuro che tutti gli sportivi avessero capito bene.
Parecchie migliaia di quelli che affollavano le gradinate di Ibrox dove stavano assistendo alla partita casalinga dei Rangers, capirono bene, via radio probabilmente, e uscirono precipitandosi ad Hampden per godere dell’ impareggiabile piacere di vedere il Celtic sotto quattro a zero in una finale contro una squadretta ed assistere ad una disfatta quasi sicura.
Intanto di sotto, nei meandri di Hampden, all'interno dello stanzone del Partick durante l'intervallo i giocatori stavano seduti in un silenzio surreale.
Nessuno credeva a quanto avevano appena fatto, nessuno riusciva a spicciare una parola.
Il Celtic era una squadra che incuteva sempre timore ,come disse Alan Rough:
‘ Ho fatto da spettatore per un tempo ma sapevamo che erano in grado di rimontare, e visto il modo aperto che avevamo di giocare poteva darsi benissimo che alla fine avremmo potuto trovarci sotto 6-4”. Fu McParland a parlare:
"Se riuscirete a tenerli a bada per i primi 15 minuti senza farli segnare riusciremo a vincere".
Andò così.
I campioni tornarono in campo decisi a provarci ma il piccolo Thistle ebbe subito occasioni.
Nei primi dieci minuti McQuade due volte e poi Bone, alto di testa, insidiarono la porta difesa da Williams.
Dal decimo minuto il Celtic entra finalmente in partita, prima Callaghan non inquadra la porta da buona posizione e quindi Dalglish solo davanti a Rough alza il pallonetto oltre la sbarra.
La pressione dei campioni si fa sempre più forte, ma il fortino però regge, gli attacchi sono sterili e quando finalmente Dalglish riesce a mettere dentro dopo un bel passaggio di Macari siamo già a metà tempo.
Due minuti dopo Macari di testa impegna Rough che para bene.
Il cronometro corre, i minuti restanti diminuiscono velocemente per chi stà cercando di rimontare un triplo svantaggio.
La convinzione comincia a venir meno, gli assalti in massa respinti ai 25 metri lasciano i fianchi scoperti ed è ancora il Partick ad avere un paio di occasioni in contropiede.
La voglia e la rabbia di rimonta si spengono gradatamente, infrante contro lo scorrere dei minuti.
Il triplice fischio finale chiude un incontro incredibile e sancisce un risultato altrettanto incredibile.
Il più grande cup giantkilling del calcio scozzese di sempre.
Le sincere congratulazioni dei campioni sconfitti accrescono il valore di un successo già di per se straordinario, il Partick Thistle ha vinto la Coppa di Lega 1971/72.
A Maryhill è festa grande, migliaia ritornano festanti davanti a Firhill Park in attesa del pullman che riporta i giocatori in sede dall’altro capo della città.
I festeggiamenti saranno degni della vittoria.
Una storia di Glasgow, tutta dentro Glasgow, una delle grandi capitali del calcio mondiale.
Glasgow, Hampden Park, 23 Ottobre 1971
Coppa di Lega Scozzese, Finale
Partick Thistle 4-1 Celtic
Partick Thistle: Rough; Hansen, Forsyth, Galvin, Campbell, H. Strachan, McQuade, Coulston, Bone, Rae, Lawrie. All. D. McParland
Celtic: Williams, Hay, Gemmell, Murdoch, Connelly, Brogan, Johnstone, Dalglish, Hood, Callaghan, Macari. All. J. Stein
Arbitro: W.J. Mullan (Dalkeith)
Reti: 10’ Rae (P), 15’ Lawrie (P), 28’ McQuade (P), 37’ Bone (P), 71’ Dalglish (C)
Spettatori: 62.470
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