giovedì, dicembre 24, 2020

I migliori album del 2020



In passato i migliori album furono:
nel 2005 White Stripes, Oasis e Supergrass
nel 2006 Bellrays, Capossela, Who e Beatles
nel 2007 Graham Day, Pj Harvey, Amy Winehose
nel 2008 Last Shadow Puppets, Oasis, Racounters
nel 2009 Madness, Dylan, Rancid
nel 2010 Gil Scott Heron, Paul Weller, Lanegan/Campbell
nel 2011 Beady Eye, PJ Harvey, Meat Puppets
nel 2012 Secret Affair, Neneh Cherry and the Thing, Macy Gray, Martha High, Patti Smith
nel 2013 Strypes, Miles Kane, Franz Ferdinand, Excitements, Julie's Haircut
nel 2014 Sleaford Mods, Damon Albarn, Temples, The Ghost of a Saber Tooth Tiger e Benjamin Booker
nel 2015: Paul Weller (fuori concorso), Kamasi Washington, Gaz Coombes, Ryley Walker
nel 2016: Iggy Pop, Fantastic Negrito, Motorpsycho, Myles Sanko, Last Shadow Puppets con Rolling Stones e David Bowie fuori concorso
nel 2017: Gospelbeach, Kamasi Washington, Paul Weller, Dream Syndicate, Liam Gallagher
nel 2018: Fantastic Negrito, Kamasi Washington, Gaz Coombes, The Good The Bad and the Queen, Spiritualized
nel 2019: Specials, Nick Cave and Bad Seeds, Dream Syndicate, Juliana Hatfiled, Chris Robinson Brotherhood.


TOP TEN

BOB DYLAN - Rough and rowdy ways
“I was born on the wrong side of the railroad track/Like Ginnsberg, Corso and Kerouac”.
In una riga la storia di una vita.
Difficile fare meglio. Ma lui é Bob Dylan. Che scrive il miglior album da un sacco di tempo.
Dolente crudo blues decadente. E la sua voce, le sue liriche.
Poi c'è "Murder most foul".
17 minuti per un'opera che travalica ogni concetto musicale e mette la pietra tombale sul secolo scorso.
Troppo importante.

BOB MOULD - Blue Hearts
Il grande Bob non finisce mai di stupire ed entusiasmare. Il nuovo album è un capolavoro di immediatezza, ruvida, spontanea, urgente. Brani stupendi che riportano ai migliori Husker Du (chitarra, basso e batteria), tematiche anti Trumpiane e conseguenti politiche socialmente devastanti. Un brano più bello dell'altro.

FANTASTIC NEGRITO - Have you lost your mind yet
Chiamato a una conferma artistica che avvalorasse lo spessore dei primi due album, l'artista americano risponde con fermezza e in modo più che convincente. I primi passi sono stati una grande sorpresa: Fantastic Negrito ha sparigliato le carte della black music moderna, assemblando funk, soul, blues, rap, gospel, rock e un'attitudine punk che, soprattutto dal vivo, ha fatto ricordare il fuoco che ardeva nei concerti di James Brown, Prince, Sly and the Family Stone.
Al terzo album si é ovviamente perso l'effetto sorpresa e sappiamo bene cosa attenderci da Fantastic Negrito ma ciò non attenua il valore di un lavoro che si candida facilmente al top dei migliori dell'anno in corso. Una garanzia!

SUZANNE VEGA - An Evening Of New York Songs And Stories
Si erano un po' perse le tracce della cantautrice americana.
Si ripresenta con uno stupendo live, intimo, minimale, scarno, in cui sfodera una classe di incredibile livello. 24 brani tra cui i classicissimi "Luka", "Tom's diner" e "Marlene on the wall", una versione superba di "Walk on the wild side" di Lou Reed, la splendida "Frank and Ava". In mezzo estratti dal ricco repertorio, dialoghi divertiti e divertenti, un'atmosfera calda e rilassata, un album bellissimo.

GIL SCOTT HERON / MAKAYA MC CRAVEN - We're new again
Richard Russell della XL fu l'artefice del ritorno di Gil Scott Heron in studio, nel 2010, con "I'm new here". Mentre Gil era in prigione gli preparò le basi e ne uscì un capolavoro.
Nel decennale dell'uscita Russell ha messo a disposizione le registrazioni della voce e del piano di Gil al jazzista Makaya McCraven per una rivisitazione dell'opera. Lo stesso Gil ammise "Questo è un album di Richard...lo desiderava troppo e a me non avrebbe certo danneggiato. Così: perchè no?".
Non ho mai amato questo tipo di operazioni ma il risultato finale è talmente interessante, creativo, intrigante e stimolante che non si può che plaudire l'iniziativa.
Jazz, spiritual jazz, elettronica, funk, l'universo black.
E la voce di Gil è sempre commovente e TROPPO intensa.

IGORRR - Spirituality and distortion
Gautier Serre da una quindicina d'anni percorre una strada unica, originalissima e stupefacente. Nella sua musica convergono brutal metal (di cui ospita spesso esponenti di spicco nei suoi dischi), death metal, grind core, elettronica estrema, sonorità classiche, barocche, folk balcanico, mediterraneo e francese, sperimentalismi di ogni sorta. Un'affascinante e sconvolgente visione sonora dal sapore inedito, suonata in modo eclatante, di assoluta inventiva, condita da una buona dose di (auto)ironia.

SONGHOY BLUES - Optimisme
Terzo album per la band di Timbuctu, Mali. Un sorprendente intreccio di desert african sound e un approccio punk rock, durissimo, diretto, abrasivo. Le chitarre sferzano riff acidissimi su ritmiche spezzate e melodie di sapore "antico" e sciamanico.
Roba nuova.

THE JAYHAWKS - XOXO
Attività trentennale all'insegna di un alt country molto personale e una svolta ora verso un sound accattivante e intrigante che guarda alla West Coast dei 60's, melodie Beatlesiane, stupende ballate, brani di qualità eccelsa.
Disco commovente, avvolgente, delizioso.

PRETENDERS - Hate fo sale
Torna nella band Chrissie Hynde, affiancata alla composizione dal nuovo chitarrista James Walbourne ma soprattutto alla produzione dal mago Stephen Street, già con Smiths, Blur, New Order, Cranberries. Album frizzante, elettrico, pulsante, che si permette brevi pause più riflessive di gusto soul, un brano reggae ma che propone soprattutto canzoni immediate, dall'attitudine punk rock. Mezzora di musica, efficace, belle canzoni e una delle voci rock più belle di sempre che, alla soglia dei 70 anni, mette ancora in riga tutti.

THE X - Alphabetland
Sono passati 40 anni dall'insuperabile classico "Los Angeles", poco meno di 30 dall'addio discografico (il pessimo "Hey Zeus" é del 1993 ma il chitarrista Billy Zoom se ne era già andato da parecchio).
Una serie di live, varie reunion con la line up originale, tour, la lotta contro brutte malattie di Exene e Billy, progetti solisti. Ma di nuovi dischi non se ne parlava (nel 2017 Billy Zoom dichiarava laconicamente che "non funzionerebbe, la chimica non sarebbe la stessa, viviamo distanti, non suonerebbe come un disco degli X").
E invece dopo un singolo arriva un album fresco, pulsante, vitale, bello, in cui ritroviamo tutta l'alchimia che ha reso grandi gli X. 27 minuti, 11 brani che spaziano dal loro classico rock n roll/punk a un consueto omaggio al funk ("Cyrano De Berger's back", cover dei Flesheaters, da tempo in repertorio), a furiosi hardcore ("Goodbye year goodbye" e "Delta 88 nightmare") al clamoroso finale in chiave smooth jazz/spoken word di "All the time in the world" con la chitarra di Robbie Krieger dei Doors (che chiude il cerchio a 40 anni dal primo album prodotto da Ray Manzarek).
Per gli amanti della band un disco da amare incondizionatamente, per i cultori di un certo suono e periodo un ritorno comunque ad altissimi livelli.

PAUL WELLER - On sunset
Il quindicesimo album di PAUL WELLER ne conferma la grande classe compositiva, la voglia costante di non volersi riproporre uguale a sé stesso, il gusto di sperimentare.
"On sunset" é un BUON ALBUM, con ottimi brani ma che suona eccessivamente di maniera, raramente ha un guizzo, un graffio, una fiammata.
Rimane qualitativamente sopra una spanna di buona parte della produzione attuale, non é lecito aspettarci ogni volta un capolavoro da chi é in giro da ormai 45 anni ma sicuramente non sarà ricordato sul podio delle sue migliori prestazioni. Ancora una volta stupisce la pochezza grafica della copertina.
I 7 minuti e mezzo di "Mirror ball" aprono il disco con un brano dal ritmo funk disco ricco di tratti sperimentali, assoli, sonorità ardite.
"Baptiste" (con Mick Talbot all'Hammond, presente anche in "Village" e "Walkin" e Lee Thompson dei Madness al sax) ha un tempo saltellante e un gusto soul.
Ancora un groove disco funk in "Old father tyme" che a volte sembra una riedizione soft di "Woo see mama" da "Kind of revolution".
Rilassato e innocuo pop soul in "Village" molto in odore di Style Council che spuntano decisi nella successiva "More" con anche l'apporto vocale di Julie Gros dei francesi Le SuperHomard e la chitarra di Josh McClorey degli Strypes. Umori bossa e uno sguardo a Bobby Womack e Bill Withers.
"Sunset" ruba gli accordi iniziali a "My sweet Lord" di George ma poi diventa una ballata piena di effetti, fiati, archi, cambi armonici e uno dei migliori episodi dell'album.
"Equanimity" ci porta in clima vaudeville caro a Kinks e al Paul McCartney tardi Beatles, con tanto di solo di violino di Jim Lea degli Slade.
Curiosamente anche la successiva "Walkin" si muove su coordinate simili anche se risulta un riempitivo un po' anonimo. Con "Earthbeat" siamo di nuovo in piena era Style Council: pop soul "sintetico" solare, "autostradale" e gradevole ma poco più (Paul dice sia stato ispirato da Pharell Williams.
Alla voce Col3trane, giovane artista della scena nu soul inglese - pare fidanzato di una delle sue figlie...).
Chiude "Rockets" una ballata orchestrale tipicamente Paul McCartney, suggestiva, ben fatta e ricca di classe.

IL RESTO (in ordine sparso)

LIAM GALLAGHER "MTV Unplugged"
Spesso irriso e sbeffeggiato, sicuramente sottovalutato, OUR KID si é lentamente (ri)costruito una dignità artistica di valore.
Adorato in UK, esce ora con un live semi acustico, ‘MTV Unplugged’', con orchestra e coro gospel. Quattro brani degli Oasis e sei suoi (in questa "Sad Song" con l'ex sodale Bonehaed) e un album, per noi FAN, denso, commovente, intenso.

FUZZTONES - NYC
Rudi Protrudi torna con un nuovo frizzante album che omaggia la sua amatissima New York, riprendendo alcuni dei brani più amati, dai Ramones ai Dead Boys, Fugs, Willy DeVille, ma anche una conturbante Dancing barefoot di Patti Smith e una fantastica versione del classicissimo New York New York di Frank Sinatra. Nulla di nuovo ma un album divertentissimo ed entusiasmante da ascoltare.

JAZZ SABBATH - Jazz Sabbath
Album registrato 50 anni fa dai Jazz Sabbath, puro cool jazz, be bop strumentale, eseguito magistralmente da Milton Keanes al piano con Jacque T'Fono al basso e Juan Take alla batteria.
Mai realizzato ma trafugato da quelli che diventeranno poi i Black Sabbath che gli ruberanno i brani e diventeranno famosi, trasformandoli in heavy metal.
Bellissima storia con tanto di doc esplicativo a cui partecipano membri di Whitesnake, Marky Ramone,Faith No More, Dream Thater, Royal Blood, Row Wood di Move e Elo e Robert Powell che intervista Keanes.
In realtà Milton Keanes è Adam Wakeman, il tastierista di Black Sabbath e Ozzy Osbourne e l'idea per lanciare l'album è stupenda e molto Monty Python.
Ma altrettanto bello il disco, suonato in maniera divina.

GERRY CINNAMON - The Bonny
Bella storia quella del cantautore scozzese, 35 anni, refrattario ai media e al mainstream.
Sound minimale acustico tra Billy Bragg, Bob Dylan, il Lennon più scarno e un amore per Cure e Smiths.
Il secondo album "The Bonny" è aspro e crudo, intenso e vero.
Cool.

THE RANCH - Together to get here, to get here together
Arrivano da Malta con una cantante lettone, giovanissimi, musicisti di una bravura eccelsa, dotati di una freschezza esecutiva unica. Mischiano jazz rock, fusion, funk, soul, il math rock dei primi Battles, psichedelia, virtuosismi che riportano di volta in volta a King Crimson, Gong, King Gizzard and the Lizard Wizard e tanto altro.
Album spettacolare!

HOTEL LUX - Barstool Preaching
Da Portsmouth, abbracciati alle nuove leve brit come Shame, Fontaines DC, Goat Girl. Giovanissimi, aspri, melodicamente dissonanti, "storti", addirittura Doorsiani, assorbendo Wire, Gang of Four, Fall.
Ep d'esordio da urlo!

ISOBEL CAMPBELL - There is no other
Sinuoso, avvolgente, sensuale, sussurrato nel classico, svenevole, stile della Campbell, assente dalla carriera solista da 14 anni.
Tra dream pop, folk, psichedelia, soul, gospel, ballate crepuscolari, un lavoro bellissimo, rilassante che restituisce la voglia di vivere in pace con se stessi e il mondo.

REAL ESTATE - The main thing
Quanta levità, leggerezza psichedelica, solare, estiva, californiana, 60's. Quanti echi dal Paisley Underground, Rain Parade in particolare. E quanti brani incredibilmente belli in questo quinto album della band New Yorkese. Un vero gioiello. Molto prezioso.

FONTAINES DC - A hero's death
Secondo album per la band irlandese e un passo avanti deciso, maturo, consapevole per scrivere un nuovo capitolo di grande valore e spessore. Il loro post punk miscela con grande sapienza Velvet Underground e Fall, irruenza e dolce disperazione.
Suoni scarni e taglienti, cupi e perfino apocalittici.
Una band che conta.

TOOTS AND THE MAYTALS - Got to be tough
Torna all'incisione, dopo dieci anni di silenzio, Frederick Toots Hibbert, vera e propria leggenda della musica giamaicana, autore di grandi classici come 54-46 that's my number, o Pressure Drop (ripreso anche dai Clash) e l'altrettanto conosciuta Monkey man (cavallo di battaglia degli Specials ma anche nel repertorio di Amy Winehouse). Visse in diretta il passaggio dal rocksteady/ska al reggae, alla fine dei 60 ma la sua musica è sempre stata però un mix di influenze, inclusi soul, gospel, rock, non disdegnando nei testi tematiche socio politiche.
Una formula che ripropone con autorevolezza e creatività anche nel nuovo album, che stupisce per varietà, immediatezza, freschezza e grande modernità.
Non di sola pertinenza per gli amanti della musica in levare ma un album completo e fruibile per tutti i palati.

GORILLAZ - Song machine, season one: strange timez
Partito senza troppe idee e prospettive, inizialmente incentrato su una serie di singoli e video, con ospiti eccellenti e trasformatosi in vero e proprio album. Lo stile è il consueto mix di hip hop, pop elettronico, reggae, dub, brit sound e un'infinità di altre influenze (SANDINISTA dei Clash in primis), gli ospiti (da Elton John a Beck, Robert Smith, Peter Hook), portano tutti un consistente pezzo di sé, rendendo l'album godibilissimo, interessante, riuscitissimo.

WIDOWSPEAK - Plum
Quinto album per il duo di New York, con un sound che mischia magistralmente country, jingle jangle, dream pop, vari rimandi psichedelici (che ricordano a tratti gli Opal e il Paisley Underground). Affascinanti, seducenti, avvolgenti.

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