mercoledì, settembre 30, 2020
Settembre 2020. Il meglio
Si entra nell'ultima parte dell'anno, piuttosto proficuo, nonostante tutto: Bob Mould, Bob Dylan, Paul Weller, Fantastic Negrito, Pretenders, Sault, Igorrr, X, The Ranch, Liam Gallagher, Jayhawks, Suzanne Vega, Fontaines DC, Toots and the Maytals, Lux Hotel, Real Estate, Gerry Cinnamon, Christian McBride, Lightning Orchestra, Gil Scott Heron/Makaya McCraven, Devonns, Soul Motivators, Isobel Campbell, Monophnics, Black casino and the Ghost, Martha High and the Italian Royal Family, Crowd Company, Ben Watt. Moses Boyd, Shabaka and the Ancestors, Jazz Sabbath, Field Music.
Per l'Italia Calibro 35, Ritmo Tribale, Wrong Ninna Nanna, Lilac Will, Mother Island, Rosalba Guastella, Dining Rooms, Dalton, Puglia, Paolo Doen's play with us, Era Serenase, Ok Bellezza, Caltiki, Cristiano Godano, Aspic Boulevard e Handshake.
BOB MOULD - Blue Hearts
Il grande Bob non finisce mai di stupire ed entusiasmare. Il nuovo album è un capolavoro di immediatezza, ruvida, spontanea, urgente. Brani stupendi che riportano ai migliori Husker Du (chitarra, basso e batteria), tematiche anti Trumpiane e conseguenti politiche socialmente devastanti.
Un brano più bello dell'altro. Ai vertici delle migliori uscite 2020.
SUZANNE VEGA - An Evening Of New York Songs And Stories
Si erano un po' perse le tracce della cantautrice americana.
Si ripresenta con uno stupendo live, intimo, minimale, scarno, in cui sfodera una classe di incredibile livello. 24 brani tra cui i classicissimi "Luka", "Tom's diner" e "Marlene on the wall", una versione superba di "Walk on the wild side" di Lou Reed, la splendida "Frank and Ava". In mezzo estratti dal ricco repertorio, dialoghi divertiti e divertenti, un'atmosfera calda e rilassata, un album bellissimo.
MOTORPSYCHO - All is one
L'imponente e monolitica magniloquenza della band norvegese è cosa nota.
Musica totale che, anche nel nuovo album, ora si immerge nel prog 70 alla Yes, ora ci brutalizza con devastanti passaggi psycho hard, ora ci avvolge con 42 minuti di suite in cinque atti o, ancora, ci accarezza con delicati folk di sapore antico e sognante. Un album in cui, come sempre, non si pongono limiti.
Unici.
THROWING MUSES - Sun racket
Sempre inquietante e graffiante la poesia malata e obliqua di Krsitin Hersh.
Il nuovo album è ancora fresco e cattivo, abrasivo, decadente, perfido e malinconico.
PRETTY THINGS - Bare as Bone, Bright as Blood
Il commovente commiato della band inglese dopo la recente scomparsa di Phil May. Chitarra acustica di Dick Taylor, voce profonda di Phil e dodici brani blues, country, folk, riproposti (la maggioranza sono cover) con dolente intensità, rara profondità, immensa classe. Tra Johny Cash, Mark Lanegan, Stones (c'è anche la "Love in vain" di Robert Johnson che ripresero nei 70), un saluto con il groppo in gola.
IDLES - Ultra Mono
La band di Bristol al terzo album scartavetra ancora di più l'abituale abrasione sonora, sublimando un incontro al vertice tra un'ipotetica conversione degli Sleaford Mods a un tradizionale combo chitarra/basso/batteria, un Henry Rollins mediamente incazzato, i Fall nella loro forma migliore, scampoli post punk di Therapy? e That Petrol Emotion.
Picchiano, pestano, devastano.
Ottimo lavoro guys!
OSEES - Protean Threat
John Dwyer arriva al ventitreesimo album in 17 anni, realizzati con i nomi più svariati (solo per menzionare i più recenti: The Ohsees, The Oh Sees, Thee Oh Sees, Oh Sees e ora Osees). Il nuovo lavoro è uno dei consueti viaggi geniali tra psichedelia, atmosfere 60, punk, funk, shoegaze, kraut e ogni riferimento che possa saltare in mente.
A tratti si avvicina a King Gizard ma qui c'è più acidità e follia.
Una costante conferma di creatività.
WIDOWSPEAK - Plum
Quinto album per il duo di New York, con un sound che mischia magistralmente country, jingle jangle, dream pop, vari rimandi psichedelici (che ricordano a tratti gli Opal e il Paisley Underground). Affascinanti, seducenti, avvolgenti.
WRONG NINNA NANNA - s/t
Un album particolarissimo dalle sonorità sperimentali e abrasive e dalle atmosfere apocalittiche. Parole di Franco “Bifo” Berardi, storico agitatore culturale degli anni 70 italiani, filosofo e scrittore, musiche di Marco Bertoni dei Confusional Quartet. I testi sono recitati dalla voce alla carta vetrata di Lydia Lunch e di Bobby Gillespie dei Primal Scream. Un ritratto inquietante e minaccioso, perfetta colonna sonora di un'epoca agonizzante e sull'orlo dell'abisso.
DECLAN McKENNA - Zeros
Bowie, Arctic Monkeys, Suede, Blur, Beatles, un po' di glam e di giovinezza sparsa ma tanta professionalità e ottima creatività.
McKenna ha 21 anni e il secondo album è decisamente molto piacevole da ascoltare.
THE KID IS ALRIGHT!
THURSTON MOORE - By the fire
L'ex Sonic Youth (accompagnato dall'ex compagno d'avventure soniche Pete Shelley) prosegue una discreta carriera solista, all'insegna delle sonorità a cui ci ha da sempre abituati. Aggiunge lunghe suite sperimentali e rumorose. Un po' prevedibile e risaputo e non sempre interessante.
SAULT - Rise
Prosegue la ricerca da parte del "misterioso" collettivo inglese all'interno della black music, tra nu soul, funk, elettrnica, gospel, con testi che attingono dalla realtà del BlackLivesMatter e tanto altro. Sempre interessante.
L.A. WITCH - Play with fire
Le tre ragazze californiane al secondo lavoro. Echi di Gun Club, X, Pandoras, garage punk, un po'di dark, ritmi serrati, chitarra grezza, ma anche momenti più psichedelici e ricercati. Buono.
GREGORY PORTER - All rise
Non sono certo l'eleganza e la raffinatezza che difettano al grande vocalist americano. Il nuovo album lo conferma, tra intense ballate jazz soul, qualche saltellante funk pop e una grandissima voce. Più che gradevole.
LOREN ODEN - My Heart My Love
Adrian Younge dei Delfonics ci introduce al mellow soul di Loren Oden. Ballate di estrema raffinatezza, voce in falsetto, gran dispendi di archi e ritmi rilassati.
Per gli estimatori del "genere" un ottimo lavoro.
MANGES - Punk Rock Addio
La band spezzina tocca i 27 anni di carriera. Una vita intera a macinare brani in pieno stile Ramones, diretti, semplici, elementari, brevi, sempre tremendamente efficaci. Non sfugge alla regola il quinto album della carriera, con tanto di inedito scritto per loro nien te meno che da CJ Ramone.
Funziona tutto al punto giusto e nel migliore dei modi. Perfetto.
GERARDO FRISINA - Moving ahead
Un lungo album di ritmi ipnotici tra dance, elettronica, latin sound, afro, umori lounge, groove a non finire.
Ottimo.
TAKUYA KURODA - Fly moon, die soon
Molto groovy e riuscito il sesto album del trombettista giapponese, tra jazz, funk, nu soul.
Eseguito alla grande, belle atmosfere, gli immancabili rimandi a Miles.
BLUES PILLS - Holy Moly!
Non ho mai condiviso l'entusiamo intorno alla band svedese. Il loro rock blues tra Black Crowes, Rival Sons e Janis Joplin è piacevole e ben fatto ma scontatissimo, prevedibile e risaputo.Anche in questo terzo album.
MODERN STARS - Silver needles
Il terzetto romano ci porta nei meandri più profondi della psichedelia, declinata in chiave moderna, con una forte parentela con lo shoegaze. Spacemen3, Loop, raga indiani ma anche tanta lisergia di gusto 60 dalle parti di "Tomorrow never knows" dei Beatles. Un percorso coraggioso e desueto per i nostri tempi. Notevole.
THE GHIBLIS - Domino
Il quartetto piacentino coltiva da tempo una passione smisurata per un sound anomalo e di nicchia come quel mix di exotica, surf, primitivo rock 'n' roll strumentale, ethio jazz, twist.
Quei suoni che ritroviamo puntualmente in ogni film di Quentin Tarantino e che tanto devono all'ispirazione di nomi come Ennio Morricone, Ruiz Ortolani, Piero Piccioni. Qui l'approccio è grezzo, minimale, crudo ma gradevolissimo, suggestivo, divertente. Super cool!
RAB4 – Breakneck Ballads
Temprata da anni on the road in tutta Italia e mezza Europa, la band emiliana, guidata da Seba Pezzani, giornalista e traduttore, ma soprattutto profondo conoscitore della tradizione rock e blues, firma il secondo album di una lunga carriera. Un disco che trasuda sincerità, passione, anima, che si muove negli infiniti anfratti della roots music americana, tra folk, blues, rhythm and blues, country, rock ‘n’ roll, black music, tra echi di Bruce Springsteen e John Cougar Mellencamp, non disdegnando sguardi alla scena inglese dei 60 e 70. Un album compositivamente maturo, perfettamente arrangiato ed eseguito. Tra i migliori album rock italiani dell’anno.
BOBBY SOLO - "Good in blues vol.1"
Un ep in cui il grande rocker, riprende tre brani di Tony Joe White e uno di Kris Kristofferson in chiave soul blues con superba maestria, grandi arrangiamenti e la sua voce che si sposa alla perfezione con un sound caldo e pulsante. Bobby Solo non è nuovo ad escursioni in blues e country (vedi gli album omaggio a John Lee Hooker e Johnny Cash e numerosi concerti basati su un repertorio ad hoc) e ne è un perfetto, sorprendente e credibile interprete.
AA.VV. - Peephole in my brain - The British pop progressive sound of 1971
Non c'è nulla di più affascinante per i cultori della musica riuscire a cristallizzare quei momenti, veloci, impalpabili, sconosciuti, dimenticati, di passaggio epocale da un sound all'altro. Quando qualcosa è irrimediabilmente finito, un'altra entità sta per iniziare e in mezzo finiscono scampoli dell'uno e dell'altro. In questi 3 CD sono raccolti 71 (non a caso) brani da quel magico 1971 inglese, in cui l'eco dei Beatles non si era ancora spento, la psichedelia aleggiava ancora nell'aria, si guardava con più attenzione al folk, arrivavano i primi impulsi glam, prog e bubblegum. C'è veramente di tutto e raramente di scarsa qualità. I nomi sono prevalentemente di “seconda fascia” ma non mancano le star, dai Kinks, ai Move, Procol Harum, Hollies, Dana Gillespie, E.L.&P., gli Status Quo, Atomic Rooster. Un lavoro imponente che estrae pepite preziose e ci invita all'immediata riscoperta di nomi dimenticati o, spesso, mai sentiti. Affascinante e stimolante.
AA.VV. - Looking Through A Glass Onion – The Beatles Psychedelic Songbook 1966-72
L'incredibile successo dei BEATLES provocò, fin da subito, la nascita di una serie infinita di epigoni e il relativo saccheggio del loro repertorio con un numero incalcolabile di cover, spesso uguale alla versione originale.
Ma in breve tempo i loro brani vennero progressivamente ripresi in chiave sempre più originale, stravolta e creativa, spesso da gruppi destinati a lasciare scarse tracce. La Cherry Red raccoglie in un triplo CD 68 brani dei Beatles rifatti dai più disparati gruppi tra il 66 e il 72.
Ci sono pochi grandi nomi, come Deep Purple, Yes (stupenda la loro "Every little thing"), Camel, Shadows o gli Hollies, fedeli all'originale "If I needed someone".
Incredibile la versione psych prog di "Yesterday" degli Eyes of Blue o l'irriconoscibile "Mistery Tour" - intitolata così- dei Camel.
Cliff Bennet and the Rebel Rousers rendono ancora più soul "Got to get you into my life", Lol Coxhill rende "I am the walrus" una canzone per bambini ubriachi, altre cover sono più scontate e prevedibili, altre ancora trascurabili ma nel complesso l'operazione è gustosissima, divertente e piena di sorprese.
AA.VV. - AngelHeaded Hipster - The songs of Marc Bolan and TRex
Tributo molto atteso e avvalorato da un parterre di superstar, con la produzione di un maestro di operazioni simili. come Hal Willner, scomparso in primavera a causa del Covid.
Come prevedibile ci si muove tra alti e bassi, qualche momento superbo, tanti anonimi, alcuni dannosi.
Ben 25 brani tra cui, indiscutibilmente spicca un epico e drammatico Nick cave con una spettacolare "Cosmic dancer".
Ma anche un'insospettabile Kesha fa molto bene nel classico "Children of revolution" con Wayne Kramer degli MC5 alla chitarra e il figlio di Marc e Gloria Jones , Marc Rolan ai cori. Versione solenne, epica, sinfonica. Uno dei vertici.
Come sempre bravo Sean Ono lennon insieme a Charlotte Kemp Muhl, classica Joan Jett, ottima Lucinda Williams e irresistibile David Johansen che riesuma Buster Poindexter e riprende "Get it on" in chiave swing.
Ascolto divertente ma album sicuramente NON indispensabile.
ASCOLTATO ANCHE:
ALICIA KEYS (raffinato ed elegante nu soul), FLAMING LIPS (come sempre idolatrato, a parere personale, insipido), BRIT FUNK ASSOCIATION (buon funk soul jazz, molto easy e ritmato), BETTYE LAVETTE (omaggio alle grande voci black. Un po' moscio), DOVES (post brit pop noiosi e auto indulgente), FENNE LILY (cantautorato aspro ma noioso), MAKAYA MC CRAVEN (una lun ga serie di jam tra jazz, afro, hip hop. Solo per cultori)
LETTO
CARLO BABANDO - Blackness
Mi piacerebbe scrivere come Carlo Babando.
La mia è sincera ammirazione per chi è stato in grado, con questo testo, di approfondire, come è raro trovare, in modo così lucido e innovativo, il difficile rapporto tra BLACKNESS (in particolare il mondo che gravita, artisticamente e culturalmente, intorno al mondo afroamericano) così come la intendiamo noi "bianchi europei" e come invece è in realtà. Ovvero di una complessità che talvolta sfugge a chi si limita alla classica iconografia "Black Panther/pugno nero chiuso/black is the colour" etc.
"Bisogna stare attenti che il binomio musica nera/lotta per l'uguaglianza non inizi ad apparire prevedibile o troppo ben confezionato per fare riflettere come dovrebbe.
Il rischio è di scorgere qualcuno che alza il pugno semplicemente per essere preso sul serio, per dimostrare che la propria voce merita più attenzione perché affronta certi temi."
La prima parte del libro ci insegna a cosa era l'Africa Subsahariana prima delle deportazioni.
Luogo di imperi, ben governati e amministrati, pieni di cultura e radici.
Non sempre rispondenti al nostro immaginario (spesso gli schiavi venduti per essere portati nelle Americhe erano prede e conquiste di guerra di altri neri, appartenenti ad altre etnìe.
Guerre progressivamente istigate dai mercanti bisognosi di mano d'opera fresca).
E' un saggio di GRANDE IMPORTANZA, un approfondimento chiaro e spietato che toglie di mezzo tante inesattezze, "ribalta" coraggiosamente una visione della storia eurocentrica e "romanzata".
Uno dei testi più lucidi mai letti sul contesto in oggetto.
Anche perchè:
"L'espressione di un musicista afroamericano deve essere ricondotta necessariamente alla propria identità culturale?"
In mezzo tanta MUSICA, tanti dischi, una guida competentissima alla Black Music, ragionata, mai banale, precisa, piena di piccole sorprese.
Comprate queso libro senza alcuna esitazione.
Un piccolo, anzi no, un vero e proprio CAPOLAVORO per chi vuole capire meglio la BLACK MUSIC.
STEFANO SPAZZI - Arcipelago Mod
L'approdo della (sotto)cultura MOD in ITALIA.
Siamo nei primi anni 80 e sull'onda di Jam, "Quadrophenia" e della scena inglese, anche da noi mette le radici un movimento di estrazione britannica ma che trova in breve tempo centinaia, poi migliaia, di affascinati adepti.
STEFANO SPAZZI è andato pazientemente alla ricerca di quegli anni, scavando tra protagonisti, soprattutto rappresentanti della scena musicale.
Parlando direttamente con loro, cogliendone una visione matura, che, ancora, 40 anni dopo, ha tante cose da dire.
Si parla di Statuto, Underground Arrows, Four By Art, F104, Mads, Five Faces e tanti tanti altri.
MATTEO GUARNACCIA - Jimi Hendrix
Matteo Guarnaccia è artista, disegnatore, scrittore, un luminare nel campo della moda, musica, arte, cultura, che ha attraversato tutte le epoche più creative dagli anni 60 in poi.
Un grande protagonista della (sotto/contro) cultura italiana contemporanea.
Nel 1980 pubblicò questo fumetto in 47 tavole allegato alla neonata edizione italiana di “Rolling Stone”.
Una gustosa, psichedelica e coloratissima spy story sulla morte di Jimi Hendrix, da allora irreperibile e finalmente ristampata, nel 50° della scomparsa del grande chitarrista e compositore.
Prefazioni di Eugenio Finardi e Omar Pedrini.
IVICA DIKIC - Metodo Srebrenica
Un'analisi precisa, chirurgica, tecnica e algida di quella che è stata la più grande strage in Europa nel dopoguerra.
Oltre ottomila bosgnacchi trucidati nell'arco di tre giorni dopo la conquista (o meglio la consegna da parte delle forze Onu/Unprofor - olandesi in questo caso - alle truppe serbo bosniache di Mladic) di Srebrenica, nel 1995, durante la guerra nell'ex Yugoslavia.
I maschi della città vengono radunati in scuole ed edifici della zona (maltrattati, torturati e talvolta uccisi davanti agli altri per incutere terrore), poi progressivamente portati in luoghi più isolati e massacrati progressivamente da soldati, poliziotti e anche civili e sotterrati in fosse comuni.
A sovraintendere il tutto il colonnello Ljubiša Beara, oscuro ufficiale che si prende la briga di eseguire un lavoro così complesso (come si rivelerà) per compiacere Mladic e i suoi superiori.
L'autore fa tutti i nomi e rivela che a sapere erano in tanti, dai protagonisti agli alti vertici.
Il libro è di una spietatezza raggelante, la famosa banalità del male che investe gli esecutori che, con sadismo e piacere, eseguono lo sporco lavoro, senza alcuna remora, talvolta costringendo anche i civili a sparare sugli inermi, giusto per vedere l'effetto che fa.
Una parte dei responsabili altolocati saranno condannati all'ergastolo o a gravi pene, buona parte degli esecutori non ha scontato alcuna pena.
L'appendice finale con un breve racconto di uno degli (involontari) assassini protagonisti è devastante e drammaticamente indimenticabile.
CLAUDIA ATTIMONELLI - Estetica del malessere. Il nero, il punk, il teschio nei paesaggi mediatici contemporanei
Un saggio particolarmente approfondito sull'uso del "nero", del teschio, dello "scuro".
Da quello della pelle che passa dall'irriverente Josephine Baker al "minaccioso" di Grace Jones all'estetico fatto di vestiario e di apparenza ("Diventare neri" in seguito all'esposizione al sole o all'uso divenuto una tendenza negli anni 90 delle lampade solari, significava prendere le distanze dall'estetica del malessere che prediligeva il pallore e l'assenza di segni esprimenti floridezza e salute.").
Un'analisi colta e filosofica dell'estetica del malessere, che ci porta all'interno di concetti e liguaggi, chiarendone alla perfezione l'uso nella società odierna.
In mezzo transitano le figure di Darby Crash, Crass, Lydia Lunh, David Bowie, Pete Doherty.
Un testo da approfondire, denso di spunti e riflessioni.
ANDREA ANGELI BUFALINI / GIOVANNI SAVASTANO - La storia della discomusic
La disco è assolutamente democratica: ragazzi con ragazzi, donne con donne, uomini e donne, bianchi e neri, capitalisti con marxisti, cinesi e via discorrendo. Tutti in un grande miscuglio.
(Truman Capote)
Un libro che più esaustivo non si può.
Ogni dettaglio del vastissimo ambito ascrivibile al mondo DISCO è passato al setaccio, attraverso migliaia di titoli, artisti, eventi, personaggi, dichiarazioni.
Dall'afro funk delle origini, al funk 70, il northern soul, "La febbre del sabato sera", la disco elettronica, la scena italiana, da Raffaella Carrà ad Amanda Lear, i fratelli La Bionda fino a Lucio Battisti e Alan Sorrenti.
E poi l'abbraccio caloroso che le tributò la scena rock: Rolling Stones, David Bowie, Elton John, Rod Stewart, i quattro ex Beatles, i Grateful Dead, Rick Wakeman, Blondie, Aretha Franklin, i Pink Floyd tra i tanti.
Molto interessante il capitolo che approfondisce l'accoglienza che ne diedero in Italia la sinistra e il mondo intellettuale, con gli strali di "Lotta Continua" e del "Manifesto" (con editoriale al veleno di Giaime Pintor), oltre che di Famiglia Cristiana mentre personaggi come Alberto Moravia, Natalia Aspesi, Alberto Arbasino ne compresero meglio il significato e la portata sociale.
Come sempre le pubblicazioni Hoepli sono corredate da una superba grafica con centinaia di stupende foto a colori, dichiarazioni, discografie.
COSE VARIE
Ogni giorno mie recensioni italiane su www.radiocoop.it, ogni domenica "La musica ribelle", una pagina sul quotidiano "Libertà", ogni mese varie su CLASSIC ROCK.
Periodicamente su "Il Manifesto" e "Vinile".
IN CANTIERE
Domenica 25 ottobre: NOT MOVING LTD a Prato "Officina Giovani" Piazza Macelli 4
Venerdì 13 e sabato 14 novembre a Savona "Raindogs".
E' in tutte le librerie "ARCIPELAGO MOD" di Stefano Spazzi (con la mia consulenza artistica).
IN USCITA:
27 ottobre Antonio Bacciocchi "Punk. Born to lose" (Diarkos Edizioni)
29 ottobre Antonio Bacciocchi "Mod generations" (GoodFellas) Ristampa aggiornata con nuovi contributi
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