domenica, febbraio 09, 2020

La miniera di lignite di Etzweiler



La fine del mondo è la rubrica domenicale che va ad esplorare i luoghi abbandonati dalla storia, particolari o estremi.
I precedenti post:

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ALBERTO GALLETTI ci porta in un luogo surreale e pericoloso alle porte di Colonia.

L’ auto di Hans fila via lungo l’autostrada, le colline della Valle del Reno, deturpate da centinaia di altissime pale eoliche hanno lasciato spazio, una volta superato il ponte a precipizio sulla Mosella nei pressi di Coblenza, ad un panorama più piatto, agricolo ma piatto; forse leggerissimamente ondulato.

Mi pare di scorgere un’ anomalia nell’andamento del terreno, c’è qualcosa che mi cattura l’occhio e lo ipnotizza.
Non riesco a distogliere l’attenzione, gli impercettibili saliscendi del percorso autostradale e le curve ad ampissimo raggio me lo fanno ora scomparire alla vista, ora riapparire.
Adesso però lo vedo bene, non nella sua interezza, ampiezza o profondità, ma di sicuro è una buca, una buca enorme.
Miniera a cielo aperto?
Strano a 20 km da Colonia.

E invece si, è la miniera di lignite di Etzweiler, la più grande della Germania, fiore all’ occhiello di RWE (Rheinisch-Westfälisches Elektrizitätswerk, l’azienda elettrica della Renania del Nord-Westfalia), 85 kmq (!) di superficie e una profondità media di 400 metri che in alcuni punti raggiunge il mezzo chilometro.
Se fosse piena d’acqua sarebbe il secondo lago più grande della Germania dopo il lago di Costanza.
Fa impressione, ancora di più se si pensa a dove siamo.

RWE stimò che il sito potesse contenere 4.500 milioni di tonnellate di lignite, depositate fino ad una profondità di 500 metri al di sotto del livello del suolo.
La lignite è stata creata da estese foreste e paludi, sviluppatesi nella bacino del Reno tra i 30 e i 5 milioni di anni fa.
La geologia del bacino del Basso Reno è caratterizzata da movimenti di subsidenza di lunga durata che negli ultimi 30 milioni di anni hanno portato al deposito di sedimenti spessi fino a 1300 m.

Dopo un processo autorizzativo che durò quattro anni, i lavori di scavo cominciarono nel 1978 e la produzione cominciò nel 1984.
Curioso, mentre l’Inghilterra aveva cominciato da un po' a chiudere i giacimenti fossili per mancanza di redditività, la Germania ne apriva uno nuovo colossale.
La produzione è attestata a circa 40 milioni di tonnellate annue, nel 2011 RWE ha stimato che il sito avesse ancora 1.772 milioni di tonnellate di lignite disponibili per l’estrazione.
Imponenti scavatori lunghi come due campi da calcio sono in grado di estrarre fino a 240.000 tonnellate di lignite al giorno che vengono poi caricate sui nastri trasportatori, che sviluppano all’ interno della miniera 115km, prima di essere spedite in uno dei tre moloch che stagliano le loro sinistre sagome, vomitanti immense colonne di fumo a ritmo continuo, in lontananza.

Sono le centrali di Weisweiler, Neurath e Neideraussem tre complessi di combustione infernali, insieme producono 75 milioni di tonnellate di CO2 l’anno, pari alle intere emissioni di CO2 annuali del Bangladesh che conta 160 milioni di abitanti, anche se non è industrializzato come la Germania (che conta circa 90 milioni di abitanti).
Insieme queste tre centrali sono responsabili (pare) di 227 decessi l’anno.

Le emissioni di CO2 dovute all'incenerimento della lignite ancora presenti nel 2019 sarebbero teoricamente sufficienti per un aumento del contenuto di CO2 naturale dell'atmosfera di circa lo 0,7 per mille in tutto il pianeta, o a un raddoppio della CO2 sulla superficie totale della Germania.

Fonti energetiche alternative a basso prezzo sono oggi disponibili in quantità, come le centinaia di pale eoliche incontrate nei 200km precedenti dimostrano, ma il potere di RWE è tale che le decisioni del governo tedesco sulle politiche ambientali .

Il cancelliere Merkel ha già annunciato che la Germania non rispetterà gli obiettivi fissati per il 202 in termini di riduzione delle emissioni di CO2.
Qualcuno ha detto loro qualcosa?

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