lunedì, novembre 25, 2019
La sindrome del "Io c'ero"
Il 4 giugno del 1976 i neo nati Sex Pistols approdarono a Manchester per uno dei loro primissimi concerti, che fu destinato a cambiare le sorti della musica inglese negli anni a venire. Sotto il palco c'erano futuri membri di Smiths, Joy Division, Fall, Buzzcocks, Mick Hucknall, che canterà poi nei Simply Red, coloro che fonderanno l'etichetta Factory Records.
E pochi altri.
Una trentina di persone, non di più.
Recentemente un giornalista inglese ha calcolato che se si desse retta a coloro che assicurano di esserci stati, il pubblico di quel concerto sarebbe stato di non meno di 600 persone.
La senescenza del rock, la società dell'apparenza a tutti i costi, la disperata ricerca di un qualsivoglia “attestato di merito”, sta palesando situazioni grottesche che portano persone stimabili, presumibilmente almeno da un punto di vista anagrafico, mature, a barare spudoratamente su date, eventi, incontri, pur di aver riconosciuta una partecipazione a qualcosa di minimamente storico.
E così ecco che bambini poco più che in fasce avrebbero visto il tal concerto a New York o a Londra, ragazzini ancora ampiamente sbarbati che erano davanti al negozio ad acquistare quel disco storico il giorno dell'uscita (quando invece arrivò in Italia mesi e mesi dopo), gente che suonava punk in Italia nel 1977 (dimenticando che all'epoca da noi ancora non se ne parlava) quando in quell'anno aveva finito da poco le elementari.
Ovviamente il problema non sussiste (se non nella loro testa) ma quanta tristezza invecchiare male.
NB: sono ovviamente contemplate le eccezioni tra chi è stato traviato in giovanissima età da fratelli maggiori o genitori scapestrati o si è ritrovato suo malgrado al cospetto di artisti storici in concerto.
Estratto da "Libertà" di ieri.
Rimanendo dalle nostre parti citerei quel milione di persone che videro Bob Marley a San Siro.... :)
RispondiEliminabellissimo,
RispondiEliminacmq ai miracle workers ,died pretty,bad brains,madness,kina
io c'ero
aldo
Quello che mi stupisce (e intristisce) sentire gente che spaccia la sua presenza a concerti punk in centri sociali o all'estero e poi scopri che all'epoca avevano 10 anni....
RispondiEliminaNegli anni 80 era molto improbabile,che ciò avvenisse...ma prima la presenza di ragazzini di scuola media (o addirittura elementare) era frequente,sia nei locali che nei concerti di gruppi emergenti...si trattava appunto di piccole realtà locali,praticamente sparite dopo l'avvento della prima disco-music e del punk,ritenuti immorali per le nuove generazioni,ma solo in Italia però,nei paesi anglosassoni il rock è sempre stato adolescenziale anche dopo (e in parte lo è tuttora).
RispondiEliminaIo tra i 13 e 15 anni(79-81)vidi parecchi concerti sia grandi che in realtà come descrive Ursus..sorelle e amici più grandi e tanta tanta tanta curiosità e voglia di musica da parte mia.
RispondiEliminaC
Io ho incominciato per ragioni di età a metà dei 70, sui 15/16 anni a vedere Nomadi, Area, Banco, PFM, Finardi, Arti e Mestieri, Henry Cow...educazione Siberiana!!!
RispondiEliminaTi posso giurare che vidi i Not Moving in concerto a Imperia e ancor prima a Porra (vicino a Ventimiglia sempre in provincia di Imperia) invece ammetto di aver mancato i Clash e i Ramones che suonarono nella mia città (Sanremo). Ps sono del 66
RispondiEliminaRicordo il concerto a Ventimiglia che alla fine finì con una mezza rissa :)
RispondiEliminaè vero, una bottiglia spaccata e qualche insulto, complimenti per il sangue freddo; del resto sempre lì suonarono anche i cccp, ricordo che qualche esagitato riempì di sputi Giovanni Lindo, il quale impassibile disse: sputa sputa lo fai male e dieci anni dopo. Probabilmente era il 1987 ;-)
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