mercoledì, luglio 31, 2019
Il meglio del mese. Luglio 2019
Passata la metà del 2019 tanti titoli in gara per il top dell'anno: Specials, Dream Syndicate, The Beat, Joe Jackson, Bob Mould, Paul Weller, la compilation 3X4, PP Arnold, Avery R. Young, Chris Robinson Brotherhood, Limboos, Fontaines DC, Kate Tempest, Durand Jones and the Indications, Soul Motivators, Sleaford Mods, Suzi Quatro, Juliana Hatfield, Tanika Charles, Mavis Staples, Hugo Race Fatalists, The Raconteurs.
In Italia Winstons, Daniele Silvestri, Massimo Volume, Piaggio Soul Combination, Giuda, Oscar, Vinicio Capossela, Giulio Casale, I Rudi, London Underground, Ifriqiiyya Electrique, Oscar, Doubling Riders, Homesick Suni, Ophiuco.
AVERY R.YOUNG - Tubman
Avery R. Young arriva da Chicago, è poeta, educatore, attivista, performer.
Scrive, saggi e poesie ma anche canzoni.
Canta divinamente.
E' uno studioso di Cultura Nera Americana e il suo lavoro si concentra nei settori della giustizia sociale, equità, identità sessuale, misoginia e coscienza sociale.
Attraverso la voce, il suono, l'arte visiva e la performance, Avery R. Young esplora di continuo le forme e gli spazi in cui può esistere la poesia.
L'album che ha appena realizzato, "Tubman", è un incredibile condensato di soul, funk, gospel, spiritual, blues, hip hop, jazz.
Ad accompagnarlo il coro gospel dei De Deacon Board e quello dei AB Blk & Associates, oltre al flauto di Nicole Mitchell e la tromba di Corey Wilkes.
Un DISCO ECCEZIONALE in cui troviamo echi dei Temptations psych soul, brani alla Gil Scott Heron, il funk soul torrido ma raffinato di Curtis Mayfield, Marvin Gaye.
MITCH RYDER - Detroit Breakout!
Mitch Ryder con i suoi Detroit Wheelers marchiò a fuoco il Michigan (e non solo) fino alla fine dei 60 con una formidabile miscela di rhythm and blues e proto punk per poi entrare in un lungo oblìo di alti (molto pochi) e bassi (costantemente), pur continuando a incidere e a suonare tra Europa e States.
Il nuovo album segna un ritorno con il botto, reinterpretanndo classici soul e rock 'n' roll, aiutato da una lunga serie di amici illustri, provenienti da Stooges, Mc5, Runaways, New York Dolls, Heratbreakers di J.Thunders, Pink Fairies.
I titoli scelti sono un po' scontati e abusati ma la (auto) celebrazione è comunque più che godibile e apprezzabile, grazie a versioni robuste e convincenti.
CHRIS ROBINSON BROTHERHOOD - Servants of the sun
L'ex voce dei Black Crowes confeziona un album con i fiocchi. C'è la consueta vena southern rock, una buona dose di Stones anni 70, blues, un bel po' di Grateful Dead ma il tutto shakerato con sonorità moderne, un synth che invece di essere invasivo è perfettamente inserito. Soprattutto ci sono canzoni bellissime, una delle migliori voci rock in circolazione, un gusto classic rock sopraffino. Molto molto bello.
VIOLENT FEMMES - Hotel Last Resort
Cambia ben poco dal classico sound del trio guidato da Gordon Gano. Le ballate sghembe e minimali venate di country parlano il consueto, pur se originale e immediatamente distinguibile, linguaggio che abbiamo imparato a conoscere dal 1983. Purtroppo mancano ispirazione e freschezza e il tutto suona datato e non particolarmente esaltante.
KAISER CHIEFS - Duck
Se la cavano sempre benino. Ottime melodie, brani più che gradevoli tra pop, vari umori Brit, tra 60's, power pop, uno stile riconoscibile. Album dignitoso e di buon ascolto.
GAUCHE - A People’s History of Gauche
Vengon dalla scena punk di Washington (Downtown Boys e Priests), attaccano capitalismo, le politiche Trumpiane, descrivono il dramma dell'immigrazione e dei respingimenti su una base musicale spesso vicina al gusto dei B 52's, con un po' di Devo, Pere Ubu e X Ray Spex.
Calpestano i prati di quella prima new wave ostica e minimale, tirando fuori un album originale, fresco, arrembante, minimale.
PSYCHEDELIC PORN CRUMPETS - And Now For The Whatchamacallit
La band australiana anche nel terzo album viaggia di moderna psichedelia storta, tra King Gizard and the Wizard Lizard, Tame Impala, Temples e dintorni.
Ottimo disco, pieno di sorprese, eclettismo, creatività, belle cose (e uno dei nomi più stupidi di sempre: le Frittelle Porno Psichedeliche).
PIECES OF A MAN - Made in pieces
Il sestetto di Manchester debutta con un album super meticcio in cui convergono tanto Gil Scott Heron (a partire dal nome della band e da una grande versione di "Lady Day and John Coltrane"), funk, nu e modern soul, tratti hip hop e jazz.
Il nuovo Brit Sound in tutta la sua lucentezza.
CONNIE PRICE and the KEYSTONES - Lucas High
Notevole mix di funk, hip hop, nu soul con ampia corte di ospiti, da Macy Gray a Kelly Finnigan. Molto interessante la commistione tra il "vecchio" e il "moderno". Ottimo.
HOMESICK SUNI! - 7 grabs
Quanto stupore quando ci si imbatte in un lavoro così maturo, personale, atipico, denso di competenza, conoscenza profonda di una materia così difficile da trattare. In "7 Grabs" convergono Paul Weller, Beatles, Donovan, un groove funk, folk, soul music, atmosfere jazzy, blues. Un groviglio di influenze eccellenti, complesso da mettere insieme senza cadere nel citazionismo o nella confusione artistica.
E invece Matteo Pin alias Homesick Suni! sforna un gioiello di rara creatività e bellezza.
Splendido!
ANDREA ZANZA ZINGONI – Dormire sonni tranquilli
Una lunga attività musicale alle spalle in varie incarnazioni e un’avviata carriera in ambito cinematografico e con i videoclip. Il nuovo lavoro è un pregevole viaggio sonoro in perfetto equilibrio tra una forma cantautorale evoluta, che assorbe influenze di svariata provenienza e un mood che riporta a forme pischedelico prog primi anni 70 (alla voce Pink Floyd ad esempio). C’è però anche una componente che guarda a certe esperienze degli anni 80 di personaggi come Brian Eno, David Sylvian, Peter Gabriel. Interessantissimo e personale. Livello altissimo.
GRISELDA MASALAGIKEN – La struttura del vuoto
L’artista romano trapiantato in California torna con un album interessantissimo dove i nove brani esplorano con un approccio psichedelico forme di cantautorato e asperità chitarristiche a tratti quasi grunge. Un lavoro molto convincente, intenso, pieno di eccellenti vibrazioni.
OPHIUCO - Hologram
E' un intenso viaggio psichedelico quello in cui ci si addentra con l'ascolto del terzo album degli Ophiuco. Ma non c'è nessun sitar e scarsa è la gamma dei colori.
Psichedelico è l'approccio cerebrale, onirico, ipnotico, a tratti quasi trance, di un sound rigoroso, oscuro, misterioso, che si muove su binari lenti, talvolta di sapore trip hop, in altri momenti con caratteristiche cinematografiche. Un lavoro a cui accostarsi con attenzione e dedizione. Non è musica "facile", va ascoltata. bisogna, finalmente!, prendersi del tempo per farlo. Se ne trarrà sicuro giovamento e grande insegnamento.
ASCOLTATO ANCHE:
NIGHT MOVES (pop wave/alt rock/boh/bah), APPLESEED CAST (pura noia), SOFT CAVALRY (dream synth pop, soporiferi), ANDERSON PAAK (elegante soft soul con hip hop e nusoul in abboandanza), SHAKATAK (soft disco soul, raffinata, da sottofondo), ETNIC HERITAGE ENSEMBLE (spiritual e free jazz, notevole pur se piuttosto difficile), PURPLE MOUNTAINS (discreto guitar roots rock), MANNEQUIN PUSSY (sciapo pop punk), BLEECHED (anonimo pop punk dalle parti dei Blondie), BRUCE SPRINGSTEEN (non male le ballate acustiche, molto male tutto il resto), TONY MOLINA (rarità a base del consueto power pop, guitar rock, melodie 60's, concentrate in un minuto di canzoni)
LETTO
GIORGIO SENESI - Dritti contro il muro
Giorgio Senesi ci ha messo SEDICI ANNI.
Spesi a raccogliere dati, foto, volantini, informazioni, interviste, dichiarazioni.
Alla fine ha assemblato 140 protagonisti della scena HARDCORE (e PUNK) ITALIANA degli anni 80 e li ha inseriti un volume di 500 pagine, corredato da centinaia di foto spesso inedite (ho trovato immagini dei "miei" Chelsea Hotel mai viste prima).
Qui c'è la storia di una scena unica, che è vissuta un attimo, si è bruciata, è esplosa (spesso dilaniata da contraddizioni, rivalità, estremismi, eccessi), così come era giusto che fosse.
Ma ha lasciato un'impronta indelebile, ancora oggi interessantissima da studiare e soprattutto da capire.
Dagli Indigesti ai Raw Power, dai Wretched ai Kina, Negazione, CCM, dalle scene locali, alle fanzine, i centri sociali occupati, le distribuzioni, gli aspetti politici e apolitici, le autogestioni, le autoproduzioni, la violenza, la droga, l'apice e il declino.
C'è tutto.
OPERA DEFINITIVA.
TOTALE.
FRANCO MUSSIDA - Il Pianeta della musica
Un libro che ogni musicista e appassionato di musica dovrebbe avere.
Un trattato tecnico e scientifico ma che sa essere allo stesso tempo un veloce e scorrevole viaggio nel "Pianeta Musica", colloquiale, semplice, facile.
Un testo, in un mondo giusto e normale, da inserire nelle scuole.
"Considero questo libro una sintesi professionale di cinquant’anni di lavoro e ricerche sulla Musica".
E si vede.
C'è un oceano di passione, competenza, capacità espressiva e creativa nelle pagine che entrano progressivamente nell'essenza delle Musica, analizzandone la storia, le emozioni, le percezioni dell'ascoltatore.
"Il Pianeta della Musica è regolato da principi evocativi che funzionano allo stesso modo su ogni persona di qualsiasi nazionalità e provenienza etnica".
Si parla della percezione della Musica attraverso timbro, ritmo, identità del suono, intervalli, armonia, di come le droghe possano o meno influenzare la creatività.
E la conclusione è da incisione sul marmo:
"Se la Musica cambia le persone, ci aiuterà anche a cambiare il mondo".
JOE JACKSON - Gravità Zero
Un libro divertentissimo.
Joe Jackson, con sagacia, tanta ironia e precisione, racconta gli anni che precedono successo e notorietà, tra improbabili tentativi artistici, il passaggio dalla musica classica all'attività nei pub, con gruppi d'intrattenimento, fino all'esordio con "Look sharp!" nel 1979.
In mezzo il consueto corollario di aneddoti, la miseria più nera, i numerosi fallimenti, rinunce, sconfitte, eccessi.
In molti si riconosceranno sicuramente nelle vicende del giovane Joe e ne condivideranno i "dolori".
Perfetto libro estivo, leggero ma con approfondimenti sulla musica e ciò che significa, molto interessanti e condivisibili.
ROGER MIRET - My Riot - Agnostic Front. La mia vita hardcore
Il cantante degli Agnostic Front, uno dei gruppi più devastanti, controversi (spesso al centro di ingiusticate accuse di fascismo), amati/odiati della scena HARDCORE, si confessa in una delle sempre più frequenti autobiografie di chi è sopravvissuto a quel delirio.
Gli ingredienti sono i soliti: infanzia di abusi, violenze di ogni tipo, adolescenza di eccessi, degrado, al limite della sopravvivenza fisica.
La band come ancòra di salvezza ma che non lo strapperà da due anni di prigione (drammaticamente descritti con minuzia di particolari).
In mezzo racconti incredibili di violenza estrema, a tratti insopportabile.
Alla fine la "redenzione", avvenuta attraverso un lento e difficilissimo cammino.
UNA VITA HARDCORE di quelle vere, vissute fino in fondo.
Terribile.
"Noi vivevamo nel tumulto della musica, impantanati nella sporcizia, nella melma e nel sangue delle strade, non seduti in un ufficio sterile tirandocela da duri solo alzando il volume di dischi avuti in regalo."
FRANKIE HI NRG - Faccio la mia cosa
Uno dei pionieri del rap italiano ripercorre, con leggerezza e molto senso dell'humor la sua infanzia, l'adolescenza, fino all'arrivo al successo con il celebre singolo "Fight da faida".
Un po' come nel libro di Joe Jackson "Gravità zero", la storia si ferma lì.
L'aspetto più interessante è seguire la nascita del rap e dell'hip hop, affiancato alla vicenda personale.
L'arrivo dei primi semi in Italia, le prime crew, serate, concerti, i Run DMC e i Public Enemy in Italia etc etc .
Lettura gradevole e veloce.
VISTO
Franz Ferdinand a Cremona - 9 luglio 2019
Il funk pop punk metronomico dei FRANZ FERDINAND infiamma la stupenda Piazza del Comune di Cremona, all'interno del Festival AcqueDotte, gremita di un pubblico entusiasta di ballare e cantare con la band.
Tanti giovani, un po' di attempati, sorrisi e atmosfera rilassata.
Un' ora e un quarto tirata, potente, minimale.
Alex Kapranos è un raffinato intrattenitore, sprizza energia e una padronanza del palco di rara efficacia.
Rilucono in particolare "Love illumination", "Take me out", "Ulysses", "Right action" e la conclusiva, interminabile "This fire".
Bello, perfetto.
"Se ho vinto se ho perso" di Gianluca Rossi
Una delle formidabili band dell'hardcore italiano che fece scuola in tutto il mondo negli 80 e che ha lasciato un'eredità di incalcolabile valore, i KINA, è tornata a calcare i palchi italiani in una reunion imprevista.
Il tutto a supporto del doc "Se ho vinto se ho perso" di Gianluca Rossi che ne documenta le gesta.
Un documentario scarno, essenziale, diretto, immediato, urgente come è sempre stata la loro musica.
Commovente a tratti ma senza che ci induca a "lacrime" nostalgiche ma a quelle VERE, orgogliose, sincere.
C'è la storia di una generazione in queste immagini, una generazione, come dice Marco Philopat che HA PERSO, non ha cambiato il mondo (anzi!!) ma allo stesso tempo ha vinto nella propria vita.
Morgan al Fillmore Festival - Cortemaggiore (PC) - 19 luglio 2019.
Tanta gente, location stupenda, ricco il calendario di appuntamenti.
Ad aprire la serata una serie di band locali, da Stereo Gazette a Padma, Blugrana, Federica Infante, noi con i redivivi Lilith and the Sinnersaints.
Ho avuto poi l'opportunità di moderare l'incontro con FRANCO MUSSIDA per presentare il suo eccellente libro "Il Pianeta della Musica".
Parole forti, piene di speranza verso la musica, i giovani, i musicisti e un paio di brani eseguiti con la chitarra a suggello di un momento interessantissimo.
Sconcertante (per usare un eufemismo) l'esibizione di MORGAN.
Partito con due brani di De Andrè e Nilla Pizzi eseguiti con le basi, ha proseguito con un incomprensibile, lungo, attimo classico al pianoforte, malamente eseguito, per poi "deliziarci" con oltre un'ora di cover, alla chitarra acustica, da Bowie, ai Queen, Pink Floyd, ancora De Andrè.
Il tutto proposto non diversamente da una serata sulla spiaggia intorno a un falò con un gruppo di amici.
Irrispettoso verso il pubblico, comunque plaudente e adorante, sè stesso, la musica.
Se ne va con il codazzo che lo segue come un "dio"....difficile far peggio.
Joe Jackson al Libraccio - Firenze - 21 luglio 2019
Joe Jackson arriva al "Libraccio" di Firenze ammantato di un'estrema COOLNESS, altissimo, elegante, distaccato, glaciale.
Non dimostra affatto i 64 anni, è giovanile e fresco.
"Il primo pezzo che ho suonato dal vivo è stato "When I'm 64" dei Beatles. Non riesco ancora a credere che ora i 64 anni li ho io".
Preceduto da una sinistra fama di personaggio scorbutico e dal carattere non troppo malleabile è invece disponibile e rilassato.
La presentazione del suo libro "Gravità zero" edito da VoloLibero e condotta da Luca Trambusti e Fabrizio Forno, scorre veloce.
Joe è concentrato sulle risposte, talvolta sarcastico e caustico, ma molto partecipe.
Rievoca gli inizi.
"A 10 anni impazzivo per i Beatles, a 14 per Beethoven, a 16 per Duke Ellington, a 19 per David Bowie.
Gli inizi sono stati di dura gavetta, un percorso ormai inimmaginabile al giorno d'oggi."
Alla fine autografi per tutti, pur in una certa rigidità (niente selfie, niente video, evitare troppe foto, non più di due firme a testa).
Il folto pubblico è però consenziente, contento e la presentazione riuscitissima.
“…Mentre rubavo la vita…!” con Monica Guerritore e Giovanni Nuti a Gragnano (Piacenza), Villa Marchesi.
Ottimo spettacolo, dedicato ai versi di ALDA MERINI, con musiche di un eccellente quartetto (accompagnati da una band di quattro elementi (José Orlando Luciano, Massimo Germini, Simone Rossetti Bazzaro ed Emiliano Oreste Cava) e le voci, spesso in canzone, dei due protagonisti.
Entrambi interpreti superbi, tra interventi aneddotici e canzoni di Nuti (che ha collaborato a lungo con la poetessa).
Pur se la forma canzone, spesso melodico/lirica, stride, a parer mio, con la disperata asprezza della figura e della vita della Merini.
In ogni caso spettacolo di primi livello e Guerritore artista polivalente eccelsa.
COSE VARIE
Ogni giorno mie recensioni italiane su www.radiocoop.it, ogni domenica "La musica ribelle", una pagina sul quotidiano "Libertà", ogni mese varie su CLASSIC ROCK.
Occasionalmente su "Il Manifesto".
Sul sito di RadioCoop (www.radiocoop.it) ogni lunedì va in onda il TG musicale "3 minuti con RadioCoop" condotto da me , Carlo Maffini e Paolo Muzio.
IN CANTIERE
NOT MOVING LTD in tour.
https://www.facebook.com/Not-Moving-L-T-D-302470280600832
giovedì 1 agosto: San Salvi (FI) “Estate fiorentina”
lunedì 5 agosto: Cremona "Arci Festa"
sabato 14 settembre: Ales (NU) "Festival Rock X Gramsci"
sabato 12 ottobre: Pisa “Caracol”
Venerdì 8 novembre: Milano “Cox 18”
sabato 9 novembre: La Spezia “Skaletta”
venerdì 22 novembre: Fontanafredda (PN) "AstroClub"
sabato 14 dicembre: Piacenza “Musici per caso"
Sabato 21 dicembre: Bologna “Freakout”
Domenica 22 dicembre: Torino “Blah Blah”
Da confermare: Roma, Cosenza, Catanzaro, Napoli, Varese, Alessandria.
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