mercoledì, marzo 06, 2019
Sandy Skoglund
A cura di MAURO NEGRI
Sandy Skoglund (Quincy-Massachusetts, 11 settembre 1946)
Pioniera della Staged Photography, nelle sue realizzazioni c’è un mondo di quotidianità che convive in armonia con quello fiabesco.
Tutto quello fotografato è realmente tangibile e nulla viene aggiunto in post produzione, l'artista crea le scenografie e cura ogni minimo dettaglio inserendo sculture da lei realizzate e comparse in carne e ossa, l’opera diventa totale e si trasforma in un mix fotografico di istallazioni scultoree.
Il suoi primi importanti lavori sono “Radioactive Cats” del 1980 e “Revenge of the goldfish” dell’81, in cui la dimensione scultorea, connessa all’immagine degli animali scolpiti e dal colore monocromo, prende il sopravvento e diventa l’elemento centrale della rappresentazione.
Componente primario nelle immagini della Skoglund è il colore, impiegando tinte complementari, contrastanti e sature, tutto questo per aumentare la brillantezza delle tonalità e creare una composizione visiva aggressiva e carica di tensione superficiale.
In “Gathering Paradise” del 1991, l’artista inserisce nella scena centinaia di scoiattoli nero pece nel giardino di una casa della middle class americana.
I simpatici animaletti dipinti da un colore innaturale si trasformano in sgradevoli e poco rassicuranti presenze.
In “The Cocktail party” del 1992, gli snack al formaggio diventano una seconda pelle che funge da abito e rivestimento sia per l’essere umano, sia per i suoi luoghi di vita.
Questi sono solo alcuni dei suoi numerosi progetti il cui filo conduttore si basa sull’’idea dell’ordine disordinato. In sostanza la parte integrante del lavoro pensato dalla Skoglund è tutto svolto con spirito meticoloso per creare qualcosa che appaia caotico in una dimensione a metà strada tra incubo e lucido delirio.
Grazie Boss e Mauro Negri capita a fagiolo..
RispondiEliminase sabato mattina qualcuno è qui ci si vede
C
http://camera.to/mostre/sandy-skoglund-visioni-ibride/