giovedì, dicembre 20, 2018

I migliori dischi italiani del 2018



Un elenco, più o meno casuale, dei migliori dischi italiani dell'anno.

Negli scorsi anni era andata così
nel 2007 Statuto e Temponauts
nel 2008 Assalti Frontali
nel 2009 Julie's Haircut, Edda e Teatro degli Orrori
nel 2010 June e Statuto
nel 2011 Verdena, Peawees, Enrico Brizzi, Dellera, Paolo Apollo Negri, Statuto
nel 2012 An Apple Day, Barbacans, Julie’s Haircut
nel 2013 Julie's Haircut, Statuto, Raphael Gualazzi, Cesare Basile, Giuda
nel 2014 Edda, Finardi, Bologna Violenta, Bastard Sons of Dioniso, Steeplejack
nel 2015 Cesare Basile, Iacampo, Mimosa
nel 2016 Winstons, Afterhurs, Michele Gazich, Statuto, Radio Days
nel 2017 Edda, Bastard Sons of Dioniso, Cesare Basile, Era Serenase, Mauro Ermanno Giovanardi, Alex Loggia


NICOLA CONTE - Let your light shine on
Splendido nuovo lavoro per il chitarrista, compositore, band leader, produttore etc etc nostrano.
Lui lo chiama "Afro Soul" e la definizione è perfettamente azzeccata tra afro funk, soul, jazz, un groove incredibile creato da uno stuolo di collaboratori con i fiocchi.

ROBERTO VECCHIONI - L'infinito
Roberto Vecchioni torna con un classico, un album "definitivo" ("Farò altri dischi, ma questo per me è una conclusione"), un capolavoro di maturità, una dimostrazione (se ce ne fosse stato bisogno...) di come si scrive, di come si compone, di come si confeziona un'opera.
Un Maestro che insegna.
"L'infinito" è solenne, malinconico e ironico allo stesso tempo, drammatico e leggero, la leggerezza di un uomo che guarda alla vita con saggezza, attento a quello che gli accade intorno, in grado di scrivere musiche e parole di enorme spessore, sia che si rifletta sulle "cose della vita", sia che si parli di Giulio Regeni ("Giulio" è di una bellezza straziante, difficile da ascoltare senza che si laceri il cuore), che della guerra in Siria ("Cappuccio rosso" dilania con la sua storia di una combattente curda sul fronte contro l'Isis, l'Ayse raccontata da Zerocalcare).
Ci sono anche Guccini e Morgan, c'è Lucio Fabbri che suona di ogni e produce.
In tempi in cui il cantautorato spaccia aria fritta per "canzone d'autore" c'è voluto un "Uomo del Novecento" a rimettere le cose in chiaro.
E un po' di gente in riga.
Il disco esce solo in vinile o in cd "perché è un disco che si compera nei negozi".

CALIBRO 35 - Decade
Non finiscono mai di stupire i Calibro 35.
Dieci anni di attività e 6 dischi vengono festeggiati con il miglior album della carriera, in cui confluiscono tutte le influenze sparse a piene mani nei precedenti lavori. Troviamo funk, jazz, il consueto sound che attinge dalle colonne sonore dei 70's, Morricone, afrobeat, rock, jazz, sperimentazione (dalle parti di Sun Ra), una poderosa sezione fiati (gli Esecutori di Metallo su Carta), strumenti inconsueti come Dan Bau, Balafon e Waterphone ma soprattutto tanta creatività ed eclettismo.
Un sound sempre più originale, distintivo e peculiare che rende il gruppo assolutamente unico in Italia e non solo.
Suonano benissimo, ci sono intuizioni a iosa, arrangiamenti spettacolari e ad ogni ascolto si scoprono sempre nuovi stimoli.

IACAMPO - Fructus
Iacampo è uno dei migliori artisti/cantautori in circolazione in Italia. Mai banale, immediatamente riconoscibile, autore raffinato e sopraffino, ricercatore di suoni poco praticati nelle nostre tristi lande creative. Nel terzo e conclusivo capitolo di una trilogia discografica che ha avuto nel precedente FLORES un vero e proprio capolavoro, riesca ancora a superarsi con un magnifico disco in cui confluiscono canzone d'autore, influenze mediterranee, caraibiche e brasiliane, miscelate con una grazia e una sapienza magistrali. Un vero gioiello.

EVIL KNIEVEL - s/t
Esordio con il botto per la band modenese. Nove brani aspri e ruvidi dall'impronta chitarristica cara al miglior rock 'n' roll dei primi 70's ma che guarda con affetto al decennio precedente, in particolare al rock psichedelico di fine 60's.
Il tutto si riassume in un corposo mix di Creedence Clearwater Revival, Black Crowes, un pizzico di Detroit Sound (dalle parte degli MC5) ma anche Blue Cheer e Wolfmother.
Prodotto in maniera eccelsa, suonato con una perizia rara, grandissimo album !

FERRO SOLO - Almost Mine: The Unexpected Rise and Sudden Demise of Fernando - Part 1
Ferruccio Quercetti è da più di vent’anni chitarrista e cantante dei CUT, storica band di blues/punk/noise bolognese. Il suo progetto solista esordisce con il primo atto di una storia autobiografica a cui contribuisce un nutrito stuolo di amici che arrivano da Three Second Kiss, Julie’s Haircut, Chow, Giuda, Forty Winks. I dodici brani spaziano in quel mai dimenticato ambito sonoro che caratterizzò il primo punk: aspro, crudo ma allo stesso tempo romantico e disperato, come sapevano fare nomi come Joe Jackson, Graham Parker and the Rumours, Boomtown Rats. Elettrico e pulsante ma terribilmente malinconico e che sfascia l'anima.

DI MAGGIO CONNECTION - Rowdy
Guidata da Marco Di Maggio, unico italiano insignito della Rockabilly Hall of Fame, la Connection firma il terzo album (il quattordicesimo per il leader). Undici brani in cui è il rockabilly (nella versione amfetaminica alla Stray Cats) a farla da padrone (in tal senso la versione con tanto di fiati di Smoke on the water è da antologia) ma che guarda anche a country, swing, Buddy Holly, blues e tanto altro. Il tutto maneggiato con tecnica e competenza sopraffini.

LUPE VELEZ - Weird tales
Il sestetto livornese (che tra le sue fila ha una serie di veterani della scena musicale italiana, provenienti dalle più svariate esperienze) all'esordio con un potente album, suonato con la corretta attitudine rock 'n' roll. Brani tirati, nervosi, compatti, melodie efficaci, suono grezzo e sincero, tra garage punk, power pop, sferzate punk.

SICK ROSE - Someplace better
La band torinese compie 35 anni e festeggia dando alle stampe (per Area Pirata) il settimo album che ne conferma la capacità di rinnovarsi, guardare avanti, con freschezza e spirito artisticamente progressista. Gli undici brani (per la prima volta tutti autografi), magnificamente prodotti da Ken Stringfellow (personaggio che ha vagato nei fertili campi di nomi come (REM, Posies, Big Star, Marky Ramone Band), spaziano nell'ampio cielo del più puro power pop (Shoes, Records, Raspeberries, Knack ma anche Buzzcocks, Undertones e un tocco dei Clash più pop). Un album perfetto nel suo genere.

DIAFRAMMA - L'abisso
Ventesimo album dei Diaframma (a cui si aggiungono quelli solisti di Federico Fiumani e una lunga serie di live, raccolte, ristampe).E tutto riluce ancora di energia, cose da dire, affermare, definire. La caratura dell'artista Fiumani continua a crescere, rafforzarsi, a guardare avanti, con la personalità di sempre, inimitabile, orgogliosamente unica, in direzione ostinatamente contraria. "L'abisso" è un disco crudo e diretto, rieccheggia spesso il mood del primo punk, quello a cavallo tra il 76 e il 77, pur accentuando la cura negli arrangiamenti e nei particolari, le liriche come sempre intense e immediate (pur nella loro, talvolta, apparente modalità criptica).
Per chi è cresciuto parallelamente a queste esperienze artistiche capisce, ci si capisce, senza troppe parole.
E' un percorso unico, un sentiero che in tanti hanno provato a percorrere perdendo l'orientamento, perchè solo chi sa guardare fisso verso una certa parte arriva alla meta.
Come Federico.

MAMUTHONES - Fear on the corner
Prodigioso album per la band di di Alessio Gastaldello, fondatore ed ex batterista dei Jennifer Gentle. Un viaggio psichedelico tra ritmiche che attingono da Fela Kuti e dal Miles Davis funk di "On the corner", umori che furono caratteristica principale di "Remain in light" e "Fear of music" dei Talking Heads, sapori che trovammo in "My life in the bush of ghosts" di David Byrne e Brian Eno, il tribalismo sciamanico dei Goat, il kraut rock dei Can di "Tago Mago". Troppo ? No, una giusta esagerata dose delle influenze più disparate che rendono "Fear on the corner" un lavoro originalissimo, geniale, unico.

GUIGNOL - Porteremo gli stessi panni
Ne hanno percorsa di strada, soprattutto strade, i Guignol dagli albori della loro storia, iniziata addirittura nel secolo scorso, nel lontano 1999. Nove album e un numero sterminato di concerti. In mezzo altrettanti cambiamenti di formazione.
Ma l'obiettivo sonoro è sempre stato chiaro: canzone d'autore intrisa di blues, con un'anima punk, rimandi alla tradizione folk mediterranea e un lirismo rabbioso, quasi militante, mai lamentoso, mai rassegnato. Una sorta di De Andrè passato al frullatore con i Gun Club e Patti Smith. Il nuovo album è il migliore, maturo, intenso, entra nell' anima e nel cuore fino a farli sanguinare. Merce rara.

RADIO DAYS - El Delfin Y El Varano
La band milanese è in circolazione da una quindicina di anni durante i quali ha suonato in mezzo mondo, dal Giappone all'Inghilterra, Europa dell'est, Scandinavia e inciso una decina di lavori tra album e singoli. Il nuovo ep con quattro brani conferma il valore indiscusso del loro power pop dalle tinte punk beat (vedi "Time is over" e la delicata cover in chiave 60's di "I wanna be your boyfriend" dei Ramones) che in "Sometimes" guarda ai Beatles degli ultimi anni e nella title track assume contorni Tarantiniani.

SAVANA FUNK - Bring in the new
Terzo album per il trio bolognese. Saporitissimo minestrone di grooves funk, reggae, soul, atmosfere tarantiniane, dub, riferimenti "desert" (Tinariwen, Bombino), blues, afrofunk.
Una miscela esplosiva anche grazie ad un'esecuzione nervosa e tirata al limite che riporta ai Beastie Boys di "Check your head".

ANY OTHER - Two, geography
Era giustamente molto atteso il secondo capitolo del progetto solista di Adele Nigro, Any Other, dopo la considerazione tributatele dalla critica italiana ed estera con l'esordio "Silently. Quietly. Going Away" di tre anni fa. E il secondo passo non tradisce le aspettative.
Cantautorato sghembo, figlio delle brillanti esperienze di Ani Di Franco e Michelle Shocked ma che a tratti riporta perfino a Joni Mitchell. Sound minimale, arrangiamenti apparentemente scarni (in realtà curati e assolutamente efficaci). Voce superba e distintiva.

PEAWEES - Moving target
Torna alla grande la band spezzina con dieci brani esplosivi come sempre. Il punk rock abbraccia tinte beat, guarda ai Flamin Groovies, ai primi Jam, melodie di sapore 60’s si affiancano alla consueta ruvida energia. L’album gira alla perfezione, la band è più che collaudata e si sente, soprattutto a livello compositivo, maturo e di prima qualità.

MITROPA EXPRESS - Strade
La band trentina pubblica il terzo ep, confermando la bontà e la freschezza della loro urgenza. Quella stessa che sentivamo nei primi dischi punk rock nel 1977. Clash, Jam, Buzzcocks, Adverts, Sham 69, una rabbia disperata e rassegnata in evidenza ("paesi dormitorio / tutti davanti alla TV / tutti davanti al video poker").

RAPPRESAGLIA - Neurotik
La band milanese è stata tra i pilastri dell'hardcore italiano negli 80's. Si è successivamente spostata verso sonorità più 77 oriented.
A quindici anni dall'eccellente "Sopravvissuti" un nuovo capitolo discografico si aggiunge alla lunga carriera. Ed è ancora una sferzata di incredibile energia e urgenza elettrica con un'attitudine comune a pochi. L'ambito ci riporta ai migliori Rancid dove confluiscono le buone vecchie influenze come Clash, ska, Social Distortion, Stiff Little Fingers, street punk.

ELLI DE MON – Songs Of Mercy And Desire
Con il terzo album la one girl band approfondisce ancora di più il legame con le radici più deep blues, venandole talvolta di country ma rimanendo legata alla tradizione primordiale portata avanti nel tempo da personaggi come Junior Kimbrough e più recentemente da Cedric Burnside. C’è anche un piglio iconoclasta e più aspro che porta dalle parti di PJ Harvey e Jon Spencer Blues Explosion.
Un sound unico, peculiare per chi continua coerentemente a ricercare in un ambito così particolare. E riesce a trarne un nuovo grande lavoro.

JULIE'S HAIRCUT - Karlsruhe / Fountain
Una delle (poche) band di respiro internazionale italiane pubblica per la propria etichetta Superlove un 12 pollici in vinile che include due brani particolarmente graditi nelle esibizioni live.
I quasi sette minuti di "Karlsruhe" ci avvolgono in un loop psichedelico strettamente avvinghiato al kraut rock dei Neu! Altrettanto lisergica "Fountain" più orientaleggiante, pink floydiana e dal respiro acustico. Come sempre un passo avanti rispetto al resto.

NEW COLOUR - Why did we say goodbye / Piece of my heart
Spettacolare singolo (in vinile) dalla band bolognese. Pure soul di sapore Curtis Mayfield con un'abbondante dose di Style Council (tra "Shout to the top" e "Walls tumbling down"). Suonato alla perfezione, spessore internazionale, eleganza, raffinatezza, coolness, groove a valanghe.

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