martedì, luglio 31, 2018

Luglio 2018. Il meglio



Passata la metà del 2018 un bel po' di ottime cose come gli album di Fantastic Negrito, Kamasi Washington, Arctic Monkeys, Gaz Coombes, Jimi Tenor, Tony Molina, Tenderlonious, The Sea and cake, New Mastersounds, Belly, Wilko Johnson, Bellrays, Jack White, Sons of Kermet, Buttshakers, Anderson East, James Hunter Six, Orgone, Laissez Fairs, Ruby Rushton, e tra gli italiani Nicola Conte, Calibro 35, Iacampo, New Colour, Mads, Evil Knievel, Mamuthones, Sick Rose, Guignol, Mina, Blue Giants, Red Lines, Paolo Fresu.

TONY MOLINA - Kill the lights
Tony è uno che va per le spicce. 10 brani per nemmeno un quarto d'ora di musica e un universo che si dipana dai Beatles dell'Album Bianco ai Byrds, ai Big Star, al Dylan mid 60's a Simon & Garfunkel. Melodie e atmosfere incredibilmente toccanti, con QUEL suono e QUELLA attitudine.
Semplicemente bellissimo.

https://www.youtube.com/watch?v=IRO0QzfksI0

IGGY POP + UNDERWORLD - Teatime Dub Encounters
Iggy e gli Underworld se ne escono con un grande ep, nato quasi per caso, rinverdendo i fasti di "Trainspotting" (la colonna sonora conteneva loro brani pur se non i ncollaborazione).
Elettronica bella pulsante e la voce di IGGY che nobilita qualsiasi cosa.
Anche INVECCHIANDO si può rimanere AVANTI.

TENDERLONIOUS featuring the 22 ARCHESTRA - Shakedown
Eccellente debutto per il valente flautista (e polistrumentista) inglese in perfetta linea con le nuove direttive del New British Jazz: funk, cool jazz, ritmi afro (con il talento batteristico di Yussef Dayes in gran spolvero), grande groove, mescolanza.

TRACEY THORN - Record
Una delle voci più belle di sempre quella dell'ex Everything but the girl. Che ora è brillante giornalista musicale ma che ritorna periodicamente in studio di registrazione. Il nuovo album viaggia su sonorità synth pop, elettroniche, condite da testi profondi, diretti e aspri. Irresistibilmente affascinante.

SHIRLEY DAVIS & the SILVERBACKS - Wishes And Wants
La cantante anglo giamaicana sfodera un gradevolissimo lavoro intriso di soul, funk, northern soul, afro funk. Grande voce, sonorità perfette, avvolgenti e travolgenti. Album super !

TY SEGALL/WHITE FENCE - Joy
Immersione in una ruvida e visionaria psichedelia moderna (ma non troppo) che guarda anche al primo glam targato Bolan e Bowie.
Un ascolto lo merita e può riservare anche ottime sorprese.

BAMBOOS - Night time people
Ottavo album per l band australiana.
Ottimo pop soul ma che risente di una produzione molto (troppo) sofisticata e mainstream. Comunque sempre un buon ascolto.

KAIDI TATHAM - It's A World Before You
New jazz mischiato con funk soul, hip hop e ritmi dance. Un groove nuovo, pulsante, melting pot. SOUTHERN AVENUE - s/t
Esordio per la band di Memphis. Soul rock di ottima qualità, bene eseguito e interpretato tra qualche cover e originali.

OVLOV - Tru
La band americana sembra decisamente innamorata dei Dinosaur Jr. e delle atmosfere shoegaze. Il nuovo album è, comunque gradevole all'ascolto, rincorrersi delle citate influenze.Ben fatto pur se palesemente derivativo.

GORILLAZ - The now now
L'indolenza elettronica di Damon Albarn e compagni non convince del tutto in questo nuovo capitolo. La formula è conosciuta e prevedibile. Alcuni brani svettano per qualità ma in generale il tono rimane anonimo.

BLUE MOKA - Blue Moka
Aiutato dalla classe trombettistica di Fabrizio Bosso, il quartetto parmense è all'esordio con un ottimo album di cool jazz che guarda all'Hammond groove di Jimmy Smith ma spazia in elaborazioni riuscite di "Futura" di Dalla e "Footprints" di Wayne Shorter.
Molto piacevole, raffinato e suonato con grande gusto.

GOLDEN DAWN ARCHESTRA - Children of the sun
Il collettivo new yorchese stupisce con un album molto eterogeneo dove entrano ritmi ballerecci (che riporta ai Talking Heads afro di "Remain in light"), atmosfere psichedeliche dilatate, groove jazz funk, un'attitudine freak psych stile primi Hawkwind, Gong, King Gizzard.
Bizzarri e divertenti.

PAOLO FRESU DEVIL QUARTET - Carpe diem
Pura poesia, pura maestria, un album incantevole, di una classe eccelsa (peraltro ribadita da strepitose esibizioni dal vivo). Band spettacolare alle spalle, l'anima di Miles che sovraintende il tutto, un groove semi acustico in bilico tra il cerebrale e il solare con un tocco in più quando l'album si chiude con una incredibile versione bluesy del tema de "Un posto al sole". Imperdibile.

THE SHOWBIZ - Do the rock 'n' roll
La band campana riporta il rock 'n' roll alle radici primigenie, ai riff sgangherati di Chuck Berry, all'arroganza dei Dr. Feelgood, alla sfacciataggine del primo punk, alle reminiscenze 60's dei Flamin Groovies che guardavano ai Rolling Stones del 1965. Quattro brani sparati, senza fronzoli, diretti, secchi, elettrici, urgenti. C'è dentro tutto.
https://tonguerecords.bandcamp.com/album/do-the-rocknroll

BONSAI BONSAI - s/t
Il quintetto livornese, attivo dal 2015, all'esordio con un ep con sei convincenti brani.
Evidenti i riferimenti alla nuova psichedelia (dai Temples ai primi Tame Impala) ma anche ad esperienze più brit pop (Miles Kane, Last Shadow Puppets), un toco di shoegaze e una tastiera che tesse trame di sapore prog.
Un lavoro molto interessante e personale.

SOULSTANCE – Electronic Chamber Jazz
I fratelli Lo Greco aggiungono un ulteriore tassello alla loro prestigiosa carriera. “Electronic Chamber Jazz” si apre ad un largo ventaglio di contaminazioni cha vanno dal jazz, al funk, con insert elettronici e uno sguardo totale alla musica. L’approccio ricorda sia quello di Kamasi Washington sia quanto sta osando il new british jazz di Shabaka Hutching e Binker and Moses. Coraggioso e aperto mix di classico e contemporaneo.

BRADIPOS IV - Lost waves
La band casertana è in giro da vent'anni. E quando si dice "in giro" si intende anche mezza Europa e California (da cui sono recentemente tornati e dove hanno impunemente portato la loro visione di un sound nato proprio là, il surf).
Dodici brani strumentali riempiono di delizia questo nuovo, ennesimo, lavoro discografico, all'insegna di una proposta che guarda ai classici di Surfaris o Dick Dale. Suonati sempre impeccabilmente e con un gusto raro, venati di una sottile e ammaliante malinconia melodica. Eccellente e imperdibile per gli amanti del genere.

FRANCO FORNASARI - Ondestelle
Franco Fornasari ha una lunga storia artistica alle spalle, tra concerti, composizione, incisioni (seppure occasionali). Che ora mette a frutto in un album di sedici brani che raccoglie solo una piccola parte del suo smisurato repertorio. Cinque sono in inglese, sei in italiano e cinque strumentali a rappresentare al meglio l'universo creativo di Franco.
Che spazia dal cantautorato anni 70 (da De Gregori a Bennato, Crosby, Stills, Nash and Young e la tradizione americana) a nuove forme che lo avvicinano al mondo di Ryley Walker, (vedi "Dove sei"), blues, country. C'è grazia, raffinatezza, tensione, melodie perfettamente articolate e una cura esecutiva di primissima qualità.
Grande album !

ASCOLTATO ANCHE:
THE SUFFERS (buon pop soul), TANUKICHAN (cantautrice alt rock soporifera e inutile), ALI SHAHEED MUHAMAD (jazz, hip hop, funk, non male pur se risaputo), CHASTITY (noiosissimo alt rock shoegaze), SHEMEIKA COPELAND (un buon album di blues), LUCERO (noioso american rock), HYPNOTIC BRASS ENSEMBLE (buon mix di funk strumentale e groove hip hop basato su una poderosa sezione fiati. Gradevole), OKONKOLO (afro sound discretamente interessante), VYNIL WILLIAMS (dream pop sognante...appunto...carino)

LETTO

MATTEO P. BIANCHI – Yoko Ono
"E' l'artista sconosciuta più famosa del mondo.
Tutti sanno il suo nome ma nessuno sa cosa faccia"
(John Lennon)

E YOKO ONO è stata anche la più odiata.
Per decenni derisa, insultata, bastonata (artisticamente e verbalmente), ritenuta la responsabile della fine dei Beatles (tesi sempre ampiamente smentita da ognuno di loro).
Un odio gratuito e sguaiato, che anticipa di molto quello all'ordine del giorno sui social attuali.
Un linciaggio insensato per un'ARTISTA totale, d'avanguardia, sperimentale, provocatoria, raramente comprensibile per i canoni abituali dell'appassionato rock.
Una donna con una storia particolarissima (nata ricchissima, finita poverissima durante la guerra, ritornata a testa alta, le prime opere nei 60's, il rapimento della figlia Kyoko da parte del primo marito, l'incontro con John, la tragica morte del compagno e la prosecuzione di una carriera che solo negli ultimi anni ha trovato un equilibrio con giudizi di pubblico e critica esenti da pregiudizi vecchi e stantii).
Matteo B.Bianchi è un fan di Yoko, ne ripercorre vita e carriera con affetto e (auto) ironia, il libro è fresco e frizzante.
E consigliatissimo.

TONY JEFFERSON, STUART HALL - Rituali di resistenza
Un interessantissima, approfondita e certosina ricerca sulle sottoculture giovanili (Teds, Mods, Skinheads, Rastafariani), ricca di aneddoti e particolari spesso inediti.
Ma, ATTENZIONE, lo scritto non indugia su note di colore ma sul linguaggio intrinseco alle aggregazioni in questione.
Un saggio talvolta ostico e scientifico che utilizza non di rado una terminologia non sempre agevole (.."le eteroclite articolazioni non ci consentono di comprendere ontologicamente cosa si intende oggi quando di parla di "americanizzazione" della gioventù post-atomica; aspirazione alla mobilità verticale dei "miniaturisti" ...) ma che contestualizza al meglio il ruolo delle culture giovanili all'interno della società.

PIERGIORGIO DI CARA - Cammina, stronzo. Sbirri a Palermo
Di Cara lavora nella Polizia, a Palermo.
E racconta, racconta storie piene di adrenalina, paura, ma anche della quotidianità in questura, di appostamenti, di malavita, da quella spicciola a quella "là in alto".
Il linguaggio è diretto, senza fronzoli, duro e crudo.
Un libro prezioso per capire tante dinamiche, spesso viste in un'ottica superficiale.
E quando ti chiamano a casa dicendoti che "stanno venendoti a trovare" un senso di panico travolge anche il lettore.

IGIABA SCEGO - Caetano Veloso
La scrittrice italo somala (già autrice dello splendido "Adua") ci porta, con passione totale alla scoperta del genio e della vita romanzesca del grande Caetano Veloso. Si parla ovviamente tanto di musica ma molto più dell'uomo e delle sue vicende. Veloce, divertente, intenso, un buon libro per saperne di più sul cantautore brasiliano.

BEPPE FENOGLIO - La malora
Il "gemello" di "Fontamara" di Silone, ambientato nelle Langhe, alle porte di Alba.
Miseria, violenza, sopraffazione, nessun futuro per il povero Agostino che si rompe la schiena per un tozzo di pane, dorme in un pagliaio, circondato da padroni infami, matrimoni combinati, morte, povertà estrema.
Fenoglio scrive divinamente, con un'efficacia rara.

VISTO

OSANNA a Piacenza "Palazzo Farnese" 17 luglio 2018
Torrenziale concerto per la band partenopea.
Un tiro incredibile, tecnica smisurata, potenza sonora che si accompagna senza problemi a raffinatezze di ogni tipo.
Una musica totale che in un contesto palesemente prog abbraccia jazz, rock, hard, canzone d'autore, sonorità mediterranee, tradizione napoletana, perfino reggae.
Spettacolare la riproposizione della colonna sonora del film "Calibro 9", con musiche di Luis Bacalov e commovente omaggio finale a Francesco Di Giacomo del Banco con incluasa citazione di "Luglio, agosto..." degli Area. Impressionanti !

PEPPE SERVILLO e DANILO REA a Gragnano (PC) "Villa Marchesi" 18 luglio 2018
Elegante, raffinato, teatrale, avvolgente. Peppe Servillo incanta, accompagnato dall'immensa classe pianistica di Danilo Rea, il foltissimo pubblico accordo all'evento.
Si rivede la tradizione napoletana (da "Maruzzella" a Ditincello vuje", via "Està nun voglio fa niente" con uno strepitosa e divertente finale con "Dove sta Zazà".
Servillo è un bravissimo intrattenitore, teatrante nato, racconta storie e aneddoti, con ironia e sarcasmo.
Rea lavora di fino, raramente si "espone" ma lo fa con una capacità unica e rara.

COSE VARIE
Ogni giorno mie recensioni italiane su www.radiocoop.it, ogni domenica "La musica ribelle", una pagina sul quotidiano "Libertà", ogni mese varie su CLASSIC ROCK.
Occasionalmente su "Il Manifesto".

Sul sito di RadioCoop (www.radiocoop.it) ogni lunedì va in onda il TG musicale "3 minuti con RadioCoop" condotto da me , Carlo Maffini e Paolo Muzio.

Le varie puntate sono qui:
https://www.youtube.com/playlist?list=PLq4GWqezsdXQktNFF5Mai9q0NA4e7CMH4

IN CANTIERE

La prima parte del tour di presentazioni del libro su GIL SCOTT HERON "Gil Scott Heron. The black Bob Dylan" per Volo Libero Edizioni è andata benissimo.
Tanta gente, molto attenta e partecipe, moderatori fantastici.
Un eccellente modo per far conoscere un personaggio del calibro di GIL SCOTT HERON.
Da settembre si riparte (Ancona, Barletta, Piacenza, Nord Est, Firenze, Perugia, Napoli, Sicilia).

lunedì, luglio 30, 2018

Get Back. Dischi da (ri)scoprire



Ogni mese la rubrica GET BACK ripropone alcuni dischi persi nel tempo e meritevoli di una riscoperta.
Le altre riscoperte sono qui:

http://tonyface.blogspot.it/search/label/Get%20Back

YOKO ONO - Approximately Infinite Universe
Abituati a considerare Yoko una gorgheggiante e ululante sperimentatrice ci siamo sicuramente dimenticati di questo album del 1973, un doppio con 22 brani che spaziano dal blues, al funk, al rock, a dolci e intense ballate. Accompagnata dalla Elephant's memory Band e da John Lennon (accreditato come Joel Nohnn) a chitarra e cori (e sicuramente alla composizioni, seppure i brani siano tutti firmati da Yoko) con la partecipazione (nascosta) di Mick Jagger alla chitarra in alcuni brani. Un disco niente male.

YOKO ONO - Plastic Ono Band
Il primo album solista di Yoko, dopo i tre sperimentali (e inascoltabili incisi con John). Registrato nel 1970 in un pomeriggio contiene una serie di brani d'avanguardia ma che hanno basi nel rock classico, tra gorgheggi mutuati dalla tradizione giapponese del Kabuki (e che influenzeranno non pochi gruppi come B52's o Sonic Youth), rumori e brani caotici.
In "Greenfield Morning I Pushed an Empty Baby Carriage All Over the City" George Harrison è al sitar e Ringo Starr alla batteria (suona anche in numerosi altri brani del disco), Ornette Coleman alla tromba (e porta con sè alcuni membri della sua band), Klaus Voorman al basso.

OSANNA - Preludio, Tema, Variazioni e Canzona
Colonna sonora del film "Calibro 9" de l1972 si avvale di composizioni e arrangiamenti di Luis Bacalov ed interamente strumentale. Si viaggia in ambito prog, con orchestrazioni che riportano al "Concerto grosso" dei New Trolls. Il tutto eseguito con una perizia tecnica di altissimo livello. Molto interessante.

WILLIE HENDERSON & the SOUL EXPLOSION - Funky chicken
Spettacolare album targato 1970.
Puro funk, un pizzico di latin, tanto soul e un groove pazzesco, sezione fiati da urlo e un grado di danzabilità altississimo.

sabato, luglio 28, 2018

Intervista a Ramon Brazzarola



Intervista a Ramon Brazzarola, musicista e organizzatore di eventi.
Scopriamone di più.


Hai avuto un passato di attività musicale importante. Ce ne parli?

Beh, diciamo che mi sono dato da fare (ahahahah).
Tralasciando la parte della gavetta, di come ho iniziato a mettere i dischi (1992) e di come ho iniziato ad organizzare piccoli eventi, posso dire ..

Ho militato in tre band "Minori" THE LOOSERS; poi (senza di me) diventati THEE PSYCHOTONES, I RADIONOISE E I PRAGMA (queste ultime due formazioni fondate da me) con un totale di tre demo e due EP in attivo.
Poi una sera in un pub fumosissimo della ridente, Como Middle/Upper Class, conobbi Garbo, entrammo subito in sintonia, da li a breve diventai suo bassista prima, e subito dopo suo manager live e coeditore.
Garbo trovò in me una risorsa con tanta voglia di fare, ed era bellissimo dedicarsi a lui, lasciai una ditta con un contratto a tempo indeterminato per fare "il musicista".
Una storia musicale e di amicizia oserei dire romanzesca, durata tre anni, un disco in attivo un EP live, e quasi 50 concerti (organizzati dal sottoscritto) sparsi sul territorio nazionale, durante questo periodo, ho avuto il piacere di collaborare sui palchi e fuori, con Raffaella Destefano (madreblu) Georgeanne Kalwait, ( DeltaV) Alberto Camerini, Ivan Cattaneo, Luca Urbani dei Soerba, Johnson Righeria, e i Krisma; ragazzi dovevate vedere la faccia di mia madre quando, le telefonai e le dissi :"mamma domani prepari pranzo per tre? Sai sono di fretta devo andare a Bologna a suonare al "Made in Bo".
Arrivai con Maurizio e Kristina, mi madre si commosse, eh si, perché mia madre dopo i Beatles, il suo grande "amore" era Maurizio, mi guardava con occhi lucidi e pieni di gioia, credo di aver dato qualche soddisfazione ai miei genitori ;)😉
Mi divertivo un casino, ero il braccio destro e sinistro di Garbo, mi coinvolgeva in tutto e per tutto, chiedendomi molte volte il mio parere, ho imparato molto in breve tempo. Ho capito come relazionarmi con le Majors, ed ho avuto anche il piacere di assistere Renè, durante la registrazione di ICONOCLASH; primo album solista di BOOSTA dei Subsonica, perché ho sempre trovato molto stimolante, aver a che fare con quelli più bravi di me.
Non sono mancati i siparietti!!!
Piuttosto che prima e dopo, i concerti di Garbo, tante fan venivano a chiedere l'autografo o la foto anche a me, io sorridevo in quanto, non ero nessuno, ma capivo la genuinità del pubblico, quando ci si diverte, e quando fai divertire, tutto è concesso!
Poi come tante storie, anche la mia con Renato Abate ebbe un inizio come una fine.
Dopo qualche mese collaborai con Paolo Benvegnù ( Ex Scisma) per la registrazione di Rimmel, totalmente rivisitata da noi, per una compilation del Mucchio.
Questa in pratica è la sintesi della mia storia "Esposta".

Ad un certo punto ti sei avvicinato al mondo mod

Si.
Chiusa la parentesi con Garbo, ribaltai tutta la mia vita, un reset totale.
Conobbi Milena, (mia moglie) che ha vissuto un anno a Londra, e dopo pochi mesi facemmo la Nostra prima vacanza nella city.
Sapevo benissimo chi erano i Mods, ma non avevo mai approfondito, mia moglie iniziò a farmi frequentare Londra e gli UK, a ritmi davvero marcati, ed essendo io molto incline alle sonorità Inglesi da lì … il passo è stato breve, poi ..
Mi sono ritrovato a casa disoccupato, 26 lunghi mesi senza fare nulla, sveglia all'alba per leggere gli annunci di lavoro, ma alle 8:00 ero già libero, oltre ad ascoltare tanta musica iniziai a leggere, prima tante interviste di Liam, poi incuriosito continuai la ricerca, sia musicale che letteraria.
Compreso degli scritti di Oskar Giammarinaro (persona che stimo moltissimo) e TonyFace (conosci? Altro personaggio epico!), e mi riconobbi il questa cultura.
Così che, nel giro di poco tempo, ho ritrovato la carica, e trovai anche lavoro, o meglio, me lo creai, il 13 luglio del 2015 aprii partita iva e il 14 iniziai a lavorare, e ora la mia attività va a gonfie vele!!!
E lo devo a voi tutti! ( Oltre che a Milena) mi avete fatto scattare la molla!

Ti stai occupando ora di alcuni artisti legati al giro mod ..

Ho un rapporto intrigante con Mike Painter e Viola Road, che da poco anno pubblicato il disco nuovo, e mi hanno chiesto di occuparmi dei loro live, con Mike e Viola esiste un rapporto particolare.
Considero Mike un fratello maggiore, e quando ci ritroviamo, anche solo per una semplice cena, mi trovo catapultato in una bolla spazio/temporale decisamente emozionante. Mike e Viola meritano l'esposizione giusta sono dei grandissimi musicisti, ed il mio impegno nei loro confronti sarà massimo.
Se lo meritano!!
Inoltre di recente ho avuto il piacere di conoscere Lauren Fitzpatrick, appartiene al giro Soul, anche se per me certi confini non esistono, posso dire che è una bellissima persona, una straordinaria professionista, oltre che una grande amica!
La voglio aiutare .. come?
Non ho un'idea precisa, lascio alla mia fantasia e alla mia forza di volontà il timone delle direzioni!

Che cosa pensi della scena legata al modernismo italiano essendo tu tra gli organizzatori del MOD DAY e di altre iniziative in questo ambito?

Urca!!
Credo che la scena mod italiana stia vivendo un bel periodo, chiaro, parere soggettivo, vedo entusiasmo, progettualità, spirito di appartenenza (parlo delle serate che frequento). Certo qualcosa da correggere c'è, in particolar modo per ciò che riguarda il mod day, anche se tutti mi dicono che è stato perfetto e tanti inglesi navigati, sono rimasti entusiasti, (alcuni stanno prenotando un anno con l'altro, la conferma è nei numeri, sempre più inglesi vogliono partecipare, hanno preso il mod day come una vera e propria vacanza), per me c'è margine di miglioramento.
Leggo a volte nei social, in riferimento alle iniziative legate alla nostra Subcult, o a serate in generale, come dire .. post un po' troppo nostalgici, secondo me, mio parere da apprendista, se sei una/o che si identificano nella mod culture, l'inclinazione dovrebbe essere nel guardare avanti, a mio modesto parere,"Moving and Learning"! Tanti si limitano a parlare del passato, quando invece, sarebbe più entusiasmante progettare per il futuro, e magari cercare di coinvolgere i giovani, manca un ricambio generazionale, (questo in molti altri ambiti) io tendo a guardare avanti, il passato è passato, un rispettoso bagaglio d'esperienza x migliorare il futuro, e rendere piacevole il presente.

Chiedo a tutti una lista di dischi da portare sulla solita isola deserta

beh.. nella speranza di non fare un volo low cost, quindi non avendo ridicoli vincoli di carico sicuramente, tutti i dischi degli Oasis ;)😉
Cheers!

Libertà, Classic Rock e Radiocoop



Domani sul quotidiano di Piacenza LIBERTA' nell'inserto "Portfolio" diretto da Maurizio Pilotti nella rubrica "La Musica Ribelle" parlo di KEITH MOON, "Ciao 2001", il meglio del mese.




Nel nuovo numero di Classic Rock parlo di "The crossing" di ALEJANDRO ESCOVEDO, del DVD "From the Vault No security" dei ROLLING STONES, "Out of the blues" di BOZ SCAGGS e degli album degli Evil Knievel, Lupe Veléz, The Ghiblis, Virtual Time e BUGO.



Sul sito di RadioCoop (www.radiocoop.it) ogni lunedì va in onda il TG musicale "3 minuti con RadioCoop" condotto da me, Carlo Maffini e Paolo Muzio.

venerdì, luglio 27, 2018

Adriano Celentano - Azzurro



Attraverso una cinquantina di post, riviviamo una serie di episodi in chiave artistica, culturale, sociale del 1968.
I precedenti post qui:

http://tonyface.blogspot.it/search/label/50%20anni%20dal%201968

Esce il 25 maggio 1968 il 45 giri di ADRIANO CELENTANO, "AZZURRO" (con sul lato B la fantastcia "Una carezza in un pugno").

La canzone è composta da un giovane PAOLO CONTE (che già aveva regalato ad Adriano "Siamo la copia più bella del mondo") e nonostante un diffuso scetticismo iniziale, diventa uno dei brani italiani più conosciuti e venduti in assoluto.

La marcetta allegrotta nasconde in realtà un testo particolarmente cupo, malinconico e disperato...

Cerco l'estate tutto l'anno
e all'improvviso eccola qua.
Lei è partita per le spiagge
e sono solo quassù in città
sento fischiare sopra i tetti
un areoplano che se ne và.

Azzurro, il pomeriggio è troppo azzurro e lungo, per me
mi accorgo di non avere più risorse senza di te
e allora io quasi quasi prendo il treno e vengo vengo da te.
Il treno dei desideri nei miei pensieri all'incontrario và.

Sembra quand'ero all'oratorio,
con tanto sole, tanti anni fa.
Quelle domeniche da solo
in un cortile, a passeggiar,
ora mi annoio più di allora,
neanche un prete per chiacchierar.

Azzurro, il pomeriggio è troppo azzurro e lungo, per me
mi accorgo di non avere più risorse senza di te
e allora io quasi quasi prendo il treno e vengo vengo da te.
Il treno dei desideri nei miei pensieri all'incontrario và.

Cerco un po' d'Africa in giardino,
tra l'oleandro e il baobab
come facevo da bambino,
ma qui c'è gente, non si può più
stanno innaffiando le tue rose,
non c'è il leone, chissà dov'è
.

giovedì, luglio 26, 2018

La carica dei mods - Londra, Buckingham Palace 5/11/1966



Uno degli episodi più oscuri e meno documentati dell'era Mod degli anni 60 è la carica a Buckingham Palace del 5 novembre 1966.

Le notizie sono vaghe e frammentarie ma pare che centinaia di Mods si radunarono in Trafalgar Square durante la Guy Fawkes Night che si celebra ogni anno in quel giorno in Inghilterra (5 di novembre del 1605 un gruppo di 13 cattolici inglesi guidato da Guy Fawkes, ammassò 36 barili di polvere da sparo in una cantina situata sotto il Palazzo di Westminster con l’intento di far saltare la sede del Parlamento inglese. L'attentato fu sventato).

Da lì in molti partirono con gli scooter, passando per il The Mall e "caricando" Buckingham Palace, con uno dei partecipanti che mandò la sua Vespa a frantumarsi contro i cancelli.

Pare altresì che un tentativo di commemorare l'evento da parte di un gruppo di mods sia stato bloccato dalla polizia nel 1984.

mercoledì, luglio 25, 2018

Johnny Thunders



ARTICOLO PUBBLICATO DAL QUOTIDIANO "LIBERTA'" il 22 luglio 2018

A volte è difficile ripensare a certe storie che hanno caratterizzato la storia della musica rock. Perchè certi personaggi li hai tanto amati, considerati, ammirati (pur, come vedremo in questo caso, nelle loro più tremende contraddizioni), perfino conosciuti, che, nel momento in cui se ne sono andati, hanno lasciato, volenti o nolenti, un vuoto.
Johnny Thunders era un chitarrista di New York, una vita buttata in droghe, eccessi, suicidi artistici. Storie violente e spesso degradanti, dischi epocali da cui non ha tratto un soldo (e so lo ha fatto lo ha immediatamente “investito” in tutto ciò che di illecito ci è dato pensare), occasioni perdute, tragedie. Una storia triste e drammatica per un uomo, un musicista, un artista, che ha lasciato un segno indelebile tra i suoi ammiratori e fan.

John Anthony Genzale, figlio di immigrati che arrivano dalla provincia di Avellino, nasce a New York nel 1952 e si segnala come una promessa del baseball.
Gli fanno proposte e offerte ma quando è ora di firmare un contratto per una grande squadra l'allenatore gli impone di tagliarsi i lunghi capelli e “mettersi in ordine”. John non ha dubbi, depone la mazza da baseball e lascia lo sport.
Anche perchè c'è una nuova passione che lo intriga di più, la musica. A soli 15 anni, siamo nella seconda metà degli anni '60, in piena era psichedelica e rock blues, incomincia a suonare basso e chitarra in piccoli gruppi e a frequentare club e concerti (appare anche tra il pubblico del film “Gimme shelter” dei Rolling Stones, capelli lunghissimi, anche per i tempi, aspetto inquietante e già poco raccomandabile) e decide di abbracciare il nome d'arte di Johnny Thunders.

Nei primi anni 70 forma uno dei gruppi seminali del rock, i New York Dolls.
Oltraggiosi, violenti, adottano il travestimento femminile per provocare e una musica dura, minimale, distorta.
A guidarli un sosia depravato di Mick Jagger, David Johansen che si presenta sul palco (e non ha problemi a farlo per strada) in tacchi a spillo.
Ma anche il resto della band non lesina in eccessi estetici (e non solo).
L'esordio è per il Capodanno del 1971 e immediatamente i discografici si interessano a questo nuovo fenomeno.
Ci vorranno due anni per vedere però il primo album, duranti i quali perderanno, per questioni di droga, il batterista Billy Murcia.
Prodotti da Todd Rundgren, un luminare della musica underground dei tempi, lo stupiranno subito entrando in studio di registrazione e suonando i brani scelti così come li avevano sempre proposti dal vivo, senza particolari arrangiamenti o aggiustamenti. Il risultato è eclatante, è raro ai tempi trovare qualcosa di così ruvido e immediato. Solo gli Stooges di Iggy Pop o i semi sconosciuti Blue Cheer avevano osato tanto.
La critica è confusa ma concorde sull'originalità e sull'efficacia della proposta.
Un po' meno il pubblico che non concede all'album particolare fiducia, nonostante il gruppo sia ben presente dal vivo, in tour e anche in TV, in Usa e Inghilterra. Affiancato da una sinistra fama di gente dedita ad ogni tipo di eccesso.

La copertina è tutto un programma.
I cinque componenti sono vestiti grossolanamente da donna e il nome del gruppo scritto con un rossetto. L'album rimane una delle principali fonti di ispirazione per la scena punk (anche se arriva ben tre anni prima). Johnny Thunders è uno dei principali artefici delle composizioni e del suono del gruppo ma anche uno dei protagonisti della vita estremamente spericolata che ormai caratterizza ogni giorno del gruppo. Che in breve tempo finisce allo sbando.
Incide un altro album, sempre interessante ma di qualità inferiore, significativamente intitolato “Too much too soon” (troppo e troppo presto), finisce nelle mani di un manager inglese, Malcom Mc Laren che fa le prove con loro per il progetto che di lì a poco porterà al successo mondiale con il nome di Sex Pistols. Li riveste in lattice rosso, gli posiziona una bandiera con falce e martello alle spalle, cercando di far salire ad un gradino più alto la provocazione.
Ma non funzionerà.
Propone loro, orfani del cantante David Johansen che ha nel frattempo lasciato il gruppo, di volare in Inghilterra e unirsi ad un giovane pazzoide che si fa chiamare Johnny Rotten. Rifiutano e Mc Laren affiancherà a Rotten tre teppisti inglesi e li chiamerà Sex Pistols.

Johnny Thunders si taglia i capelli e abbraccia la nuova scena punk che sta esplodendo in Usa e Inghilterra, formando gli Heartbreakers che di fatto proseguono la linea sonora della precedente band, incidono un album, vanno in tour con Sex Pistols e Clash ma ancora una volta dura poco. Lo stile di vita che definiamo eufimisticamente sregolato, manager truffaldini, scelte sbagliatre e approssimative portano velocemente il gruppo allo scioglimento. Johnny non si perde d'animo e ricomincia all'insegna di una carriera solista, costellata di alti e bassi ma che parte con il piede giusto con lo stupendo “So alone” del 1978 (a cui collaborano fior di ospiti, come due dei Sex Pistols, l'ex Small Faces Steve Marriott, Phil Lynott dei Thin Lizzy, Chrissie Hynde dei Pretenders e il giovane Steve Lillywhite che finirà successivamente come produttore alla corte di U2, Rolling Stones, Peter Gabriel e decine di altri).
Un album talvolta straziante nella sua malinconica intensità e genuina nudità emotiva.
Seguirà un'altra mezza dozzina di album, sempre piuttosto dignitosi, in cui alterna la mai rinnegata passione per il rock 'n' roll a ballate crude e drammatiche. Non abbandona purtroppo nemmeno le vecchie sgradevoli abitudini e predilezioni per gli eccessi, la salute è precaria e spesso rischia seriamente la vita.
I concerti possono essere esaltanti come estremamente deludenti, dipende da come gira la serata. Johnny prova più volte a disintossicarsi ma è una lotta contro sé stesso che fatica a vincere.

La fine lo coglie a New Orleans nel 1991 ed è tutt'ora avvolta nel mistero.
Derubricato come decesso a causa di overdose, pare invece che la dose letale sia stata somministrata da due compari occasionali di sballo con l'intento di derubarlo ma che qualcosa sia andato storto.
E che la polizia locale non abbia fatto grandi sforzi per approfondire il fatto, archiviando velocemente il tutto. Un finale tragico purtroppo previsto e prevedibile che ci ha privati di un piccolo talento e di un artista meritevole di maggiore fortuna e considerazione. Difficile prevedere se Johnny sarebbe riuscito a fuggire dai suoi fantasmi e se la produzione discografica ci avrebbe dato ulteriori soddisfazioni. Rimane una cupa tristezza nel ripensare a quanto ha sprecato in tutti questi anni.

DISCHI CONSIGLIATI
Imperdibile l'esordio dei New York Dolls, album seminale e tra i più importanti usciti negli anni 70. Consigliata anche l'unica testimonianza lasciata dai suoi Hertabreakers, “L.A.M.F.” (acronimo che sta per “come un figlio di...”) che contiene uno degli inni del punk per eccellenza “Born to lose” (“nato per perdere”, lucido manifesto della sua esistenza) e da ascoltare l'esordio solista “So alone”. La sua storia è raccontata in dettaglio mel libro di Nina Antonia “In cold blood”.

Gli anni 80 furono un periodo molto eccitante per chi suonava rock in un certo ambito. Era tutto da costruire, vivere in diretta, succedevano tante cose molto in fretta e per dei ventenni innamorati di un sogno, ogni giorno era qualcosa di speciale. Con la mia band di allora, i Not Moving avevamo appena vissuto l'opportunità di suonare con i Clash a Milano, eravamo stati a Berlino con i Litfiba all'ombra del Muro, nel quartiere ribelle di Kreuzberg, in uno dei principali locali della città.
Il 19 novembre al “Big” di Torino, il 20 al Palazzetto di Due Ville (VI), il 21 al “Manila” di Firenze del 1984 ci diedero la possibilità di aprire il tour italiano di Johnny Thunders. Un modo per confrontarci in maniera diretta con una leggenda.
Date non affollatissime (2/300 persone) ma decisamente “calde” in cui talvolta “rubammo” (un po’ a malincuore e con imbarazzo, soprattutto a Vicenza dove il nostro , particolarmente sballato, uscì, dopo mezzora di concerto a dir poco approssimativo, un po’ mogio, tra i fischi) la scena ad un Johnny in scarsa forma, spesso stonato, fuori tempo, spompato.
Con noi fu gentile, disponibile, affabile, quieto, arrendevole, soprattutto per chi si attendeva il punk rocker spietato e cattivo.
Ma fisicamente era provato, spesso assente e per quanto apparentemente “pulito” non rinunciò in un paio di occasioni al “vecchio vizio”.
Rimane nei nostri cuori quello sguardo mite e affettuoso che ti osservava alla costante ricerca di un sorriso e di un'approvazione, come se chiedesse costantemente aiuto.

martedì, luglio 24, 2018

L'importanza di "Folfiri o Folfox" degli Afterhours



Impegnati nella onanistica querelle su quanto si è venduto Manuel Agnelli con X Factor è passata in secondo piano l'importanza di un album monumentale come "Folfiri o Folfox" degli AFTERHOURS, uscito un paio di anni fa all'inizio dell'estate 2016.
Uno degli album italiani più riusciti, maturi, completi del nuovo millennio.
Probabilmente IL MIGLIORE in assoluto.

Diciotto brani ostici, duri, drammatici, senza compromessi, intensi, complessi, spesso sperimentali.
Un album drammatico, compatto, solenne, personalissimo.
I testi raccontano lo straziante addio, la mancanza, l'assenza, del padre di Manuel.
Ma raccontano anche la morte di una generazione, di una società, di un modo di vivere.
Sono tra i testi più potenti, emozionanti, cattivi, atroci, coraggiosi, letti negli ultimi anni.

Non Voglio Ritrovare Il Tuo Nome
https://www.youtube.com/watch?v=ZuekfYDi5tE

Se io fossi il giudice
https://www.youtube.com/watch?v=aSFGEOV9x00

Grande
https://www.youtube.com/watch?v=x1eZ9M9PHbo

Tu giurami che noi
non moriremo mai
Questo puoi farlo

Grande

La rivoluzione
che giochi sul web
sai chi ce l'ha regalata?
Uno stato si fonda
sul gioco d'azzardo
sul culto della sfiga
Il mio popolo si fa
Dio, fortuna e trans
Se l'orrore siamo noi
beh l'orrore è quel che vuoi
La mia generazione visse nella bugia
che il mondo poteva cambiare

Il mio popolo si fa

Scava sotto i buoni
c'è un cadavere
Sotto ai cattivi un angelo
ucciso da un'idea
Dicevi che la gente ha ciò che merita
e tu eri mia
Noi soli non saremmo morti mai

Non voglio ritrovare il tuo nome

E voleremo sopra il male altrui
sulle canzoni e tutte le poesie
sopra il post punk, fascismo e libertà
Ogni uomo ha una mania
sai di avere la mia
Se non vuoi credere a Dio
Alla mostruosità puoi!

Fra i non viventi vivremo noi

Oggi svegliandomi ho realizzato che
Tutto il resto è stupido
Voglio provare a vivere
Oggi svegliandomi,
credevo fossi tu
che mi dicevi: ''Stupido, devi tornare a vivere'
'
Se io fossi il giudice

lunedì, luglio 23, 2018

Tony Jefferson , Stuart Hall - Rituali di resistenza



Un interessantissima, approfondita e certosina ricerca sulle sottoculture giovanili (Teds, Mods, Skinheads, Rastafariani), ricca di aneddoti e particolari spesso inediti.
Ma, ATTENZIONE, lo scritto non indugia su note di colore ma sul linguaggio intrinseco alle aggregazioni in questione.

Un saggio talvolta ostico e scientifico che utilizza non di rado una terminologia non sempre agevole (.."le eteroclite articolazioni non ci consentono di comprendere ontologicamente cosa si intende oggi quando di parla di "americanizzazione" della gioventù post-atomica; aspirazione alla mobilità verticale dei "miniaturisti" ...) ma che contestualizza al meglio il ruolo delle culture giovanili all'interno della società.

sabato, luglio 21, 2018

Gil Scott Heron in tour



Si è chiusa la prima parte del tour dedicato alla presentazione del libro su GIL SCOTT HERON (edito da Volo Libero Edizioni).

VENERDI' 6 APRILE : ROMA “RomArt Factory”
MERCOLEDI' 11 APRILE : MILANO “Libreria Colibrì”
GIOVEDI' 12 APRILE: BOLOGNA “Libreria Irnerio”
SABATO 14 APRILE : PIACENZA “Chez Moi”
SABATO 21 APRILE : TORTONA (AL) “Namastè”
SABATO 12 MAGGIO : TORINO “Salone del Libro”
VENERDI' 17 MAGGIO : LEGNANO (MI) “Nuova Terra”
MARTEDI' 3 LUGLIO : CREMONA "ArciPelago"
GIOVEDI' 5 LUGLIO : TRAVO (PC) “Castello Anguissola”
LUNEDI' 16 LUGLIO : FIORENZUOLA (PC) “Dal Mississippi al Po”
.



La particolarità saliente è stata l'estrema attenzione e partecipazione per il racconto di una vita artistica, e non solo, così unica .
Grazie a tutti gli organizzatori, moderatori, musicisti che mi hanno affiancato e al pubblico, sempre numeroso, intervenuto.

Si riprende in autunno con una serie di date che porterà il libro al centro, al sud, al nord est (da Barletta a Napoli, Firenze, Perugia, di nuovo Piacenza).
Se avete date da suggerire (o organizzare) fatemi sapere.

https://www.facebook.com/GilScottH/

Libertà, Mods e Radiocoop



Domani sul quotidiano di Piacenza LIBERTA' nell'inserto "Portfolio" diretto da Maurizio Pilotti nella rubrica "La Musica Ribelle" parlo di JOHNNY THUNDERS.



Domenica 22 luglio a LA SPEZIA (https://www.facebook.com/events/2120625001514516/) torna lo spettacolo MODS con Alex Loggia !!!!



Sul sito di RadioCoop (www.radiocoop.it) ogni lunedì va in onda il TG musicale "3 minuti con RadioCoop" condotto da me, Carlo Maffini e Paolo Muzio.

venerdì, luglio 20, 2018

Time Out



Attraverso una cinquantina di post, riviviamo una serie di episodi in chiave artistica, culturale, sociale del 1968.
I precedenti post qui:

http://tonyface.blogspot.it/search/label/50%20anni%20dal%201968

Esce il 12 agosto del 1968 a Londra il primo numero di TIME OUT, storica rivista, tutt'ora in circolazione (e espansa in altre 39 città del mondo, da New York a Delhi, Washington, Tel Aviv, Pechino etc.).

Il nome originale "Where It's At" fu cambiato in "Time Out" ispirandosi all'omonimo album di Dave Brubeck.

Inizialmente concepita come rivista underground dalle istanze radicali ha progressivamente mutato pelle, passando da 5.000 a 110.000 copie, diventando successivamente un colosso della comunicazione.

giovedì, luglio 19, 2018

Osanna e Peppe Servillo/Danilo Rea in conceerto



OSANNA a Piacenza "Palazzo Farnese" 17 luglio 2018

Torrenziale concerto per la band partenopea.
Un tiro incredibile, tecnica smisurata, potenza sonora che si accompagna senza problemi a raffinatezze di ogni tipo.
Una musica totale che in un contesto palesemente prog abbraccia jazz, rock, hard, canzone d'autore, sonorità mediterranee, tradizione napoletana, perfino reggae.
Spettacolare la riproposizione della colonna sonora del film "Calibro 9", con musiche di Luis Bacalov e commovente omaggio finale a Francesco Di Giacomo del Banco con incluasa citazione di "Luglio, agosto..." degli Area.
Impressionanti !

https://www.youtube.com/watch?v=ODBCKNruFHw



PEPPE SERVILLO e DANILO REA a Gragnano (PC) "Villa Marchesi" 18 luglio 2018

Elegante, raffinato, teatrale, avvolgente. Peppe Servillo incanta, accompagnato dall'immensa classe pianistica di Danilo Rea, il foltissimo pubblico accordo all'evento.
Si rivede la tradizione napoletana (da "Maruzzella" a Ditincello vuje", via "Està nun voglio fa niente" con uno strepitosa e divertente finale con "Dove sta Zazà".
Servillo è un bravissimo intrattenitore, teatrante nato, racconta storie e aneddoti, con ironia e sarcasmo.
Rea lavora di fino, raramente si "espone" ma lo fa con una capacità unica e rara.

https://www.youtube.com/watch?v=6cNzrWVdrz0

mercoledì, luglio 18, 2018

Young gifted and black



I cambiamenti nelle (sotto)culture sono lunghi e progressivi.
Ma ci sono momenti topici, attimi in cui un gesto sembra possa mutare il tutto.

Un DJ nero che lavorava nei club frequentati da skinheads e rude boys che ballavano SKA e REGGAE insieme ricorda:

"Quando suonavo "Young, gifted and black" di BOB AND MARCIA, tutti gli skinheads la cantavano come "Young, gifted and white" ed erano soliti tagliare i fili delle casse così facevamo a cazzotti e i bianchi incominciarono ad avvicinarsi sempre di meno a noi".

"Young gifted and black" era un brano composto da Nina Simone nel 1969 e ripresa nel 1970 dal duo giamaicano Mike and Marcia in versione rocksteady (anche da Aretha Franklin, gli Heptones, Donny Hathaway).

I movimenti per i diritti dei neri di fine 60's avevano fatto presa anche su molti giamaicani (che avevano avuto l'indipendenza dalla Gran Bretagna nel 1962) che incominciarono ad avvicinarsi al Rastafarianesimo che prevedeva il ritorno dei neri all'Africa degli avi.
Accentuando così l'allontanamento dai coetanei bianchi.

BOB AND MARCIA
https://www.youtube.com/watch?v=vF67IBYVPUU

NINA SIMONE
https://www.youtube.com/watch?v=_hdVFiANBTk

ARETHA FRANKLIN
https://www.youtube.com/watch?v=Thold1jasfs