lunedì, aprile 30, 2018

Aprile 2018. Il meglio del mese



Prosegue bene il 2018 e ci regala già alcune ottime cose come gli album di Gaz Coombes, New Mastersounds, Bellrays, Jack White, Sons of Kermet, Buttshakers, Anderson East, James Hunter Six, Orgone, Laissez Fairs, Ruby Rushton, Yungblud e tra gli italiani Calibro 35, New Colour, Mamuthones, Sick Rose, Guignol, Mina, Blue Giants, Red Lines.

GAZ COOMBES - World's Strongest Man
Il terzo album dell'ex Supergrass ci conferma la statura artistica del Nostro, progressivamente lanciato in avanti con un sound sempre più personale e unico in cui confluiscono retaggi del suo passato, elettronica, un gusto molto Krautrock, atmosfere sospese, oniriche, claustrofobiche.
Gaz suona praticamente tutto, compone benissimo, è immediatamente riconoscibile.
Nuovo, bello, visionario.

NEW MASTERSOUNDS - Renewable energy
Spettacolare nuovo album, uno stupendo calderone di funk, jazz, psych, groove, soul jazz e tanto altro.
Suonato come Manitù comanda e con un'ispirazione rara.
Tra i top del 2018 !

SONS OF KEMET -Your queen is a reptile
Due batterie, una tuba, un sax.
Sono i SONS OF KERMET, splendida creatura della nuova scena jazz inglese che guarda avanti, sperimenta, mischia.
Al sax il genio di Shabaka Hutchings (già con Youssef Kamaal, The Comet is Coming, Courtney Pine, Mulatu Astatke e gli Heliocentrics, Jack DeJohnette, Charlie Haden, Evan Parker, King Sunny Ade, Orlando Julius, Melt Yourself down ), uno dei batteristi è Seb Rochford dei Polar Bear, già con i Babyshambles, Carl Barat, con David Byrne e Brian Eno in "Everything That Happens Will Happen Today", Paolo Nutini, Patti Smith.
Il nuovo album "Your Queen is a reptile" è un mix primitivo e ancestrale di funk, afrofunk, (free) jazz, New Orleans e tanto altro.
Lo chiamano "Afro Futurismo".
Da ascoltare e approfondire.

THE SHACKS - Haze
Trio di ventenni newyorkesi alle prese con un dream pop psichedelico avvolgente (e svenevole) dalle parti di Opal, Mazzy Star, Jane Birkin e certi singoli 60's di Brigitte Bardot e Catherine Spaak. Un po' di archi, qualche tastierina alla Stereolab, Beach Boys e il risultato finale è irresistibile nella sua colata di melassa 60's.

KING TUFF - The other
Al quinto album il musicista americano (già con Ty Segall), tira fuori un ottimo lavoro tra umori psichedelici, un po' Beck, un po' Supergrass/Gaz Coombes, un po' Flaming Lips. Brani tinti da uno spirito geniale e ad alto tasso di creatività.
Notevole

BETTY LAVETTE - Things Have Changed
Dodici cover di Bob Dylan in chiave southern soul, con la classica voce roca e graffiante della sempre grande Betty.
Solido e corroborante.

FRANCOISE HARDY - Personne d'autre
L'ancora fascinosa 74enne Francoise Hardy torna dopo un lungo silenzio con un ottimo album, elegante, raffinato, sofferto, sussurrato e solenne a tratti.
Nostalgicamente piacevole, piacevolmente nostalgico.

THE LONGSHOT -Love is for losers
Quanto si diverte Billie Joe Armstrong dei Green Day nel suo nuovo side project. Punk rock, power pop, Clash, '77. Belle canzoni, divertenti, piene di ritmo e grandi ritornelli.

SPEEDY ORTIZ - Twerp Verse
Il terzo album della band americana è un crogiuolo di influenze 90's tra melodie alla Smashing Pumpkins e asperità che riportano a Breeders, Sleater Kinney e post grunge. Inquietanti e disturbanti, interessanti.

WAR ON WOMEN - Capture the flag
Attiviste, femministe, incazzatissime. Il secondo album della band americana è una bella mazzata hardcore, potentissimo, grezzo, graffiante, duro e spedito.
Merita attenzione e supporto.

YAZAN - Ha Ha Ha
Cantautore new yorkese alle prese con un sound che mischia ruvidezze alt rock, blues e Jeff Buckley.
Interessante.

METHEDRINE - Built for speed
Dalle ceneri dei grandissimi Upset Noise nasce una nuova creatura dall'impatto di un treno in corsa tra hardcore e punk metal, crossover tra band madre, Motorhead, GBH e Slayer. Quattro brani violentissimi, veloci, duri, di una potenza inaudita. Esordio riuscitissimo.

RAPPRESAGLIA - Neurotik
La band milanese è stata tra i pilastri dell'hardcore italiano negli 80's. Si è successivamente spostata verso sonorità più 77 oriented.
A quindici anni dall'eccellente "Sopravvissuti" un nuovo capitolo discografico si aggiunge alla lunga carriera. Ed è ancora una sferzata di incredibile energia e urgenza elettrica con un'attitudine comune a pochi. L'ambito ci riporta ai migliori Rancid dove confluiscono le buone vecchie influenze come Clash, ska, Social Distortion, Stiff Little Fingers, street punk. Eccellente.

CITY FINAL - Anedoctes
I City Final sono una band che ruota attorno alla figura di Andrea L.P. Pirro. Un progetto solare che attinge a piene mani dagli 80's inglesi (tra Smiths, Echo & the Bunnymen in particolare) ma anche da R.E.M. e da nomi meno conosciuti come Prefab Sprout, Cousteau, L.A.'s o Cast.
Una scrittura lieve ma competente, esecuzione impeccabilmente legata agli stilemi del genere, malinconia e romanticismo prettamente brit.

TRIBAL NOISE - Città in fiamme 1983-1987
La band bolognese ha vissuto l'intesa stagione del rock italiano tra il 1983 e il 1987. Periodo convulso fatto di demo tape, autoproduzioni, concerti precari ma ricco di un'energia, di un'urgenza e di una spontaneità difficilmente ritrovate in seguito.
In questa ristampa sono raccolte le tracce sonore che la band ha lasciato sparse tra cassette e compilation oltre a 5 brani live che testimoniano la vicinanza ad un sound dark wave con molte affinità all'energia del post punk.
Documento prezioso e interessante.

ASCOLTATO
SHAGGY/STING (i due dedicano un album al reggae. Certe cose anche carine ma se devo ascoltare del reggae ci sono MIGLIAIA di dischi originali ben più interessanti), LINDSEY WEBSTER (Soft soul tra Sade, Style Council,Matt Bianco. Easy...), UNKNOWN MORTAL ORCHESTRA (quarto album per la band neo zelandese tra il Prince e lo Sly più psichedelici. Strano e piacevole), BROTHERS OSBORNE (buon country rock e american roots sound), DIANE SHAW (elegante soft soul, molto easy e piacevole), GUM (psichedelia pop, decente), LIZ BRASHER (niente male questa cantautrice americana che propone cose anche aspre e chitarristiche. Buono disco), BOSQ (funk, afro funk, disco, brasil funk. Discreto), SHUGGIE OTIS (ritorno deludente dopo 40 anni di silenzio. Jam a base di rock blues datato...)

LETTO

DAVID HEPWORTH - 1971. L'anno d'oro del rock
Il giornalista inglese David Hepworth (Mojo, Q, Smash Hts) prova, in 400 pagine, a convincerci che il 1971 è stato l'anno d'oro, quello cruciale, il migliore nella storia del rock (quando aveva ancora 17 anni...). E le prove che porta sono numerose e spesso convincenti.
Basti pensare a dischi come Who’s Next degli Who, Sticky Fingers degli Stones, Imagine di John Lennon, Led Zeppelin IV, Pearl di Janis Joplin, Tapestry di Carole King, Loaded dei Velvet Underground, Concert for Bangladesh di George Harrison, Aqualong dei Jethro Tull, Nursery Cryme dei Genesis, Four Way Street di CSNY, L.A. Woman dei Doors, Blue di Joni Mitchell, Tupelo Honey di Van Morrison, Relics e Meddle dei Pink Floyd, The Man Who Sold the World e Hunky Dory di David Bowie, There's a riot goin on di Sly and the Family Stone, Pieces of a man di Gil Scott Heron, Tarkus degli ELP, Just as I am di Bill Whiters, Shaft di Isaac Hayes, Roots di Curtis Mayfield.
E momenti storici come la morte di Jim Morrison, l'infortunio di Frank Zappa, il concerto per il Bangladesh, il matrimonio di Jagger con Bianca e mille altri aneddoti.
Un anno d'oro lo è sicuramente stato ed è vero che ha lasciato un'eredità che arriva fino ai nostri giorni ma, personalmente, privilegio altri momenti.
Al di là di questo, la lettura è appassionante, le informazioni sono migliaia, spesso preziose, inedite e dimenticate, divise per i dodici mesi dell'anno.
Un buon libro per gli appassionati.

ANTONELLO CRESTI - Solchi Sperimentali Kraut
Incredibile la quantità di band seminali, di valore storico assoluto, di qualità eccelsa che si sviluppò nel periodo tra la fine dei 60's e la metà dei 70's in Germania Ovest nel cosiddetto ambito del KRAUTROCK (termine spregiativo coniato dalla sciovinista stampa inglese) che invece gli stessi protagonisti preferivano definire KOSMISCHE MUSIK.
Can, Amon Duul, Kraftwerk, Tangerine Dream, Faust, Ashra Tempel, Neu!, Popol Vuh, Guru Guru, Floh De Cologne sono solo alcuni dei nomi (i più noti) ascrivibili, pur con profonde differenze stilistiche, al genere.
Antonello Cresti (coadiuvato da un approfondito, colto e interessantissimo saggio introduttivo di Valeria Ferro e Valerio D'Onofrio) scava fino alle radici di questo calderone sonoro, analizzando, attraverso precise e esaustive schede centinaia di album di altrettanti gruppi, nel quindicennio 1968-1983.
Includendo anche un'apparente "intrusa" come Nico.
Lodevole l'estrema competenza dello scritto, indispensabile per i cultori del genere, interessantissimo per approfondire un universo esplorato il più delle volte solo in superficie.

JEFF ALULIS - NOFX Una vasca per cesso e altre storie
Esiste ormai un filone consolidato dedicato agli "eroi redenti" ovvero quei musicisti che, sopravvissuti a periodi più o meno lunghi di eccessi, affidano i ricordi della loro gioventù bruciata a libri in cui raccontano ogni particolare delle imprese passate.
E più sono violente ed estreme e più il lettore ne gode.
Probabilmente 200 pagine (qui ce ne sono almeno il doppio) sarebbero sufficienti per capire quante medaglie al merito andrebbero attribuite ai vari personaggi per quanto sono stati cattivi ed estremi.
Non sfuggono alla regola i NO FX, band hardcore che ci illustra un passato fatto di aneddoti che vanno oltre ogni immaginazione, dove girano tonnellate di alcol, droga, perversioni, degrado, situazioni pericolose, morti di overdose, risse e amenità affini.
Hardcore insomma.
La lettura è divertente, talvolta (molto) drammatica ma, come in altre (auto)biografie, all'ennesima rissa, vomitata, sbronza, assunzione di ogni tipologia di droga con relativi effetti collaterali, si tende allo sbadiglio.

VEIT HEINICHEN - I morti del Carso
Lo scrittore tedesco, ormai triestino d'adozione, ambienta nella città friulana, un noir dalle tinte storico politiche (ci entrano foibe e neo fascismo, contrabbando e altro) con accenti ironici e divertenti.
Intrigante e appassionante, una bella lettura.

VISTO
Ken Loach - La parte degli angeli
Ken Loach come sempre si conferma con un film superbo, intensissimo, profondo, finalmente tanto agro quanto dolce.

COSE VARIE
Ogni giorno mie recensioni italiane su www.radiocoop.it, ogni domenica "La musica ribelle", una pagina sul quotidiano "Libertà", ogni mese varie su CLASSIC ROCK.
Occasionalmente su "Il Manifesto".

Sul sito di RadioCoop (www.radiocoop.it) ogni lunedì va in onda il TG musicale "3 minuti con RadioCoop" condotto da me , Carlo Maffini e Paolo Muzio.

Le varie puntate sono qui:
https://www.youtube.com/playlist?list=PLq4GWqezsdXQktNFF5Mai9q0NA4e7CMH4

IN CANTIERE

E' uscito il 27 marzo la riedizione aggiornata del libro su GIL SCOTT HERON "Gil Scott Heron. The black Bob Dylan" per Volo Libero Edizioni.

La prima parte del tour di presentazioni del libro è andata benissimo.
Tanta gente, molto attenta e partecipe, moderatori fantastici.
Un eccellente modo per far conoscere un personaggio del calibro di GIL SCOTT HERON.
Grazie dunque al RomArt Factory di Roma, alla Libreria Colibrì di Milano, alla Libreria Ubik Irnerio di Bologna, al Chez Moi di Piacenza alla Libreria Namastè di Tortona (AL).

Prossimamente a:
SABATO 12 MAGGIO: TORINO “Salone del Libro”
VENERDI' 17 MAGGIO: LEGNANO (MI) “Nuova Terra”
GIOVEDI' 5 LUGLIO: TRAVO (PC) “Piazza”
VENERDI' 7 LUGLIO: LOCOROTONDO (BA) “Locus Festival”

domenica, aprile 29, 2018

Cards Against Humanity e il buco nell'Illinois



La fine del mondo è la rubrica domenicale che va ad esplorare i luoghi abbandonati dalla storia, particolari o estremi.
I precedenti post:

http://tonyface.blogspot.it/search/label/La%20fine%20del%20mondo

I gestori di Cards Against Humanity (un gioco da tavolo americano, basato sul sarcasmo e sull'ironia dei suoi stessi giocatori, particolarmente politicamente scorretto) nel 2016, per protestare contro il consumismo del Black Friday, invitarono gli affiliati al gioco ad inviare danaro per scavare un buco.
Senza alcuno scopo, semplicemente scavare un buco.

Raccolsero 100.000 dollari (!!), scavarono un'enorme buca ad un centinaio di km da Chicago, in Illinois nella località Oregon, fino a quando non esaurirono i soldi per pagare l'escavatore.
Alla fine misero una banana nel buco e lo ricoprirono.

L'anno precedente raccolsero dagli utenti quasi 70.000 dollari promettendo in cambio...niente.
I soldi furono redistribuiti tra gli impiegati della ditta.

Nel 2014 spedirono, per 6 dollari l'una, 30.000 scatole che contenevano feci di mucca ad altrettanti utenti.

sabato, aprile 28, 2018

Lo ska nella musica mod



Con molto piacere ho accolto l'invito di scrivere qualcosa sul sito www.lamusicaska.it, scegliendo di parlare di quelle MOD band che hanno incluso brani SKA nel loro repertorio.

A partire da GEORGIE FAME con il suo ep del 1964 "Rhythm and Blue Beat " tutto dedicato allo ska per arrivare a Merton Parkas, Lambrettas, Graduate, Statuto e...JAM (ascoltare il link nell'articolo al demo di "Strange town" del 1979).

http://www.lamusicaska.it/2018/04/25/mod-musica-ska/

Libertà, Classic Rock, Gil Scott Heron e Radiocoop



Domani sul quotidiano di Piacenza LIBERTA' nell'inserto "Portfolio" diretto da Maurizio Pilotti nella rubrica "La Musica Ribelle" parlo della Musica AntiRazzista in Italia, dello Skiffle e del meglio discografico in Italia e estero. Nella foto il numero scorso.



Nel nuovo numero di CLASSIC ROCK recensisco gli album di Iacampo, A Toys Orchestra, Prowlers e Bud Spencer Blues Explosion.



E' uscito il 27 marzo la ristampa (aggiornata e abbondantemente riveduta) della mia biografia su GIL SCOTT HERON.

Storia della sua vita, discografia dettagliata e commentata, testimonianze sulle sue apparizioni italiane.
Invito chi fosse interessato a unirsi alla pagina FB per seguire le date delle presentazioni e varie informazioni sul personaggio:
https://www.facebook.com/Gil-Scott-Heron-205341980049956/

Stampa Vololibero Edizioni.
Al libro hanno offerto il loro prezioso contributo anche: Alberto Castelli, Carlo Babando, Fabio Pasquarelli, Alberto Bobby Soul De Benedetti, Ninni Laterza, Carlo Maffini, Salvatore Pignanelli, Francesco Gazzara.

PRESENTAZIONI:
Sabato 12 maggio : TORINO "Salone del libro" con Carlo Bordone e Alex Loggia
Giovedì 17 maggio: LEGNANO (MI) "Terra Nuova"
Giovedì 5 luglio: TRAVO (PC) "Piazza Biblioteca"
Venerdì 7 luglio: LOCOROTONDO (BA) “Locus Festival”



Sul sito di RadioCoop (www.radiocoop.it) ogni lunedì va in onda il TG musicale "3 minuti con RadioCoop" condotto da me, Carlo Maffini e Paolo Muzio.

Le varie puntate sono qui:
https://www.youtube.com/playlist?list=PLq4GWqezsdXQktNFF5Mai9q0NA4e7CMH4

venerdì, aprile 27, 2018

Get Back. Dischi da (ri)scoprire



Ogni mese la rubrica GET BACK ripropone alcuni dischi persi nel tempo e meritevoli di una riscoperta.
Le altre riscoperte sono qui:
http://tonyface.blogspot.it/search/label/Get%20Back


BILLY HAWKS - Heavy soul
Una delle classiche storie oscure del rhythm and blues. Billy Hawks da Richmond, Virginia, suona l'organo Hammond con alcuni gruppi prima di fondare un suo trio, incidere due album alla fine dei 60's e poi scomparire per sempre dalla scena.
"Heavy soul" (da cui "qualcuno" (il caro Paul Weller) attingerà il nome per un suo album) è un gustosissimo condensato di Hammond Jazz alla Jimmy Smith (suonato benissimo), rhythm and blues e blues.
Tanto groove, spesso "ruvido" e diretto.
Molto bello. Qui l'ascolto integrale dell'album: https://www.youtube.com/watch?v=o4lZB_LnCjw

LEON'S CREATION - This is the beginning
Attivi nella Bay Area agli inizi dei 70's con due album, il cui primo, del 1970 è un ottimo esempio di funk soul contaminato, in pieno stile Sly and the Family Stone con aperture jazzate e un approccio più soft.
A guidare la band Leon Patillo che ritroveremo poi con Santana.

TRITONS - Satisfaction
Non c'è nulla di più complesso della storia dei NEW TROLLS, divisi mille volte in altrettanti rivoli, reunion, nuovi nomi, litigi etc etc.
Una delle incarnazioni fu questo estemporaneo album a nome Tritons, conseguente al successo di una scherzosa versione semi acustica in chiave semi country di "Satisfaction" che trovò inaspettata popolarità nel 1973.
Registrato durante le session del nuovo progetto Ibis (con Nico Di Palo, Maurizio Salvi, Frank Laugelli e Gianni Belleno, sostituito in corso da Ric Parnell degli Atomic Rooster dopo...un litigio) e con l'aiuto di (Jimmy Villotti, Daniel Palella, l'ex bassista dei Pooh Gilberto Faggioli e Kasmin Urzino) l'album contiene otto brani, frutto probabile di una specie di jam session.
Oltre al brano degli Stones c'è una divertente "With a girl like you" dei Troggs e una versione prog blues hard di "Sunny afternoon" dei Kinks, "Rock around the clock" in chiave di valzer e un paio di inediti di buona fattura.

VITTORIO DE SCALZI - Gli occhi del mondo
Fondatore dei NEW TROLLS, di cui è sempre stato membro fisso, ha realizzato due album solisti. Il primo, "Mandilli" a base di canzoni in dialetto genovese, il secondo del 2011 mettendo in musica alcune poesie di Riccardo Mannerini.
Un album di caratura eccelsa, brani di incredibile livello compositivo, una voce stupenda e sound che spazia dal rock al country a momenti funk alla canzone d'autore classica. Un album da (ri)scoprire e apprezzare.
Un piccolo gioiello poco conosciuto.

giovedì, aprile 26, 2018

Antonello Cresti - Solchi sperimentali Kraut



Incredibile la quantità di band seminali, di valore storico assoluto, di qualità eccelsa che si sviluppò nel periodo tra la fine dei 60's e la metà dei 70's in Germania Ovest nel cosiddetto ambito del KRAUTROCK (termine spregiativo coniato dalla sciovinista stampa inglese) che invece gli stessi protagonisti preferivano definire KOSMISCHE MUSIK.

Can, Amon Duul, Kraftwerk, Tangerine Dream, Faust, Ashra Tempel, Neu!, Popol Vuh, Guru Guru, Floh De Cologne sono solo alcuni dei nomi (i più noti) ascrivibili, pur con profonde differenze stilistiche, al genere.

Antonello Cresti (coadiuvato da un approfondito, colto e interessantissimo saggio introduttivo di Valeria Ferro e Valerio D'Onofrio) scava fino alle radici di questo calderone sonoro, analizzando, attraverso precise e esaustive schede centinaia di album di altrettanti gruppi, nel quindicennio 1968-1983.
Includendo anche un'apparente "intrusa" come Nico.

Lodevole l'estrema competenza dello scritto, indispensabile per i cultori del genere, interessantissimo per approfondire un universo esplorato il più delle volte solo in superficie.

mercoledì, aprile 25, 2018

Hertzko Haft



A cura di ALBERTO GALLETTI

Oggi, 25 aprile 2018, è la festa della liberazione.

Per la ricorrenza odierna un ricordo sportivo, non calcio stavolta ma pugilato, che ha come protagonista un uomo, un sopravvissuto di Auschwitz che riuscì a liberarsi dalla prigionia ma non dei segni delle crudeltà vissute.
Il suo nome era Hertzko Haft, un ragazzo all’epoca dei fatti.
Polacco, era nato a Belchatow nel 1925, a tre anni rimase orfano di padre.
Quando i nazisti occupano la Polonia nel 1939, Hertzko ha 14 anni e per sopravvivere, insieme al fratello, si mette a fare il contrabbandiere. A 16 anni si innamora pazzamente di una ragazza, Leah, insieme alla quale progettava di costruirsi un avvenire.
I nazisti avevano purtroppo in serbo altri programmi per quelli come lui e, in quello stesso 1941, causa le sue origini ebree, viene arrestato e condotto al campo di lavoro di Poznan.
Vi resta due anni, fino al ’43 quando, dopo che Hitler deliberò sulla ‘soluzione finale’, fu tradotto, insieme a migliaia di altri, ad Auschwitz.
Dotato di grande vigoria fisica e coraggio, Hertzko rifiuta di soccombere mentalmente alle coercizioni del campo, sopporta di tutto: botte, umiliazioni, torture, fa di tutto per sopravvivere.
Leah, il suo ricordo lo aiutano a tener duro.
La testardaggine e la vitalità del ragazzo non sfuggono ad un ufficiale SS che gli propone di cimentarsi in incontri di boxe grazie ai quali potrà usufruire di un minimo miglioramento delle proprie condizioni, ergo mangiare.

Hertzko accetta.

Non ha fatto però i conti con la spietata crudeltà dei suoi aguzzini che decidono anche che chi perde morirà.
Il forte istinto di sopravvivenza non gli lasciò scelta.
Combattè, pare, 76 volte, vinse sempre, con la consapevolezza che la sua sopravvivenza significava morte sicura per l’avversario, cosa che lo mise nella tragica condizione di diventare una specie di carnefice a sua volta.
Riporto un passo, contenuto nel libro Il Pugile, storia della sua vicenda, in cui confida al fratello, internato con lui:

"Dio?
Guardati intorno.
Permetterebbe una cosa del genere se esistesse?".
“Ciò che accadde tramutò tutti i protagonisti da uomini a involucri pieni di paure, disperazione, rabbia e vendetta.
Chi era un SS non aveva nessun tipo di rimorso o pietà, se non per un tornaconto personale; i kapò mossi da paura e aggrappati a un misto di istinto di sopravvivenza e delirio di potere, tradivano i propri amici, la propria gente.
E anche gli ebrei e gli altri prigionieri vennero ridotti a individui che cercando di sopravvivere con le unghie e con i denti a volte si trasformavano loro stessi in carnefici verso chi era ancora più debole o, mossi da istinti di vendetta, non esitavano a trasformarsi in feroci assassini.”


L’inferno in terra.

L’avanzata sovietica , comportò la smobilitazione di parecchi campi di concentramento da parte dei nazisti, che non volevano lasciar tracce dello sterminio in atto, compreso quello di Jaworzno, dove si tenevano i combattimenti, mandando i prigionieri alle infami marce della morte.
Durante una di queste, ancora una volta grazie alla sua grande forza fisica, Hertzko riuscì a fuggire, uccise un soldato tedesco, gli rubò l’uniforme.
Si diede alla macchia in territorio ancora occupato dai tedeschi in ritirata scappando di villaggio in villaggio, rifugiandosi dove capitava.
Arrivò fino in Baviera, dove uccise una coppia di anziani contadini che gli avevano dato riparo perché temeva che avessero scoperto che non era tedesco.
Un inferno dopo l’altro
Riuscì a nascondersi fino alla resa nazista e alla fine del conflitto, e ci rimase
. Nel 46 fu notato da un ufficiale americano, ex-puglie, durante un torneo di boxe per sfollati e rifugiati di guerra che lo convinse, e aiutò, insieme ad uno zio di Hertzko che viveva già la, a trasferirsi negli USA.

E’ il 1948, Hetrzko inizia la carriera di pugile, categoria pesi massimi (1,75m per circa 78kg) e cambia nome americanizzandolo in Harry Haft.
Vinse 13 dei 21 incontri disputati , ne perse 8.
In fondo sperava che diventando famoso forse Leah , mai dimenticata, lo avrebbe riconosciuto e in qualche modo contattato.
Fu sconfitto malamente il 5 gennaio del 1949 da Roland Lastarza, un italoamericano fortissimo che darà poi parecchio filo da torcere ad un altro italoamericano, una sconfitta dalla quale non riuscì più a riprendersi.
Tornò sul ring il 18 luglio dello stesso anno ma un certo Rocky Marciano lo demolì in tre riprese ponendo fine alla sua carriera.
Lo stesso Marciano battè poi Lastarza ponendo fine alla sua imbattibilità, ben 37 incontri, e relativi sogni di gloria, in un incontro finito ai punti e contro il cui verdetto in molti gridarono allo scandalo.
Di Leah nessuna traccia, nonostante avesse saputo che anche lei era fuggita in America.
Si sposò un mese dopo e aprì un negozio di frutta e verdura a Brooklyn, ebbe un figlio, Alan Scott, l’anno dopo, quindi una figlia e un’ altro figlio maschio.
Era un tipo duro, violento, di poche parole, l’ambiente in famiglia non deve essere stato il massimo, l’inferno gli era rimasto dentro, fuggito il corpo dagli orrori, non l’anima, non la mente.
Nel 2003, ormai anziano, spifferò l’intera storia della sua vita al figlio Alan Scott, che rimase allibito, ma non certo sorpreso, nello scoprire i motivi di tanta violenza nei comportamenti del genitore.
Le memorie furono pubblicate nel 2006, grazie anche all’aiuto di due storici, John Radzilowksi e Mike Silver, nel libro che ho citato prima.
Alan Scott disse ad una conferenza di ritenersi egli stesso una vittima, seppur indiretta, dell’olocausto, causa i trattamenti subiti dal padre, che mai si era liberato dell’orrore vissuto.
Sicuramente una tragedia nella tragedia, anche per chi riuscì a sopravvivere.

Tragico infine anche l’incontro con Leah, lui è ormai sposato con figli, lei malata di cancro con i giorni contati, ancora dolore.
Hertko Haft, sopravvissuto ad Auschwitz, ma non all’orrore del suo ricordo, morì a Miami in Florida nel 2007, all’età di 82 anni.

Buona giornata
W la libertà.

martedì, aprile 24, 2018

Syd Barrett lascia i Pink Floyd



Attraverso una cinquantina di post, riviviamo una serie di episodi in chiave artistica, culturale, sociale del 1968.
I precedenti post qui
:
http://tonyface.blogspot.it/search/label/50%20anni%20dal%201968

Il 6 aprile del 1968 Syd Barrett lascia ufficialmente e definitivamente i Pink Floyd.

Ormai da tempo ingestibile, minato dall'abuso di stupefacenti di ogni tipo (che avevano definitivamente scardinato una mente già provata da una malattia congenita, a quanto pare), Barrett era diventato un elemento di disturbo, soprattutto dal vivo.
Tanto che la band gli affiancò l'amico David Gilmour e gli propose di svolgere un ruolo limitato allo studio di registrazione (allo stesso modo di Brian Wilson con i Beach Boys) ma senza successo.

Suonarono l'ultimo concerto insieme il 20 gennaio 1968 mentre sei giorni dopo, in partenza per Southampton decisero "semplicemente" di non passare a prendere Syd e andarono al concerto in quattro.

Barrett proseguirà con una breve carriera solista prima di scomparire nell'abisso della malattia mentale.

lunedì, aprile 23, 2018

La musica futurista



Francesco Balilla Pratella e Luigi Russolo furono i principali esponenti della MUSICA FUTURISTA, emanazione dell'omonimo movimento d'avanguardia artistico e culturale, che ebbe in personaggi come Marinetti, Umberto Boccioni, Carlo Carrà, Giacomo Balla, Gino Severini i pionieri e i nomi di spicco.
Lo stesso Russolo, anche pittore, il Manifesto dei pittori futuristi nel 1910.

A Russolo si deve l'invenzione dell'Intonarumori, uno strumento che usava per mettere in pratica la sua teoria del rumorismo, ovvero una musica nella quale ai suoni dovevano essere sostituiti i rumori formati da generatori di suoni acustici che permettevano di controllare la dinamica e il volume.
Fu firmatario del manifesto L'arte dei rumori (11 marzo 1913), in cui si teorizzava l'impiego del rumore per arrivare a comporre una musica costituita da rumori puri invece che suoni armonici, diventando il primo artista ad aver teorizzato e praticato il concetto di NOISE MUSIC
(vedi Risveglio di una città
https://www.youtube.com/watch?v=IC3KMbSkYNI
e Serenata per intonarumori e strumenti del 1920
https://www.youtube.com/watch?v=8GpN5FHO60c).

Pratella pubblica nel 1910, il Manifesto dei musicisti futuristi, che sarà seguito dal Manifesto tecnico della musica futurista nel 1911(dove proclama l'atonalismo, l'enarmonia, la polifonia in senso assoluto e il ritmo libero) e dalla Distruzione della quadratura.
La sua opera più famosa resta L'aviatore Dro del 1920 (https://www.youtube.com/watch?v=5jznjVTDmf8).

La musica futurista era appoggiata dal regime.
Nel 1927 così si espresse Mussolini:

Sì, mi piace l’idea di questa esposizione auditiva che può rappresentare il parallelo delle esposizioni visive di pittura e scultura.
È una specie di rassegna delle attuali forze musicali italiane che volete fare.
È molto opportuna. Bisogna risvegliare l’interesse del pubblico intorno alla musica nuova.
È necessario che il pubblico apprezzi ed impari ad amare anche le musiche che non sa a memoria. Ma siccome, per ciò che riguarda la divulgazione, la musica da concerto non arriva alle grandi folle, e quella del teatro sì, è la musica del teatro che bisogna far rinascere prima di tutto.
A ogni modo deve essere superata la mentalità ostile alla nuova musica italiana. Si continuano ad eseguire e a ripetere le opere vecchie.


Anche se lo stesso regime fascista reprimeva il jazz di cui invece i futuristi abbracciavano i principi, come scrisse Franco Casavola nel suo Manifesto della musica futurista del 1924 e più tardi in Difesa del jazz-band apparso su L’impero nell’agosto del 1926:

Il jazz band rappresenta, oggi, l’attuazione pratica, sebbene incompleta, dei nostri principii:
la individualità del canto dei suoi strumenti, che riuni scono per la prima volta elementi sonori di differente carattere; la persistenza dei suoi ritmi, decisi e necessari, costituiscono la base della musica futurista.
Diamo a ciascuno voce nel canto, una individualità libera, improvvisatrice:
dall’insieme non prevedibile, nei rapporti improvvisi
.

Il Jazz Band è il prodotto tipico della nostra generazione eroica, violenta, prepotente, brutale, ottimistica, antiromantica, antisentimentale e antigraziosa.
Nasce dalla guerra e dalle rivoluzioni. Rinnegarlo è rinnegarci!
È perciò inutile cercarne l’atto di nascita nei villaggi negri o nelle pampas americane.

domenica, aprile 22, 2018

Monte Machapuchare



La fine del mondo è la rubrica domenicale che va ad esplorare i luoghi abbandonati dalla storia, particolari o estremi.
I precedenti post:

http://tonyface.blogspot.it/search/label/La%20fine%20del%20mondo

Il Machapuchare è una montagna nell'Himalaya nepalese, alta 6993 metri che sorge di fronte alla città di Pokhara.
La doppia vetta ricorda la coda di un pesce da cui il nome del monte in nepalese.

Il Machapuchare è sacro al dio Shiva e ne è quindi stata vietata la scalata.

Nessun alpinista ne ha mai raggiunto la vetta.
Nel 1957 l'inglese Wilfrid Noyce si fermò a 50 m dalla vetta per rispetto alle tradizioni locali, anche se pare che il neozelandese Bill Denz negli anni ottanta la abbia illegalmente raggiunta di nascosto.

sabato, aprile 21, 2018

Libertà, Gil Scott Heron, RadioCoop



Domani sul quotidiano di Piacenza LIBERTA' nell'inserto "Portfolio" diretto da Maurizio Pilotti nella rubrica "La Musica Ribelle" parlo del QUARTETTO CETRA, dell'ultimo tour dei Clash come buskers, di Daryll Jones e di Glen Matlock
Nella foto il numero scorso.



E' uscito il 27 marzo la ristampa (aggiornata e abbondantemente riveduta) della mia biografia su GIL SCOTT HERON.

Storia della sua vita, discografia dettagliata e commentata, testimonianze sulle sue apparizioni italiane.
Invito chi fosse interessato a unirsi alla pagina FB per seguire le date delle presentazioni e varie informazioni sul personaggio:
https://www.facebook.com/Gil-Scott-Heron-205341980049956/

Stampa Vololibero Edizioni.
Al libro hanno offerto il loro prezioso contributo anche: Alberto Castelli, Carlo Babando, Fabio Pasquarelli, Alberto Bobby Soul De Benedetti, Ninni Laterza, Carlo Maffini, Salvatore Pignanelli, Francesco Gazzara.

PRESENTAZIONI:
Sabato 14 aprile : PIACENZA "Chez Art" ore 18
Sabato 21 aprile TORTONA (AL) "Libreria Namastè" ore 18
Sabato 12 maggio : TORINO "Salone del libro"
Giovedì 17 maggio: LEGNANO (MI) "Terra Nuova"
Giovedì 5 luglio: TRAVO (PC) "Piazza Biblioteca"



Sul sito di RadioCoop (www.radiocoop.it) ogni lunedì va in onda il TG musicale "3 minuti con RadioCoop" condotto da me, Carlo Maffini e Paolo Muzio.

Le varie puntate sono qui:
https://www.youtube.com/playlist?list=PLq4GWqezsdXQktNFF5Mai9q0NA4e7CMH4

venerdì, aprile 20, 2018

The Who - Live At The Fillmore East 1968



50 ANNI DAL 1968.
Attraverso una cinquantina di post, riviviamo una serie di episodi in chiave artistica, culturale, sociale del 1968.

I precedenti post qui:

http://tonyface.blogspot.it/search/label/50%20anni%20dal%201968

Il 4 Aprile del 1968 gli Who sono a New York e stanno per concludere un tour americano, nello stesso giorno in viene assassinato Martin Luther King.
Suonano il 5 e 6 Aprile al leggendario Fillmore East della Lower East Side di Manhattan.
La mattina delle prove al Fillmore, la band è al Carl Schurz Monument di Morningside Park per una session fotografica per Life Magazine con Art Kane, da dove si ricaverà la copertina dell’album “The Kids Are Alright!”

Entrambe le serate del 5 e 6 Aprile vennero registrate dal manager degli Who, Kit Lambert, con l’intenzione di pubblicarle come quarto album dopo The Who Sell Out e prima di Tommy.
Purtroppo ci furono dei problemi tecnici nel primo concerto e solo parte dello show finì su nastro; la seconda serata venne invece registrata interamente ed ora lo show è stato restaurato e mixato da Bob Pridden, ingegnere del suono dell’intero tour.

In occasione del 50° anniversario di quegli spettacoli leggendari, le registrazioni finora inedite saranno pubblicate in doppio CD e triplo LP.

Un album poderoso che coglie la band ormai all'apice della possenza live.

Quattordici brani con ben tre cover di Eddie Cochran (My Way, Summertime Blues e C’Mon Everybody), una versione di "Relax" (con ampia improvvisazione in mezzo) di dodici minuti e una conclusiva "My generation" di trentatrè !!!
In mezzo "A quick one" resa splendidamente e brani dell'epoca come "I'm a boy", "Happy Jack", "Little Billy", "Tatoo" e una durissima "Boris the spider".
Per i fan qualcosa di assolutamente imperdibile !

giovedì, aprile 19, 2018

Michael Putland



Fotografo ufficiale dei ROLLING STONES nel tour del 1973 ne divenne assiduo frequentatore per lungo tempo, fu ammesso sul set dei video tratti da "Some girls" (una di quelle foto divenne la copertina della loro compilation "Rarities 1971-2003).

Ha fotografato per diverse riviste inglesi anche Led Zeppelin, Bryan Ferry, Paul McCartney, Cure, Bee Gees, Traffic, Who, Duran Duran, Elvis Costello David Bowie, John Lennon, Queen, Prince, Bob Marley, Clash, Siouxsie, Marc Bolan.

Sue foto sono state utilizzate come copertina di album di Curtis Mayfield, Eric Clapton, T. Rex, Rod Stewart, ABBA, AC/DC.

www.michaelputland.com

mercoledì, aprile 18, 2018

Supercortemaggiore



Nel 1949 fu scoperto un giacimento petrolifero nel comune piacentino di Cortemaggiore.

L'Agip iniziò a raffinare e commercializzare il petrolio nostrano nei primi anni ’50, creando la benzina SUPERCORTEMAGGIORE, “la potente benzina italiana”.

L’unica benzina italiana ottenuta completamente da petroli italiani fu sponsorizzata massicciamente in TV, radio e attraverso una serie di pubblicità e gadget dal sapore assolutamente POP, a partire dal logo on il CANE a SEI ZAMPE (diventato poi simbolo dell'Agip).

In realtà si trattò di un piccolo giacimento che si esaurì in breve tempo ma che consentì a Mattei e all'Agip di farsi una pubblicità enorme e acquisire grande potere politico.
Mattei pagò la sua spregiudicata intrapredenza con la morte.

PUBBLICITA' a CAROSELLO
https://www.youtube.com/watch?v=HgmYcz6O6JU

PUBBLICITA' ANIMATA a CAROSELLO
https://www.youtube.com/watch?v=Ry0gLMTeiCI

PUBBLICITA' AGIP con RAFFAELLA CARRA' e NIKI LAUDA
https://www.youtube.com/watch?v=-MWJ-jIWayA