martedì, febbraio 20, 2018
Luigi Ghirri
Uno dei più grandi fotografi italiani, tra i più importanti nell'ambito della fotografia concettuale italiana, prematuramente scomparso nel 1992, attivo a partire dal 1970.
LUIGI GHIRRI ha pubblicato vari libri che raccolgono le sue opere, da Kodachrome a Topografia-Iconografia, Tra albe e tramonti, Il lavoro degli artigiani.
E' stato autore dicopertine di numerosi album, tra cui Lucio Dalla, Gianni Morandi, Luca Carboni, Ron, Pino Daniele, CCCP Fedeli alla linea (Epica Etica Etnica Pathos), Stadio.
L'amico, scrittore, intellettuale Gino Delledonne lo ricorda così:
Ho incontrato più di una volta Luigi e la Paola.
Erano venuti spesso a Fidenza.
L'occasione del primo incontro è stata molto fortuita.
Un mio amico di sempre, Paolo Barbaro, lavorava allo CSAC di Parma e conosceva Luigi già dalla mostra del '76 alle Scuderie della Pilotta.
La mostra, curata da Arturo Carlo Quintavalle, che aveva lanciato Ghirri e che mi aveva letteralmente folgorato.
Ricordo di averla visitata almeno 3 o 4 volte e consumato il bellissimo catalogo.
Così, un giorno del 1989, mi arriva una telefonata di Paolo chee mi dice "E’ capitato che ho parlato con Ghirri e dice che ha tutto il materiale de "Il profilo delle nuvole" già montato nei picoglass, pronto per essere esposto.
Doveva esporlo a Milano alla Feltrinelli, che ha pubblicato il catalogo, ma lo hanno rinviato e, quindi, se lo vogliamo ce lo cede per una mostra. Ha detto che come pagamento vuole che lo portiamo a mangiare da Pizzati, di fianco al Duomo e dove si era fermato ai tempi di Esplorazioni sulla via Emilia". Senza pensarci un attimo gli ho detto "Si, facciamolo.
Il posto e quei soldi che servono per allestire li troveremo, non so dove ma li troveremo e per Pizzati non c’è problema".
Per farla breve, abbiamo trovato dei pannelli infami nel magazzino comunale e che servivano per la propaganda elettorale, erano smaltati malamente di bianco opaco, il Comune ci ha dato una sala dell’ex Macello e due lire per stampare locandine e inviti.
Così abbiamo organizzato e allestito la prima mondiale del “Profilo delle nuvole” (con i testi di Gianni Celati) della ricerca che ha rivoluzionato la fotografia di paesaggio. Ovviamente quella mostra non ufficiale non viene citata in alcuna biografia di Ghirri ma io ho ancora qualche invito e qualche locandina di quei quindici giorni nei quali siamo stati incoscientemente al centro di un evento epocale per la fotografia mondiale.
Alcuni anni dopo la morte di Luigi, la Paola ci disse che per lui, quella mostra, l’aveva amata più di tutte.
E non lo diceva per dire. E pensare che la penuria di mezzi non ci aveva consentito nulla più di un allestimento davvero naif e sgangherato, e del quale ci vergognavamo anche parecchio, data la venerazione per l’uomo e per la sua opera.
Con Luigi eravamo anche rimasti d'accordo di fare un giro nella bassa parmense e cremonese a vedere posti che gli interessavano e che io e Paolo conoscevamo bene. Purtroppo quel febbraio del '92 è arrivato prima che lo si potesse fare.
Da un'intervista alla rivista online Doppiozero:
La grande informazione, e quella visiva soprattutto, crede di portare il mondo in casa, mentre in effetti aumenta la distanza che ci separa dall’esistente.
Lavora sullo spettacolo, il lontano che diventa vicino e il vicino che reso in modo spettacolare sembra sempre più lontano.
È l’inafferrabile, e tutto diventa sconosciuto, è una anestesia dello sguardo. Ma la soglia vera dello sconosciuto è molto vicina, e probabilmente si annida in una piccola fessura dello stagnante mondo del conosciuto.
Occorre che il vedere attraversi campi molto vasti, come quello dell’immaginario soggettivo e quello collettivo, occorre che il vedere costruisca una propria strada tra gli indefiniti contorni mentali della memoria, che attivi in definitiva nuove strategie di rappresentazione, che tengono conto del mondo esterno e dei mondi interni, del fotografo e dell’osservatore.
Veramente un grandissimo.
RispondiEliminaFoto bellissime, specialmente quelle geometrico prospettiche della bassa
Consiglia Gino Delledonne: Si leggano "Verso la foce" e "Narratori delle pianure" di Gianni Celati come apparato letterario (pressochè una didascalia) a corredo delle foto di Ghirri o si veda il documentario dello stesso Celati "Strada provinciale delle anime" per capireprecisamente l'approccio di entrambi al paesaggio.
RispondiEliminaSono foto che noi "padani" sentiamo mille volte di più nell'anima. La terza con la nebbia è pura poesia padana. Triste, malinconica finchè si vuole ma quella è la Padania.
RispondiEliminaGrande anche Gino Delledonne, un grazie per i consigli. Cercherò il materiale
RispondiEliminaSi la terza è proprio nostra. Addirittura mi è subito sembrata l'entrata si una cascina tra Castello e Sarmato.Ovvio che c'è pieno di posti così nella bassa
RispondiEliminaMa mi ha molto colpito anche quella appena sotto. Ho una foto di mia mamma a Cesenatico in piedi su un'altalena in spiaggia che sembra proprio quella. La tonalità dei colori,ad ogni modo, è la stessa
RispondiEliminaFoto del 1964 mi pare
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