mercoledì, gennaio 31, 2018

Gennaio 2018. Il meglio



Appena iniziato il 2018 ci regala già alcune ottime cose come gli album di Anderson East, Ruby Rushton e quello degli Yungblud e tra gli italiani New Colour e Luis Leo.

ANDERSON EAST - Encore
La voce e la musica di East, direttamente dall'Alabama, diventano di disco in disco sempre più convincenti e trascinanti.
Rhythm and blues/soul che guarda a Otis Redding e al primo Joe Cocker. Talvolta fin troppo, al limite del plagio ma il risultato finale è più che godibile, i brani efficaci, arrangiamenti moderni ma in linea con il gusto "black" che permea gli undici episodi. Da ascoltare.

NEW COLOUR - Why did we say goodbye / Piece of my heart
Spettacolare singolo (in vinile) dalla band bolognese. Pure soul di sapore Curtis Mayfield con un'abbondante dose di Style Council (tra "Shout to the top" e "Walls tumbling down").
Suonato alla perfezione, spessore internazionale, eleganza, raffinatezza, coolness, groove a valanghe.
I due brani li ascoltate qui, poi correte ad accaparrarvi il 45 giri, subito!
https://www.youtube.com/watch?v=pcV6Ei-J_O4
https://www.youtube.com/watch?v=uMZ84Rh4z0M

https://www.facebook.com/soulnewcolour/

KING GIZZARD and the LIZARD WIZARD - Gumboot soup
Alla fine i folli australiani ce l'hanno fatta ! Cinque album nel 2017 !! E tutti di altissima qualità.
L'ultimo è uscito proprio il 31 dicembre e ci conferma la bontà del progetto in grado di variare sound e spaziare in mille ambiti mantenendo lo spessore artistico a livelli di eccellenza. "Gumboot soup" viaggia come sempre in ambito psichedelico ma con una visione più pop, quasi jazz a tratti.
Soluzioni armoniche e ritmiche sorprendenti, divertimento, estro, colore.
Grandissimi.

RUBY RUSHTON - Trudi's Songbook volume 2
Sestetto inglese che si muove in ambito new jazz con incursioni nel funk, un'anima soul, sapori fusion e un gusto modernissimo e in progress.
Sono di Canterbury e non a caso troviamo un'impronta del famoso "Canterbuury Sound" tra Caravan e primi Soft Machine.
Disco intrigante, cool e fatto molto bene.

THE LEN PRICE 3 - Kentish longtails
L'album è uscito alla fine dell oscorso anno ma non merita di essere dimenticato. Il trio del Medway sforna il quinto album a base di delizie 60's che ci portano tra primi Beatles, Kinks, garage n roll, quel gusto che fu caro a Prisoners e Milkshakes e un finale in pieno trip Pink Floyd Barrettiani.
Energia, coolness, ruvidezze varie, BEAT.

CALEXICO - The thread that keep us
Non è un brutto disco. I brani girano, spesso funzionano anche a dovere. Manca però l ostile Calexico, la magìa dei primi lavori e la loro originalità. E non lascia un segno.

DIRTMUSIC - Bu Bir Ruya
Quinto album per la band di Chris Eckman dei Walkabouts, Hugo Race (ex Bad Seeds) e Chris Brokaw (ex Codeine e Come). Un ipnotico folk blues di matrice trance psichedelica con forti radici nell'african music / desert sound.
Particolare e suggestivo.

BRIT FUNK ASSOCIATION - Full Circle
Supergruppo con membri di Beggar & Co, Incognito, Hi Tension, Central Line. Elegante e raffinato soul funk, grande classe e tanto groove anche se il tutto suona molto accademico pur se piacevole.

YUNGBLUD - Yungblud
19enne inglese alle prese con un sound che mischia Arctic Monkeys e hip hop, indie e rock, varie sonorità cosiddette alt rock.
Interessante.

KHRUANGBIN - Con todo el mundo
Secondo album per il trio texano che naviga in un mare funk dalle influenze orientali ma con rimandi anche alla disco, alla psichedelia e sonorità reggae/dub.
Molto particolare dal gusto "Tarantiniano".
Interessante.

AA.VV. - The italian ska meets the world
Compilation (disponibile in digitale) che raccoglie un ampia gamma di quella che è la scena ska attuale con la presenza di quasi tutte le band italiane (passate, presenti e future) e la partecipazione di gruppi dal resto del mondo. Ben 81 gruppi provenienti da 14 diversi paesi al Mondo.
Inutile sottolineare che ce n'è per tutti i gusti e che attraverso una disponibilità quasi esagerata di musica si dimostra quanto lo ska non sia solo semplice "ritmo in levare" ma abbia una versatilità spesso insospettabile. Eccellente.

VERTICAL - Equoreaction
La band vicentina è in circolazione fin dagli anni 90 e può vantare l'apertura di tour italiani di James Brown e del James Taylor Quartet oltre ad una serie di lavori discografici (due album, un ep e varie altre autroproduzioni). Il nuovo ep contiene quattro nuovi brani che si rifanno al miglior sound new psich, non lontano da King Gizzard and the Wizard Lizard, Charlatans o Temples ma con le radici nei profondi 60's e nei mai troppo lodati XTC.
Gran finale a base di un poderoso funk soul strumentale.
Eccellente.

STRANGE FLOWERS - Best things are yet to come
La band pisana festeggia 30 anni di attività in cui ha messo insieme la bellezza di sette album, un numero infinito di concerti e di esperienze di vario tipo. "Best things are yet to come" raccoglie trenta brani (tra cui cinque inediti, tre dei quali registrati per l'occasione) tratti dalla ricca discografia.
Testimonianza preziosa di una band di spessore internazionale, qualitativamente di primo livello, capace di assemblare atmosfere 60's che arrivano dal garage con la pischedelia dei primi Pink Floyd e dei Love.
Brani semplicemente belli, avvolgenti, con un gusto sempre attuale e moderno. Lunga vita !

MISFATTO - L'uomo dalle 12 dita
Trent'anni di attività, una decina di album, un numero incalcolabile di concerti all'attivo oltre ad una lunga serie di attività parallele (dal Festival Orzorock all'omonima etichetta, uscite bibliografiche e tanto altro). I MISFATTO firmano un nuovo lavoro, il più maturo e completo della serie.
Nei 12 brani convergono rock classico, hard, grunge, prog, perfino antichi retaggi punk (da cui partirono).
Il tutto suonato alla perfezione, suoni e produzione curatissimi, nulla è lasciato al caso in un equilibrio artistico raro.
Dopo 30 anni, una nuova partenza, a testa alta e senza paura

COSMO - Cosmotronic
Interessante lavoro (doppio) in cui la canzone pop di estrazione cantautorale si accoppia a sonorità techno.
Il tutto con una caratura e un livello internazionali.
Un album di notevole qualità e spessore.

LUIS LEO - Dell'essere liberi
Leonardo Borrelli ex cantante, chitarrista e compositore dei Mersenne all'esordio solista con nove brani autografi che ne risaltano le eccellenti capacità compositive al servizio di un alterative pop molto personale.
Melodie raffinate, supportate da un sound scarno e crudo ma molto efficace e coinvolgente.
L'approccio ricorda a tratti i Tre Allegri Ragazzi Morti, la poetica di Cesare Cremonini ma anche certo brit pop (dagli Ash ai Supergrass).
Eccellente.

MARRANO - Gioventù spaccata
Il trio di Rimini dopo un ottimo ep d'esordio firma il primo album. Sonorità abrasive e compulsive, pulsanti e distorte che vanno a rimestare nel calderone grunge dei 90s' tra Nirvana, Queens of the Stone Age, Kyuss, Sister Double Happiness e un tocco di Breeders. Inevitabile che il cantato in italiano riporti anche ai primi Verdena ma la potenza dei brani e il buon spessore compositivo non ne fa certo degli epigoni. Ottimo.

DUNK - s/t
Il supergruppo formato dai fratelli Giuradei, Carmelo Pipitone (Marta sui tubi, O.r.k.) e Luca Ferrari (Verdena) esordisce con un album di assoluto impatto. Un lavoro che spazia in atmosfere indie e psych, supportate da una possente ritmica che bene accompagna le improvvise accelerazioni. Brani acidi, ipnotici, potenti, tirati, diretti.
Il tutto all'insegna di una nitida originalità, fresca e travolgente.

COBALTO - Atmosphere (feat. Lilith)
Nuova versione di “Atmosphere” dei Joy Division rifatta dai COBALTO con la voce di Rita Lilith Oberti.
https://www.youtube.com/watch?v=eV2e2LUY26g

DAvvero ottimo il NUOVO SINGOLO in levare degli STATUTO con MAX GIUSTI
Acquistate (lo potete ascoltare su Spotify)
https://itunes.apple.com/it/album/va-tutto-bene-feat-max-giusti-single/1336609247

ASCOLTATO ANCHE:
KYLE CRAFT (un po' Bowie 70, un po' Dylan ma poca roba), PEE WEE ELLIS (ottimo jazz funk per l'ex sax di James Brown), GO! TEAM (sempre molto carini e gradevoli), DR.LONNIE SMITH (buon album live di Hammond funk jazz), BLACK REBEL MOTORCYCLE CLUB (buono ma poco più), THEY MIGHT BE GIANTS (ventesimo album, non male ma anonimo), TYPHOON (musica inutile), JEFF ROSENTSTOCK (discreto punk rock con varie contaminazioni), SHOPPING (un po' di B52's e new wave ma niente di particolarmente interessante), COURTNEY PINE (buon lavoro di cool jazz con Omar alla voce in alcuni episodi), DREAM WIFE (pop punk innocuo)

LETTO

FRANCO ARMINIO - Cedi la strada agli alberi
Ho sempre avuto scarsa dimestichezza con la poesia.
Detto in parole povere non la capisco o faccio fatica a comprendere il significato dei versi.
Nel caso di Franco Arminio invece ogni frase, ogni parola, ogni poesia, mi sono entrate nell'anima, nel cuore, grazie alla loro immediatezza, durezza, allo stesso tempo leggerezza, incisività.
Parole semplici, di una semplicità sconcertante nella capacità di colpire nel segno.
Il libro è fantastico, ho riletto e rileggo più volte le sue parole e ogni volta ci trovo un nuovo spunto.
Consigliato.
A chiunque.
Stupendo.

MARCELLO OLIVIERO - San Francisco Rock
Intrigante e spassoso romanzo, perfettamente "rock".
Un gruppo di ragazzi ventenni si inventa un immaginario gruppo dei 70's, scomparso nel nulla e riaffiorato miracolosamente dopo quaranta anni. Ne compongono le musiche, mettono in giro false foto e finti video. E diventano famosi.
Ma come fare nel momento in cui gli vengono proposti 200.000 dollari per suonare in un festival con i grandi del rock ? Troveranno la soluzione, tra intrighi e divertenti contrattempi.
Si resta con il fiato sospeso fino alle ultime righe per sapere come andrà a finire agli Sweet Nothing.
Leggero, gradevole e fresco.

ANDREA MERENDELLI - Clash to me
Quanto conta la musica nella vita?
Io dico che conta tutto, sta sotto la pelle e se cambi la pelle, se ti spelli al sole la musica va via e se ne ascolti un'altra, ecco che sei diverso su tutto il corpo.
Cammini e parli diverso, cambi forma.

"Clash to me" è un romanzo del regista, autore teatrale e storyteller Andrea Merendelli da cui ha tratto l'omonimo spettacolo in tour in Italia dal 2006 al 2012.
Una storia commovente, lacerante, intensa, dalla provincia profonda, dove il punk era ragione di vita, era la vita stessa, senza compromessi, veramente senza un futuro a cui guardare.
I CLASH, the only band that matters, come faro, come riferimento.
Il loro scioglimento sancisce la fine di un'epoca, la fine di una realtà, la triste fine anche fisica di molti compagni che condividevano LA stessa cosa.
Una storia comune, vista, sentita e vissuta da tanti.
Un libro che segna.

MICHELE ANELLI - La scelta di Bianca
Michele Anelli ha una lunga e gloriosa storia musicale alle spalle (ma anche nel presente e nel futuro !), dal garage degli Stolen Cars al rock più classico dei Groovers fino alla recente carriera solista.
A cui affianca escursioni in ambito letterario.
"La scelta di Bianca" unisce le due cose: un libro e un CD.
Una serie di ritratti intensi e profondi di Donne.
Partigiane, operaie, musiciste, alle prese con i rigori della vita, affrontati sempre a testa alta, con vigore e senso della sfida e della ricerca.
Il libro scorre veloce, tra rabbia, malinconia e il riso sulla bocca di chi sa di vincere anche quando perde.
Il CD include otto brani che si rifanno ai racconti in chiave semi acustica tra la tipica ballad rock americana e un gusto che riporta al Lucio Battisti dei primi 70's.

LUCA MODICA - A suon di pinte
L'abbinamento di musica e birra potrebbe essere un'idea abbastanza scontata e banale per quanto divertente.
Invece il libro di Luca Modica è qualcosa di ben più approfondito, intrigante e personale.
La scelta musicale è prevalentemente brit ma non mancano Devo, Asian Dub Foundation, Alman Brothers Band, Neu, Area, Bad Brains addirittura Frank Zappa, quasi a testimoniare l'universalità della birra.
Ma è la competenza con cui affronta entrambi i temi (musica e tipologie e qualità delle birre prese in esame) che rende il tutto interessante e pressochè unico.
Completa il libro una serie di interviste con birrai italiani, alcuni glossari che spiegano l'ABC della preziosa bevanda e una serie di accenni autobiografici che inquadrano al meglio i contorni dell'autore.
Divertente e competente.

CONCERTI

Midnight Kings live a Fidenza (PR) "Taun" 01-01-2017
I The Midnight Kings sono la MIGLIORE party band in circolazione, nessun dubbio.
Rock 'n' roll, beat, 60's, 50's, stomp, rhythm and blues.
E un Capodanno al Il Taun con loro è il mix perfetto e definitivo.

VISTO

MY GENERATION con Michael Caine
Michael Caine ci racconta i 60's e la Swinging London.
Da cui Michael è emerso, figlio della working class, sconfiggendo il classismo rigido del periodo.
Il risultato è gradevole anche se non si esce dal circolo vizioso Beatles/Rolling Stones/minigonne/la droga.
Ci sono anche gli Who e David Bailey, Marianne Faithfull e Twiggy, Donovan e un giovane Bowie ma le immagini inedite sono scarse e rare (Steve Marriott che attraversa la strada, ad esempio).
Due parole sui mods, due sulla rivoluzione sessuale, la British Invasion.
Musica prevedibile e scontata.
Ogni immagine è una delizia ma per gli "iniziati" nulla di nuovo.

NAPOLI VELATA di Ferzan Ozpetek
Ammetto e premetto di non essere mai stato un grande estimatore di Ozpetek ma "Le fati ignoranti", "Saturno contro", "Mine vaganti" li considero buoni film.
"Napoli velata" è invece un confuso viaggio onirico, surreale e psicologico in una presunta Napoli "misteriosa" e occulta tra noir e intrecci morboso/amorosi.
In realtà poco comprensibile, una sceneggiatura puerile, dialoghi banali, personaggi non molto credibili.
Eccellente la fotografia, ottima Giovanna Mezzogiorno, inespressivo Alessandro Borghi, sempre notevoli le figure di Peppe Barra e Anna Bonaiuto.
Deludente.

ASSASSINIO SULL'ORIENT EXPRESS di Kenneth Branagh
Il remake del classico di Sidney Lumet che ripropone il personaggio di Agatha Christie Hercule Poirot ( reso famoso da David Suchet nell'omonima serie Tv e qui interpretato dallo stesso regista Kenneth Branagh che nemmeno lontanamente compete con Suchet). Tutto molto spettacolarizzato (troppo) da effetti speciali "moderni" che fanno perdere all'atmosfera a cui siamo sempre stati abituati fascino e attrattiva.
Grande cast (da Johnny Depp a Penelope Cruz, William Dafoe, Judy Dench).Appena sufficiente.

VISTO ANCHE:
"The imitation game" di Morten Tyldum: nonostante molte inesattezze sulla storia raccontata (la decriptazione dei messaggi dei nazisti durante la seconda guerra mondiale da parte del matematico/criptografo Alan Turing) il film è buono e appassionante.

"La pazza gioia" di Paolo Virzì. Agro dolce con tendente all'amaro. Un ottimo film, forte, con la bravura eccelsa di Valeria Bruni Tedeschi e Micaela Ramazzotti a condire il tutto.

COSE VARIE
Ogni giorno mie recensioni italiane su www.radiocoop.it, ogni domenica "La musica ribelle", una pagina sul quotidiano "Libertà", ogni mese varie su CLASSIC ROCK.
Occasionalmente su "Il Manifesto".

Sul sito di RadioCoop (www.radiocoop.it) ogni lunedì va in onda il TG musicale "3 minuti con RadioCoop" condotto da me , Carlo Maffini e Paolo Muzio.

La prima puntata qui: https://www.youtube.com/watch?v=fkg4IBN8-FY
La seconda puntata qui: https://www.youtube.com/watch?v=870adT8F-MU

IN CANTIERE

Giovedì 22 febbraio: MODS, con Alex Loggia, a San Martino Siccomario (PV) Sala Neruda
11 febbraio: Calibro 35 all'Alcatraz di Milano
26 febbraio: Liam Gallagher al "Fabrique" di Milano

Venerdì 30 marzo: Presentazione libro "La storia del punk" di Stefano Gilardino a Carpi (Mo) con Rita Lilith, Dome La Muerte e il sottoscritto a suonare in acustico qualche brano.

martedì, gennaio 30, 2018

Get Back. Dischi da riscoprire



Ogni mese la rubrica GET BACK ripropone alcuni dischi persi nel tempo e meritevoli di una riscoperta.
Le altre riscoperte sono qui:

http://tonyface.blogspot.it/search/label/Get%20Back

WYNDER K FROG - Out of the frying pan
Nome d'arte sotto cui si celava Mick Weaver, tastierista che ha suonato con Buddy Guy, Dave Gilmour, Joe Cocker, Eric Burdon, Steve Marriott, Blues Band, Taj Mahal, Janis Joplin tra i tanti.
Sostituì brevemente Steve Winwood quando lasciò i Traffic per l'avventura con i Blind Faith. Tre album solisti al suo attivo alla fine dei 60s'. Il migliore è questo del 1968. Accompagnato da eccellenze come il percussionista Re Bop (poi con i Traffic), il saxofonista Dick Heckestall Smith (dalla scena blues inglese ai Colosseum), Alan Spenner (il basso di Joe Cocker a Woodstock) e altri, sforna un delizioso lavoro di 13 brani strumentali con l'Hammond protagonista e cover azzeccatissime di classici come "Green door", "Hi heel sneakers ", "Tequila" tra le altre.

ROD STEWART - An Old Raincoat Won't Ever Let You Down
Dopo le esperienze con gli Steampacket di Brian Auger e il Jeff Beck Group, Rod the Mod inaugura la fortunata carriera solista nel 1969 con un album di immediata ottima fattura. Rock blues, sonorità folk rock, la voce inconfondibile e uno stuolo di amici illustri o destinati a diventarlo a suonare con lui: Ron Wood, Ian Mac Lagan, Keith Emerson, Micky Waller.
Bella la versione del classico dei Dubliners "Dirty old town" e riuscita l'iniziale "Street fighting man" degli Stones in chiave folk blues.

CECIL HOLMES SOULFUL SOUND - Black Motion Picture Experience
Gustosissimo album del 1973 in cui l'arrangiatore Cecil Holmes riprende, affiancato da un'orchestra funk soul con i fiocchi, alcuni temi classici di film, da "Also Spracht Zaratustra" a "Superfly", passando per una grandissima "Shaft" e una vellutata "Lady sings the blues". Il tutto strumentale e splendidamente arrangiato. Cool.

CRUCIFERIUS - A nice way of life
Quartetto francese che incise solo questo album nel 1970. Un furioso e super dinamico mix di funk, jazz, prog, vicino allo stiule caro ai Trinity di Brain Auger con l'Hammond acido che lavora alla grande ma con uno sguardo anche ai Vanilla Fudge e a certo psycho soul dell'epoca. Uno dei membri si unirà poi ai Magma.
https://www.youtube.com/watch?time_continue=1&v=MHwvAd1oX0Q

lunedì, gennaio 29, 2018

Franco Arminio - Cedi la strada agli alberi



Ho sempre avuto scarsa dimestichezza con la poesia.
Detto in parole povere non la capisco o faccio fatica a comprendere il significato dei versi.

Nel caso di Franco Arminio invece ogni frase, ogni parola, ogni poesia, mi sono entrate nell'anima, nel cuore, grazie alla loro immediatezza, durezza, allo stesso tempo leggerezza, incisività.
Parole semplici, di una semplicità sconcertante nella capacità di colpire nel segno.

Il libro è fantastico, ho riletto e rileggo in continuazione le sue parole e ogni volta ci trovo un nuovo spunto.

Consigliato.
A chiunque.
Stupendo.

E per quel che può valere entra tra i miei libri preferiti di sempre.

Autobiografia
Ho scritto Cartoline dai morti.
Quando avevo nove anni ero un tipo strano.
Non ho pensato neppure per un attimo di andare via dal mio paese.
Sono un egocentrico che sa ascoltare.
Le vacche e le formiche sono con me.
A Natale mi sento male.
Mio nonno era comunista ed emigrò in America che era già vecchio.
Mio padre era un oste e mia madre un pugno di grano.


Abbiamo bisogno di contadini, di poeti, gente che sa fare il pane, che ama gli alberi e riconosce il vento.
Più che l’anno della crescita, ci vorrebbe l’anno dell’attenzione.
Attenzione a chi cade, al sole che nasce e che muore, ai ragazzi che crescono, attenzione anche a un semplice lampione, a un muro scrostato.
Oggi essere rivoluzionari significa togliere più che aggiungere, rallentare più che accelerare, significa dare valore al silenzio, al buio, alla luce, alla fragilità, alla dolcezza.


Per stare bene non ci vogliono i medici, ci vuole una passione senza fine.
Abbiamo bisogno di cose profonde e invece zampettiamo in superficie.
Chi è chiuso nella grandi malattie lo sa bene quanta vita sprechiamo noi che stiamo bene.


Non ti affannare a seminare noie e malanni nelle tue giornate e in quelle degli altri, non chiedere altro che una gioia solenne.
Non aspettarti niente da nessuno e se vuoi aspettarti qualcosa, aspettati l’immenso, l’inaudito.


Concedetevi una vacanza intorno a un filo d’erba, dove non c’è il troppo di ogni cosa, dove il poco ancora ti festeggia con il pane e la luce, con la muta lussuria di una rosa.

domenica, gennaio 28, 2018

Mansudae



La fine del mondo è la rubrica domenicale che va ad esplorare i luoghi abbandonati dalla storia, particolari o estremi.
I precedenti post
:
http://tonyface.blogspot.it/search/label/La%20fine%20del%20mondo

Tra le principali fonti di esportazione della Corea del Nord ci sono le opere d’arte, soprattutto se voluminose in perfetto stile realismo socialista. Il tutto in cambio di milioni di dollari.

Il tutto firmato da MANSUDAE, uno degli istituti d’arte più grandi al mondo dove lavorano quattromila dipendenti e mille scultori, pittori, finitori e ricamatori in laboratori e cantieri sparsi su 120mila metri quadrati. Le opere sono quasi sempre anonime in omaggio all’ideale collettivista.

Ad esempio una grande scultura in bronzo di 50 metri di altezza (l'African Renaissance Monument) nella baia di Dakar, in Senegal o una statua del dittatore congolese Laurent Kabila, i busti dorati di Robert Mugabe ex leader dello Zimbabwe, un milite ignoto per la Namibia e ancora opere per Congo, Gabon, Etiopia, Benin, Ciad, Guinea Equatoriale, Togo. Ma anche il comune di Francoforte, che per 200mila dollari ha fatto restaurare la Fontana delle favole.

In patria sono gli autori di mosaici, manifesti, bassorilievi, monumenti alla resistenza antigiapponese e alla rivoluzione socialista tra cui la statua a Kim Il-sung, alto quasi 30 metri a Pyong Yang.
C'è anche il museo panoramico di Angkor, in Cambogia, che riproduce a 360 gradi battaglie e vita quotidiana sotto l’impero khmer con 45mila figure, finanziata da Mansudae, che per dieci anni incasserà i proventi delle visite dei turisti.

Il rappresentante di Mansudae all’estero è un italiano, il fiorentino Pier Luigi Cecioni, editore, appassionato di musica e d’arte.

https://www.mansudaeartstudio.com/

Fonte: internazionale.it

sabato, gennaio 27, 2018

Libertà e Radiocoop



Domani sul quotidiano di Piacenza LIBERTA' nell'inserto "Portfolio" diretto da Maurizio Pilotti nella rubrica "La Musica Ribelle" parlo degli strumenti primitivi e faccio un sunto del meglio del mese di gennaio.



Sul sito di RadioCoop (www.radiocoop.it) ogni lunedì va in onda il TG musicale "3 minuti con RadioCoop" condotto da me , Carlo Maffini e Paolo Muzio.
La prima puntata qui: https://www.youtube.com/watch?v=fkg4IBN8-FY

Marcello Oliviero - San Francisco Rock



Intrigante e spassoso romanzo, perfettamente "rock".

Un gruppo di ragazzi ventenni si inventa un immaginario gruppo dei 70's, scomparso nel nulla e riaffiorato miracolosamente dopo quaranta anni. Ne compongono le musiche, mettono in giro false foto e finti video. E diventano famosi.
Ma come fare nel momento in cui gli vengono proposti 200.000 dollari per suonare in un festival con i grandi del rock ? Troveranno la soluzione, tra intrighi e divertenti contrattempi.
Si resta con il fiato sospeso fino alle ultime righe per sapere come andrà a finire agli Sweet Nothing.
Leggero, gradevole e fresco.

venerdì, gennaio 26, 2018

Ghetto Swingers



Come ogni anno questo blog celebra IL GIORNO della MEMORIA con un ricordo a sfondo sportivo o musicale

Il chitarrista tedesco Heinz Jakob “Coco” Schumann (di cui parlammo lo scorso anno qui: http://tonyface.blogspot.it/2017/01/coco-schumann.html) e e il trombettista cecoslovacco Eric Vogel, entrambi ebrei, musicisti jazz (gli unici sopravvissuti di un nutrito gruppo di jazzisti), vennero deportati prima a Terezin poi ad Auschwitz.

“Quando arrivammo a Terezin, fummo fatti uscire per l’appello.
Stemmo impalati senza cibo per ore sotto una tormenta di neve. Quelli deboli morivano o venivano portati via. Poi uno delle SS ordinò: “Musicisti un passo avanti” . I nazisti stavano trasformando Terezin in un campo “modello” messo in scena da Goebbels per dimostrare alla Croce Rossa Internazionale che nelle prigioni naziste si viveva in condizioni umane e per smentire le voci dell’esistenza di lavoro da schiavi e di camere a gas".


Il 23 giugno del 1944 a Terezín arriva la Commissione della Croce Rossa Internazionale.
Il campo viene svuotato e ripulito: 7500 prigionieri vengono deportati a Birkenau i recinti di filo spinato rimossi, le facciate degli edifici ripulite.

L’8 gennaio 1943 Vogel venne incaricato di formare un’orchestra che prede il nome di Ghetto Swingers.
Oltre a Vogel e Schummann ci sono il clarinettista Fritz Weiss, uno dei migliori musicisti jazz europei dell'epoca, Martin Roman e il pianista dell' orchestra di Marek Weber, incaricato di dirigere la band.
C'erano inoltre il Dr. Brammer (piano), il Dr. Kurt Bauer (batteria), Goldschmidt (chitarra), Fasal (basso), , Langer (sax), e Fr. Mautner (trombone).
"Suonavamo con swing e feeling, principalmente nello stile di Benny Goodman”.

La delegazione, sotto l’occhio vigile delle SS, perlustra il campo, assiste alle esibizioni artistiche degli abitanti del campo assistono tra cui un concerto dei Ghetto Swingers.
E conclude: “Possiamo dire che abbiamo provato uno stupore immenso per il fatto di aver trovato nel ghetto una città che vive una vita quasi normale” e definisce Terezín luogo "gradevole e soddisfacente".

La visita venne documentata in un film di propaganda, inclusa l'esibizione dei Ghetto Swingers Appena la Croce Rossa ebbe lasciato il campo, i musicisti vennero inviati Auschwitz e molti, tra cui Fritz Weiss, mandati immediatamente alle camere a gas.

Ad Auschwitz, Heinz “Coco” Shumann e Vogel vengono tenuti invece in vita e obbligato a suonare.
“Ero costretto ad intonare la melodia di La Paloma mentre le SS accompagnavano le colonne di detenuti verso le camere a gas”.
Il 27 gennaio 1945, le truppe sovietiche liberarono il campo e i due si salvarono.

giovedì, gennaio 25, 2018

Intervista a Sara Ardizzoni / Dagger Moth



La (lunga serie ) di interviste del blog ospita oggi SARA ARDIZZONI, in arte DAGGER MOTH.
Due album all'attivo, sonorità crepuscolari tra sperimentazione e "wave" oscura, una recente esperienza a fianco di Cesare Basile.

Le altre interviste sono qui:
http://tonyface.blogspot.it/search/label/Le%20interviste

DAGGER MOTH live a:

27/01/2018 Chez Art _ Piacenza
28/01/2018 Ligera_ Milano
29/01/2018 Osteria del Fico _ Cremona
02/02/2018 Kinotto_(RA)
03/02/2018 Bevitori Longevi _Forlimpopoli (FC)
04/02/2018 Sottotetto live_Massenzatico (RE)
08/02/2018 Piazza Verdi _ Bologna
22/02/2018 Rock Tales, Biblioteca Civica_Calenzano (FI)
23/02/2018 Caffè del Teatro _ Fiorano (MO)

1)La dimensione di one girl band è una scelta artistica ben precisa e ponderata o in qualche modo casuale ?

Diciamo una scelta ben precisa nata da un accavallamento di vicende più o meno casuali..anche se inizio a pensare che nella vita di casuale ci sian ben poco. E' anche una scelta tesa a fare di necessità virtù.
Mi pare di notare che negli ultimi tempi il solo set sia diventata una dimensione molto diffusa, immagino anche per questioni di "sostenibilità economica"... nel mio caso in particolare è nata dal fatto che anni fa i vari progetti collettivi in cui militavo si sono incagliati all'incirca nello stesso periodo e io ho deciso di inventarmi un modo per proseguire da sola, cercandomi un nuovo percorso

2)Dagger Moth è un nome affascinante e allo stesso tempo inquietante ma piuttosto azzeccato per le tue sonorità

Mi fa piacere che il nome evochi qualcosa giá di per sè...la ricerca di un titolo, che sia per un album, un brano o un progetto è sempre un parto piuttosto impegnativo per me.
In questo caso il percorso è stato alquanto lineare e , se vogliamo, banale.
Certe atmosfere scure dei primi demo di questo solo set mi hanno fatto pensare ad animali notturni, quindi l'idea della falena è un rimando abbastanza ovvio. In particolare il nome di questo esemplare del Nord America, coniugando due concetti alquanto contrapposti (Dagger: pugnale e Moth : falena), mi sembrava particolarmente calzante a livello di suggestioni...con la musica mi piace cercare di abbinare stili lontani tra loro.

3)Che tipo di pubblico trovi ai tuoi concerti ?

Beh ..di tutto un po', diciamo molto variegato per età e ascolti... dagli avventori casuali con un orecchio abituato a tutt'altre proposte musicali, a curiosi e cultori di generi precisi (e stando ai dati statistici raccolti in questi anni di live direi che i soggetti di quest'ultima specie spaziano tra varie tribù..dal prog, al metal, al dark, poi blues , elettronica, psichedelia...e mi vien da dire :per fortuna!
È una cartina di tornasole a conferma del fatto che ho creato una miscellanea strana e trasversale, risultato a cui puntavo..)

4) "Silk around the marrow" è stato inserito da Guitar player nella top list dei sessanta dischi più rilevanti a livello chitarristico dal 1967 ad oggi.
Non male direi.


No infatti, non male...immaginati la mia sorpresa, essendo -mi pare- l'unica artista italiana, e se non erro anche una delle poche donzelle presenti... ma soprattutto un cane sciolto, una militante del d.i.y e un'emerita sconosciuta perfino in patria..

5) Si può vivere di musica e con la musica in Italia ?

Io posso parlare solo dal basso della mia personalissima esperienza e la risposta che mi viene è no...non so se è perchè non sono abbastanza brava o coraggiosa o fortunata o perché non amo i compromessi..sono domande che mi faccio spesso.
Però dipende anche da cosa intendiamo per musica e con quali declinazioni: se ci si mette di mezzo anche l'insegnamento, l'attività da turnista, o la disponibilità a mettersi a servizio di realtà che vanno contro i nostri principi e gusti, ecc.. o se ci si riferisce unicamente ad un percorso artistico che persegue un'idea ben precisa, un'espressione molto personale, incapace di mettersi al servizio di dimensioni troppo lontane dalla nostra visceralità.

6) Credi che ci sia ancora spazio per il supporto fisico in tempi di musica “liquida”, digital, mp3 etc.

Direi proprio di sì.
Nonostante il ritorno prorompente del vinile non mi ritengo feticista di un supporto in particolare, ma, almeno per quello che è il mio background, è bello poter collegare la musica anche ad un oggetto, all'idea di un artwork o a una foto con un corrispettivo tattile, che non siano solo semplici file archiviati in fondo a un computer.

7) La classica lista dei tuoi dischi da isola deserta

Aiuto...non hai specificato il numero!!.. quindi me ne impongo uno io.. 10? Allora, da considerare in ordine sparso:

_Marc Ribot "Shoe String Symphonettes"
_Pat Metheny "Bright Size life"
_Portishead "Third"
_Fugazi "End Hits"
_Leos Janacek "String Quartet no.1 e 2, " [Hagen Quartett]
_Husker Du "Zen Arcade"
_Pink Floyd "the wall"
_Neil Young "Dead Man o.s.t"
_dEUs "Worst Case Scenario"
_Roy Buchanan "Sweet dreams: the anthology."

...ecco, poi ne avrei altri 100 . ....

Dagger Moth - Live in the Warehouse.
https://www.youtube.com/watch?v=fCgW9-BxxQ4

Dagger Moth - Dyrhólaey
https://www.youtube.com/watch?v=k1Kb5azPPJk

mercoledì, gennaio 24, 2018

British Mods and Rockers of the 1960's



https://www.youtube.com/watch?v=miiopvQDP3M&t=487s

Uno splendido ed esaustivo documentario (di un'oretta) su MODS e ROCKERS dei 60's.
L'aspetto più interessante è il coinvolgimento di numerosi protagonisti originari che ricordano con precisione il momento storico e chiariscono molti aspetti.
Stupende e RARE immagini d'epoca.

Ad esempio, alla domanda sul perchè iniziarono gli scontri a Clacton nel 1964 tra mods e rockers la risposta è laconica: boredom, noia.

Specificando che non c'era alcuna particolare rivalità tra le due parti che spesso frequentavano gli stessi locali.
I giornali cavalcarono l'onda degli scontri, arrivarono giovani da tutta l'Inghilterra solo con il proposito di menare le mani e in qualche modo tutto finì.
Il mod si commercializzò, arrivò a Carnaby Street e in TV.

DEMONIZZATI DAI MEDIA.
PUNITI DAL SISTEMA.


Ma concludono tutti che è stato un GOOD TIME TO BE YOUNG.

Elmer Edward Solly



Le precedenti puntate della rubrica CRIMINAL WORLD ovvero i criminali che hanno avuto connessioni con la musica e l'arte, (dedicate ai Kray Twins, Ronnie Biggs, Luciano Lutring, Gary Gilmore, Janie Jones, i Moor Murders Ian Brady e Myra Hindley, Bonnie & Clyde, Hattie Carroll e William Zantzinger, Stagger Lee, Charles Manson, Ted Bundy, John Wayne Gacy il Killer Clown), Ed Gein, Leonarda Cianciulli, Mark David Chapman, Jack H Abbott, Charles Starkweather e Caril Ann Fugate, Georgie Davies, Derek Bentley, Burzum, Renato Vallanzasca sono qui:

http://tonyface.blogspot.it/search/label/Criminal%20World

Nel 1970 Elmer Edward Solly fu arrestato per avere ucciso a botte la figlia di due anni della sua compagna.
Condannato a 20 anni di carcere, nel 1974 riuscì ad ottenere un permesso per visitare la madre e da lì fuggì facendo perdere le sue tracce, cambiando spesso identità.

Arrivato in Florida assunse il nome di Vinnie Taylor, chitarrista della band di revival rock n roll degli Sha Na Na (famosa la loro apparizione al Festival di Woodstock).
Il vero Taylor era morto di overdose nel 1974.

Incominciò ad esibirsi con il nome d'arte di Daniel “Danny C” Catalano, rivendicando però il suo ruolo di ex membro della band, dichiarando che la morte di Taylor era stata simulata.

La band scoprì presto la frode e gli intimò di smetterla ma Solly rifiutò. Gli Sha Na Na decisero di non dare ulteriore pubblicità al personaggio e rinunciarono a perseguirlo.
Solo alla morte della madre i parenti incominciarono a collaborare con la giustizia e, scoperta la sua vera identità, lo catturarono in Florida, dove continuava ad esibirsi come ex "bad boy" degli Sha Na Na ed aveva pure un sito web.
Imprigionato nel 2001 fu rilasciato due anni dopo per buona condotta e morì nel 2007.

martedì, gennaio 23, 2018

My Generation - Michael Caine



Michael Caine ci racconta i 60's e la Swinging London.

Da cui Michael è emerso, figlio della working class, sconfiggendo il classismo rigido del periodo.
Il risultato è gradevole anche se non si esce dal circolo vizioso Beatles/Rolling Stones/minigonne/la droga.

Ci sono anche gli Who e David Bailey, Marianne Faithfull e Twiggy, Donovan e un giovane Bowie ma le immagini inedite sono scarse e rare (Steve Marriott che attraversa la strada, ad esempio).
Due parole sui mods, due sulla rivoluzione sessuale, la British Invasion.

Musica prevedibile e scontata.
Ogni immagine è una delizia ma per gli "iniziati" nulla di nuovo.

lunedì, gennaio 22, 2018

I primi strumenti musicali



I primi uomini moderni in Europa suonavano strumenti musicali tra i 42.000 e i 43.000 anni fa ma la nascita della "musica" viene fatta risalire fino a 55.000 anni fa.
Attribuita all'esigenza di imitare i suoni della natura.

Presumibilmente le prime forme furono essenzialmente RITMICHE:
percuotendo tronchi cavi o cadenzando il battito di mani e piedi per accompagnare canti e nenie.
Tra gli strumenti più antichi ritrovati vi è infatti il tamburo a fessura, un cilindro cavo, con una fessura longitudinale lungo la superficie esterna, che veniva suonato percuotendolo con le bacchette sulla fessura stessa. Le versioni più antiche e primitive ritrovate consistono in un tronco cavo, privo di fessura ma appoggiato trasversalmente sopra una buca nel terreno, che forse veniva suonato percuotendolo con i piedi.

Reperti archeologici del Paleolitico superiore (con l'arrivo dell’Homo Sapiens Sapiens),paralleli all’arte simbolica e figurativa, individuano in sonagliere di conchiglie, contenitori di semi, legni, fischietti, ossa, flauti e rombi in osso i primi strumenti che producevano note, attraverso buchi prodotti artificialmente.

Ne risultava l'emissione di suoni archetipi, la base del linguaggio sonoro e musicale universale, con frequenze e pulsioni ritmiche fortemente psicoacustiche e venivano impiegate nello sciamanesimo e nei culti misterici dell’antichità.
Sono state trovate anche ossa di uccelli dai bordi lisciati senza tagli o fori per l’imboccatura e la diteggiatura, che potevano essere impiegate come tubi sonori: megafoni, trombe, fischietti o flauti obliqui che imboccati semitrasversalmente, aprendo e chiudendo con un dito il fondo del tubo possono raggiungere ben 11 note.

La Venere di Laussel (ritrovata in Francia) è una venere paleolitica alta circa 46 cm, scolpita in un bassorilievo e dipinta di ocra rossa di un'età di circa 20.000 anni. La figura femminile impugna un corno con diverse tacche (che potrebbe far pensare ad uno strumento a raschio, come il guiro o uno strumento a fiato).

La prime forme di musica composta e suonata accertate da testi e precisi riferimenti risalgono invece agli Antichi Egizi, ai Sumeri, alla dinastia Zhou in Cina e in India, qualche migliaio di anni prima di Cristo.

Fonte:
http://www.soundcenter.it/preistoriastrumentario.html

domenica, gennaio 21, 2018

Il Colosso Littorio



La fine del mondo è la rubrica domenicale che va ad esplorare i luoghi abbandonati dalla storia, particolari o estremi.
I precedenti post:

http://tonyface.blogspot.it/search/label/La%20fine%20del%20mondo

Come ogni dittatore che si rispetti anche Mussolini non era esente da manie di grandezza, anzi...
Così mise in cantiere la costruzione di un'enorme statua con la sua effigie, alta 87 metri, che lo avrebbe rappresentato come come Ercole Vincitore, con tanto di pelle di leone.
Su richiesta di Ricci, direttore dell'Opera Nazionale Balilla, fu iniziata nel 1936 su disegno di Aroldo Bellini ma la costruzione fu interrotta nel 1938 per mancanza di fondi.
Doveva trovarsi al Foro Italico ed essere il culmine del famoso e mai realizzato Arengario delle Nazioni, capace di ospitare 400.000 persone.

“… ascensori all’interno, un’autostrada che passava sotto le gambe, la soddisfazione di Mussolini per l’altezza della statua che superava la cupola di San Pietro e per i lineamenti del volto che erano i suoi.
Testa così colossale che dal naso si scendeva alle narici, trasformate in due vaste terrazze panoramiche.
Il ‘Colosso Littorio’ fu messo in cantiere. Al duce fu portata un giorno da Ricci la fotografia dell'unghia del pollice di un piede, fuso in vari pezzi. Era un'unghia grande come un cortile. Il duce si mostrò soddisfatto.
L’artista che lavorò all’opera era lo scultore perugino Aroldo Bellini, autore della statua «Giovinetto in marcia», visibile allo stadio dei Marmi..."


La statua sarebbe stata così grande «da far impallidire il ricordo del leggendario Colosso di Rodi», aveva spiegato a Mussolini Renato Ricci, il gerarca fascista sponsor dell’iniziativa, nel marzo del 1933.

Oggi, del progetto non restano più che ingiallite fotografie, qualche plastico, alcuni disegni.

sabato, gennaio 20, 2018

Michele Anelli - La scelta di Bianca



Michele Anelli ha una lunga e gloriosa storia musicale alle spalle (ma anche nel presente e nel futuro !), dal garage degli Stolen Cars al rock più classico dei Groovers fino alla recente carriera solista.
A cui affianca escursioni in ambito letterario.

"La scelta di Bianca" unisce le due cose: un libro e un CD.

Una serie di ritratti intensi e profondi di Donne.
Partigiane, operaie, musiciste, alle prese con i rigori della vita, affrontati sempre a testa alta, con vigore e senso della sfida e della ricerca.
Il libro scorre veloce, tra rabbia, malinconia e il riso sulla bocca di chi sa di vincere anche quando perde.

Il CD include otto brani che si rifanno ai racconti in chiave semi acustica tra la tipica ballad rock americana e un gusto che riporta al Lucio Battisti dei primi 70's.

Libertà, Statuto e Birra



Domani sul quotidiano di Piacenza LIBERTA' nell'inserto "Portfolio" diretto da Maurizio Pilotti nella rubrica "La Musica Ribelle" parlo di Willy De Ville, di Jackie Shane e di una serie di pubblicazioni letterarie.
Nelle foto il numero precedente.



Oggi alle 18 a Ravenna al Mac Gowan Pub, presentazione del libro "A suon di pinte" di Luca Modica, con la mia moderazione.

https://www.facebook.com/events/159058618071209/?active_tab=discussion

Ne ho parlato qui: http://tonyface.blogspot.it/2018/01/luca-modica-suon-di-pinte.html



NUOVO SINGOLO degli STATUTO con MAX GIUSTI!!
Acquistate (lo potete ascoltare su Spotify)
SUPPOOOOORTTTTTTTT !!!!

https://itunes.apple.com/it/album/va-tutto-bene-feat-max-giusti-single/1336609247