giovedì, agosto 24, 2017
Hurling
Alla scoperta dell'HURLING, grazie ad ALBERTO GALLETTI.
Gioco di antichissime origini, polarizza l’attenzione delle masse nelle stagioni estive sull’isola d’Irlanda.
Pare sia praticato (ovviamente non nella forma attuale) dai tempi preistorici e le sue origini si fanno infatti risalire a circa 3000 anni fa, si crede infatti che sia arrivato in Irlanda con i Celti in epoca pre-cristiana. Lo storico Seamus King nel suo ‘A History of Hurling’ dice di aver trovato traccia di una partita giocata nell’insediamento di Tara (oggi sito archeologico), risalente al 1200 A.C.
Le prime testimonianze scritte del Hurling risalgono alla Brehon law nel V secolo DC.
Questa raccolta di leggi, conosciuta anche come Early Irish law, regolò la vita in Irlanda nel basso medio evo, grosso modo fino all’invasione normanna del 1169. Si trattava di un codice civile non di impronta punitiva, in cui erano contemplati ad esempio risarcimenti per danni ricevuti, regolamentazioni su proprietà, contratti ed eredità. Tra il XII e il XVII secolo, questa legge rimase in uso in parallelo alle leggi inglesi, imposte dagli occupanti.
Vi si diceva tra l’altro che la mazza, chiamata hurley, era un bene personale e non poteva essere per nessun motivo confiscata.
Potrebbe non essere un caso che il gioco abbia incontrato il favore della popolazione proprio in contrapposizione all’occupazione e agli occupanti inglesi, come segno di resistenza e di affermazione dell’identità irlandese in barba a questi ultimi.
Può darsi, non è certo, ma in qualche modo mi piace pensarlo.
In tempi molto lontani l’hurling veniva giocato tra opposte squadre di villaggi che coinvolgevano decine e decine di giocatori, potevano durare ore, o alcuni giorni. Dati i tempi, gli infortuni erano molto frequenti e abbastanza cruenti.
Nel XII secolo infatti, lo statuto della contea di Kilkenny ne vietò la pratica.
Era in buona compagnia, più o meno in quel periodo anche il monarca inglese vietò il gioco del foot-ball per gli stessi motivi con l’aggravante che distraeva i giovani dalle occupazioni militari.
Tutto ciò cambiò in maniera drastica quando a metà ‘800 venne introdotta la palla, così come la conosciamo oggi, e che sostituì tutti gli attrezzi usati fino ad allora in materiali che andavano dal legno alla corda, dal crine di cavallo alla pelle e persino al bronzo tutti ovviamente di misure diverse e di uso anche contemporaneo (dipendeva da cosa aveva a disposizione la squadra di casa), e l’hurley fu appiattito nella parte terminale con rimozione dei pericolosissimi spikes.
Questo periodo è riconosciuto come il periodo d’oro del hurley, periodo nel quale i proprietari terrieri anglo-irlandesi solevano allestire squadre composte da abitanti dei loro possedimenti, sfidandosi in partite nelle quali venivano scommesse somme o addirittura proprietà ingenti sulla vittoria di questa o quella squadra.
Un po'la stessa cosa che accadeva in contemporanea col cricket in Inghilterra.
Il progressivo disinteresse delle classi dominanti per il gioco portò ad una fase di lento declino ma la stesura del primo regolamento ufficiale a Dublino, da parte degli studenti e insegnanti del Trinity College nel 1897 e la fondazione della federazione, la Gaelic Athletic Association nel 1884, riuscirono ad invertire la tendenza e ad organizzare il campionato, che vide il via nel 1891 e fu vinto dal Kerry GAA.
Il gioco si svolge su un campo simile a quello da rugby ma più largo.
Le squadre sono composte da 15 giocatori ciascuna e scopo del gioco è segnare un gol in più degli avversari.
La palla detta sliòtar deve essere spedita in porta (una porta come quella da rugby larga 6,40m e alta 2,12), la cui parte inferiore alla traversa è dotata di rete e difesa da un portiere.
Se la palla va in rete la squadra che ha marcato si aggiudica 3 punti, se passa sopra la traversa un punto.
Le partite si disputano su due tempi da 30 minuti l’uno, tranne quelli del campionato irlandese (Senior Inter-County Championship) che durano 35 minuti per tempo.
Grossolanamente le squadre si schierano con un portiere, sei difensori disposti su due linee da tre giocatori ciascuna in posizioni di destro, centro e sinistro, due centrocampisti in linea e sei attaccanti disposti in modo uguale ai difensori.
Vale un po tutto, con alcune restrizioni:
I giocatori possono essere contrastati, a patto che abbiano almeno un piede poggiato per terra, ma non colpiti con la mazza, le irregolarità sui contrasti sono simili a quelle del calcio.
La palla deve essere manovrata con la mazza, sul prato, ma può anche essere portata in mano per non più di quattro passi, dopodiché va lanciata al volo sull’estremità piatta della mazza e si può ripartire per altri quattro passi. Quando la palla è per terra può anche essere calciata avanti.
Non esiste fuori gioco e quindi il portatore di palla può essere attaccato da qualsiasi posizione, una situazione di svantaggio che rende il gioco, insieme a tutte le altre regole, assai veloce e (a chi piace), spettacolare. Viene comunemente riconosciuto come il più veloce gioco su prato esistente.
La popolarità di questo gioco nel paese di origine è testimoniata dallo stadio nazionale, Croke Park, un bellissimo e moderno impianto capace di contenere 82.000 spettatori che va regolarmente esaurito per gli incontri di cartello e viene usato anche per il Calcio Gaelico.
Proprio lo statuto che regola l’uso dello stadio ci da un’idea di quanto sia forte l’attaccamento, e l’intransigenza degli irlandesi per gli sport gaelici in contrapposizione con gli altri giochi di squadra, identificati come imposizioni inglesi non molto gradite.
Quando nel 2005 il vecchio stadio dublinese di Lansdowne Road, che ospitava (e ospita ancora sotto il nome meno romantico e commercializzato di Aviva Stadium) le partite delle nazionali di calcio e rugby, fu oggetto di totale ristrutturazione, i capi delle due federazione chiesero alla GAA di poter utilizzare Croke Park. Ne scaturì una disputa ferocissima, membri più tradizionalisti della GAA si appellarono alla regola 42 dello statuto che proibiva l’uso del Croke Park per giochi non celtici. Nonostante fossero in minoranza la loro fiera opposizione costrinse la GAA a mettere al voto tale mozione. L’esito fu favorevole ai possibilisti e l’impianto venne concesso in uso alle due federazioni fino al 2009 anno in cui riaprì l’Aviva Stadium. Inoltre il rinnovato impianto per calcio e rugby può contenere oggi 51.700 spettatori, ben 30.000 in meno del Croke Park.
Per quanto riguarda le competizioni, la massima espressione del hurling è il campionato irlandese (All-Ireland Senior Hurling Championship), si disputa dal 1887 e vi partecipano 14 squadre rappresentanti le contee irlandesi.
Queste sono le partecipanti dell’edizione 2016:
Leinster: Kerry, Carlow, Dublin, Galway, Kilkenny, Laois, Offaly, Westmeath, Wexford, Munster: Clare, Cork, Limerick, Tipperary e Waterford , vinta da Tipperary in finale sul Kilkenny.
Le più titolate sono
36 titoli - Kilkenny
30 titoli – Cork
27 titoli – Tipperary
7 titoli – Limerick
6 titoli – Dublin
6 titoli – Wexford
Nonstante la GAA abbia oltre mezzo milione di affiliati in giro per il mondo, proprietà per 2.6 miliardi di euro e introiti annui (nel 2010 ad esempio) pari a 94,8 milioni di euro che generarono quell’anno profitti per 78,5 milioni di euro, lo status ufficiale dei giocatori rimane rigorosamente dilettantistico, pena l’espulsione del giocatore dalla federazione e pesanti sanzioni per i club.
La situazione si è fatta sempre più difficile in questi ultimi anni ed ha visto giocatori e federazione arrivare ai ferri corti in un’aspra disputa per il riconoscimento (ai giocatori) di uno status professionistico pieno con stipendi adeguati, in quanto gli impegni crescenti, conseguenza di esigenze sempre maggiori del pubblico (anche televisivo assai cresciuto), ha costretto gli stessi ad avere impieghi sempre più precari, quali ad esempio assistenti in palestre o altri centri sportivi, allenatori saltuari (per chi ha un diploma adeguato) mal remunerati e notevole frustrazione dei giocatori stessi.
La federazione fa muro, corrisponde comunque rimborsi quasi irrisori, sostenendo che il professionismo ucciderebbe il gioco, vero.
In parte.
Ma cosa succede se la ‘fame’ uccide prima i giocatori?
Non tutti sono stati abbastanza fortunati da avere e poter mantenere un impiego da dirigente bancario come Henry Sheffin ad esempio,che come centravanti del Kilkenny detiene il record assoluto di punti realizzato in campionato ben 565, nei suoi 71 incontri disputati tra il 1999 e il 2014, con una media di 7,95 punti a partita.
A detta di parecchi giocatori il punto di rottura è vicino.
L’ hurling è diffuso anche in altri paesi dove forte fu l’immigrazione irlandese, in particolare Stati Uniti, Sud Africa, Australia, persino Argentina oltre naturalmente al Regno Unito.
Chapeau ! grande Sir Bobby Moore che riesce a scovare di tutto e di più e a renderlo interessante.
RispondiEliminaNel 1996 passavo dalle parti di Lansdowne Road in occasione della finale di calcio gaelico e già mi sembrava incredibile la massa di gente che stava affluendo allo stadio , figuriamoci assistere alla finale di Hurling con 30.000 spettatori in più..
Grande Albe!
Clodoaldo
Vista una gara del Cork in un pub in città nel 1998. Fantastico. All'inizio non avevo capito un cazzo (o forse dato il caso sarebbe meglio dire una mazza) del gioco ma poi complici un paio di pinte mi feci coinvolgere.
RispondiEliminaCi giocano pure le donne e mi pare che nel loro caso il nome hurling viene sostituito da Camogie.
Dopo la vicenda dei Black and Tans ci credo che a Croke Park tutto ciò che è britannico viene visto con sospetto...
Charlie