domenica, giugno 11, 2017

Birobidžan



La fine del mondo è la rubrica domenicale che va ad esplorare i luoghi abbandonati dalla storia, particolari o estremi.
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Birobidžan è una città Russa, capitale dell'Oblast' autonoma ebraica nell'Estremo Oriente russo e capoluogo del Birobidžanskij rajon, ai confini con la Cina e lungo la Transiberiana.

Con una storia sconosciuta e molto particolare, essendo, in sostanza, il primo STATO EBRAICO della storia.

All'inizio della rivoluzione bolscevica, gli ebrei nell'impero dello zarista erano quasi cinque milioni.
Confinati in ghetti, banditi dall' amministrazione pubblica e dalle scuole.
Nonostante ciò crearono loro scuole e loro sindacati, preservando la loro identità pur in condizioni di estrema indigenza.
Con l'arrivo dei Sovietici vennero finalmente riconosciuti e di conseguenza aderirono in massa alla Rivoluzione bolscevica entrando nelle istituzioni, nella vita pubblica, sociale e in quella artistica.
Tra loro si distinsero nomi come Sergej Ejzenstein, Boris Pasternak, Marc Chagall, El Lissitzky.
Non dimenticando che il nonno materno di Lenin era ebreo.

Ma Stalin, notoriamente ossessionato da nemici ovunque, decise, su suggerimento del presidente del Soviet supremo, Michail Kalinin, di concedere agli ebrei una repubblica, una regione autonoma come tutti gli altri popoli dell' Unione Sovietica.
I loro diritti sarebbero stati garantiti e le autorità, senza essere tacciate di antisemitismo, avrebbero avuto la possibilità di rimuoverli dai numerosi posti di responsabilità che occupavano nelle varie repubbliche e sostanzialmente raggrupparli in un nuovo, unico, ghetto.

Gli ebrei si entusiasmarono al progetto.
Peccato che il luogo scelto fosse un'inospitale terra paludosa piena di insetti e di fango d'estate, con temperature tra i - 20 e i -50 d'inverno.
Stalin spedì vi decine di migliaia di persone, in molti andarono volontariamente, in tanti arrivarono da varie parti d'Europa, già flagellate dall'antisemitismo, dalla California partirono 12 ricchissime famiglie ebree americane (che dopo un anno di stenti tornarono al caldo).
Il governo dichiarò lo yiddish, la lingua del proletariato ebraico, idioma ufficiale del Birobidzhan.
Sovvenzioni arrivarono da tutto il mondo (ebraico e socialista), personaggi come Einstein plaudirono all'iniziativa.

Ma le purghe di Stalin colpirono anche qui e l'autonomia divenne sempre più ridotta.
Nel corso dei decenni in migliaia lasciarono la "terra promessa" sovietica per andare in quella nuova (e più temperata), Israele.

Attualmente risiedono circa 2.000 ebrei, meno del 2% della popolazione.

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