venerdì, dicembre 30, 2016
Il mio 2016
Il NOSTRO blog si congeda dal 2016 con un egocentrico sguardo ad un po' di cose che il sottoscritto ha lasciato per strada nell'anno trascorso.
Innanzitutto la vittoria della TARGA MEI MUSICLETTER come MIGLIOR BLOG ITALIANO.
In ambito musicale dopo una lunga sosta LILITH AND THE SINNERSAINTS ha ripreso il suo cammino con una nuova line up e nuovi concerti e progetti.
Dieci date in tutta Italia hanno dato il via all'esperienza MODS!, spettacolo musical/teatrale condiviso con ALEX LOGGIA, con il quale abbiamo anche inciso, per Area Pirata Records, il 45 giri "Do you think that money"/"Move on up" con anche Fay Hallam, Luca Re e Paolo Parpaglione.
Area Pirata ha anche provveduto alla ristampa dell'album (vinile e CD) dei NOT MOVING "Flash on you".
In ambito editoriale è uscito per VoloLibero il mio nuovo libro "ROCK N SPORT" (con il sempre prezioso aiuto di Alberto Galletti) mentre prosegue, proficua, la collaborazione mensile con CLASSIC ROCK ed è iniziata, seppur saltuaria, quella con Il Manifesto.
Ho auto l'onore di entrare a far parte della GIURIA del PREMIO TENCO e di quella dei ROCKOL AWARDS.
E ha avuto particolare successo la terza rassegna del Rock d'autore al Melville di San Nicolò (Piacenza) alla cui organizzazione ho collaborato e che ha visto partecipare tra gli altri Manuel Agnelli, Mauro Ermanno Giovanardi, Beppe Carletti, Cisco, Marco Parente.
mercoledì, dicembre 28, 2016
I migliori libri del 2016
Una serie di consigli letterari che arrivano dal 2016.
MUSICA
PATTI SMITH - M Train
La necessaria premessa per accostarsi ad un libro come questo è di avere un AMORE INCONDIZIONATO per PATTI SMITH.
Che ti permette di accettare le sue lunghe elucubrazioni, riflessioni, talvolta tortuose e autocompiacenti, le sue malinconie, le ossessive annotazioni sul cibo scelto, sul vestito indossato, sul libro sfogliato (approccio molto simile ai "Diari di Andy Warhol").
La sua smisurata passione per il caffè, il romantico ricordo del compagno perso, Fred Sonic Smith.
Patti viaggia per il mondo, dalla Guyana francese all'Islanda, dal Messico al Giappone, entra ed esce dai bar alla ricerca di caffè, riflette seduta su un molo o nella casa di Frida Kahlo. Abbonda in particolari che spesso appaiono superflui e inutili e invece SONO il RACCONTO, ciò che lo rende un dialogo diretto con il lettore che diventa partecipe del quotidiano, spesso banalissimo dell'Artista.
Questo è un bel libro e Patti Smith continua a piacermi tantissimo, anche più di prima.
DICK PORTER - Viaggio al centro dei Cramps
Adoro alla follia le biografie maniacali, quelle piene di dettagli, magari inutili, superflui, eccessivi ma che rendono il libro "definitivo".
E' il caso di questo bellissimo viaggio nella carriera dei CRAMPS a cura di Dick Porter, edito da GoodFellas, splendidamente tradotto da Caterina Micci (non facile attenersi correttamente, senza la dovuta competenza, ad una lunga serie di definizioni e terminologie molto specifiche), con una introduzione di Federico Guglielmi e una serie di testimonianze "italiane" finali.
Nulla è lasciato al caso, date, eventi, particolari anche secondari ed è costantemente corredato dalle parole di Lux Interior e Poison Ivy (i Cramps...) ma anche dai vari, più o meno importanti, numerosi, compagni di viaggio da Miriam Linna a Bryan Gregory a Kid Congo, tra i tanti.
Grande spazio agli esordi e ai primi due seminali album, più sbrigativo il seguito (in effetti meno significativo e più di routine tra dischi e tour) fino alla prematura scomparsa di Lux Interior nel 2009.
C'è la commovente e smisurata passione per il vero spirito del rock n roll, la ricerca della PUREZZA di quel sound e di quell'attitudine, l'amore per i B Movies horror, le fregature discografiche, i tracolli economici, le risse ai concerti, i rapporti spesso difficili con gli altri componenti, le droghe, il sesso, la provocazione, lo spirito autenticamente punk.
Per chi ama la band o anche solo un certo tipo di rock n roll un testo assolutamente imperdibile.
GIANFRANCO NISSOLA - Miles Davis. Principe delle tenebre
Stupenda nuova edizione ampliata e aggiornata (la prima edizione uscì nel 2010), a cura di Arcana Jazz di 'Miles Davis Principe delle Tenebre', a cura del musicologo Gianfranco Nissola.
Una dettagliatissima, corposa, colta ed esaustiva biografia del grande musicista dagli esordi a St. Louis, al trasferimento a New York nei piccoli club, l'incontro con i grandi del jazz e con John Coltrane, l'abisso delle droghe, la vita divisa tra eccessi e puro genio, in costante evoluzione, alla continua ricerca del nuovo, sperimentando, osando, rompendo gli schemi.
Gli anni dell'oblìo, del ritiro volontario, della malattia, il carattere scontroso (a dir poco), le debolezze, il tutto descritto con precisione e nessun indugio nel sensazionalismo.
Arduo leggere biografie così ben scritte, appassionate e appassionanti. Un capolavoro dell'editoria musicale.
PAUL DU NOYER - La versione di Paul
Paul Dy Noyer, oltre ad essere un giornalista di NME e scrittore, è anche un vecchio amico e concittadino del suo più noto omonimo.
Con il quale ha intrattenuto negli anni numerose conversazioni private e lavorative (il titolo originale, più opportuno e mirato, è infatti"Conversations with Paul Mc Cartney"), raccolte in un questo lungo e dettagliato libro che scandaglia nella vita artistica e personale di PAULcon garbo, nessuna invadenza, tanta delicatezza.
Mc Cartney è diretto, sincero, senza peli sulla lingua, parla di Beatles e Linda, di spiritualità e della quotidianità di essere un (ex)Beatle.
Per i fan un documento imperdibile, grazie anche ad uno stile molto leggero, scorrevole, una chiacchierata continua che non svela particolari inediti o annotazioni sconvolgenti ma rifinisce una volta in più un ritratto così complesso come quello di uno dei compositori più autorevoli e geniali degli ultimi 50 anni.
LOREDANA BERTE’ - Traslocando
Ho sempre amato le autobiografie di personaggi POP dello spettacolo italiano (da Cristian De Sica a Verdone a Teo Teocoli tra i tanti).
Tra quelli più appariscenti ed estremi LOREDANA BERTE' gioca un ruolo di primo piano.
E la sua testimonianza in "Traslocando" non delude le aspettative ma, anzi, travalica ogni immaginazione a partire dalle violenze subite dai genitori nella tenera infanzia che ne hanno marchiato indelebilmente tutta la vita fino alla tragica fine dell'amata sorella Mia Martini.
Loredana è crudissima, spietata, anche con sè stessa, non risparmia niente e nessuno.
Nel marasma di ricordi, aneddoti e dichiarazioni "forti" ogni tanto perde credibilità (la cena con George Bush, Borg e...Bin Laden sembra un tantino forzata...e anche i concerti visti a fine anni 60: vanno bene Stones e Hendrix ma citare anche i Ramones...ehm...).
Non lesina feroci strali all' (ex) amico Renato Zero e non ha paura a fare nomi e cognomi di "bastardi" vari che le hanno reso la vita difficile (con augurio finale di morte veloce al padre).
Un libro che testimonia il suo ruolo di loser, scheggia impazzita e incontrollabile, scritto senza falsi pudori o particolari remore.
FABIO CASAGRANDE NAPOLIN - Orgasmo song
Sempre affascinato dai libri esaustivi fino all'eccesso.
Come ORGASMO SONG di Fabio Casagrande Napolin, fondatore della fanzine Abastor, autore di “Trash Music”, collezionista di dischi, DJ e speaker radiofonico, che esplora le migliaia di canzoni "dove, sulla base di una melodia languida e carezzevole, si inserisce un dialogo, parlato o meglio sussurrato tra due o più partner, che, in modo abbastanza esplicito, ci fa capire che i due stanno facendo l’amore”.
Tutto parte dal celebre "Je t'aime moi non plus" di Serge Gainsbourg e Jane Birkin, uscito nel 1969 (ma già inciso da Serge con Brigitte Bardot anni prima, versione che vedrà la luce solo decenni dopo), anche se, a sorpresa, alla fine Fabio ci svelerà non essere stata proprio la prima.
Da lì si spazia in oscuri 45 giri, concept erotici, dischi stranissimi e sconosciuti, hits dimenticati (vedi "Sexy Fonni" di Benito Urgu), il duetto "Io ti amo...ed io di più" di Giorgio Albertazzi e Anna Proclemer), i dischi provocatori degli Squallor e una girandola infinita di altri titoli.
Il tutto farcito da aneddoti e curiosità a iosa, sotto cui scorre la storia del costume in Italia ed Europa che proprio attraverso le censure a canzoni fondamentalmente innocue misura ne ha misurato il livello di senso civico e di libertà individuale.
Un testo interessantissimo ed essenziale per scoprire una nicchia così particolare e dal grande potenziale creativo.
Il tutto scritto con un taglio ironico e una perfetta eleganza.
GABRIELE ANTONUCCI- Aretha Franklin
LUCIA SETTEQUATTRINI- Al Green
Volo Libero Edizioni inaugura una benvenuta serie di pubblicazioni su alcuni dei nomi principali della SOUL MUSIC, intitolata SOUL BOOKS e curata da un luminare del genere, Alberto Castelli. Doveroso partire con la Queen of Soul, ARETHA FRANKLIN, coraggioso affiancarle un nome da noi poco noto come AL GREEN.
Gabriele Antonucci scrive un ritratto completo ed esaustivo di ARETHA FRANKLIN, con tutti i suoi eccessi (madre di due figli già a 14 anni, bizzosa, passione per l'alcool, una vita complicata, segnata da amori turbolenti, numerosi e dolorosissimi lutti, ascese all'Olimpo, cadute rovinose) ma soprattutto i suoi successi, pressochè infiniti dai 60's fino ai nostri giorni. Un racconto dettagliato e preciso, appassionante e "caldissimo".
Più "personalizzato" il lavoro su AL GREEN, a cura di Lucia Settequattrini, di cui si sottolinea una vita spesa tra musica e conversione (è un fervente predicatore cattolico), ma che però perde a tratti il percorso strettamente musicale.
Un testo comunque unico ed essenziale per scoprire un nome così poco considerato dalle nostre parti nonostante lo spessore della sua carriera e una voce pressochè unica.
v CARLO BABANDO - Marvin Gaye il sogno spezzato
Non è facile mettere a fuoco una vita (artistica ma non solo) così complessa come quella di MARVIN GAYE, passato dai raffinati e innocui inizi da crooner alla militanza e alla genialità di "What's goin on" ai successi di sapore disco di "Sexual healing", il tutto attraverso successi, soldi, bancarotta, lutti, alcool, droghe di ogni tipo fino ad una fine tragica quasi prevista e cercata (per opera del padre "padrone").
Carlo Babando viaggia sicuro nei meandri intricatissimi di una storia unica e tragica ma che brilla ancora per creatività, personalità, fascino.
Lo fa con una scrittura agile, grande competenza e un abile intreccio tra gli aspetti meramente artistici e le vicende personali, altrettanto interessanti e particolari.
ALBERTO CASTELLI - Otis Redding
Vola sempre più in alto VoloLibero nella collana Soul Books.
Dopo Al Green, Aretha e Marvin Gaye ora tocca ad un altro immenso rappresentante della Black Music, OTIS REDDING, del cui ritratto si occupa il curatore della collana stessa, Alberto Castelli. Alberto ci porta nei difficili ma pulsanti 60's americani, immaginando talvolta dialoghi e incontri, in modo cinematografico ed estremamente efficace, facendoci assistere a quello che avremmo solo potuto immaginare.
E così il tragitto nella breve vita (anche artistica) di Mr.Pitiful assume un sapore quasi famigliare, come se fossimo stati con lui in quei giorni a Monterey o alla Stax ad incidere "Otis Blue". Come sempre i libri di Soul Books sono ricchi di dettagli, curiosità, particolari inediti o poco conosciuti.
ANTONIO PELLEGRINI - The Who e Roger Daltrey in Italia
Progetto molto interessanti quell odi Antonio Pellegrini per Chinaski Edizioni che esplora in dettaglio (raccogliendo anche preziose e rare testimonianze, resoconti dei concerti, scalette, stralci di interviste, articoli di giornale, foto inedite) l'attività degli WHO e di ROGER DALTREY in Italia dai concerti del 1967 a Torino, Bologna, Milano e Roma al concerto del 1972 a Roma fino a Verona 2007, il tour di Roger Daltrey con la riproposizione di "Tommy" e le recenti date a Bologna e Milano.
Un libro curioso ma estremamente interessante, perfetto compendio alla conoscenza del mondo WHO.
NANDO MAINARDI - La magnifica illusione
In un paese giusto e intelligente a Gaber dedicherebbero vie, piazze e teatri.
Non ci viviamo quindi proseguiamo nella nostra "magnifica illusione" che prima o poi le cose cambieranno.
Nel frattempo Nando Mainardi ci ricorda il perchè al troppo spesso dimenticato "Signor G" andrebbero tributati onori in abbondanza ripercorrendo gli anni dell'impegno di Gaber quando coraggiosamente abbandona la "canzonetta" e i tour con Mina e abbraccia (affiancato dal fido co-autore Luporini) il "teatro canzone" ovvero come dice lo stesso autore quando fare teatro e cantare canzoni, per Gaber, significava parlare di rivoluzione, di cambiamento, dei tentativi eroici e spesso fallimentari di abbattere regole che fino a poco tempo prima erano consideraste eterne e immutabili. Sarà una stagione lunga, intensa, densa, piena di soddisfazioni, (dis)illusioni, sfide, scontri ideologici e contenutistici.
Ne uscirà, come tanti (tutti?), bastonato dalla storia e dagli eventi ma con quel costante sorriso malinconico di scherno di chi aveva capito tutto e tanto tempo prima.
Scritto benissimo, avvincente e dettagliato, per (ri)scoprire un Grande.
SALVATORE COCCOLUTO - Ezio Bosso La musica si fa insieme
A volte anche l'Italia tributa il giusto merito ai suoi figli di talento.
Ci è voluto il Festival di Sanremo e Carlo Conti a far scoprire il valore di EZIO BOSSO, che da anni raccoglieva successo e stima ovunque nel mondo.
Per fortuna ora anche in Italia viene considerato con il giusto merito.
Salvatore Coccoluto gli dedica un libro esaustivo sulla sua carriera con una buona parte dedicata anche alla sua appartenenza alla filosofia Mod, da cui non si è mai allontanato, dopo i tre anni trascorsi al basso con gli Statuto negli anni '80.
Interessante, ben scritto, completo.
ALTRI
VITTORIO BONGIORNO - City Blues
Al cospetto di un tomo di 350 pagine ci si approccia sempre con un certo timore.
Poi quando uno scrive così bene e in modo tanto coinvolgente come Vittorio Bongiorno ti trovi a finirlo in un giorno e a volerne altri dieci di questi racconti e avventure.
Vittorio raccoglie in City Blues tre resoconti di viaggio, già pubblicati sul "Mucchio Extra" e qui rifiniti e riarrangiati.
Da Los Angeles e dintorni a Berlino fino alla "città più pericolosa del mondo", Detroit, si intrecciano le migliori storie del rock n roll (e non solo) saltando da Gram Parsons a Nick Cave, da Iggy a Bowie, da John Lee Hooker alla prima techno, per scoprire quanto tutto ciò sia costantemente unito da un filo rosso (o nero, se preferite).
Dettagli, aneddoti, citazioni, incontri speciali e particolari (Ry Cooder in un piccolo club nel deserto californiano...).
La scrittura di Vittorio, come detto, è speciale, fresca, ironica, appassionata, profonda.
Un libro riuscito, un libro BLUES.
GIANNI MIRAGLIA - Ritornello al futuro
Gianni Miraglia è tante cose, uomo dai mille talenti e dal grande seguito mediatico.
In questa sede lo apprezziamo come scrittore, con un lavoro dove satira e grottesco si intersecano con vicende divertenti ma non troppo, per scoprire, tra le righe, che ciò che viene narrato non è troppo lontano da una realtà sempre più decadente che ci circonda.
Qui si parla di zombies ma zombies di alto livello, da Kurt Cobain a Johnny Thunders, Sid Vicious, Lucio Dalla, con protagonista quello di Luigi Tenco che cerca un riscatto con i Dead Pertinis che si trasformano in SanRemones per vincere il Festival di San Remo battendo gli odiati Dire Straits Italia.
Il racconto è divertente, la scrittura incalzante, il tono agrodolce, talvolta esilarante, altre malinconico.
Ma è un libro unico e particolarissimo, originale.
E non è un pregio da poco.
GRAZIANO DELORDA - Little Olive
Non è facile per un romanzo di oltre 300 pagine tenere incollato il lettore, divertendo, appassionando, facendogli assaporare costanti citazioni e riferimenti (sempre impeccabili e competenti) al magico mondo del rock n roll 60’s.
Il mood non è distante dalle avventure di Tony Pagoda di Paolo Sorrentino ma il taglio è personale e molto intrigante.
La storia della garage band siciliana dei Little Olive, inconsapevolmente immischiata in una rocambolesca storia di spaccio internazionale e in sanguinose rivalità con altre bands, è un piccolo gioiello di genialità letteraria.
LUCA MANES - Football is coming home
Luca Manes viaggia da appassionato super competente nel CALCIO INGLESE, da quello attualmente minore che ha vissuto fasti lontani (Everton, Ispwich o Nottingham) a quello che ancora gode di discreta salute (Liverpool ad esempio).
E' un viaggio tra stadi storici, aneddoti, ricordi, citazioni, personaggi, città stupende o insignificanti, fatto senza la consueta apologia acritica della superiorità del calcio inglese, anch'esso alle prese con problemi e situazioni non sempre edificanti.
Ne esce un ritratto veritiero, a volte impietoso e disincantato, ma sincero e diretto.
Soprattutto, come sempre, tremendamente affascinante.
OLIVIER ROLIN - Il meteorologo
Aleksej Feodos’evic Vangengejm era il meteorologo dell’Unione Sovietica, nel periodo in cui era Stalin a governarla, alle prime avvisaglie del pugno di ferro che poi sterminerà un numero smisurato di "oppositori".
Nato in una famiglia della piccola nobiltà Vangengejm si innamorò della rivoluzione bolscevica e mise il proprio talento al totale servizio del grande ideale sovietico.
Preconizzò, negli anni '30, l'utilizzo dell’energia del sole e dei venti per l'alimentazione energetica.
Collaborò ai primi tentativi di conquista dello spazio lavorando ai primi aerostati che arrivarono nella stratosfera e alle spedizioni nell'Artico.
Nel 1934 fu accusato di tradimento e rinchiuso nel primo dei gulag, nelle Isole Solovki nel Mar Baltico.
Durante la prigionia (dura ma non così spietata visto che accudiva la biblioteca del carcere dove c'erano trentamila libri di ogni genere, teneva conferenze e viveva una quotidianità quasi "normale" pur nel rigore sia climatico che oppressivo) fino al 1937, quando fu giustiziato, scrisse alla figlia una serie di lettere piene di disegni, erbari, indovinelli (riportati nel libro). Restò fedele al Partito e all'idea del Comunismo fino alla fine (anche se non è improbabile che sia stata solo una mossa per proteggere la famiglia), rifiutandosi di credere alla propria "colpevolezza", scrivendo spesso a Stalin e ad altri responsabili (senza ricevere ovviamente alcuna risposta), sicuro di un errore.
Solo la scoperta di queste lettere ha riportato alla luce la sua triste ed oscura storia e ne ha riabilitato la figura e la memoria.
Il libro è rigoroso nel ripercorrere il suo incubo, toccante nel riportarne frasi e pensieri, ben scritto e scorrevole.
PAOLO FERRERO - Chiedi chi erano Law e Baker
La convulsa storia della permanenza di Denis Law e Joe Baker nel Torino dei primi 60’s, dalle prime grandi prove in maglia granata ad una serie di “notti brave”, vari dissapori con dirigenza e tifosi fino ad un incidente notturno che chiuse la carriera italiana dei due.
Denis Law vincerà parecchio poi con il Manchester United (coppa dei Campioni inclusa) e sarà Pallone d’Oro nel 1964.
Baker, scomparso una decina di anni fa, passò invece all’Arsenal per una carriera più che dignitosa.
Ferrero racconta tutto nei dettagli, contestualizzando il periodo storico per una lettura agile, interessante e veloce.
DANILO PAGLIARO - Mai avere paura
Un resoconto molto lucido, sincero e onesto di una vita nella Legione Straniera con i suoi eccessi e codici (a noi incomprensibili), il rammarico di un progressivo declino dello spirito originario, descrizioni di azioni cruente (ma mai inutilmente sensazionalistiche), vita quotidiana fatta di rigore, addestramenti estremi, interventi sul campo.
Difficile condividerne i valori, interessante riuscire a gettare un o sguardo su qualcosa di così poco conosciuto e misterioso.
VALERIO MARCHI - Teppa
Interessantissimo viaggio del compianto Valerio nella storia del “teppismo” giovanile, dal 1.500 ad oggi con una disamina competente, profonda, sociologica di grande spessore culturale. Dal “puer barbaricus” ai bucanieri, i merveilleux etc per arrivare a teds, mods, punks e skins.
VITTORIO PARISI - Fix !
Mafia, corruzione e sfruttamento nella grande boxe è un sottotitolo esaustivo per descrivere cosa ci attende nelle oltre 200 pagine di questa pubblicazione a cura di Bradipo Libri. Vittorio Parisi entra nel dettaglio (paradossalmente forse l'unica pecca del libro è l'eccesso di nomi, date, sigle in cui si rischia alla fine di perdersi un po') di una lunga serie di incontri combinati, per scommesse, per l'intervento diretto della mafia, per convenienze varie.
Si passa da Rocky Marciano, alle sfide Cassius Clay-Sonny Liston ad una lunga serie di verdetti scandalosi, all'analisi molto precisa e circostanziata del controllo totale che la mafia ha a lungo tenuto sul pugilato.
Ne escono puliti davvero in pochi e alla fine la visione della "nobile arte" è veramente desolante.
GIORGIO BASSANI - Il giardino dei Finzi Contini
Interessante ogni tanto ripescare libri letti decenni fa e vedere l’effetto che fa. Molto buono il classico di Bassani nella sua malinconia decadente, nella romantica disperazione dei protagonisti di cui conosciamo già dall’inizio la tragica fine (tutti ad Auschwitz a parte Alberto che muore per malattia).
Struggente.
JACK H ABBOTT - Nel ventre della bestia Libro tremendo, spietato, dove l'orrore non ha mai fine.
Jack H Abbott ci porta nell'infermo delle carceri americane dei 70's dove il prigioniero perde qualsiasi diritto ed è alla completa mercè dei carcerieri aguzzini.
Abbott non fa nulla per migliorare la già precaria situazione, si ribella in continuazione e diventa oggetto di ogni angheria, anche la più estrema, raccontata con spietatezza e dovizia di terribili particolari, tra privazioni sensoriali, torture, fame, sete, abuso indotto di psicofarmaci.
Abbott nel 1977, appreso che lo scrittore Norman Mailer stava lavorando a "The Executioner's Song" un libro basato sulla vicenda della condanna a morte di Gary Gilmore, gli scrisse offrendogli il suo aiuto per spiegargli come la prigionia cambia le persone.
Attraverso una lunga serie di lettere descrisse in maniera drammatica una realtà inconcepibile (a St. Quentin i giovani medici si allenavano lavorando sulle ossa spezzate dei detenuti, venivano sperimentati su di loro farmaci di vario tipo, raffinate forma di trtura psicologica, isolamenti di mesi nel buoi totale etc).
Mailer le fece pubblicare nel 1981 e "Nel ventre della bestia" diventa un best seller e un caso giudiziario, per il quale sono in molti a spendersi per dare ad Abbott una seconda possibilità. Abbott alla fine venne rilasciato in libertà condizionale nel giugno del 1981.
Quaranta giorni dopo Abbott uccide a coltellate un cameriere a New York per un banale alterco. Datosi alla fuga venne catturato in Louisiana poche settimane dopo; processato, fu condannato a scontare altri 15 anni di prigione.
La mattina del 10 febbraio 2002 si è tolto la vita impiccandosi in cella.
Un lavoro che si affianca in maniera speculare allo splendido "Il vagabondo delle stelle" di Jack London scritto nel 1915 e che, in maniera romanzata ma non troppo (si ispira ad una serie di colloqui con carcerati), narra degli stessi orrori a cui è soggetto un prigioniero che riesce però ad astrarsi e a volare con il pensiero.
PAOLO MERENDA - Qualcosa cambia - Racconti Punk
Esponente della scena hardcore punk alessandrina, l'autore ci presenta una serie di "racconti punk", in cui i riferimenti ai gruppi e alle situazioni frequenti in questo ambito sono frequenti e volutamente deliberati.
Lo sfondo e i protagonisti arrivano dalla provincia profonda, vuota, ghettizzante e ghettizzata, senza troppe prospettive e tanta disperazione, spesso soprattutto interiore.
Cinque racconti veloci e spiazzanti, crudi, impregnati di hardcore (musicale, di vita, strettamente sessuale), ben scritti e molto cinematografici, sceneggiature ideali per un incrocio da Jim Jarmusch e Tarantino.
martedì, dicembre 27, 2016
Concerti 2016
Avuta l'opportunità di seguire un po' di concerti nel 2016, mi preme segnalare quelli che reputo i migliori:
THE WHO a Milano il 19 settembre
Ne parlo diffusamente qui: http://tonyface.blogspot.it/2016/09/the-who-live-milano-forum-19-settembre.html
AFTERHOURS e DANIELE SILVESTRI a Milano il 10 settembre
qui: http://tonyface.blogspot.it/2016/09/afterhours-e-daniele-silvestri-al.html
SALMO a Modena.
Parlo di lui qua: http://tonyface.blogspot.it/2016/02/fenomenologia-di-salmo.html
Ma anche
KID CONGO al Festival Beat, HUGO RACE, BOLOGNA VIOLENTA, MESSER CHUPS, MICHELE GAZICH, MARCO PARENTE a Cremona e Piacenza, MAURO ERMANNO GIOVANARDI, CISCO, BEPPE CARLETTI, MARIO VENUTI, ILENIA VOLPE, TERRY LEE HALE
domenica, dicembre 25, 2016
venerdì, dicembre 23, 2016
I migliori album del 2016
A dispetto dei LUTTI a valanga e delle lamentele costanti, il 2016 è stato un'ottima annata per le novità discografiche con album di grande pregio, eccellenti esordi e conferme.
In passato furono:
nel 2005 White Stripes, Oasis e Supergrass
nel 2006 Bellrays, Capossela, Who e Beatles
nel 2007 Graham Day, Pj Harvey, Amy Winehose
nel 2008 Last Shadow Puppets, Oasis, Racounters
nel 2009 Madness, Dylan, Rancid
nel 2010 Gil Scott Heron, Paul Weller, Lanegan/Campbell
nel 2011 Beady Eye, PJ Harvey, Meat Puppets
nel 2012 Secret Affair, Neneh Cherry and the Thing, Macy Gray, Martha High, Patti Smith
nel 2013 Strypes, Miles Kane, Franz Ferdinand, Excitements, Julie's Haircut
nel 2014 Sleaford Mods, Damon Albarn, Temples, The Ghost of a Saber Tooth Tiger e Benjamin Booker
nel 2015: Paul Weller (fuori concorso), Kamasi Washington, Gaz Coombes, Ryley Walker
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Ho escluso dalla classifica "Blackstar" di DAVID BOWIE e "Blue and lonesome" dei ROLLING STONES.
DUE ALBUM EPOCALI, chi per una ragione, chi per l'altra, destinati a rimanere per sempre nella memoria a prescindere dal contenuto artistico. Eccellente quello di BOWIE, iconico quello degli STONES, meritano un posto a parte e un ascolto necessario.
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1
IGGY POP - Post pop depression
CAPOLAVORO scritto, prodotto e suonato con Josh Homme dei Queens of the Stone Age a cui si sono affiancati anche Dean Fertita (QoTSA e Dead Weather) e il batterista degli Arctic Monkeys Matt Helders. Un sound cupo, gotico, oscuro, decadente che riporta ai primi due album, al Bowie più ostico, in cui si sente la penna acida di Josh Homme e in cui Iggy conserva il tono gutturale da crooner degli ultimi lavori ma con una tinta rabbiosa di derivazione Stooges che rende il tutto inquietante e minaccioso.
Un blues moderno intensissimo e profondo
Album eccelso, sperimentale, anti commerciale, scostante, arrogante, duramente malinconico.
2
FANTASTIC NEGRITO - The last days of Oakland
Blues with punk attitude. Lui descrive così la sua musica. D’accordissimo.
Il risultato è talvolta vicino a certe cose di Jack White/White Stripes/Raconteurs, altre volte ad un cattivissimo modern blues, altre ancora ad una malatissima forma di gospel.
Notevole, profondo, finalmente una musica che infonde un senso di pericolo.
3
MOTORPSYCHO - Here be monsters
Un viaggio acid folk prog psych rock nei 70's dei Pink Floyd di "More", nelle progressioni degli Hawkwind con una personalità che già sappiamo essere indiscutibile.
Avvolgente, mistico, psichico, solenne, davvero bello.
4
MYLES SANKO - Just being me
C’è il Marvin Gaye di “What’s goin on”, il primo Gil Scott Heron, Bill Whiters, soul, funk, blues, jazz, testi profondi, arrangiamenti sontuosi di archi, fiati, pianoforte spesso protagonista e voce sublime.
5
LAST SHADOW PUPPETS - Everything you’ve come to expect
Maturati, induriti, piglio strafottente da artisti navigati.
Pop chitarristico degli 80's, gusto white soul, palese ed evidente PERSONALITA' che permea ogni nota.
6
KING GIZZARD & the LIZARD WIZARD - Nonagon Infinity
Sono in giro dal 2010 e questo è già l'ottavo album.
Mettono insieme la follia dei GONG, la musica totale dei COLOSSEUM, il tiro dei MOTORPSYCHO in anfe (anzi in acido), i primi TAME IMPALA , un po' di TEMPLES e psichedelia varia.
7
STEVE GUNN - Eyes On The Lines
Steve Gunn è uno che ha già fatto una dozzina di dischi e suona con Kurt Vile.
Amore sconfinato per le sue atmosfere 60's psych / Paisley Undergound / folk rock con intrecci di chitarra alla Television, quell'incedere alla Dream Syndicate, quel gusto primo Van Morrison.
8
MONKEES - Good times
I MONKEES (quel che ne rimane) festeggiano il 50° compleanno con un nuovo ambizioso album con fior di contributi da parte di amici e ammiratori da Andy Partridge (ex XTC), della coppia Paul Weller/Noel Gallagher, Rivers Cuomo dei Weezer, Ben Gibbard dei Death Cab for Cutie.
Un pop beat dalle tinte easy rock, cantato benissimo, suonato e prodotto senza fronzoli, in maniera essenziale e diretta.
9
KRISTIN HERSH - Wyatt At The Coyote Palace
Un nuovo album solista, doppio, in cui la chitarrista delle Throwing Muses suona, canta, compone tutto ed è un lavoro dal fascino doloroso e dal dolore fascinoso e ammaliante.
A tratti talmente intenso da risultare struggente e quasi insopportabile. Ma è bello, molto bello, un piccolo gioiello folk/roots.
10
YUSSEF KAMAAL - Black focus
Yussef Dayes e Kamaal Williams sono l'anima del progetto YUSSEF KAMAAL e dell'album d'esordio "Black focus" prodotto da Gilles Peterson.
Album notevole, ritmiche afrobeat, groove funk, jazz funk dei 70's, gusto blaxploitation, musicisti eccelsi, un gusto non lontano da certi umori traghettati da Kamasi Washington, sapori dubstep e jungle.
Melting pot londinese che guarda indietro e lontano.
11
NICK CAVE - Skeleton Tree
L’empatia per una tragedia come la morte di un figlio rende l’ascolto del nuovo album di Nick Cave ancora più rispettoso e attento.
“Skeleton tree” è una solenne, devastante, drammatica elaborazione di quel lutto.
E’ un GOSPEL moderno, un canto funebre straziante e difficile da sopportare, tanto ferisce l’anima. Ipnotico come il dolore quando taglia il respiro.
12
LEONARD COHEN - You want it darker
Ci sono artisti al cospetto dei quali DEVI avere una cura particolare nell'ascolto, nella comprensione, nel rispetto per una carriera di fronte alla quale ci si deve inchinare con una genuflessione simbolica (ma neanche tanto).
"You want it darker" è blues, gospel, anima, cuore, corpo e sangue. Intenso, (o)scuro, denso, rauco, profondo.
13
SERATONES - Get gone
Figli legittimi dei Bellrays che mischiano soul music (grazie anche alla spettacolare voce di AJ Haynes) con un tiro punk, folate 60’s rock e Hendrixiane, un adorabile tocco jazzy.
C’è addirittura qua e là qualche atmosfera Crampsiana/Link Wray o riferimenti ai Feelies e Dream Syndicate.
14
KULA SHAKER - K 2.0
Il nuovo album è una piacevolissima conferma delle qualità della band che mantiene fede alle radici (brit pop con influenze “indiane” mutuate dal George Harrison periodo beatlesiano) ma assimila anche connotati funk, folk e addirittura country.
Canzoni eccellenti, prodotte alla grande, grande groove e gruppo in forma eccellente.
15
The GOAT - Requiem
Il collettivo svedese arriva al terzo album e ancora una volta ci porta in un mondo sciamanico che attinge da psichedelia, quella meno manieristica, dal desert sound del Sahel, da Tinariwen, Bombino o Mdou Moctar, oscuro folk svedese, sprazzi di world music da ogni parte del globo.
Ci sono anche rock, blues, i 60's e i 70's.
INNOVATIVI e UNICI, "Requiem" è forse inferiore al precedente capolavoro "Commune", ma vale parecchio.
16
MADNESS - Can’t touch us now I MADNESS continuano a collezionare album di alto livello, dignitosi, freschi, divertenti, interessanti.
Anche il nuovo lavoro si destreggia tra pop soul, stupende ballads, qualche occasionale ritorno a ska e rocksteady.
Brani belli, sound immediatamente riconoscibile, classe, eleganza, groove.
17
LEMON TWIGS - Do Hollywood
Giovanissimi new yorkesi all’esordio con un sorprendente mix di Wings, Supertramp, primi Queen, il Lennon solista dei primi 70’s, Todd Rundgreen, un pizzico di Syd Barrett.
Un immaginario molto preciso, tra il 1971 e il 1974, replicato però con creatività e freschezza.
18
BOB MOULD - Patch the sky
Bob Mould, bene o male, non delude mai.
Anche "Patch the sky" funziona alla grande, con quel suo inconfondibile marchio di fabbrica HuskerDu/melodico (ma quando schiaccia l'acceleratore non ce n'è per nessuno), elegantemente duro, energicamente raffinato.
Una conferma costante, un punto fermo.
19
A TRIBE CALLED QUEST - We Got It From Here – Thank You 4 Your Service
La BLACK MUSIC che cambia, si evolve, mischia, cresce, rinnova. Hip hop che assorbe soul, funk, jazz, groove pazzeschi, ospita Kendrick Lamar, Jack White, Elton John (!), André 3000, Kanye West, Consequence, Busta Rhymes e altri.
Album pieno di stimoli, prospettive, nuovi suoni che si stratificano sulla classe cristallina della old school.
20
NEIL YOUNG - Peace Trail
Non ho sufficiente conoscenza dell'opera di NEIL YOUNG per parlare con cognizione di causa del suo nuovo "Peace trail".
Ma per me è un buon album, diretto, minimalista, buona canzoni, tanta interpretazione, alla batteria un sempre grande Jim Keltner, tematiche politico/sociali, ruvidezza, urgenza, immediatezza.
giovedì, dicembre 22, 2016
Calciolandia, Il Meglio del 2016
Chi meglio di ALBERTO GALLETTI per portarci nel meglio del calcio del 2016.
Stà per chiudersi l’anno solare 2016 con la stagione calcistica nel pieno dell’attività.
La pausa natalizia è alle porte, quasi tutti i grandi campionati si penderanno una vacanza a parte i forsennati britannici, anche se meno di un tempo, almeno Premier League.
Mi sono divertito, dietro irrinunciabile richiesta che mi ha colto completamente preparato, a stilare un po’ del meglio che ha girato sui campi da calcio europei, in questo 2016.
Ho cercato di essere credibile pur se non conforme, parziale il giusto senza esser troppo serio.
MIGLIOR GIOCATORE 2016
Il (fu) prestigioso Pallone d’ Oro è finito giustamente tra le mani dell’asso portoghese pigliatutto (per la quarta volta), al secondo ci ho messo Higuain per l’incredibile exploit dei 36 gol a Napoli l’anno scorso e la continuazione in maglia bianconera fino ad oggi.
Jamie Vardy per la strepitosa stagione sua e della squadra, vero artefice e trascinatore del titolo conquistato.
Per Suarez 40 gol e che gol in campionato, un’enormità per questi tempi, persino in Spagna. Uno Spasso autentico. Premio anche Griezmann per la stagione di C.L. e il grande Europeo, oltre al grande talento.
Cominciamo da qui, il mio premio individuale va dunque a ‘Mr Simpatia’
1 Cristiano Ronaldo (Portogallo, Real Madrid)
2 Gonzalo Higuain (Argentina, Napoli/Juventus)
3 Antoine Griezmann (Francia, Atletico Madrid)
4 Luis Suarez (Uruguay, CF Barcelona)
5 Jamie Vardy (Inghilterra, Leicester City)
MIGLIOR SQUADRA DI CLUB
Il Leicester City ha compiuto l’impresa più straordinaria della stagione e forse dell’intera storia del calcio inglese (almeno da quando è stata istituita la Premier League).
Il Real Madrid ha vinto la Champions League, il mondiale per club, è finito secondo a un punto in campionato ed è ora in testa; in giornata possono battere chiunque.
L’Atletico Madrid seppur in netto calo rispetto al 2014 compie un cammino strepitoso in Champions League e seppur coi denti rimane aggrappato al vertice anche in campionato.
La Juventus si conferma superpotenza della serie A, conquista il suo 5° scudetto consecutivo, record in Italia, eguagliando se-stessa ed è lanciatissima per un clamoroso sei-di-fila e per riscrivere la storia del calcio italiano.
Il Bayern di Monaco si conferma vincente nel campionato più ricco di novità calcistiche, un autentico laboratorio di avanguardia, con insidie da ogni direzione: la superiorità dei suoi calciatori gli permette ancora una volta di spuntarla, nonostante Guardiola.
1 Leicester City
2 Real Madrid
3 Juventus
4 Atletico Madrid
5 Bayern Munchen
MIGLIOR SQUADRA NAZIONALE
Visto che si sono disputati i Campionati Europei, una classifica personale anche per le nazionali.
So che in molti si chiederanno perché, ma a mio parere l’Ungheria ha disputato due delle quattro migliori partite viste nel torneo, per impegno, intensità equilibrio e proprietà di manovra.
Ho deciso di premiarli per questo ricordandovi anche che sul 3-3 col Portogallo fosse entrata quella traversa, l’Europeo avrebbe raccontato una storia diversa.
Grande il Galles tuttocuore trascinato da Bale e da un pubblico magnifico (così come l’Ungheria).La Francia non ha vinto ma durante il torneo ha dimostrato di essere la migliore.
1 Francia
2 Germania
3 Galles
4 Portogallo
5 Ungheria
MIGLIOR GOL 2016
Personalissima, ovviamente e ampiamente discutibile.
Ho privilegiato la varietà nella scelta dei gesti tecnici tenendo conto del contesto, del realizzatore e ovviamente delle mie preferenze personali.
1 Jamie Vardy (Leicester City) in Leicester City 2-0 Liverpool del 2 febbraio
2 Sam Vokes (Galles) in Galles 3-1 Belgio del 1 luglio
3 Barry McKay (Rangers Glasgow) in Rangers 2-2 Celtic del 22 aprile
4 Diego Perotti (Roma) in Roma 4-1 Viktoria Plzen del 24 novembre
5 Cristiano Ronaldo in Ungheria 3-3 Portogallo del 22 giugno (gol del 2-2)
MIGLIOR PARTITA 2016
Personalissima, anche qui.
Son partite che ho visto avendo scelto di farlo, sulle quali avevo aspettative e, che per un motivo o l’altro mi hanno lasciato in qualche modo a bocca aperta alla fine. Fondamentali anche qui le preferenze personali.
1 Ungheria 3-3 Portogallo; Euro 2016
2 Sampdoria 0-3 Genoa; Serie A
3 Manchester City 1-3 Leicester City; Premier League
4 Bayern 4-2 Juventus d.t.s.; Champions League
5 Rangers 2-2 Celtic d.t.s. (4-5 dcr) Semifinale di Coppa di Lega Scozzese
SORPRESE 2016
Del Leicester City ho già detto.
Il Galles per la prima volta all’Europeo compie una grande impresa e va in semifinale giocando grandi partite. L’Hibernian Edimburgo vince la Coppa di Scozia per la prima volta dal 1902, nella prima finale disputata tra due squadre di 2° Divisione (l’altra erano i Rangers).
Prima promozione in Bundesliga nella storia del nuovo club della multinazionale Red Bull e un girone d’andata condotto sempre in testa alla classifica con l’incontro al vertice di stasera in casa del Bayern anch’esso primo a pari merito, da impazzire. L’Hoffenheim compie un doppio miracolo con una scelta di coraggio e sperimentazione innovativa senza precedenti.
Nomina il ventottenne Nagelsmann allenatore della prima squadra, con convinzione sorretta dal percorso svolto nelle giovanili, ne asseconda le scelte e ne protegge il cammino.
Sono terzi in Bundesliga.
L’Alessandria compie un’impresa da leggenda da anteguerra; dalla terza Divisione parte estromettendo due squadre di Serie A in trasferta (Palermo e Genoa), poi lo Spezia (Serie B) ai Quarti, sempre in trasferta, prima di arrendersi al Milan in un doppio confronto scontato.
Rimane l’epica del cammino insieme agli oltre ventimila tifosi che riempirono il Comunale a Torino per l’andata della semifinale e i circa 15mila (tra i quali anche chi scrive) che seguirono i grigi nella storica serata di S.Siro ai quali va parte del merito da condividere insieme alla squadra. Una boccata d’aria e freschezza per il nostro disastrato mondo del calcio.
1 Leicester City; Campione d’Inghilterra 2015/16
2 Galles semifinalista a Euro 2016
3 HIbernian; Vincitore Scottish Cup 2015/165
4 RB Lipsia 1° in Bundesliga
4 TSV Hoffenheim, 3° in Bundesliga
5 US Alessandria; Semifinalista Coppa Italia 2015/16
MIGLIOR ALLENATORE 2016
Ancora Leicester, Ranieri è il papà di questo inaspettato scudetto inglese finito sul petto delle Volpi blu.
Di Nagelsmann ho già parlato diffusamente,28enne si è affermato a sorpresa e con grande merito nel campionato più d’avanguardia d’Europa: salvezza miracolosa a maggio e terzo posto in Bundesliga ora, arriveranno tempi meno felice ma questo 2016 per quanto riguarda il fermento che sta pervadendo in lungo e in largo il calcio prussiano gli appartiene.
Gasperini ha condotto un girone di ritorno eccellente col Genoa, quando da gennaio ha potuto contare su una rosa che fosse quella e non sarebbe più cambiata.
Si sta ripetendo ottimamente a Bergamo già da inizio campionato.
Zizou ha preso in corsa una squadra con grandi problemi (e la solita grandissima rosa) ed ha chiuso la stagione con u ‘ottimo crescendo e la vittoria in Champions League, riuscendo a sistemare l’ambiente lo spogliatoio il gioco e i risultati, non mi sembra poco.
E’ al comando in campionato e si è appena aggiudicato il mondiale per club.
Stesso discorso per Deschampes che raccolse una Francia a pezzi e divisa dopo i disastri dell’era Domenech.
Ha ricominciato dalla selezione di giocatori forti dotandoli di certezze e ricreando un ambiente sereno.
Qualche stentatezza di troppo al’Europeo ma la costante sensazione di stare a guardare la squadra migliore.
1 Claudio Ranieri (Leicester City)
2 Julian Nigelsmann (TSV Hoffenheim)
3 Giampiero Gasperini (Genoa/Atalanta)
4 Zinedine Zidane (Real Madrid)
5 Didier Deschamps (Francia)
MIGLIOR DIVISA 2016
Il giudizio è basato sui miei personalissimi criteri, di stampo tradizionalista e ispirati alla conservazione del patrimonio delle divise per giocare a calcio che considero da sempre importantissimo e motivo di distinzione. Per giocare a calcio bisogna presentarsi vestiti come si deve.
1 Hamburger S.V. 2016/17
2 Lazio 2015/16 (Aquila)
3 Germania Euro 2016 (calzettoni neri)
4 St. Etienne 2016/17
5 Athletic Bilbao 2016/17
MIGLIOR DIVISA DA TRASFERTA 2016
1 Atletico Madrid 2015/16
2 Austria Euro 2016
3 Belgio Euro 2016
4 Hamburger S.V. 2016/17
5 Besiktas 2016/17
I miei complimenti vanno a tutti coloro che ho menzionato, e soprattutto con tutti quelli che, pur meritevoli, ho tralasciato e dimenticato.
Il mio pensiero/ricordo speciale va, in questo momento di generale letizia che precede le festività natalizie, a tutti i giocatori, tecnici e dirigenti della Chapecoense periti nel disastro aereo delle Ande, oltre che a tutti quegli altri che erano sventuratamente a bordo di quell’aereo e alle loro famiglie che idealmente stringo in un abbraccio.
Non sarà per loro un bel Natale.
Sono cose chi mi colpiscono e rattristano molto, nonostante ogni giorno in giro per il mondo succeda ben di peggio.
A tutti buone feste.
E buon calcio.
mercoledì, dicembre 21, 2016
I migliori dischi italiani del 2016
L’Italia musicale continua ad esprimere eccellenze e dischi interessantissimi che abitualmente seguiamo e segnaliamo il più possibile da queste parti.
L’elenco che segue è, ovviamente, lo specchio delle mie preferenze ma soprattutto tiene conto dei dischi che ho ascoltato di più e con più piacere (cercando di distribuire la lista in funzione dell'ampiezza di generi).
nel 2007 c'erano ai vertici Statuto e Temponauts
nel 2008 Assalti Frontali
nel 2009 Julie's Haircut, Edda e Teatro degli Orrori
nel 2010 June e Statuto
nel 2011 Verdena, Peawees, Enrico Brizzi, Dellera, Paolo Apollo Negri, Statuto
nel 2012 An Apple Day, Barbacans, Julie’s Haircut
nel 2013 Julie's Haircut, Statuto, Raphael Gualazzi, Cesare Basile, Giuda
nel 2014 Edda, Finardi, Bologna Violenta, Bastard Sons of Dioniso, Steeplejack
nel 2015 Cesare Basile, Iacampo, Mimosa Per ulteriori suggerimenti vi rimando al “Meglio di ogni mese” con abbondanza di altri titoli che ho segnalato.
1)
THE WINSTONS - s/t
Enrico Gabrielli e Roberto Dellera (Afterhours e tanto altro) con il batterista Lino Gitto alle prese con un riuscitissimo progetto all’insegna del miglior prog di stampo 70’s tra Soft Machine, primi King Crimson, primi Yes, i Pink Floyd più sperimentali, Canterbury Sound vario, Colosseum, Robert Wyatt.
Il tutto filtrato con un gusto tardo 60’s di sapore freak beat psichedelico. Brani originali si intende e per questo ancora più affascinante e travolgente (oltre che suonato, ovviamente, benissimo).
2)
AFTERHOURS - Folfiri o Folfox
Un dolorisissimo (quasi) concept sulla morte e la rinascita.
Il bizzarro e curioso titolo è in realtà il nome dei trattamenti di chemioterapia subiti dal padre di Agnelli, da poco scomparso per un tumore al colon.
E la figura del padre ricorre costante nei testi e nel drammatico umore di un disco che è però opera corale di un gruppo appena "rinato" dopo un'altrettanto e dolorosa separazione da alcuni membri storici.
Diciotto brani ostici, duri, drammatici, senza compromessi, intensi, complessi, spesso sperimentali.
Dove la logica avrebbe voluto un adagiarsi su binari prevedibili e consueti, "Folfiri o Folfox" guarda invece avanti, con coraggio e un senso di nuova sfida.
Un album importante, compatto, personalissimo, abbondanti spanne oltre la stragrande maggioranza di quello che esce in Italia abitualmente.
3)
MICHELE GAZICH - La via del sale
Gazich è un ARTISTA.
In questa definizione rientra quell'universo di vitalità, energia, sensazioni, creatività, che rende gli uomini migliori.
"La via del sale" è invece il CAPOLAVORO di un ARTISTA.
Un album "serio", mai serioso, colto, competente, curato in ogni dettaglio che si inerpica in un sentiero impervio ma sicuro, che esplora la migliore canzone d'autore italiana, il folk più ricercato, accoglie influenze da ogni angolo del Mediterraneo, e non solo, ma sa guardare anche, con spirito di ricerca, a tante altre sonorità.
Il risultato è affascinante, avvolgente, personale ed unico.
4)
STATUTO - Amore di classe
L'integrità, lo stile, la coerenza sonora e non, la perseveranza, non sono sufficienti a spiegare la longevità artistica di un gruppo come gli STATUTO che ha abbondantemente superato il 30° compleanno e si ripropone ancora una volta con un album convincente, fresco, di altissimo spessore.
Un disco perfettamente MOD-ernista nella sua capacità di rinnovarsi, di guardare sempre avanti, restando fedele alle radici.
"Amore di classe" è un concept album (quanto mai fuori moda nel 2016) che racconta la storia d’amore metropolitana tra un giovane mod proveniente da una famiglia operaia e una ragazza di famiglia benestante, ambientato in una Torino contemporanea dove non mancano i riferimenti con l’attualità e la crisi economica, all’attitudine mod e al mondo ultrà nella più tipica tradizione lirica degli Statuto.
Al di là dei riferimenti musicali sono esaltanti la qualità del suono e degli arrangiamenti, la cura del prodotto e dei testi, la pulizia dell'esecuzione, la calibratura del mix.
5)
RADIO DAYS - Back in the day
Splendido quarto capitolo di una carriera già fulgida iniziata nel 2003.
Quattordici brani di cristallino power pop, rock n roll, beat, addirittura un accenno reggae in "Your words". Siamo dalle parti di Knack, Rubinoos, Flamin Groovies, Barracudas, il primo Joe Jackson, una dose del miglior brit pop (dagli Ash ai Dandy Warhols).
Tanta energia, canzoni immediate, carica contagiosa e travolgente, melodie irresistibili.
Album solare, robusto, di un affascinante gusto retrò ma freschissimo e attuale come pochi.
6)
AVVOLTOI - Confessioni di un povero imbecille
Non è facile arrivare con tanta freschezza, dopo trent'anni di incisioni e un numero incalcolabile di concerti, ad un album come il nuovo della band bolognese che prosegue il loro interminabile percorso accorpando in un coraggioso concept, basato su “Despero”, fortunato libro dello scrittore Gianluca Morozzi, tutto quanto è stato seminato in precedenza.
Troviamo il beat degli esordi ma anche la canzone d'autore, sonorità prog, pop, rock, Hammond grooves e tantissimo altro.
Il tutto con un approccio maturo, inconfondibile e personalissimo.
7)
ROBERTA GULISANO - Piena di(s)grazia
Il secondo album della cantautrice siciliana è un poderoso esempio di forza lirica ed espressiva. Aiutata dalla sostanziosa e partecipe produzione di Cesare Basile, la Gulisano compone un album caldo, aspro e duro, come la terra di provenienza (alla quale concede l'uso, in alcuni brani, del dialetto e costanti, numerosi, omaggi e riferimenti).
Il folk si affianca alla canzone d'autore a influenze jazz, blues (come lo mastica Tom Waits accompagnato dalla chitarra di Marc Ribot) e world.
Testi duri, sarcastici, senza mezze misure.
8)
MILO SCAGLIONI - A simple present
Esordio solista dopo una lunga esperienza con alcuni dei nomi top del pop psichedelico italiano, dai Jennifer Gentle a Dellera degli Afterhours.
Al suo fianco prestigiosi collaboratori nostrani (da Enrico Gabrielli allo stesso Dellera) per confezionare un delizioso viaggio nel folk pop psichedelico di sapore 60's (Beatles, Small Faces, Donovan, Traffic).
9)
GUIGNOL – Abile labile
Diciassette anni di attività e un numero incalcolabile di concerti in Italia ed Europa sono la solida base per il sesto album della band lombarda, che firma il suo miglior lavoro abbracciando un’aspra canzone d’autore con profonde influenze da Nick Cave, Leonard Cohen, blues e punk.
Testi acuti e duri, atmosfere ficcanti, un riuscita cover di uno dei principali riferimenti e di ispirazione, “Il merlo” di Piero Ciampi e una padronanza strumentale e sonora di altissimo livello.
10)
MARLENE KUNTZ - Lunga attesa
Abrasivo, duro, diretto, canzoni eccellenti, con vincenti, piglio provocatorio e arrogante.
I Marlene ritrovano una vitalità che mancava da qualche album e confezionano un disco di altissima qualità.
SEGUONO IN ORDINE SPARSO
ASSALTI FRONTALI - Mille Gruppi Avanzano
Nuovo album che ancora una volta conferma il loro valore.
Testi militanti, lucidi, profondi, basi sempre varie, riuscite. efficaci.
Come sempre al Top !
AMERIGO VERARDI - Ipse dixit
Amerigo Verardi ha costellato trent'anni di attività di album eccellenti, dagli Allison Run ai Lula, numerose collaborazioni, fino alla carriera solista che segna ora il terzo capitolo, affidandosi addirittura ad un doppio CD.
Scelta coraggiosa e controcorrente, una sfida ai rigori di un mercato discografico sempre più asfittico.
Ma il contenuto è talmente valido che può permettersi di affrontare a testa alta il confronto.
Verardi suona quasi sempre tutto, affiancato da sporadici aiuti, proponendo un misto di psichedelia, rock, lunghe ballate ipnotiche di gusto folk per un piccolo capolavoro di ruvida grazia e possente creatività.
THE PLEASE - Here
La band lombarda tocca il traguardo del quinto album dove con una maturità da veterani (quali ormai sono) sfoderano con una classe cristallina un delizioso songwriting che attinge dal folk beat dei 60s' tra Beatles, Jefferson Airplane e Beach Boys o dai Traffic e Fairport Convention e i loro recuperi folk dei 70's ma anche da umori ben più recenti e attuali come Riley Walker, Fleet Foxes o addirittura i primi Coldplay. Canzoni fresche, solari, frizzanti anche quando vitrano verso linee melodiche più malinconiche.
ELLI DE MON vs DIEGO DEADMAN POTRON - s/t
Due solitari del (deep) blues, abitualmente sul palco senza nessuno intorno, solo con le loro chitarre, voce e percussioni, si incontrano e uniscono le forze in questo affascinante e intenso split di quattro brani ciascuno e un sorprendente finale insieme con una versione di "Go with the flow" dei Queens of the Stone Age.
Più roots e lineare Elli De Mon, più sporco, duro e contaminato Diego Deadman Potron. Splendido album, sincero, profondo, cool.
GIORGIO CANALI/ROSSOFUOCO - Perle per porci
Giorgio Canali torna a cinque anni dal precedente "Rojo" con un lavoro particolare in cui rivisita una serie di canzoni semi sconosciute (con qualche eccezione, vedi Finardi, De Gregori e Luci della Centrale Elettrica) appartenute a band della scena "alternativa" italiana.
Ne nasce una piccola Spoon River sonora della "penisola rock", come sempre perfettamente interpretata ed eseguita da Canali tra suoni aspri e taglienti, arrangiamenti essenziali ma efficaci, un sound (e una voce) immediatamente riconoscibili.
WHITE PAGODA - Everything explodes
Terzo album per la band toscana e consueto tuffo in un diretto, senza fronzoli, PUNK ROCK, chitarra, basso, batteria che trae spunto tanto da nomi come Ramones quanto da quella frangia più pop e 60's oriented del 1977 di bands come i Buzzcocks.
Non mancano un'anima power pop, un gusto per gli arrangiamenti e una capacità compositiva che sembrano rendere semplici brani in realtà talvolta complessi e ricercati nella struttura. Ottimo lavoro.
MONKEY WEATHER - New frontiers
Tornano i Monkey Weather con una robusta iniezione di brit pop rock, come sempre suonato benissimo e con il giusto tiro. Gusto power pop, occhiate a Franz Ferdinand, Arctic Monkeys, Presidents of Usa, Knack, un approccio punk che sporca adeguatamente il tutto, splendide armonie vocali curate al punto giusto e arrangiamenti riusciti e azzeccati.
Buona anche la cover di "Police on my back" dei Clash.
WU MING CONTNGENT - Schegge di Shrapnel
Torna in trincea il Wu Ming Contingent e stavolta lo fa in quelle della Prima Guerra Mondiale dando voce a quella generazione mandata al massacro. Schegge di Shrapnel nasce da un reading presentato a Berlino nella primavera scorsa.
In questi mesi il materiale musicale e testuale si è arricchito, ha raggiunto una nuova profondità, e ha convinto i membri della band a registrarlo.
Rispetto al fulminante esordio di Bioscop, pur mantenendo le stesse caratteristiche, aggressive e diretti, con testi declamati e senza giri di parole, il sound, sempre roccioso e granitico, si affina, assorbendo influenze new wave ma anche di rock "classico". Non per questo perdono di efficacia il messaggio e l'impatto sonoro. Come sempre, una certezza.
NIGGRADIO - FolkBluesTechno'n'Roll
L'interminabile titolo riassume solo parzialmente il gustoso e vulcanico contenuto del secondo sforzo discografico della band siciliana: un mix ibrido e meticcio di musica mediterranea, blues, rock, punk, elettronica, hip hop e tanto altro.
Il risultato è un appassionante, ricco e personale sound che spicca per freschezza e originalità.
VINICIO CAPOSSELA - Le canzoni della cupa
Ponderoso doppio lavoro caratterizzato da una ricerca approfondita, quasi accademica, all’interno del folk italiano, della canzone popolare a cui si affianca un capitolo più tradizionalmente caposseliano dove si allarga ad orizzonti più ampi e in cui confluisono blues, desert sound, tex mex e tanto altro (con l’aiuto di Los Lobos, Howe Gelb, Calexico e tanti altri).
BRADIPOS FOUR – The Parteno-Phonic Sound of the Bradipos Four
Il terzo album della band campana (conosciuta e rinomata in tutto il mondo) tenta un esperimento apparentemente ardito, quello di conciliare la canzone tradizionale napoletana con il surf rock. Il gruppo assembla una serie di classici di fine ‘800 e primi del ‘900 e li riarrangia in chiave strumentale basandosi sulla convinzione che nelle melodie partenopee vi siano delle matrici che si incrociano in maniera perfetta con le atmosfere surf-rock che a loro volta attingono dal passato classico messicano, caraibico, mediterraneo.
Il risultato è sorprendentemente riuscito, affascinante, coinvolgente e dal sapore del tutto inedito.
Il futuro nel passato.
RATLOCK - Tutto vero!
Ratlock è il progetto solista di Gabriele “Rata” Biondi, tromba, melodica e percussioni dei Casino Royale dal 1994.
“Tutto vero!” raccoglie alcune delle cose scritte da Rata durante l’ultima parte del tour della band, “Io e la mia Ombra” (2011-2013). Un album particolare, molto complesso, dalle atmosfere e riferimenti disparati, con elettronica, dub e trip hop a fare da fondamenta. Si respirano anche odori new wave, quella che nei primi 80’s riecheggiava un funk malato, “bianco” e ruvido (Slits, Pop Group, Bush Tetras, James White e certe sperimentazioni dei Clash di “Sandinista” – di cui potrebbe essere un’outtake la conturbante “In strada”).
E ovviamente le innumerevoli contaminazioni care ai Casino Royale che emergono frequentemente. Sperimentale, originale, personale, convincente.
GIOVANNI FERRARIO ALLIANCE - Places names numbers
Produttore, musicista e autore, Ferrario ha alle spalle una lunghissima carriera che lo ha portato a fianco di, tra gli altri, Le Luci della Centrale Elettrica, PJ Harvey & John Parish, Scisma, Morgan, GuruBanana, Sepiatone, Hugo Race & The True Spirit).
Il nuovo album, registrato in vari luoghi, provvedendo personalmente quasi interamente all'intera parte strumentale (a parte alcune collaborazioni), raccoglie anni di esperienza, assimilando suoni e sonorità diverse, legate da quel robusto filo conduttore che è la personalità dell'autore. Il sound resta in perfetto equilibrio tra psichedelia, ballads di sapore roots e bluesy, uno sguardo ai primi Dream Syndicate.
Inutile sottolinearne la maturità compositiva e la ricchezza creativa degli arrangiamenti, le calde e avvolgenti atmosfere.
THE BARSEXUALS – Black Brown And White
Esordio infuocato e ruvidissimo per la band pugliese, forte di un’attività decennale, densa di concerti ed esperienze estreme.
Allo stesso modo del loro deragliante e sporchissimo rock n roll/punk/blues figlio degenere di Cramps, Gun Club, Meteors e dei loro moderni epigoni come Jon Spencer Blues Explosion, Oblivians o Jay Reatard.
Materia grezza e cruda, elettricità , rabbia garage, ritmica primitiva e pulsante, chitarra tagliente, voce urlata.
LE CAROGNE - Triodo
La band di Imperia realizza, grazie ad una cordata di etichette sparse per la penisola e a una cocciuta voglia di autoproduzione, il terzo capitolo della sua storia discografica, come ci suggerisce il titolo dell'album.
Sparatissimo garage punk ma che sfugge dalle consuete connotazioni del genere, grazie ad una notevole personalità e ad un uso di sonorità che, pur rifacendosi all'immaginario 60's, sono moderne e attualissime.
Ci sono un po' di Rocket from the Crypt, Hives, Fuzztones ma la tastiera "spaziale" spariglia le carte e inacidisce il tutto.
THE BARBACANS - A monstrous self-portrait
La band marchigiana firma il terzo album della decennale carriera, costellata da numerose altre uscite discografiche. Il nuovo lavoro si prospetta in chiave evolutiva, restando fedele alle classiche influenze 60's e rock n roll ma arricchendosi di sonorità più psichedeliche pur se Sonics, Seeds e Fuzztones rimangono i principali punti di riferimento.
"A monstrous self-portrait" è un disco maturo, più ricercato in chiave creativa, sicuramente riuscitissimo.
CHARLIE'S STRIPE - Follow the Stripe
Robusto, elettrico, spedito e diretto rock n roll per la band di Domodossola tra richiami agli Hives, un retrogusto di 60's beat e uno sguardo ai primi Clash. Ci sono freschezza, urgenza, un impeto teen e un tiro comune a poche band in circolazione. Le cinque canzoni funzionano ed entrano subito in testa, ben composte, suonate come il genere richiede.
Ottimo esordio, in trepida attesa dell'album.
EVIL EYE LODGE - s/t
Il quartetto piacentino cerca in questo esordio sulla breve distanza (sei brani per 25 minuti) radici lontane e inconsuete per un gruppo italiano: quel blues sporco e oscuro così caro a personaggi come Nick Cave e Tom Waits ma anche a Screamin Jay Hawkins, a certi sconosciuti bluesmen mai usciti dai confini di New Orleans, ai Doors più radicali (cui pagano omaggio "Vampire Queen" o la conclusiva "Desert Lounge").
Un assaggio gustosissimo dall'acre sapore voodoo che merita attenzione per la particolarità e originalità della proposta.
THE BIDONS - Clamarama
Dieci anni di attività e ora il terzo album, in costante devozione al verbo del Rock n Roll, declinato in varie sue forme, dal garage al beat, al freakbeat, al power pop, surf, punk n roll.
"Clamarama" scorre veloce e diretto, divertente e travolgente tra chitarre con il fuzz, ritmiche pulsanti, cori di palese sapore 60's e brani sempre riusciti e dai ritornelli contagiosi.
Da assaporare tutto in una volta come un boccale di birra in una calda giornata estiva.
I MONACI DEL SURF - 3
Si chiude la trilogia della band "mascherata" (come d'abitudine salgono sul palco) torinese con un omaggio in chiave ovviamente surf ad alcuni brani a loro cari, noti e meno noti (oltre a due inediti). Si passa dai Nirvana ai Madness, dai Depeche Mode a Donatella Rettore e Nicola Di Bari, rendendo il tutto splendidamente uniforme e consono all'humus sonoro tipico della band nonostante l'enorme, palese, differenza tra i brani originali.
Risalta una produzione molto accurata e potente, lontana dai consueti suoni vintage lo-fi del genere, rendendo il prodotto appetibile anche al di fuori dei circuiti ad esso dedicato.
SEGNALO ANCHE UNA SERIE DI 45 GIRI : LINK QUARTET - Quattro pezzi facili
Torna il LINK QUARTET con un nuovo lavoro, decisamente atipico rispetto alla consuetudine.
Quattro brani che arrivano dai 60s', ricantati in italiano dalla voce souleggiante di Silvia Molinari.
L'impronta è sempre Hammond beat oriented ma con un timbro più 70's rock.
Due i brani degli Shocking Blue Love Buzz e I'm A Woman poi Back Up Against The Wall dei Blood Sweat And Tears) e la versione che Ombretta Colli fece nel 1969 di Harley Davidson di Serge Gainsbourg. L'adattamento in italiano è convincente ed efficace, sulle qualità tecniche ed espressive della band non c'è da anni alcun dubbio.
THE SCRUBS - Please Go Out / Hey Girl
Suonare garage punk al giorno d'oggi potrà sembrare fuori moda.
Ed è probabilmente quello di cui vanno fieri i lodigiani Scrubs, alle prese con l'esordio su vinile a 45 giri. Due brani, veloci, corti, chitarre fuzz, voce aggressiva, ritmi indiavolati sulle tracce di Sonics e Fuzztones.
Nessun fronzolo, arrangiamenti minimali e secchi. Un calcio nello stomaco, puro garage punk.
LOS INFARTOS - Another face
Una bomba rock n roll arriva dal centro Italia. Un singolo in vinile, tre brani, Miracle Workers, Vipers, Sonics, Fuzztones in sottofondo e una carica garage punk (ma che abbraccia anche raffinati riferimenti a certo brit rhythm and blues e leggere pennellate psichedeliche tardo 60's) comune a poche bands in circolazione.
Consigliatissimo.
martedì, dicembre 20, 2016
I migliori dischi Mod del 2016
Un'altra annata positiva per le uscite relative a gruppi mod e affini.
Di seguito una carrellata:
STATUTO - Amore di classe
L'integrità, lo stile, la coerenza sonora e non, la perseveranza, non sono sufficienti a spiegare la longevità artistica di un gruppo come gli STATUTO che ha abbondantemente superato il 30° compleanno e si ripropone ancora una volta con un album convincente, fresco, di altissimo spessore.
Un disco perfettamente MOD-ernista nella sua capacità di rinnovarsi, di guardare sempre avanti, restando fedele alle radici.
"Amore di classe" è un concept album (quanto mai fuori moda nel 2016) che racconta la storia d’amore metropolitana tra un giovane mod proveniente da una famiglia operaia e una ragazza di famiglia benestante, ambientato in una Torino contemporanea dove non mancano i riferimenti con l’attualità e la crisi economica, all’attitudine mod e al mondo ultrà nella più tipica tradizione lirica degli Statuto.
Al di là dei riferimenti musicali sono esaltanti la qualità del suono e degli arrangiamenti, la cura del prodotto e dei testi, la pulizia dell'esecuzione, la calibratura del mix.
THE SPITFIRES - A thousand times
Dopo l'ottimo esordio di "Response" i quattro di Watford tornano giusto un anno dopo riproponendo la stessa brillante miscela di Jam sound e Wellerismi vari.
La voce di Billy Sullivan ricalca alla perfezione quella cupa e gutturale del Weller dei primi Jam, il sound viaggia all'ombra di dischi storici come "All mod cons" (Jam), i primi dei Buzzcocks o "Brassbound" (Ordinary boys) con una solida base ritmica, chitarra semi distorta in primo piano, ottime ballate acustiche, interventi di tastiere sempre azzeccati, eccllenti melodie di sapore 60's pop.
Ancora un lavoro ben fatto, sono giovani e con molte frecce al loro arco.
FAY HALLAM - House of now
L'ispirazione a certe forme più pop e 60's beat del Canterbury sound caro ai Caravan è evidente in alcuni brani e soprattutto nella scelta di certi suoni di tastiera ma l'anima dell'album rimane ancora alla soul music, al gusto pop di matrice 60's, a un funk pulito e pieno di groove, all'ossatura rhythm and blues che ha sempre caratterizzato il songwriting di Fay.
E' perfettamente invece condivisibile l'affermazione che questo è il suo miglior album.
Un lavoro curatissimo, che finalmente gode di un sound di prima qualità, arrangiamenti superbi ma soprattutto canzoni di spessore eccelso, perfettamente interpretati dalla voce sempre più convincente di Fay.
Notevole, cresce nel corso del tempo ed è destinato a rimanere per molto tempo.
THE MADS - In italiano
I milanesi Mads sono state una delle prime (la prima?) espressioni del Mod sound in Italia nel lontano 1979.
Varie vicissitudine impedirono loro di uscire discograficamente e nel 1983 la band si sciolse. Sono tornati in attività recentemente con una serie di concerti e nuove incisioni che ne confermano l'indubbio valore.
Ora Area Pirata recupera quattro brani registrati all'epoca degli esordi (cantati in italiano, cosa inusuale in periodi in cui era l'inglese, in un certo ambito, la lingua ufficiale), tra rhythm and blues bianco, uno splendido beat rock e l'ultimo episodio inciso prima dello scioglimento, vicino a certe atmosfere care al Bowie di quegli anni.
Testimonianza importante per conoscere le radici del gruppo e valutare ancora meglio la portata della proposta odierna.
THE MADS - On the bus / The way she smiles
Il quartetto milanese, in attesa del primo album, sfodera un 45 giri al fulmicotone (che vede il "nostro" Cpt Stax/Flavio Candiani alla scrittura dei testi) con due brani stupendi che attingono parimenti dal tipico 79 sound (Jam/Chords/Jolt) infarcito di deliziosi riferimenti 60's soprattutto nelle ricercate melodie beatlesiane.
THE FIVE FACES - Live In London SW15
la detour Records pubblica il suo primo DVD in assoluto e lo fa con i nostri FIVE FACES ripresi dal vivo i l16 gennai o2016 a Putney, a Londra.
Dodici brani, tra numerosi loro originali e una serie di covers (Who, Creation, la "Police on my back" di EddyGrant in versione Clash e la "My friend Jack" degli Smoke.
Un documento importante e quasi unico per una mod band italiana in terra inglese.
The SENIOR SERVICE - The girl in the glass case
Ritorna quatto quatto il sempre immenso Graham Day (presente Prisoners, Solarflares, Gaolers etc ?) con il fido Wolf Howard alla batteria, basso e Hammond per riproporre quelle magnifiche sonorità, rigorosamente strumentali, che furono così care ai Prisoners ma anche al primo James Taylor Quartet e, andando più indietro, a Booker T and the Mg’s.
Hammond beat, rozzo e diretto, ultra cool, elegante e superlativo.
FRENCH BOUTIK - Front Pop
La definizione che hanno sempre dato della propria musica, POP MODERNISTA, può sembrare ormai riduttiva per questo album d'esordio.
Ma in effetti raccoglie buona parte della musica POPolare tra i MODernisti: dal 60's beat alle progressioni armoniche care a Who, Jam e Kinks, da brani che avremmo potuto trovare su qualche 45 giri di Small Faces o Pretty Things, atmosfere soul, infuocati rhythm and blues e una buona dose di quella deliziosa tradizione 60's pop francese che si palesa grazie alla voce femminile. Il tutto bene eseguito, registrazione di gusto vintage ma attuale.
ARTE POP - Hacia adelante
Un ex degli spagnoli Los Flechazos (tra le migliori mod bands degli 80’s in assoluto) torna con un nuovo ottimo progetto che ripercorre quei suoni tra beat, Who (di cui c’è anche una buona versione di “Run rn run” in spagnolo), garage, 79’s sound, Jam e un pizzico di soul. Disco fresco e attuale che respira suoni e atmosfere antiche.
SOUND OF POP ART - Drama
La band inglese (guidata da Chris Free ex A Craze già alla corte di Paul Weller nella Respond Records) propone un buon album a base di pop soul che da quei tempi attinge non poche influenze. Approccio vintage e naif, canzoni di buon livello dal saporito gusto 60’s, Style Council spesso “in agguato”.
Ascolto molto gradevole.
SONGBOOK COLLECTIVE - s/t
Eccitante e intrigante l'idea di un disco con la backing band di PAUL WELLER al completo.
Steve Cradock, Andy Croft, Steve Pilgrim, Andy Lewis, Ben Gordelier, approffitando di un lungo periodo di sosta del Modfather hanno deciso di non restare con le mani in mano, di fare qualche concerto suonando un po' di brani dei rispetti gruppi e dischi solisti e considerando che ognuno di loro è un compositore di portare qualche brano a testa, entrare al Black Barn Studios dello stesso Weller (che però non si è degnato nemmeno di una fugace apparizione) e farci un disco.
Alla fine ottimo lavoro ma che risente parecchio delle differenze compositive, ben marcate e distinte.
Chi me esce al meglio è Andy Lewis i cui tre contributi sono i più brillanti, 60's beat oriented, freschi e interessanti.
Più pop e a tratti enfatici gli altri, con frequenti sguardi a Beatles e Paul Mc Cartney solista, con nota di (prevedibile) merito alla penna di Steve Cradock, elegante e di un livello superiore. Disco divertente, ben fatto e interessante nel confermare l'unità della band, non semplice unione di turnisti per il "Gran Capo" ma sinceramente affratellata.
AUNT NELLY - Photograph
La band inglese vanta la presenza di due ex membri dei grandi Clique e propone un ottimo mix di atmosfere alla Prisoners, episodi strumentali di gusto Hammond beat, richiami ai 60’s e al miglior brit pop.
L’album è piacevole e ben fatto, ottimo e ben suonato.
THE AIM - Days like these Mod band che nel 1994 incise un oscuro 45 giri per la Detour Records, “Call your name”.
Dopo oltre 20 anni eccoli tornare con un album di discreta fattura che attinge da varie fonti del mod sound, da Jam, Motown, Kinks, il Weller solista, i 60’s beatlesiani, pop rock vario.
Non un capolavoro ma niente male.
G 91- Your reaction, my direction
La "creatura" di Matthew Berth giunge al secondo capitolo discografico, avvalendosi questa volta della sapiente cura produttiva di Alex Loggia degli Statuto.
La fonte ispirativa rimane sempre l'universo (ancora non del tutto sondato a fondo) del brit pop degli anni 90 ma la scrittura si spinge oltre, trovando un tratto personale e distintivo sempre più marcato.
La chitarra acustica tesse una base ritmica costante e diventa uno degli aspetti più riconoscibili del sound dell'album anche quando i ritmi accelerano e portano i brani verso gli amati Oasis.
Disco già maturo, interessante e che prelude ad un futuro brillante.
lunedì, dicembre 19, 2016
I migliori dischi soul 2016
Altra pregevole annata per la SOUL MUSIC (nonostante il triste addio alla REGINA SHARON JONES).
Molti gli album di pregevole fattura, sempre più interessanti le contaminazioni e le evoluzioni.
1)
MYLES SANKO - Just being me
Terzo album e CAPOLAVORO.
C’è il Marvin Gaye di “What’s goin on”, il primo Gil Scott Heron, Bill Whiters, soul, funk, blues, jazz, testi profondi, arrangiamenti sontuosi di archi, fiati, pianoforte spesso protagonista e voce sublime.
2)
NIGEL HALL - Ladies and gentlemen...Nigel Hall
Uscito alla fine del 2015, splendido esordio a base di soul, rhythm and blues, funk di sapore 60’s/70’s, occhiate a Steve Wonder, riuscitissime cover di Isley Brothers, Ann Peebles, Meters.
3)
HANNAH WILLIAMS AND THE AFFIRMATIONS - Late nights & heartbreaks
Album potente, ruvido con suoni puliti, deliziosamente vintage ma moderni e attuali.
Il tutto a favore di un soul/rhythm and blues di primissima qualità.
Grandi brani, accenni funk, un bellissimo intermezzo strumentale in chiave ethio funk jazz , soul blues di sapore Southern, umori gospel nel 70's funk.
Groooooovy !!
4)
LEE FIELDS - Special night
Soul, rhythm and blues, un pizzico di funk, classe e una sorta di sofisticata rudezza "southern" (è del North Carolina) che rende il tutto più crudo e diretto. Lee Fields è sempre una garanzia di buona musica.
C'è tutto questo nel nuovo "Special night" inciso con i fidi Expressions.
5)
MICHAEL KIWANUKA - Love & hate
Notevole il ritorno del cantante inglese. Raffinato e allo stesso intenso e potente modern gospel soul che guarda prevalentemente, in versione aggiornata e attualissima, a Bill Whiters ma anche a Van Morrison, Otis Redding, Terry Callier. Rinnova la tradizione dei grandi album Black, da “What’s goin on” a “Talking book”.
Voce stupenda, arrangiamenti eleganti, brani curatissimi, groove, anima e una visione fresca, pop e che riesce a coniugare alla perfezione passato e presente.
Produce Danger Mouse.
6)
EXCITEMENTS - Breaking the rule
Che alla band spagnola piaccia Ike and Tina Turner, Arthur Alexander, Bobby Bland e tutto quel RHYTHM and BLUES più ruvido a cavallo tra 50's e 60's è cosa nota.Nel nuovo "Breaking the rule" ribadiscono il concetto con brani spesso anfetaminici e ampie dosi di SOUL e FUNK. Koko come sempre protagonista vocale di prima classe.
7)
ST. PAUL and the BROKEN BONES - Sea of noise
Torna la soul band dell’Alabama con un secondo album di grandissima classe ed efficacia.
Eccellenti brani che guardano a Otis, Al Green, Sam Cooke,southern soul con un gran groove funk e un sapore gospel sottotraccia che rende “Sea of noise” godibilissimo. Su tutto la bellissima voce di Paul Janeway.
8)
CHARLES BRADLEY - Changes
A 68 anni CHARLES BRADLEY è all'inizio della carriera.
"Changes" è il terzo album, puro rhythm and soul in pieno mood Otis Redding con la favolosa Menahan Street Band ad accompagnarlo e il singolo è un'incredibile versione soul di "Changes" dei BLACK SABBATH (da "Vol. 4" del 1972).
Poco da dire, voce super, atmosfere 60's Stax, southern soul.
9)
LADY WRAY - Queen alone
Splendida voce (un’Aretha più soft) e grande album di classico rhythm and blues / soul “come una volta”. Nessuna ricerca del suono vintage a tutti i costi ma un groove di sapore 60’s perfettamente calibrato e di gusto raffinato.
10)
MAVIS STAPLES - Living on a high note
Grande ritorno per una delle migliori voci black in circolazione. Ad aiutarla brani di Nick Cave, Benjamin Booker, Niko Case e altri. Soul, funk, blues, gospel, rhythm and blues.
Come sempre una garanzia.
DA SEGNALARE IN ORDINE SPARSO:
MARTA REN and the GROOVELVETS - Stop, look and listen
La soul star portoghese all’esordio per la nostra RecordKicks con un funambolico album di soul, funk, rhythm and blues. Voce strepitosa, grooves anfetaminici, un tiro pazzesco.
Un album che spande scintille ad ogni solco e se la matrice è indubbiamente 60’s/70’s, l’approccio è assolutamente attuale e modernissimo.
JAMES HUNTER SIX - Hold on
Grande voce per il non più giovane SOUL MAN inglese alle prese con un sound molto particolare che scava nei tardi 50's/primi 60's del rhythm and blues tra Sam Cooke, Arthur Alexander, Smokey Robinson and the Miracles, il primo Georgie Fame.
Riferimenti particolari e molto specifici per un sound unico in circolazione.
LYLE DIVINSKY - Uneven floor
Delizioso nuovo album di questa nuova VOCE SOUL.
Viene dal Maine, estremo nord Usa ma canta come Marvin Gaye, Stevie Wonder, Bill Withers su un tappeto di raffinatissimo ed elegante SOUL FUNK.
"Uneven floor" è molto soft e "educato" ma lui è talentuosissimo e l'ascolto di altissimo livello.
DEEP STREET SOUL - Come alive
Nuovo album su Freestyle (una garanzia a prescindere) e un'esplosione di FUNK, SOUL, GROOVE di rara potenza e grande qualità.
La voce di May Johnston graffia e avvolge, la band spara raffiche di black music potentissima.
THE RELATIVES - Goodbye world
Nei primi 70’s il Rev. Gean West e il fratello Tommie formarono i Relatives, band pazzesca che assemblava gospel, funk e psichedelia.
Tre 45 giri e lo scioglimento.
Sono tornati recentemente insieme per registrare questo album in cui il gospel va a braccetto con Temptations, Chambers Brothers e Sly and the Family Stone.
Il Reverendo ci ha lasciati durante le registrazioni con un superbo epitaffio sonoro.
MARTHA HIGH - Singing for the good times
Fu vocalist di James Brown, Maceo Parker, scoperta con i suoi Jewels da Bo Diddley), ha debuttato solo pochi anni fa con uno stupendo lavoro e ora torna con una nuovo ottimo album di southern soul, prodotto dal nostro Luca Sapio, cantato in maniera superba e con un groove di qualità eccelsa.
DURAND JONES and the INDICATORS - s/t
Viene dalla Lousiana e dal mondo gospel, canta con un timbro alla Otis e tira fuori un esordio di grande gusto e levatura.
Southern soul, funk, gospel soul.
Il tutto molto sporco, crudo, live in studio, senza tanti revivalismi o sguardi al passato.
BEVERLY KNIGHT - Soulville
All’ottavo album la soul singer inglese affina il suo stile oscillando tra una black music viscerale che attinge da gospel, soul, funk e blues e una dimensione più soft e mainstream.
Ci sono anche Sam Moore (nella solita “Hold on I’m Coming”), Jamie Cullum e Jools Holland tra gli ospiti.
Risultato finale molto gradevole.
NICK PRIDE AND THE PIMPTONES – Go Deep
Torna la band inglese con un nuovo scintillante album (il terzo della carriera) che ribadisce una volta in più la capacità di affinare l’efficacia di un groove già potente e travolgente, tra 70’s funk e una dose esplosiva della miglior soul music.
Il sestetto ha nella grande voce di Beth Macari il suo punto di forza ma ha ormai da tempo sviluppato una coesione ritmica e una tecnica individuale degli strumentisti che non teme rivali.
Un altro grande tassello nel sempre più ampio mosaico della nuova soul-funk music.
AARON NEVILLE - Apache
Ottimo viaggio tra funk, soul, gospel blues.
Grandi grooves, voce, come noto, stupenda, grandi brani.
WILLIAM BELL - This is where I live
Non uno dei nomi di primo piano ma pur sempre un piccolo eroe della favola Stax Records, William Bell torna con un dignitosissimo album di sincero southern soul e rhythm and blues, ben fatto e intenso.