venerdì, luglio 29, 2016

Il meglio di luglio 2016



A metà dell’anno si può dire che il 2016 è propizio per i buoni dischi : molti nomi li ritroveremo prevedibilmente ai vertici dei migliori a fine dicembre.
Michael Kiwanuka, Last Shadow Puppets, PJ Harvey, Iggy Pop, David Bowie, Motorpsycho, King Gizzard and Lizard Wizard, Seratones, Fantastic Negrito, Kula Shaker, Marta Ren, Lucinda Williams, Nigel Hall, Mavis Staples, Parker Milsap, Charles Bradley, Deep Street Soul, The Heavy, Bob Mould, Steve Gunn, Monkees tra gli stranieri.
Statuto, The Winstons, Afterhours, Marlene Kuntz, Radio Days, Nada, Roberta Gulisano, Guignol, Wu Ming Contingent, Daniele Silvestri, Sistah Awa, Vinicio Capossela tra gli italiani.


ASCOLTATO

MICHAEL KIWANUKA - Love & hate
Notevole il ritorno del cantante inglese.
Raffinato e allo stesso intenso e potente modern gospel soul che guarda prevalentemente, in versione aggiornata e attualissima, a Bill Whiters ma anche a Van Morrison, Otis Redding, Terry Callier. Rinnova la tradizione dei grandi album Black, da “What’s goin on” a “Talking book”.
Voce stupenda, arrangiamenti eleganti, brani curatissimi, groove, anima e una visione fresca, pop e che riesce a coniugare alla perfezione passato e presente.
Produce Danger Mouse.
Eccellente, nei top del 2016.

VINICIO CAPOSSELA - Le canzoni della cupa
Ponderoso doppio lavoro caratterizzato da una ricerca approfondita, quasi accademica, all’interno del folk italiano, della canzone popolare a cui si affianca un capitolo più tradizionalmente caposseliano dove si allarga ad orizzonti più ampi e in cui confluisono blues, desert sound, tex mex e tanto altro (con l’aiuto di Los Lobos, Howe Gelb, Calexico e tanti altri).
Album importante.

AARON NEVILLE - Apache
Ottimo viaggio tra funk, soul, gospel blues.
Grandi grooves, voce, come noto, stupenda, grandi brani.

WILLIAM BELL - This is where I live
Non uno dei nomi di primo piano ma pur sempre un piccolo eroe della favola Stax Records, William Bell torna con un dignitosissimo album di sincero southern soul e rhythm and blues, ben fatto e intenso.
Ottimo.

DEXYS - Let The Record Show: Dexys Do Irish And Country Soul
Kevin Rowland torna con i Dexys e un album di covers, tra standard irlandesi, Rod Stewart, Northern Soul, Bee Gees, Joni Mitchell.
Voce e mood inconfondibili per un ottimo e dignitoso, pur se non indimenticabile, album con piccole gemme sparse qua e là.

NEIL YOUNG - Earth
Il vivacissimo Neil Young non si ferma mai e sciorina ogni due minuti qualcosa di nuovo e sorprendente. Come questo superbo live, di grande resa, in cui raccoglie le canzoni che ha dedicato all’ambiente e alla “Terra”.
Il tutto condito da sovraincisioni di rumori di animali, spesso anche DURANTE il brano !
Una bizzarria che non disturba (più di tanto) nè inficia la qualità di un ottimo lavoro.

BONGOLIAN - Moog maximus
E’ il quinto album solista di Nasser Bouzida, leader dei Big Boss Man e come sempre assaporiamo un gustosissimo mix di modern jazz, boogaloo, latin soul, Hammond beat, funk. Il tutto con un groove e uno spirito divertenti e scanzonati che rendono “Moog maximus” gradevolissimo.

THE ARROGANTS - No time to wait
Giovanissimi (intorno ai 16 anni...), francesi e un tiro garage beat di stampo Brit Beat tra Pretty Things e Kinks.
L’album è dello scorso anno ma vale la pena ripescarlo.

MESSER CHUPS - Spooky hook
Il tri odi San Pietroburgo alle prese con la consueta dose (prevedibile ma carina da ascoltare) di surf e primitive rock n roll (dalle parti di Link Wray) con gusto Crampsiano.

KID CONGO and the PINK MONKEY BIRDS - La arana es la vida
Da uno che ha militato in Gun Club, Cramps e i Bad Seeds con Nick Cave ci si aspettano sempre grandi cose.
Il buon Kid ha sempre invece viaggiato in un sottobosco più di ombre che di luci con dischi di alterna consistenza.
Il nuovo è tra quelli migliori, energico, vibrante, ruvido, dove entrano tutte le influenze del suo fulgido passato: rock n roll, garage, blues, punk, una buona dose di (auto) ironia e gusto. Bel disco ed eccellente live act al Festival Beat.

GIULIANO PALMA - Groovin
La zuppa è un po’ sempre la stessa, una serie di cover di brani più o meno famosi rivisitati in chiave reggae ska. Alcune riuscite altre no.

The MAMA BLUEGRASS BAND - Dogs for bones
Il secondo album dell'album lombarda è un perfetto esempio di come l'amore e l'identificazione  per un certo mondo musicale possano tranquillamente trascendere distanze e confini.
Il sound della Mama Bluegrass Band ci porta nell'America più profonda, quella country, blues, hillbilly, del rock n roll primitivo,  il tutto  filtrato con una visione moderna e attuale che non indulge certo nel mero revivalismo. Il tutto tra ruvide ballads e tirati country rock che farebbe la felicità dei Blasters o dei Los Lobos. Eccellente album.

RED HOT CHILI PEPPERS - The getaway
Non che ci contassi tanto ma non pensavo riuscissero a fare un album così bolso.
Mamma mia !

ASCOLTATO ANCHE
JEFF BECK (sempre un grande, qualche buon pezzo funk ma il resto poco interessante. Particolare il fatto che la sezione ritmica sia quella, tutta italiana, di Paolo Mengoni...), WILL BUTLER (il leader degli Arcade Fire in un discreto live solista), MISTERY LIGHTS (incidono per la Daptone ma fanno garage. Buono ma molto scontato e prevedibile), STEVE COLE (fusion jazz funk strumentale, gradevole sottofondo da dentisti)

LETTO

DICK PORTER - Viaggio al centro dei Cramps
Adoro alla follia le biografie maniacali, quelle piene di dettagli, magari inutili, superflui, eccessivi ma che rendono il libro "definitivo".
E' il caso di questo bellissimo viaggio nella carriera dei CRAMPS a cura di Dick Porter, edito da GoodFellas, splendidamente tradotto da Caterina Micci (non facile attenersi correttamente, senza la dovuta competenza, ad una lunga serie di definizioni e terminologie molto specifiche), con una introduzione di Federico Guglielmi e una serie di testimonianze "italiane" finali.
Nulla è lasciato al caso, date, eventi, particolari anche secondari ed è costantemente corredato dalle parole di Lux Interior e Poison Ivy (i Cramps...) ma anche dai vari, più o meno importanti, numerosi, compagni di viaggio da Miriam Linna a Bryan Gregory a Kid Congo, tra i tanti.
Grande spazio agli esordi e ai primi due seminali album, più sbrigativo il seguito (in effetti meno significativo e più di routine tra dischi e tour) fino alla prematura scomparsa di Lux Interior nel 2009.
C'è la commovente e smisurata passione per il vero spirito del rock n roll, la ricerca della PUREZZA di quel sound e di quell'attitudine, l'amore per i B Movies horror, le fregature discografiche, i tracolli economici, le risse ai concerti, i rapporti spesso difficili con gli altri componenti, le droghe, il sesso, la provocazione, lo spirito autenticamente punk.
Per chi ama la band o anche solo un certo tipo di rock n roll un testo assolutamente imperdibile.

LOREDANA BERTE’ - Traslocando
Ho sempre amato le autobiografie di personaggi POP dello spettacolo italiano (da Cristian De Sica a Verdone a Teo Teocoli tra i tanti).
Tra quelli più appariscenti ed estremi LOREDANA BERTE' gioca un ruolo di primo piano.
E la sua testimonianza in "Traslocando" non delude le aspettative ma, anzi, travalica ogni immaginazione a partire dalle violenze subite dai genitori nella tenera infanzia che ne hanno marchiato indelebilmente tutta la vita fino alla tragica fine dell'amata sorella Mia Martini.
Loredana è crudissima, spietata, anche con sè stessa, non risparmia niente e nessuno.
Nel marasma di ricordi, aneddoti e dichiarazioni "forti" ogni tanto perde credibilità (la cena con George Bush, Borg e...Bin Laden sembra un tantino forzata...e anche i concerti visti a fine anni 60: vanno bene Stones e Hendrix ma citare anche i Ramones...ehm...).
Non lesina feroci strali all' (ex) amico Renato Zero e non ha paura a fare nomi e cognomi di "bastardi" vari che le hanno reso la vita difficile (con augurio finale di morte veloce al padre). Un libro che testimonia il suo ruolo di loser, scheggia impazzita e incontrollabile, scritto senza falsi pudori o particolari remore.
Non è facile.

GRAZIANO DELORDA - Little Olive
Non è facile per un romanzo di oltre 300 pagine tenere incollato il lettore, divertendo, appassionando, facendogli assaporare costanti citazioni e riferimenti (sempre impeccabili e competenti) al magico mondo del rock n roll 60’s.
Il mood non è distante dalle avventure di Tony Pagoda di Paolo Sorrentino ma il taglio è personale e molto intrigante.
La storia della garage band siciliana dei Little Olive, inconsapevolmente immischiata in una rocambolesca storia di spaccio internazionale e in sanguinose rivalità con altre bands, è un piccolo gioiello di genialità letteraria.
Piacevolissimo.

DANILO PAGLIARO - Mai avere paura
Un resoconto molto lucido, sincero e onesto di una vita nella Legione Straniera con i suoi eccessi e codici (a noi incomprensibili), il rammarico di un progressivo declino dello spirito originario, descrizioni di azioni cruente (ma mai inutilmente sensazionalistiche), vita quotidiana fatta di rigore, addestramenti estremi, interventi sul campo.
Difficile condividerne i valori, interessante riuscire a gettare un o sguardo su qualcosa di così poco conosciuto e misterioso.

VISTO
La Migliore offerta di Giuseppe Tornatore
Vero e proprio capolavoro interpretativo con una sceneggiatura pazzesca e geniale.
Grandissimo film !

COSE & SUONI

Mie recensioni quotidiane su www.radiocoop.it e mensili su CLASSIC ROCK

Uscito ROCK n SPORT mio nuovo libro per VoloLibero Edizioni

3 commenti:

  1. l'album di giuliano palma, del quale sono un grande estimatore avendo visto decine di suoi concerti, sia da solo che con i BB, è inascoltabile. tranne un paio di pezzi, gli arrangiamenti sono osceni. ascoltare per esempio "splendida giornata" cantata con fibra...
    alberto

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  2. Si deludente e purtroppo la formula ha stancato da tempo

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  3. Eh si..concordo.
    W la Bertè!
    C

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