domenica, giugno 26, 2016

La colonna di via Emilia Parmense a Piacenza



La fine del mondo è la rubrica domenicale che va ad esplorare i luoghi abbandonati dalla storia, particolari o estremi.
I precedenti post
:
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Venendo da Parma ed entrando a Piacenza, in via Emilia Parmense, sulla sinistra, davanti ad un orrendo parcheggio antistante un orrendo centro commerciale, sorge, solitaria, una COLONNA.
Abbandonata, senza alcuna indicazione, circondata solo da un cancelletto anonimo.
E' citata (con la "sorella" andata ormai persa) già nel 1.581 in “Viaggio in Italia” dell' aristocratico, scrittore, filosofo, magistrato francese Michel Eyquem Montaigne.

Provenendo da Fidenza (Borgo San Donnino) percorre una bellissima strada, fra sterminate pianure fertilissime.
Ormai vicino a Piacenza nota due colonne grandi ai lati della strada, distanti fra loro 40 passi.
Al piede delle colonne è scritto in latino il divieto di edificare, piantare alberi e vigne tra di essi.
Non capisce-Montaigne-se l’ordine miri a lasciare sgombra la strada solamente per la sua larghezza o se davvero il divieto riguardi lo spazio fra le colonne e la città-che ne è distante mezzo miglio-al fine di tener scoperta la pianura come essa si presenta.
(da www.piacenzantica.it)

Conferma l'ho avuta dallo storico, scrittore e studioso piacentino Giorgio Eremo:

La colonna, cui è stato brutalmente tolto il capitello per la notoria incuria e conseguente voglia di rapina tutta italiana, era il segno fisso che segnava l'inizio della TAGLIATA, cioè di quella cintura di rispetto di circa un miglio dalle mura della città, entro la quale non dovevano esserci nè alberi, nè alti arbusti nè tantomeno costruzioni in legno o in muratura affinchè la visuale fosse completamente libera per l'avvistamento di chiunque si avvicinasse: dal pollivendolo, al contadino con l'asino carico,al carro di fieno o di altri prodotti; la visuale doveva essere soprattutto libera per poter avvistare pericoli, arrivo di contingenti armati, di cavalieri e di chiunque potesse impedire una rapida munizione delle porte della città.
Questa era la tagliata dal cinque al settecento.
Gli austriaci, che avevano insediato a Piacenza dal 1822 un forte contingente militare al comando diretto della sede imperiale di Vienna, stante duchessa Maria Luigia d'Austria figlia dell'imperatore, costruirono forti e capisaldi proprio nel mezzo della tagliata per poter contrastare avanzate ostili. Uno di questi forti si trovava proprio nei pressi dell'attuale Baciccia (locale piacentino).

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