martedì, febbraio 23, 2016
Magìa bianca, magìa nera e streghe
Gli interventi di ANDREA FORNASARI sono complessi ma sempre interessantissimi.
http://tonyface.blogspot.it/search/label/Filosofia
Cornelio Agrippa da Nettesheim (1486 - 1535) fu, come lo dipinge la tradizione, un mago nero seguito dal cane, altrettanto nero, che gli suggerisce pratiche demoniache e nefande?
La risposta dei più recenti studi, come quello decisivo di Frances A. Yates è del tutto negativa.
Marsilio Ficino, Pico della Mirandola, Giordano Bruno, John Dee, Albrecht Durer, Edmund Spenser, Cornelio Agrippa, e altri filosofi, matematici, poeti o artisti rinascimentali, spesso alchimisti delle nuove scienze e anche cabbalisti, furono maghi bianchi, talora bianchissimi, come nel caso del frate francescano Giorgi.
Se si vuole dare l'origine del movimento cabbalistico europeo, occorre risalire (ma le radici sono decisamente più lontane) allo spagnolo Raimondo Lullo (1232 - 1316), coevo di Dante.
Il disegno riformatore di Lullo era quello di unificare uomini di fede musulmana, ebraica e cristiana. E l'elemento unificatore poteva essere proprio la Kabbala, quella seconda e profonda lettura, nonché segreta, della Bibbia.
Una lettura che si basava su una sorta di semiotica divina, cioé intorno a significati ricavabili con difficoltà e sapienza da crittogrammi e rebus giocati con l'alfabeto ebraico.
Una seconda fonte di conoscenza ermeneutica si aggiunse più tardi grazie alle nozioni di Ermete Trimegisto - quest'ultimo apporto proveniva dagli esuli di Costantinopoli (caduta in mani turche nel 1453) e arrivava in particolare a Firenze, dove Ficino e Pico della Mirandola diedero vita al cabbalismo, ermetismo e neoplatonismo cristiani, sempre in quell'intento lulliano di concordanza tra tutte le filosofie religiose, con il progetto di creare una pacifica federazione mondiale.
La scala mistica ascensionale di Lullo, assume qui la sua consistenza: partendo dal livello materiale degli elementi primari, si può salire al livello delle stelle, e quindi approdare alle sfere angeliche. Dal mondo delle cose, dunque, al mondo delle idee platonico-cristiane. Secondo il frate francescano Giorgi, occorerebbe una sintesi della sapienza di Ermete Trimegisto, di Orfeo, di Francesco d'Assisi, di Platone, di Plotino e di Agostino.
Agrippa va oltre.
Tutte le scienze e le filosofie sono vane (De vanitate scientarum), e solo nella filosofia cabbalista si trova la scala dei tre mondi attraverso la quale è possibile convocare gli angeli e neutralizzare i démoni astrali. Dall'Elogio dell'asino, cioé dalla negazione della sofisticata e inutile compilazione della scolastica medioevale, si può passare all'affermazione del vero sapere cristiano.
Più o meno nello stesso periodo, Erasmo da Rotterdam scrive il suo Elogio della pazzia, nel quale la follia positiva pare l'unica strada per raggiungere la celeste contemplazione. Il pittore della cabbalistica cristiana è Durer, soprattutto nella Melencolia I (dove la figura melanconica è un angelo capace di arte e scienza, che tiene a freno, ai suoi piedi, il cane degli istinti) e nel San Gerolamo nel suo studio (con il santo capace di raggiungere lo stato angelico). Ma nel 1492 gli ebrei vengono cacciati dalla Spagna e l'unificazione religiosa dei cabbalisti diviene provocatoria.
A breve la Riforma protestante avrebbe subito una doppia repressione: quella della Controriforma e quella della restaurazione dove la Riforma era avvenuta.
I cabbalisti sono i principali capri espiatori, soprattutto Agrippa, accusato di essere un Arcimago nero.
In Inghilterra, patria dello scisma di Enrico VIII (aiutato nelle argomentazioni per il suo divorzio proprio dal Giorgi), Elisabetta la Grande vorrebbe proteggere i cabbalisti come John Dee (filosofo e matematico) e Edmund Spenser (poeta), ma la reazione matura con Giacomo I, e la lotta contro Dee e Spenser sarà assai violenta.
Bruno e Campanella (l'autore de La città del sole) conosceranno analoghe repressioni: il primo finirà al rogo, il secondo si salverà al prezzo di torture e prigionia. Ma le idee si diffondono ugualmente, con la Christian Rosenkreutz, ovvero il rosacrocianesimo in Germania, anch'esso perseguitato e disperso; con Marlowe e Shakespeare, poi con Bacone e la nuova scienza, da Cartesio a Galilei.
La vena profonda della filosofia rinascimentale arriverà fino a Milton e alla rivoluzione inglese. Ma è a questo punto che la magìa bianca cederà il passo alla scienza e all'avvento di tempi nuovi...
Delirante
RispondiEliminaOvviamente Giacomo l (Stuart) perseguitò i due cabbalisti, era cattolico
RispondiEliminaÈ interessante la lettura de Il pendolo di Foucault di Umberto Eco, per avere un buon riassunto su questi movimenti in bilico tra scienza filosofia e magia varia.
RispondiEliminaNe lessi metà secoli fa ma più in la non riuscìì ad andare.
RispondiEliminaIl libro dovrei averlo ancora però.
Il Pendolo è sempre stato insormontabile anche per me..ho letto dei mattoni incredibili da Guerra e Pace al Capitale ma quello mi ha abbattuto dopo qualche decina di pagine. E di solito i libri li finisco tutti..
RispondiEliminaPosso suggerirti un trucchetto? Giuro che funziona! La prima volta che leggi il pendolo è tutto più facile se inizi dal terzo capitolo quello della sefirot BINAH. Capirai da solo quando sarà il momento di recuperare la prima parte...
EliminaAnche io ho letto qualche mattonazzo, ma questi sono argomenti che non ho mai sopportato, anche 50 pagine sarebbero troppe.
RispondiEliminaA proposito di Christopher Marlowe, mi sa che ho un libro (romanzo), incentrato sulla sua morte (e vita)devo averlo visto sistemando i libri nel dopo-trasloco
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