lunedì, dicembre 21, 2015

I migliori dischi del 2015

La consueta lista dei migliori album dell'anno.
Un mix tra quello che ho ascoltato più spesso, più volentieri e quello che ritengo più innovativo, valido e destinato a rimanere.
NB: LE POSIZIONI SONO INDICATIVE.
La lista è un consiglio su quello che ritengo migliore quest'anno, cercando di coprire diversi ambiti sonori. Una buona annata con ottimi titoli.
Ho riservato altro spazio, nei prossimi giorni, per gli album ITALIANI e di SOUL MUSIC (alcuni dei quali però inseriti qua).
N.B.: la distinzione tra italiani e "stranieri" è solo per lasciare più spazio e attenzione per le proposte nostrane.

In passato furono:
nel 2005 White Stripes, Oasis e Supergrass
nel 2006 Bellrays, Capossela, Who e Beatles
nel 2007 Graham Day, Pj Harvey, Amy Winehose
nel 2008 Last Shadow Puppets, Oasis, Racounters
nel 2009 Madness, Dylan, Rancid
nel 2010 Gil Scott Heron, Paul Weller, Lanegan/Campbell
nel 2011 Beady Eye, PJ Harvey, Meat Puppets
nel 2012 Secret Affair, Neneh Cherry and the Thing, Macy Gray, Martha High, Patti Smith
nel 2013 Strypes, Miles Kane, Franz Ferdinand, Excitements, Julie's Haircut
nel 2014 Sleaford Mods, Damon Albarn, Temples, The Ghost of a Saber Tooth Tiger e Benjamin Booker


Fuori concorso 1

Ci ho fatto un libro, l'ho incontrato, intervistato, ha realizzato uno dei suoi migliori album solisti...non era giusto metterlo in gara.....



PAUL WELLER - Saturns pattern
Weller ancora una volta cambia le carte in tavola, andando avanti (o comunque solamente da un’altra parte) rispetto alla volta precedente, riuscendo ancora una volta a sorprendere, stupire, rinfrescare sound, immagine, proposta.
Chi è rimasto a Jam, Style Council o “Stanley Road” non sempre apprezzerà anche perchè il Nostro non disdegna ambiti anomali, ostici e discutibili.
Un album dalle mille direzioni che abbraccia funk, new wave, blues, jazz, dub, beat, dolci ballate pianistiche, cambi di ritmo, curati arrangiamenti vocali.
Il tutto con elegante e raffinata disinvoltura, una totale autorevolezza di chi non ha paura di osare e che finisce per creare un disco che, pur fedele alle consuete radici del Nostro, riesce ad essere ancora una volta diverso dai precedenti.
Ennesima conferma del valore di Paul Weller, un artista in continuo cambiamento.



1
KAMASI WASHINGTON - Epic

MONUMENTALE triplo album d'esordio del saxofonista californiano che esplora, in maniera moderna, progressista, attualissima, un oceano di influenze, dal soul jazz di sapore 60's alla Herbie Hancock, ai classici John Coltrane e Charlie Parker, alle opere più contaminate di Miles (l’afro funk di “On the corner”) , il jazz rock alla Weather Report fino al free di Ornette Coleman, Sun Ra, Pharaoah Sanders, l’afro beat di Fela Kuti.
IMPRESSIONANTE, da studiare a fondo, qui c'è il FUTURO nel PASSATO.



2
GAZ COOMBES - Matador

Gaz Coombes non ha mai ricevuto riconoscimenti adeguati alla qualità e allo spessore delle sue capacità compositive, neanche ai tempi dei successi con i Supergrass, micidiali autori di brillanti e freschi brani pop ma che seppero evolversi con album sempre più strutturati e interessanti fino allo scioglimento nel 2010.
In questo splendido secondo album solista esplodono mille influenze, dal kraut rock (con un occhio particolare ai mai dimenticati Neu!) alla psichedelia, spesso non lontano dalle ultime esperienze di Paul Weller e Damon Albarn ma senza farsi mancare episodi più tradizionalmente vicini alle influenze di sempre (pop, Beatles, Kinks, il primo David Bowie).
Album modernissimo, interessante, completo, efficace dall'inizio alla fine.




3
RYLEY WALKER - Primrose green

Un album BELLISSIMO, intensamente acustico e un po' jazzato e souly come il primo VAN MORRISON solista "(Astral weeks" e "Moondance" con tanto Tim Buckley, Jeff Buckley, Nick Drake, i Traffic di "John Barleycorn", C.S.N.&Y e, perchè no?, il Paul Weller di "Wild wood".
Il tutto con un vago sapore psichedelico che avvolge bene.



4
THE SELECTER - Subculture

Ska, rocksteady, reggae.
Eleganza, personalità a tonnellate, grandi grooves, brani stupendi, unA riuscita cover di “Because the night” di Patti Smith, la voce di Pauline Black perfetta.

5
SAUN & STARR - Look close
r
Le due coriste di Sharon Jones all’esordio su Daptone con uno splendido gioiello SOUL.
Fantastici i brani, grandissime le voci, groove di 60’s soul, funk e rhythm and blues.

6 KENDRICK LAMAR - To pimp a butterfly
Terzo album per il rapper Usa e superbo lavoro in cui entrano funk, soul, hip hop e buona parte dello scibile black music (spesso dalla parti di Prince e lo Sly Stone dei 70’s).
Lavoro di ampia gamma sonora, pieno di citazioni e suggestioni.

7 GREEN HORNET - Never enough
Olandesi. Uno dei migliori dischi garage beat dell’anno, tra Fuzztones e Jon Spencer Blues Explosion. Potentissimi, grandi songs, organo acido, cantato selvaggio e ritmi demoniaci.

8
SHARON JONES AND THE DAP KINGS - It's a holyday soul party

Se c'è una cosa che non ho mai discograficamente sopportato sono gli album natalizi.
Ma quando a fare un Album Natalizio è SHARON JONES AND THE DAP KINGS e tira fuori delle versioni di canti tradizionali da paura, aggiungendo qualche originale, è una roba da PAURA.
Pura CLASSE, soul, rhythm and blues, gospel swing e una "White Christmas" alla Wilson Pickett da antologia

9
SLEATER KINNEY - No cities to love

Ritorno con il botto dopo un lungo periodo di assenza per le tre (ex?) riot girls.
Sound abrasivo e minimale ma potente con arrangiamenti curati, ampia gamma di riferimenti (dal punk al 70’s hard, dal glam al grunge, via Siouxsie e addirittura Franz Ferdinand).
Il mix finale è riuscitissimo e di impatto. Notevole.

10
VAN GOFFEY - Take your jacket off & get into it

Dopo l'eccellente "Matador" di GAZ COOMBES arriva ora un altro ex SUPERGRASS.
L'ex batterista Danni Goffey con il nickname di VAN GOFFEY sfodera uno degli album più FRESCHI, BRILLANTI e FRIZZANTI dell'anno.
C'è un'abbondante dose di Supergrass ma anche di puro POP con rimandi a Beatles, Kinks, brit pop vario, Monkees, un po' di elettronica.
BELLISSIMO !

11
THE SONICS - This is the Sonics !

Difficile credere alla potenza e alla freschezza di un album del genere (il primo per la storica band di “Cinderella” e “Psycho” dal 1967 !). I 70enni garage rockers tirano fuori un selvaggio disco di ruvidissimo rock n roll con rifacimenti al fulmicotone di “Don’t need no doctor” o “Leaving here”. Chitarre abrasive, piano martellante , sax demoniaco. Grandissimi !

12
DUNGEN - Allas Sak

La band svedese mette a segno un altro piccolo gioiello di psichedelia folk con moderatissime e gradevoli pennellate prog.
C’è meno fuzz e meno sperimentazione, le atmosfere sono più oniriche ma è ancora una volta un bellissimo album, assolutamente unico ed originale.

13
D’ANGELO & the VANGUARD - Black Messiah

Interessantissimo viaggio nella black music più sperimentale, tra hip hop, funk, Parliament/Funkadelic, lo Sly and the Family Stone dei 70’s, Gil Scott Heron, Erykah Badu, Marvin Gaye, jazz ma soprattutto Prince, principale, palese riferimento. Il tutto condito da un mood abrasivo e “cattivo”.

14
NOEL GALLAGHER HIGH FLYING BIRDS - Chasing yesterday

Un ottimo album per Noel.
Ballate, brani rock in puro Oasis style, parentesi quasi jazz, raffinatezza compositiva, eleganza e tanto spessore. Attinge (copia?) a destra e a manca ma bisogna saperlo fare bene.
E lui ci riesce alla perfezione.


15
SPITFIRES - Response

Se siete "restati" a QUEL sound che spaccava le casse dello stereo alla fine degli anni 70 e di cui erano portatori gruppi come Jam, Chords, Jolt, affondando le radici anche nel power pop, nei Buzzcocks, nei primi Clash, Vapors o nei più recenti Moment, Rifles o Ordinary Boys (che tornano soprattutto alla mente quando in mezzo a brani di duro pop rock riecheggiano sprazzi ska in levare), "Response" è il vostro album ideale per il 2015.
Potente, melodico, essenziale, il quartetto di Watford confeziona un album di debutto al fulmicotone, 13 brani per tre quarti d'ora di musica senza sosta, chitarra secca e aggressiva, ritmica sempre pulsante, una tastiera raramente protagonista ma sempre ben presente a sostenere l'impatto sonoro, voce gutturale e diretta (molto vicina al primo Weller), assoli brevi e minimali.

16
MBONGWANA STAR - From Kinshasa

Dall'Africa arriviamo e all'Africa torniamo per ascoltare un SOUND NUOVO, avvolgente e sconvolgente.
Direttamente da Kinshasa, Redp, Democratica del CONGO mettono insieme il classico afro funk, la rumba congolese, le melodie sub Sahariane con techno, dub, elettronica ma anche ruvidi riff funk blues.
I giovani africani ascoltano rap, hip hop, pop africano e ce lo propongono alla loro maniera. In questo caso c'è tanto NUOVO per le nostre orecchie.

17
TOBIAS JESSO JR. - Goon

Molto bello l’esordio del 29enne canadese. Un album di ballate agro dolci piano e voce, con arrangiamenti minimali e discreti, dove il tratto prevalente è quello di Randy Newman ma sono palesi (al limite del plagio) riferimenti al John Lennon di “Imagine” e “Mind games” e al Paul McCartney di “Long and winding road” e “Maybe I’m amazed”.
Affascinante.

18
JIM O’ ROURKE - Simple songs

Lui è stato membro e produttore dei Sonic Youth ma anche con Wilco, Beth Orton e tanti altri, autore di decine di album e progetti di tutti i tipi.
Il nuovo lavoro è riuscitissimo. Pop rock elaboratissimo, progressivo, con jazz, folk, sperimentazioni, post rock, complessi arrangiamenti, ritmiche intricate.

19
DOWNTOWN BOYS - Full communism

Cattivi, furiosi, aggressivi, schierati politicamente, hanno realizzato il MIGLIOR ALBUM PUNK del 2015.
Mi ricordano i primissimi Black Flag o i dimenticati U.X.A. per la voce femminile (che canta in spagnolo e inglese) ma hanno un disturbante SAX che riporta a XRaySpex, James White & the Contortions e alla No Wave.
Sono durissimi e spietati, hardcore e sguaiati.

20
CHARLATANS - Modern nature

Buono il ritorno dei CHARLATANS.
Approccio moderno con un velo costante di buon vecchio psych beat sound, tanto white funk soul, canzoni avvolgenti.
Molto cool.

20
JON SPENCER BLUES EXPLOSION - Freedom tower

Con Jon Spencer non si sbaglia mai: energia, sporcizia e grande tiro !
Non fa eccezione “Freedom tower” che raccoglie anche un nerissimo lascito funk, quello più aspro contaminato dalle ruvidezze post 77.
Spazza via la blackness di Jack White e ci porta nei sotterranei più luridi di New York.

20
MARTIN COURTNEY - Many moons

Il leader dei Real Estate in veste solista con una delizia di album tra Byrds, Beatles 1965, Paisley Underground, melodie 60’s, arpeggi folk rock, un tocco di pre psichedelia.
Avvolgente, delicato, bello.

20
BATTLES - La Di Da

Il terzo album del trio new yorkese è un’ennesima conferma dell’originalità e l’ecletticità di questo progetto assolutamente unico.
Impossibile catalogare il mix di King Crimson, Talking Heads in acido, kraut/Kraftwerk, No wave, il “No pussyfooting” di Eno/Fripp, i Tool, il prog più duro ed estremo.
Sono i Battles e basta. Una delle migliori realtà in circolazione e tra gli album più originali dell’anno.

FUORI CONCORSO 2
THE JAM - Fire and skill

Monumentale cofanetto dei JAM con 6 CD (tutte registrazioni assolutamente inedite) con ben 122 brani live presi in ogni anno della loro breve e fulminea carriera, dal 1977 al 1982, riproducendo ogni volta un concerto per intero (pecche, stonature, scordature, incertezze incluse).
Si coglie l'evoluzione compositiva, la progressione artistica, strumentale, vocale (rabbiosa e gutturale agli inizi, piena di soul e modulata alla fine), dal minimalismo rock n roll/rhythm and blues/punk degli esordi, attraverso le incertezze del passaggio ad una dimensione più 60's beat fino alla consacrazione commerciale e artistica e all'imprevista conclusione quando avevano abbracciato un sound “nero” di diretta ispirazione funk e soul.
Interessante ascoltare una lunga serie di episodi minori, B sides di 45 giri o cover di classici soul, di Who, Small Faces e versioni piuttosto differenti di alcune hit della band.
Importante sottolineare come spesso i Jam proponessero i brani dal vivo mesi prima della pubblicazione ufficiale su disco, provandone l'efficacia direttamente sul palco.
Dalle registrazioni, decenti e dignitose anche se molto crude e a volte rozze (pur se rimasterizzate ad Abbey Road), emerge il ruolo mai troppo lodato di Bruce Foxton, vera colonna portante della band, con un lavoro imponente di rifinitura e di impalcatura armonica, oltre ad un apporto vocale costante, raffinato e preciso a supporto di Weller.
La confezione è buona pur se un tantino spartana con alcune foto in cartolina e un booklet (scritto dal giornalista di Mojo Pat Gilbert che racconta una sbrigativa ma esaustiva storia della band) con immagini un po' scontate e caratteri poco leggibili su sfondi con colori molto spinti.

9 commenti:

  1. Un anno musicalmente anomalo per me, nel senso che ho ascoltato una marea di albums che mi sono piaciuti ed avrei difficoltà ad estrapolarne una lista e le motivazioni (non ho il dono della sintesi che ha il boss Tony), ma nello stesso tempo li ho sentiti quasi tutti poco per varie ragioni personali (che non elenco) . Tra le ragioni generali indubbiamente la mancanza di originalità di quasi tutti, cioè quelli che mi son piaciuti tanto richiamavano lo stile di cose già ascoltate da loro, o cose che mi piacciono da sempre in generale. Gli artisti (tra quelli che amo) che hanno prodotto cose originali ed in teoria interessanti (Gaz, citato da Tony, o i Blur ad esempio) mi hanno annoiato subito e forse non ho dedicato a loro il tempo sufficiente per digerirli. Un caso a parte il Paolino, Saturns un disco che sto ancora adesso ascoltando con piacere!

    Buone feste a tutti i lettori ed a Tony, se volete ci vedremo il 26 dicembre “dopo il panettone” al Lo-Fi con 3 live band (RedRoosters, Remington e The Mads) + DJs. So prospetta una bella serata. Avete visto il video dei Mads girato a Genova dal “nostro” Andrea Cortez?

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  2. Paolino ha fatto un grandissimo album che continua a "crescere" con il tempo e che all'inizio non avevo apprezzato così tanto. Ci sono parti davvero geniali e brani stupendi destinati a rimanere nel suo repertorio come "classici".

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  3. Paolino sempre al top!

    Un video del CORTEZ???? DOVE?????????????
    Casula!
    C

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    1. https://www.youtube.com/watch?v=oMOwLjunTB0

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  4. Tanx Capt!
    Grande Corte z che ci manca su questo blog!!!
    A presto bro
    C

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  5. Quanti spunti per ascolti interessanti!!!
    Paolino top player, da pallone d'oro.
    Oh se non ci si risente prima ci tengo a fare i migliori auguri laici di buone feste al Boss e a tutti coloro che animano questa oasi modernista.

    Bye
    Charlie

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  6. Vai Charlie !!! Ricambio/ricambiamo tutti in coro !

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  7. Ma Gaz sembra Mengoni..!

    Ricambio auguri Charlie a te e tutti!
    C

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  8. Comunque cercatevi Van Goffey, l'ex batterista dei Supergrass. Ci sono tre/quattro pezzi su Youtube. Per me irresistibile !

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