lunedì, settembre 28, 2015

Intervista a PAUL WELLER



Dopo FEDERICO FIUMANI dei DIAFRAMMA, al giornalista FEDERICO GUGLIELMI, ad OSKAR GIAMMARINARO, cantante e anima degli STATUTO, al presidente dell'Associazione Audiocoop GIORDANO SANGIORGI, a JOE STRUMMER, a MARINO SEVERINI dei GANG, a UMBERTO PALAZZO dei SANTO NIENTE, LUCA RE dei SICK ROSE, LUCA GIOVANARDI e NICOLA CALEFFI dei JULIE'S HAIRCUT, GIANCARLO ONORATO, LILITH di LILITH AND THE SINNERSAINTS, a Lorenzo Moretti, chitarrista e compositore dei GIUDA, il giornalista MASSIMO COTTO, a FAY HALLAM, SALVATORE URSUS D'URSO dei NO STRANGE, CESARE BASILE, MORENO SPIROGI degli AVVOLTOI, FERRUCCIO QUERCETTI dei CUT, RAPHAEL GUALAZZI, NADA, PAOLO APOLLO NEGRI, DOME LA MUERTE, STEVE WHITE, batterista eccelso già con Style Council, Paul Weller, Oasis, Who, Jon Lord, Trio Valore, il bassista DAMON MINCHELLA, già con Paul Weller e Ocean Colour Scene, di nuovo alla corte di Paul Weller con STEVE CRADOCK, fedele chitarrista di Paul, STEFANO GIACCONE, i VALLANZASKA, MAURIZIO CURADI degli STEEPLEJACK e la traduzione di quella a GRAHAM DAY, CARMELO LA BIONDA ai MADS, CRISTINA DONA', TIM BURGESS dei Charlatans, JOYELLO TRIOLO, SIMONA NORATO e la traduzione di un'intervista a RICK BUCKLER, MICK JONES, MONICA FRANCESCHI, SALVO RUOLO, MAURIZIO MOLGORA è la volta oggi di PAUL WELLER.

Le precedenti interviste sono qua:

http://tonyface.blogspot.it/search/label/Le%20interviste

PER GENTILE CONCESSIONE del mensile CLASSIC ROCK per cui ho il piacere e l'onore di scrivere, pubblico l'intervista INTEGRALE a PAUL WELLER del 5 luglio 2015 al "Vittoriale" di Gardone (BS), poco prima del suo concerto. Sulla rivista, per ragioni di spazio e di editing è stata pubblicata in versione leggermente diversa.

In una torrida giornata di inizio luglio, un’oretta prima dell’inizio del concerto nello splendido scenario del Vittoriale di Gardone Riviera, Paul Weller mi accoglie, con il prezioso aiuto di Flavio Captain Stax Candiani, nei freschi camerini situati sotto il palco.
Di lì a poco darà vita ad un eccellente act, supportato da una band che fa faville, prevalentemente imperniato sull’ultimo album SATURNS PATTERN, con rare concessioni a Jam (Start!) e Style Council (la conclusiva My ever changing moods) e ripescaggi di brani minori e poco conosciuti del suo ormai sterminato repertorio solista.
Weller si presenta a torso nudo, in splendida forma, gioviale e disponibile (contrariamente alla sinistra fama di mangia giornalisti), anche se si conferma persona dalla lingua tagliente.
Gli squilla il cellulare (dunque non è vera la leggenda che non ne possiede uno) ma, educatamente, lo spegne subito.

“Ciao Capitano (Flavio ndr) felice di rivederti e mi ricordo di te, Tony, mi hai dato il libro che hai scritto su di me un mesetto fa a Milano. Non leggo l’italiano ma mi dicono che hai fatto un buon lavoro, grazie”

Sono qua per intervistarti per Classic Rock.

Bene, esiste anche una versione italiana. Mi fa piacere, è una buona rivista.
E ormai anch’io posso definirmi Classic Rock, no ?

Da IN THE CITY a SATURNS PATTERN hai sempre fatto album diversi l’uno dall’altro. E’ una scelta spontanea o è pianificata ?

In parte è vero, ho sempre cercato di fare cose differenti.
Il mio principale riferimento in questo senso sono sempre stati i Beatles. Hanno fatto album che in qualche modo si sono relazionati l’uno con l’altro in una specie di opera globale.
Credo che la tua osservazione sia in effetti giusta e possibile, è comunque quello che ho sempre voluto fare fin dagli inizi.
Con l'ultimo album ad esempio sono arrivato in studio solo con qualche testo e senza nessuna canzone. E' nato tutto lì, senza particolari idee su cosa o come fare.

E alla fine suona diverso da quello che hai fatto prima anche se è pieno di riferimenti al tuo passato.

Credo che non ci sia molta musica in giro che possa essere paragonata a SATURNS PATTERN, può sembrare arrogante ma è così.

Penso che sia uno dei tuoi migliori album di sempre.

Mi fa molto piacere che tu lo pensi, grazie.
Non so se è uno dei migliori ma lo ritengo sicuramente molto riuscito.

Visto che ne hai parlato ne approfitto per chiederti quale album dei Beatles preferisci.

E’ davvero difficile per me sceglierne uno, mi piacciono fottutamente tutti, hanno avuto così tanta importanza per me. Ma se proprio devo dirtene uno è REVOLVER.
Quello che diresse il timone in avanti.
Era il 1966 ed erano proiettati nel futuro, sia a livello compositivo che di sonorità, nel modo di mixare e nella produzione.

E’ insolito che nella rock music si riesca a migliorare così tanto rispetto ai dischi della gioventù, di solito i grandi artisti esprimono il meglio di sè agli esordi.

Non è sempre così, ci sono molti esempi che dimostrano il contrario, lo hai appena detto anche tu a proposito di SATURNS PATTERN (ride).
Prendi Paul Mc Cartney, sappiamo bene cosa ha fatto ma con MEMORY ALMOST FULL, che ha realizzato quando aveva più di sessant’anni, credo, (è del 2007, Paul aveva 65 anni ndr) è riuscito a comporre uno dei suoi migliori dischi di sempre.
Soprattutto c’è un brano, YOU TELL ME, che per me è di una bellezza incredibile e può tranquillamente stare tra i suoi pezzi più riusciti.

La black music è sempre stata tra le tue principali influenze.
Cosa può spingere un ragazzo giovane, cresciuto in una cultura “bianca”, ad andare a scavare in una musica e una cultura così lontane e diverse ?


La musica è universale, è la stessa cosa che Keith Richards ha trovato nel blues, in Muddy Waters. Non so in cosa tu creda ma io penso che l’uomo arrivi da un solo posto. E questo posto è l’Africa.
E la black music americana, il soul, il funk, il rhythm and blues arrivano da lì, dall’Africa.
Alla fine è un tema ricorrente in tutte le culture, tutte suonano con strumenti simili, con basi percussive su cui vanno ad intrecciarsi le armonie di strumenti a corde, delle voci o di strumenti a fiato.
In qualche modo anche se siamo nati e cresciuti in luoghi così lontani, riconosciamo le nostre origini e attraverso certi dischi e musicisti le riscopriamo dentro di noi.

La nostra generazione è stata la prima che ha visto i kids delle sottoculture (mods, punk, skins etc) crescere, diventare adulti e non abbandonare quello che fino a poco tempo fa era un fenomeno solo adolescenziale.

E’ molto semplice: è come una qualsiasi religione.
Ci sono i mussulmani o i cristiani: il mod è la nostra religione, noi siamo mods.
E’ una cosa che, volenti o nolenti, porteremo con noi fino alla tomba. Alla fine degli anni 50 in Inghilterra una nuova generazione creò e abbracciò questo stile, questa cultura, questa filosofia, nel nome del cambiamento.
E nel corso degli anni nuovi giovani si sono avvicinati e hanno trovato in questa cosa una ragione di vita e una forma di identità, fino ai giorni nostri. E ogni volta hanno aggiunto qualcosa, rendendo il mod attuale e mai nostalgico.

In un’epoca in cui non mancherebbero stimoli e pretesti per parlare di sociale (emarginazione, crisi, immigrazione, emigrazione, guerre etc) sembra che i giovani musicisti parlino sempre meno di politica e di impegno.

Non so cosa pensarne se non che sia lo specchio dei tempi.
Negli ultimi 20 anni la politica si è appiattita, è diventata una merda ad appannaggio dei media, non si cura dei bisogni e degli interessi della gente.
E’ una corporazione che bada solo a sè stessa.
Di conseguenza le persone, me incluso, hanno perso interesse e fiducia.
Questo fottuto sistema auto referenziale è sbagliato, ha ingannato un sacco di gente, come me, genuinamente e sinceramente portata e coinvolta a contribuire al bene comune e della società. Una fottuta fregatura, capisci ?

Hai mai preso lezioni di canto ?

Ho preso un paio di lezioni negli 80's ai tempi degli Style Council ma mi sono subito accorto che era una fuckin bullshit.
Ma credo che la mia voce con il tempo sia un po’ migliorata.
Forse l’allenamento migliore è il mio pacchetto di sigarette.

Ne fumi molte ?

Bè, quando sono in tour è facile fumare più del solito, a casa cerco di limitarmi un po’.
(Sul palco sfrutta spesso e volentieri i brani più lunghi e dilatati, le pause, qualche solo di chitarra di Steve Cradock o di tastiera per accenderne qualcuna).

Quale sarebbe la band ideale con cui vorresti suonare o incidere un disco ?

Nessun dubbio, gli Small Faces, assolutamente.

Con due di loro hai suonato ! (suggerisce Cpt Stax)

Si, con Kenney Jones e Ian McLagan, ho avuto questa fortuna e questo grande privilegio e ribadisco: solo ed unicamente con gli Small Faces.

Uno dei tuoi album che preferisco in assoluto è il secondo dei Jam THIS IS THE MODERN WORLD.
Era così imperfetto e apparentemente debole ma è proprio per quello che mi piace, quella sua urgenza, quella sua spontaneità, sincerità.


Strano davvero. Ti dirò, non mi ricordo granchè di quell’album, sono anni ed anni che non lo riascolto più ma se mi dici così, ti credo (ride).
Che cosa strana che ci stampassero in Italia, non pensavo ci conoscesse qualcuno ai tempi dalle vostre parti.

In effetti nel 1977/78 eravate assolutamente sconosciuti da noi.

Non abbiamo mai suonato in Italia con i Jam ma mi ricordo di essere venuto a Roma in televisione.

Si, nel 1980 alla Rai a presentare in playback il singolo “Going underground” (suggerisce Flavio).

E’ vero, hai ragione, ma non ho mai visto quel filmato (andato perduto negli archivi Rai ndr)

Mi colpì così tanto la copertina di THIS IS MODERN WORLD per me giovane mod alla ricerca di immagini e riferimenti estetici.

Era particolare, è vero, molto pop art, così 60’s, una cosa insolita per i tempi in cui tutti cercavano di shockare con immagini forti.

So che stasera in scaletta non dovremo aspettarci troppi sguardi al tuo passato.

Vivo nel presente e guardo avanti, non sono nostalgico. Jam, Style Council e i vecchi album mi appartengono sempre ma bisogna evolversi, essere moderni e modernisti, you know (ci sogghigna, conoscendo i suoi due “polli” vestiti in impeccabile look mod...).

La scaletta del concerto

I'm where I should be
Long time
Wild Blue Yonder
White sky
Into tomorrow
Above the clouds
The attic
Saturn patterns
Goin my way
On the floorboards up
Friday Street
Shadow of the sun
Brad new toy
You do something to me
Come on/Let's go
Start!
Whirlpools End

BIS
Out of the sinking
In the city streets
My ever changing moods

DUE APPENDICI

Il giorno dopo Weller avrebbe dovuto suonare in Friuli (concerto annullato per la pioggia) e in un'intervista al "Piccolo" di Trieste a Elisa Russo dice: "Ieri abbiamo già fatto una data in provincia di Brescia.
Li' ho incontrato Tony Face che mi ha anche intervistato
"....


Qualche mese fa il mio amico Enrico lo incontrato fortuitamente in Warwick Avenue a Londra, dove abita, con moglie e gemelli John Paul e Bowie.
E tra una foto e qualche convenievole gli dice che è di Piacenza.
Weller ricorda di averci suonato (dieci anni fa...) e gli dice di salutargli Tony, che ha scritto un libro su di lui.


FA PIACERE

21 commenti:

  1. Come iniziare splendidamente la settimana..
    grazie Boss e grazie Paolino,di tutto..
    C

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  2. Anch'io sto ascoltando in questi giorni This Is the Modern World e non mi dispiace affatto .... sicuramente non ha l'urgenza del precedente album e forse e' prodotto un po' frettolosamente (ma si sa che sono cose che capitano dopo un primo album di grande impatto) ma e' un passo in avanti rispetto a In the City.

    GMV

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    1. Per me rimane un bellissimo album proprio perchè così imperfetto, uscito sei mesi dopo In the city, pieno di errori, brani mediocri, arrangiamenti un po' "buttati lì". Mi piace perchè coglie quell'attimo lì. Con GRANDE CORAGGIO. Cosa che oggi non si farebbe più .

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    2. E'stato uno degli albums che ho scoperto tardi (nel 1986)quando abitavo a Londra ma che mi ha cambiato radicalmente a livello di ascolti... da che ho ascoltato quell'album ho cominciato a ricercare brani 60's ,Soul,Motown,etc.etc. Pur non avendo quel tipo di influenze(a parte la cover di In the Midnight Hour)... e da li' ho abbracciato la cultura Mod pur non avendone fatto parte ... Paul1967

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  3. E' stato un bel momento, molto molto emozionante, anche per ultracinquantenni navigati come noi, vero Tony? Ti ringrazio ancora per la opportunità, è per la citazione :)
    Hai/avete sentito la nuova B-side “Open Road”? Bella! Delle sessions di Saturns mi piace proprio tutto, tranne “White Sky”. Tra i tentativi di remix mi piace anche la recente, sognante, “Going My Way” fatto da un produttore/dj chiamato “White label” PS: C’è ancora un singolo vinile in cantiere, “These city streets” per natale. Poi basta! F

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  4. Molto bella anche Open Road. Ci stava anche lei su Saturn, magari alla fine. Molto Kinks.
    Anch'io non riesco a farmi piacere White Sky, lo salto sempre. Il resto tutto bello. Davvero uno dei suoi migliori solisti in assoluto.

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  5. Gran bella intervista, complimenti Boss.
    E grande capitano!
    Gran bel ricordo da tenere per sempre.

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  6. Quindi Cris la storia di Warwick Avenue è vera.

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  7. Pare sia la casona tra Warwick Ave e Clifton Gardens (si vede bene su Google Maps). Nella stessa via abitano Ron Wood e David Gilmour. C'è da farci un giretto

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  8. Ci ero stato due anni fa.
    Parcheggiate in cortile una Ferrari nera, una Mini Cooper nera e una Lambretta nera con carenature grigio scure e cromature.

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  9. Cioè ero li per caso a passeggiare per Little Venice quando ho incontrato un tipo che mi disse essere il tecnico del suono dei Jethro Tull, un italiano sui 30 anni e mi disse che quella era la casa di Paul Weller, quindi ci diedi una bella occhiata, andai al pub nella via dietro e poi tornai li , magari saltava fuori qualcuno dal cancello.
    Ho sempre pensato che entrambe fossero balle anche se appurai la sera stessa che la casa era proprio quella di Weller.
    Uno dei posti migliori di Londra.
    La casa vale circa £20m.

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  10. Considera che Weller incide dischi dal 1977 e che puntualmente vanno tutti più o meno in classifica. E che certi suoi brani sono ormai nel songbook inglese. E' un signore a cui arrivano milioni di sterline ogni anno solo di diritti d'autore. Senza dimenticare la pubblicità per la Fred Perry e per Varvatos, per dirne due

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  11. lo so, lo so.
    Su Revolver concordo sia per la scelta che per le motivazioni.

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  12. La foto avresti dovuto farla anche tu senza camicia!

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  13. Gallo: e si la storia e' vera...ma mi hai mandato all'incrocio successivo (Bloomfield Rd) cosi io mi sono concentrato sulle due belle case (ma meno "casone" di quella vera) all'incrocio..che infatti non erano la sua!
    poi e' iniziato a piovere e c'era il pubbino vicino quindi fine della ricerca..! ahaha!
    C

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  14. E' il tecnico del suono che si è sbagliato, secondo me era un ballista.
    Comunque anche io poi sono andato al pub li dietro.

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  15. A me sembrava grossa anche quella.
    Anyway la prossima volta tiro dritto fino al Lord's a guardare il cricket che è meglio.........

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  16. Pare di si..la prox volta sbaglierò anche quella di Noel cosi vado al pub! aha!
    C

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  17. Bella intervista. Ottimo carburante per la settimana.

    Charlie

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