domenica, aprile 12, 2015

Balmalonesca



La fine del mondo è la rubrica domenicale che va ad esplorare i luoghi abbandonati dalla storia o comunque estremi.

I precedenti post:
http://tonyface.blogspot.it/search/label/La%20fine%20del%20mondo


Balmalonesca sorse in Val Divedro (provincia di Verbania) alla fine del 1.800 con l’inizio dei lavori del traforo del Sempione.
Oltre alle baracche, costruite dagli stessi operai, sorgevano la chiesetta di Santa Barbara (costruita in meno di due mesi nell’autunno del 1899), la scuola elementare, un teatrino in legno e negozi di ogni genere, oltre a un ospedale con 30 posti letto in località Nante.
Aprirono ovviamente tantissime trattorie, bar e negozi che, nelle scritte, rappresentavano tutte le regioni italiane (Alleanza Cooperativa Torinese, Ristorante Canavese, Macelleria Toscana ma anche Dio lo benedica, il Ristorante all’Italiano)
A Balmalonesca, per sette anni e tre mesi ci fu “un mondo in cui si parlavano tutti i dialetti d’Italia, dove si trovavano calzolai veneti, cuochi napoletani, vinattieri pugliesi”.
Durante i lavori Balmalonesca arrivò ad ospitare tra i 7500 e gli 8000 abitanti.

I valdivedrini denominarono questa moltitudine di gente ‘i trafurett’, ovvero coloro che lavoravano al traforo.
Le acque della Diveria, nell’alluvione del 1919, distrussero gran parte del villaggio, fra cui la chiesa quando il villaggio era ormai stato abbandonato.
Successive inondazioni completarono l'opera.
Ora rimangono solo alcune case disabitate.

Spunto dal libro "Liscio Assassino" di Manini-Mercadante

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