lunedì, marzo 16, 2015
Musicisti sul lastrico
Foto di Toti Ruggeri dalla mostra al Museo Pan di Napoli sul locale "Diamond Dogs"
Un tempo i tour erano considerati solo una forma di marketing, un modo per spingere la gente ad acquistare i dischi, sollecitando la stampa e costruendo un pubblico.
E’ così ma può essere anche una fonte di reddito e un’impresa creativa a sè stante.
Per i musicisti esibirsi è piacevole sia dal punto di vista psicologico che fisico e il guadagno non rappresenta l’unica attrattiva dei concerti.
Purtroppo ciò significa che sia relativamente facile convincerci a suonare per quattro soldi.
Quello del musicista è un bel lavoro ma ciò non significa che debba finire sul lastrico per farlo.
David Byrne da "Come funziona la musica"
c'e' fame di posti..per cui va bene tutto (o te lo devi far andare bene)
RispondiEliminaC
Te lo devi far andare bene. Il problema è che, al di là della qualità della proposta, la gente va sempre meno a vedere i concerti (di gruppi che non siano "famosi"). Per i gruppi "importanti" c'è sempre pieno anche con i biglietti a costi altissimi.
RispondiEliminaNon è polemica , è constatazione.
Anni fa un concerto di un gruppo nicchia, che so, i Sick Rose, un centinaio di persone le avrebbero attirate, oggi manca la curiosità, secondo me, ma anche la voglia di rischiare dei gestori dei locali.
RispondiEliminaDa una parte la musica è spesso inserita nelle programmazioni dei locali senza alcun senso, senza alcuna logica.
RispondiEliminaDall'altra è cambiata la percezione della musica.
"Una volta" ci si trovava intorno a un disco ad ascoltarlo, STUDIARLO, come un libro di testo, si andava ai concerti per imparare, capire, ispirarsi o semplicemente per divertirsi.
Il concerto ora è obsoleto a meno che non sia assolutamente spettacolare: grandi nomi, effetti speciali, acustica perfetta etc.
URSUS3 gennaio 2012 11:15
RispondiEliminaCAZZONI totali...a parte la predilizione iniziale per gli Easybeats (che condivido) il resto era robaccia !
???? Di dove arriva questo commento anonimo con il mio nome ?
RispondiEliminaStavo per scrivere una cosa seria (più o meno) e mi ritrovo questo anonimo che si spaccia addirittura per me...
questa è una delle ragioni per cui comincio a disertare i blog e per cui preferisco facebook,dove bisogna dichiarare nome e cognome !
Il tuo commento, Ursus, è estrapolato da un articolo sugli Sharpies, un movimento giovanile australiano a metà tra mods e skins che seguiva poi band glam etc...e che definivo dei cazzoni...e che tu confermavi come tali :)
RispondiEliminaL'anonimo fa parte della categoria di cui sopra
Ah ecco...infatti non ricordavo proprio da dove venisse quella frase,che messa così in questo contesto è assolutamente fuori luogo...
RispondiEliminavabbè,c'è gente che si diverte anche così,lasciamoli sfogare :-))))
Da quello che vedo, locali che ci provano non mancano mai, purtroppo o manca la risposta del pubblico per i motivi già citati oppure, come effettivamente dice Tony, spesso c'è un po' di confusione nella comunicazione e nella programmazione di certi locali. Così, spesso, ottimi proprositi e piccoli grandi sforzi alla fine si perdono in un bicchier d'acqua. Peccato.
RispondiEliminaW
Dilettantismo su ambo i lati
RispondiEliminaNon posso dire di no
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Non sempre però
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Vero. Sicuramente ogniqualvolta che qualcuno si lamenta.
RispondiEliminaCome in ogni cosa, d'altronde.
EliminaMa qui nessuno si lamenta, dai, sono constatazioni...
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Si, si anche la mia lo era...
EliminaNo ma infatti, io dicevo peccato perchè di locali valenti in realtà ce ne sono...
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Però se chi suona si lamenta dei gestori dei locali e viceversa è chiaro che da ambo le parti c'è dilettantismo, questo intendevo.
EliminaPoi è chiaro che non è sempre così ma visto che le lamentele sono tante......
Sì... tra l'altro spesso la differenza tra una serata "andata bene" e una buca può essere davvero minima, ai nostri livelli... all'interno di un piccolo locale, una decina di persone in più o in meno può fare nettamente la differenza... a volte capita di suonare in contesti affollati, ma in cui la gente è lì per caso... bisogna farci il callo...
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In questo caso il dilettantismo è (più) dalla parte dei gestori che ovviamente non calcolano ma improvvisano, con certi tipi di numeri è chiaro che bisogna lasciar perdere, si scontenta tutti,
EliminaMa se anche avessi un gruppo, data uhna rapida occhiata al locale mi renderei subito conto di che aria può tirare.
EliminaAmmesso che non me ne importa niente e ci voglio suonare lo stesso.
EliminaE premesso che non so suonare e quindi il problema non si pone, ha ha ha ha ha ha
EliminaSecondo me suonare a certi livelli è equiparabile al calcio amatoriale dove è vero che esistono i campionati ma sono INTERAMENTE a spese dei partecipanti.
EliminaIn effetti, è così.
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Ci sono un mucchio di altre professioni nelle stesse condizioni.
RispondiEliminaConfermo : la professione del grafico e del fumettista sta messa MOLTO peggio della musica stessa,così come sono in cattive acque i miei amici fotografi...
Eliminaio personalmente,non me ne sono mai fatto un problema,perchè l'idea di vivere di sola musica non mi è mai passata per il cervello (a parte il commercio di dischi,che era una cosa completamente diversa dal suonare in giro)...però capisco l'amarezza di molti altri ed in questo caso anche dei presenti.
Diversa cosa,secondo me,è quando ci si ritrova di fronte al solito lament-ISMO,di quelli che non escono mai di casa ma al tempo stesso buttano merda su qualunque cosa si muova,così per partito preso.
In rete,attualmente,c'è una grande presenza di soggetti che non muovono mai un dito ma al tempo stesso pretendono che tutto torni come ai "bei tempi andati"...i tempi non tornano mai indietro,se si costruisce qualcosa bisogna farlo guardando al presente e possibilmente per progettare un futuro...diversamente,dico la verità,preferisco il circolo delle bocce o le feste degli alpini.
Ma ad Hiroshima Mon Amour (con gli Assist e con Lilith) CI SAREMO !
Bisogna anche intenderesi su cosa vuol dire musicista di professione...
EliminaCi sono tanti modi di fare il musicista di professione...
W
Appunto...io non mi pongo il problema perchè ho sempre fatti altri mestieri (il mio socio sì,vive di musica ma come musico-terapista,che è un campo completamente diverso),per me era e rimane un hobby.
EliminaConosco molti professionisti,invece,che si sono visti in pochi anni emarginati dal settore e mi rendo conto che quelli sono gli unici che hanno tutte le ragioni valide per incazzarsi...
preferisco comunque che se ne parli,fino a che esiste la libertà di farlo,ed in queste considerazioni lucide e disincantate di Tony non vedo neppure l'ombra di quel lament-ismo che va di moda oggi,che è un modo come un altro per scaricare le proprie frustrazioni su altri,magari per invidia...
Se un tizio di un locale ci chiama a suonare, non può quando poi arriviamo nel pomeriggio per le prove dirci "Allora, avete avvertito i giornali?" Queste sono cose che deve fare lui (la promozione). Non può chiederci "Ma quanti amici portate?". E poi se pattuisci una cifra (che so, 300 euro) non puoi alla fine dire "Ve ne do solo 250" perchè c'è stata meno gente di quel che pensavo. Tutte cose che mi sono successe. Però forse dipende anche da regione a regione. In Sicilia, ad esempio, ci hanno trattato benissimo (anche economicamente).
RispondiEliminaDilettanti appunto.
RispondiEliminaNella migliore delle ipotesi altrimenti la gamma spazia dai disonesti ai banditi passando attraverso i coglioni e gli ignoranti. Sempre con le dovute eccezioni.