martedì, marzo 31, 2015
Marzo 2015. Il meglio.
Ad un quarto dell'anno corrente una buona serie di nomi che non sarà improbabile trovare nelle top 2015.
Tra gli stranieri Gaz Coombes, Noel Gallagher, D’Angelo, Bettye Lavette, Charlatans, Sleater Kinney, Pops Staples, Mighty Mocambos, Tobias Jesso Jr., Ryley Walker.
In Italia Cesare Basile, Salvo Ruolo, Gang, Mads, Big Mojo, Elli de Mon, Sycamore Age, Dellera, Mother Island, Kicca, Simona Norato, Gang, Nico.
ASCOLTATO
NOEL GALLAGHER HIGH FLYING BIRDS - Chasing yesterday
Un ottimo album per Noel.
Ballate, brani rock in puro Oasis style, parentesi quasi jazz, raffinatezza compositiva, eleganza e tanto spessore. Attinge (copia?) a destra e a manca ma bisogna saperlo fare bene. E lui ci riesce alla perfezione.
THE GANG - Sangue e cenere
Mancavano da tempo in uno studio di registrazione i fratelli Severini.
Tornano con un botto, un album che li conferma perfetti, credibili, genuini, sinceri interpreti (originali) di un genere, di un sound ben riconoscibile e personalissimo.
Combat rock, folk rock, ballate, canzone d’autore, testi che spaziano dalla critica sociale all’intimismo, a storie di lotta.
Con loro la sezione fiati di Bruce Springsteen, Garth Hudson della Band e tanti altri ospiti prestigiosi.
RYLEY WALKER - Primrose green
Un album BELLISSIMO, intensamente acustico e un po' jazzato e souly come il primo VAN MORRISON solista "(Astral weeks" e "Moondance" con tanto Tim Buckley, Jeff Buckley, Nick Drake, i Traffic di "John Barleycorn", C.S.N.&Y e, perchè no?, il Paul Weller di "Wild wood".
Il tutto con un vago sapore psichedelico che avvolge bene.
BRIAN AUGER - The Brian Auger Freestyle Records Sampler ep
In attesa di due nuovi album all’orizzonte Brian Auger torna con un Ep di quattro brani (due già usciti nel 1977 e nel 2005 e due versioni inedite live di “Happiness is just around the bend” e una grande “Inner city blues”).
Come sempre classe assoluta !
RINGO STARR - Postcards from paradise
E' noto il mio AMORE quasi fraterno/paterno per RINGO STARR.
Ho tutta la sua discografia solista, vari 45 etc...roba brutta essere un FAN.
Soprattutto quando esce l'ennesimo disco sciapo, sonnolento, con pochissime cose da dire, nostalgico da paura (si apre con il brano "Rory and the hurrcanes", sua prima band, il testo della title track è composta da una trentina di titoli di brani dei Beatles) e con brani reggae, pop rock, con qualche synth anni 80 da brividi (d'orrore).
Qua e là un tocco di classe da grande batterista ma la fatica per arrivare alla fine è tantissima.
E così l'ultimo BUON album di RINGO rimane ancora "Time takes time"...del 1992....
NICO - Ciao ciao bell’amore mio
Una lunga esperienza con la indie band dei Flyin Dolly e un'altrettanto corposa militanza al basso nella band di Dente sono l'ottimo biglietto da visita di Nicola Faimali in arte Nico, raffinato ed elegante autore nonchè brillante polistrumentista che in questo esordio solista seleziona, dal suo ricco repertorio sedimentato e lievitato negli anni, dieci limpide canzoni di pop cristallino .
"Ciao ciao bell'amore mio" (titolo che evoca immediatamente Tenco, tra i riferimenti di Nico) abbraccia una larga gamma di influenze dal miglior canzoniere italiano, da Battisti a Dalla, Samuele Bersani, Gazzè, Niccolò Fabi, lo stesso Dente ma anche una deliziosa vena Beatlesiana (in particolare il tratto compositivo caratteristico di Paul McCartney), un pizzico di Style Council, di 10cc e un diffuso gusto lounge.
Non è facile comporre buoni canzoni POP.
Nico sorprende per la facilità con cui scrive eccellenti melodie e la leggerezza con cui le avvolge di arrangiamenti ricchi e ricercati per quanto, paradossalmente, semplici e minimali.
MIGHTY MOCAMBOS - Showdown
Fenomenale album per la band tedesca. Puro funk di base ma contaminazioni a valanga (dalla blaxploitation al soul all’afrofunk).
Ospiti spettacolari come Afrika Bambaataa, Peter Thomas, Charlie Funk) e un groove raro da trovare in giro. Notevole la conclusiva cover di “Hot stuff” degli Stones, ancora più nera dell’originale.
TOBIAS JESSO JR. - Goon
Molto bello l’esordio del 29enne canadese. Un album di ballate agro dolci piano e voce, con arrangiamenti minimali e discreti, dove il tratto prevalente è quello di Randy Newman ma sono palesi (al limite del plagio) riferimenti al John Lennon di “Imagine” e “Mind games” e al Paul McCartney di “Long and winding road” e “Maybe I’m amazed”.
Affascinante.
DIPLOMATICS - Don’t be scared, here are
Sono di Vicenza e spaccano.
Punk rock, glam, garage, rock n roll ed è fighissimo. Grande tiro e grandi pezzi.
http://diplomatics.bandcamp.com/album/dont-be-scared-here-are-the-diplomatics
SURF CITY - Jekyll island
Con quel nome non ti aspetteresti dalla band neo zelandese un viaggio ultra psych nei profondi 60’s ma anche nello shoegaze 90’s o nel gusto caro ai Temples e ai Tame Impala. Avvolgente, lisergico, colorato, bello.
LAURA MARLING - Short movie
Torna con un ottimo album la cantautrice inglese. Brani secchi mai banali dove assorbe le influenze di Joni Mitchell, PJ harvey, Liz Phair, perfino l’incedere canoro di Chrissie Hynde.
BLUE MODE - Space race
Trio strumentale a base di Hammond, modern and cool jazz, in pieno stile Jimmy Smith, guidato da Chip Wickham dei Lack of Afro.
Bella la versione di “Smells like a teen spirit” dei Nirvana, il mood e da sottolineare la qualità esecutiva, ad altissimo livello.
JOVANOTTI - Lorenzo 2015 cc
Sorprendente album in cui il nostro insopportabile vate butta dentro a piene mani elettronica, afrofunk, soul, rhythm and blues, desert sound, funk e tanto altro con un’ampia dose, ovviamente, di POP. Tanti grandi grandi ospiti, bel disco.
GANG OF FOUR - What happnes next
Della line up originale rimane solo il chitarrista e qualche eco della personalità dei tempi che furono.
L’album è ben realizzato ma piuttosto banale con sguardi a Marilyn Manson, Nine Inch Nails, Depeche Mode, un po’ di funk storto, di Roxy Music, Bauhaus, Bowie ma senza mai brillare.
SONGHOY BLUES - Music in exile
Desert blues in arrivo dal Mali, intenso, funk, scarno, diretto. Notevole. Scappati dalle bestie jihadiste che imperversano a Gao, hanno trovato rifugio in Inghilterra da cui arriva questo interessantissimo album.
BELLY HOLE FREAK - Superfreaks
arriva da Roma e mette insieme Tom Waits, Robert Johnson, Captain Beefheart, RL Burnside, Junior Kimbrough e tutte quelle delizie deep blues che più ruvide non si può.
Dal vivo travolge, nel nuovo album "Superfreak" non si risparmia di certo aggiungendo un colore vaudeville jazz anni '30 che sporca ancora di più il tutto. Nove brevi torridi brani che sembrano nascere tra le acque fangose del Delta del Mississippi. Notevole.
DALINDEO - Kallio
Piuttosto rinomati nella natìa Finalndia i Dalindeo si muovono tra jazz, ethio jazz, swing, rhythm and blues, blaxploitation. Tutto strumentale e particolarmente suggestivo e interessante.
THE WHITE BIRCH - The weight of spring
Siamo dalle parti di un lirismo malinconico, onirico, sospeso che richiama Wim Mertens, Sigur Ros in chiave pianistico vocale. Interessante.
CHEATAHS - Sunne
Nuovo ep per il quartetto londinese tra Dinosaur Jr, My Bloody Valentine, Temples, Tame Impala, shoegaze, psichedelia. Ottimo sound, avvolgente, sonico, intensamente psycho.
MOUSTACHE PRAWN - Erebus
Un lavoro complesso, articolatissimo, multidirezionale, un concept in cui confluiscono le più disparate influenze (dall'alt rock folle di Primus e Soul Coughing a folate quasi brit pop, momenti Pink Floydiani, bizzarrie Zappiane e ancora Swans o Sonic Youth) .
Si evince che, enorme pregio, diventa difficile qualsiasi tipo di classificazione o codificazione.
Posizionare "Erebus" è impossibile e improbabile e non sarebbe nemmeno giusto farlo. E' un album che si pone al di sopra delle solite etichette e che merita ascolti ripetuti ed estrema attenzione.
THOMAS - Fin
Sorprendente lavoro per la band piemontese in grado di passare senza problemi e con incredibili estro e freschezza da atmosfere funk ai Pink Floyd e Genesis di metà 70’s a soluzioni quasi Zappiane, rimandi agli oscuri Motherhead Bug e momenti onirici dal gusto nu jazz o cantautorale.
Musica totale, creatività in ogni direzione. Grande album.
ASCOLTATO ANCHE
NIKKI LANE (ottimo southern blues soul rock) MADONNA (un disco semplicemente BRUTTO), PEACE (wave rock un po’ U2, un po’ disco funk...mah), TITLE FLIGHT (shoegazers psichedelici ma piuttosto anonimi), THE AMAZING (sciapi e noiosi), SPECTRES (noisy e monocordi), LA FEBBRE DEL VENERDI 13 (brit pop rock con spunti interessanti), GO TEAM (indie pop originale ma trascurabile), BROKEN BRASS ENSEMBLE (New Orleans funk, sonorità balcaniche, perfino hip hop. Divertente), LOWER DENS (synth dark pop con una voce tra Siouxsie, Annie Lennox e Anna Calvi), DEATH CAB FOR CUTIE (continuano a non dirmi niente), SUFJAN STEVENS (davvero noiosissimo)
LETTO
GIANLUCA OTTONE - Shots and kicks
Se amate il calcio, soprattutto quello britannico, il FOOTY di "quando i calciatori erano uomini veri", "Shots and kicks" è un libro assolutamente imperdibile.
Gianluca Ottone bazzica da tempo immemorabile (oltre che la scena mod con annessi e connessi) gli stadi inglesi di ogni ordine e grado, raccogliendo, programmi, memorabilia, ricordi, emozioni e preziosissimi aneddoti che pian piano stanno andando perduti tra le antenne televisive, i replay, i cento commentatori, gli stadi/centro commerciale etc etc.
E così torniamo sui campi di minuscole cittadine dove la squadra locale faceva fuori, in FA CUP, titolatissimi nomi o ripercorriamo la storia di quegli stadi periferici che la modernizzazione ha ormai cancellato oppure ci mettiamo sulle orme di incredibili personaggi che giocavano nel Luton Town o nel Leatherhead.
Nomi come Jimmy Hill di fatto quello che inventò i 3 punti per la vittoria o il folle Malcom Big Mac Allison. Senza dimenticare le imprese delle squadre che vincevano le categorie dilettantesche come Isthmian League o Athenian League davanti a decine di migliaia di persone (!!!). E poi c'è la storia delle gloriose riviste calcistiche dei 60's e dei 70's, dei quotidiani sportivi della sera che riportavano, poche ore dopo la fine, la cronaca delle partite, risultati e classifiche, i treni speciali per i tifosi, le scommesse etc etc.
Un libro stupendo, divertente, gradevolissimo, pieno di curiosità ma soprattutto della cosa più importante: PASSIONE !
CHIARA FERRARI - Politica e protesta in musica
Eccellente ed esaustiva opera di scoperta di una realtà poco conosciuta (e ancora peggio dimenticata) ovvero la nascita della canzone politica e di protesta in Italia.
In particolare sull'esperienza dei CANTACRONACHE gruppo di musicisti, letterati e poeti, nato a Torino nel 1957 e che diede il via ad un'espressione musicale antagonista al conformismo musicale dell'epoca lontanissimo dal trattare tematiche a sfondo sociale, tanto meno strettamente politico (non necessariamente partitico).
A loro è dedicata buona parte del libro di Chiara Ferrari.
In anni di boom economico e di feroce repressione poliziesca (..."I morti di Reggio Emilia"...) si canta della realtà in ombra, dell'emigrazione dal sud, della povertà, della diseguaglianza sociale, dei diritti dei lavoratori e si recuperano i valori della Resistenza, ormai sopiti e quasi dimenticati.
E' una storia dell'Italia moderna attraverso le canzoni e gli artisti non allineati, attraverso De Andrè e Pietrangeli, fino al cantautorato di Fossati, De Gregori, Eugenio Bennato, il rock che scopriva il punk per arrivare all'appiattimento disilluso degli 80's.
Il tutto arricchito da testi, testimonianze, dichiarazioni.
PAOLO BONFANTI - Alice
Un lontano, affettuoso, rapporto rivive attraverso una sorta di lungo scambio di lettere. Alice e Francesco ritrovano il loro antico amore ma la realtà li separa di nuovo, forse definitivamente.
Il terzo romanzo di Roberto Bonfanti è lieve, tenue, ma allo stesso tempo terribilmente amaro e malinconico ma la scrittura frizzante, concreta, senza fronzoli rende la lettura estremamente gradevole e avvincente. Ben fatto !
COSE & SUONI
“RevoLuce” è il nuovo album di Lilith and the Sinnersaints, 12 brani (10 in italiano due in dialetto, nessuna cover) per Alphasouth/Audioglobe.
Prossime date:
VENERDI’ 3 aprile GENOVA “Bloser”
SABATO 11 aprile : BOLOGNA “Covo” + Avvoltoi
GIOVEDI’ 16 aprile : TORINO “Hiroshima” + Assist
VENERDI 17 aprile MILANO “Ligera”
SABATO 16 maggio: VARESE “Sur le Sofa”
www.lilithandthesinnersaints.com
https://www.facebook.com/LilithandtheSinnersaints
Mie recensioni quotidiane su www.radiocoop.it
IN CANTIERE
Una trasmissione alla tv locale TeleLibertà.
Presentazioni della bio su PAUL WELLER "L'uomo cangiante":
Giovedì 23 aprile : ROMA "Ibs" (da confermare)
Giovedì 21 maggio : GENOVA "Teatro Altrove"
lunedì, marzo 30, 2015
Get Back. Dischi da (ri)scoprire
Ogni mese la rubrica GET BACK ripropone alcuni dischi persi nel tempo e meritevoli di una riscoperta.
Le altre riscoperte sono qui:
http://tonyface.blogspot.it/search/label/Get%20Back
JULIE DRISCOLL, BRIAN AUGER & TRINITY - Streetnoise Uno stupendo doppio album targato 1969 con Auger in una delle sue massime espressioni, la voce della Driscoll all’apice della freschezza e un repertorio di “musica totale” che assimila jazz, beat, proto prog, folk, rock con stupende ed incredibile rielaborazioni di classici come “Light my fire” o “Let the sunshine in” affiancati dalla bellissima accorata “Save the country” di Laura Nyro dall’emozionante ripresa di “All blues” di Miles Davis e da piccoli gioielli autografi come “Ellis island” o il brit folk “Vauxhall to Lameth Bridge”.
Un album classico.
LYMAN WOODARD ORGANIZATION - Saturday night special
Ottimo album soul jazz funk del 1975 dell’organista Lyman Woodard, leggenda di Detroit che suonò con Martha & the Vandellas e altre star della Motown. “Saturday night special” attinge dal classico Hammond sound ma con una forte impronta “black”, tanto funk e piccole dosi di fusion.
JOHNNY LYTLE - I giganti del jazz vol. 93
Un album del 1970, stampato solo in Italia e Spagna, che raccoglie alcune gemme del batterista/vibrafonista (uno che ha suonato con Miles Davis, Louis Armstrong, Roy Ayers tra gli altri) all’insegna di uno stupendo soul funk boogaloo strumentale con Hammond in primo piano (Albert Dailey) e Chester Thompson alla batteria (da Zappa ai Weather Report la lista di sue collaborazioni è lunga e prestigiosa).
Cercate su youtube il brano “Babo” e non smetterete più di ascoltarlo.
CHOCOLATE MILK - Action speaks louder than words
Superbo esordio del 1975 per questa grande band funk soul di New Orleans.
Il riferimento principale è il Gil Scott Heron (spesso anche nell’uso della voce) di quegli anni ma c’è anche molto jazz, un po’ di elettronica, lo Sly Stone più sperimentale, lo Stevie Wonder di “Innervisions”.
Consigliatissimo.
domenica, marzo 29, 2015
Intervista a Radio Icaro
Domenica 29 e lunedì 30 marzo dalle 23:00 alle 24:00, sui 92 fm di Radio Icaro e in streaming su www.radioicaro.it
Questo appuntamento di Fuorionda è dedicato alla musica di Lilith and the sinnersaints, più in dettaglio all'uscita del loro nuovo album Revoluce. Abbiamo raggiunto telefonicamente TonyFace Bacciocchi batterista e fondatore della band.
Parleremo anche della sua attività di scrittore e blogger, e degli inizi con i Not Moving.
Marlena Shaw - Spice of life
Uno splendido album del 1969 in cui la brillante voce di Marlena si adagia su un funk soul di prima qualità.
Su tutto i sei minuti iniziali di "Woman of the ghetto" ma rilucono per classe sopraffina la versione spaziale con superba orchestrazione di "California soul" e quella bellissima di "I wish I knew (I could be free)" già nel repertorio di Nina Simone.
Da non dimenticare una robusta e struggente "Stormy monday" e una serie di raffinati brani che assemblano pennellate jazzy, pop, swingblues orchestrale e un tocco di psichedelia tipica del periodo.
Un gioiello.
sabato, marzo 28, 2015
Lilith and the Sinnersaints - Revoluce
"Revoluce" di LILITH AND THE SINNERSAINTS è disponibile nei migliori (o peggior) negozi, richiedendolo qui: http://www.audioglobe.it/disk.php?code=8016670114956
oppure ai nostri concerti o a info@lilithandthesinnersaints.com
Prosegue intanto il nostro tour.
Stasera a CAGLIARI al "Bohemien" (dove presento anche la biografia di PAUL WELLER "L'uomo cangiante".
https://www.facebook.com/events/801858429888959/
Poi andremo avanti
VENERDI’ 3 aprile: GENOVA “Bloser”
SABATO 11 aprile: BOLOGNA “Covo” + Avvoltoi
GIOVEDI’ 16 aprile: TORINO “Hiroshima” + Assist
VENERDI 17 aprile: MILANO “Ligera”
SABATO 16 maggio: VARESE “Sur le Sofa”
www.lilithandthesinnersaints.com
https://www.facebook.com/LilithandtheSinnersaints
venerdì, marzo 27, 2015
Gianluca Ottone - Shots and Kicks
Se amate il calcio, soprattutto quello britannico, il FOOTY di "quando i calciatori erano uomini veri", "Shots and kicks" è un libro assolutamente imperdibile.
Gianluca Ottone bazzica da tempo immemorabile (oltre che la scena mod con annessi e connessi) gli stadi inglesi di ogni ordine e grado, raccogliendo, programmi, memorabilia, ricordi, emozioni e preziosissimi aneddoti che pian piano stanno andando perduti tra le antenne televisive, i replay, i cento commentatori, gli stadi/centro commerciale etc etc.
E così torniamo sui campi di minuscole cittadine dove la squadra locale faceva fuori, in FA CUP, titolatissimi nomi o ripercorriamo la storia di quegli stadi periferici che la modernizzazione ha ormai cancellato oppure ci mettiamo sulle orme di incredibili personaggi che giocavano nel Luton Town o nel Leatherhead.
Nomi come Jimmy Hill di fatto quello che inventò i 3 punti per la vittoria o il folle Malcom Big Mac Allison. Senza dimenticare le imprese delle squadre che vincevano le categorie dilettantesche come Isthmian League o Athenian League davanti a decine di migliaia di persone (!!!).
E poi c'è la storia delle gloriose riviste calcistiche dei 60's e dei 70's, dei quotidiani sportivi della sera che riportavano, poche ore dopo la fine, la cronaca delle partite, risultati e classifiche, i treni speciali per i tifosi, le scommesse etc etc.
Un libro stupendo, divertente, gradevolissimo, pieno di curiosità ma soprattutto della cosa più importante: PASSIONE !
giovedì, marzo 26, 2015
Stasera intervista a Radio Trasimeno
Questa sera il trio di Pensavo Meglio ospiterà in radio Antonio Bacciocchi, meglio conosciuto come Tony Face che presenterà il suo ultimo libro “L’uomo cangiante”, una bio su Paul Weller.
Conduce il "nostro" Charlie.
Se avete domande, curiosità o volete semplicemente intervenire o commentare in diretta dalle 21.30 sul web
www.radiotrasimeno.it/programmi/pensavomeglio, e sulla nostra pagina Fb https://www.facebook.com/pages/Pensavo-Meglio-RT/186362578111511?fref=ts o tramite sms e Whatsapp al numero 3338291892.
Graham Bond
Uno dei principali geni inespressi della scena musicale inglese dei 60’s, GRAHAM BOND è stato tra i grandi organisti della sua era e potenzialmente un possibile nome da accogliere nell’Olimpo dei Grandi.
Purtroppo una irrefrenabile tendenza autodistruttiva, che lo ha condotto nei meandri degli abusi di droghe e alcool , fino alla magìa ne ha decretato una prematura e tragica fine (suicida nel 1974 a 36 anni sotto le rotaie di una metro londinese).
Ha lasciato una serie di album interessantissimi.
The New Don Rendell Quintet - Roarin
L’esordio di Graham Bond con il quintetto hard bop di Don Rendell.
Ci sono i semi delle capacità tecniche future anche se il ruolo di comprimario di Bond non consentono valutazioni di contenuto artistico.
Sound of 65 - 1965 - 8
There’s a bond between us - 1965 - 9
Usciti entrambi nel 1965 sono la testimonianza di un fantastico percorso creativo appena iniziato e che avrebbe potuto portarli lontano. Ritmica stellare con Ginger Baker e Jack Bruce, il sax di Dick Heckestall Smith a pennellare colori jazz e Bond all’Hammond (e al Mellotron, strumento pressochè inedito nella scena).
Il sound attinge a piene mani da rhythm and blues e blues (ma crea anche una sorta di proto fusion), dal beat e da momenti (con anni di anticipo) quasi prog (vedi la conclusiva arabeggiante “Cames and elephants” in “There’s a bond between us” con uno spettacolare assolo di batteria di Ginger Baker ).
Più classico “Sound of 65” , più sperimentale e personale “There’s a Bond”.
Il gruppo proseguirà con alti e bassi e momenti di difficoltà prima che Baker e Bruce raggiungano Clapton nei Cream e Smith finisca con John Mayall e i Colosseum.
Love is the law - 1968 - 6
Mighty Grahame Bond - 1969 - 6.5
Registrato e pubblicato solo in Usa dal solo Bond con un batterista e qualche corista “Love is the law” è un buon album prevalentemente di stampo jazz blues ma piuttosto sottotono e scontato, nonostante la classe non sia acqua e non manchino buoni spunti.
Grahame (così si presenta su entrambi gli album , con la E finale aggiunta al nome) è in un periodo lontano da certi abusi, si esprime al massimo della tecnica anche se su standard abbastanza prevedibili.
“Mighty...” è più affine alle radici Hammond jazz, più elegante e raffinato pur mantenendosi su sentieri risaputi. Comunque un lavoro dignitoso e interessante.
Solid Bond - 1970 - 8
Album spettacolare che assembla materiale registrato originariamente nel 1963 (tre brani) con una line up pazzesca con Graham all’organo e voce, Jack Bruce al basso, John McLaughlin alla chitarra e Ginger Baker alla batteria e nove nel 1966 con Jon Hiseman alla batteria e Dick Heckstall Smith al sax (entrambi futuri Colosseum).
Cover eccezionali di “Green onions” e “Last night” più una serie di brani autografi all’insegna di uno scatenatissimo rhythm and blues eseguito da talenti di estrazione jazzistica dalle incredibili capacità esecutive. Dodici brani in cui spesso si improvvisa tra proto freakbeat, jazz e un sound potentissimo, rabbioso ma allo stesso tempo raffinato e ricercato che si sublima nei dieci minuti al limite del free jazz di “The grass is greener”
Holy Magick - 1970 - 6.5
We put a magick on you - 1971 - 6.5
L’interesse di Bond per le arti magiche (unite ad un massiccio consumo di sostanze di ogni tipo) lo porta verso lidi musicali mistico lisergici che si esprimono al massimo in “Holy Magick” inciso con la nuova moglie Diane Stewart.
In particolare nell’acid free jazz rock dei 23 minuti di “Meditation Aumgm”, jam ultra psych con l’organo di Bond e il sax caustico di John Gross a condurre le danze.
I restanti brani sono piuttosto confusionari e poco definiti, vicini a certo blues rock molto contaminato e tipicamente caratteristico dell’epoca. “We put a magick on you“ (splendido l’omonimo funk rock) si muove sulle stesse coordinate sonore anche se sembra più definito e meno caotico con uno sguardo più approfondito alla matrice blues.
Bond + Brown - Two heads are better than one - 1972 - 6
Affiancato dal paroliere Pete Brown, già protagonista di un grande lavoro con i Cream (autore tra gli altri di “Sunshine of your love”) registra un album appena sufficiente in cui si avvia verso sonorità più vicine al prog e ad un rock fortemente contaminato da influenze 70’s ma non particolarmente significativo.
Live at Klook’s Kleek - 1988 - 7.5
Registrato (malamente da Giorgio Gomelsky) il 15 ottobre 1964 è un impressionante documento live di come suonasse questa splendida band con il drumming pesantissimo di Ginger Baker (che si esibisce in un dirompente solo in “Early in the morning”) , il basso roboante di Jack Bruce, il sax jazzy di Dick Heckstall Smith e lo spessore tecnico di Bond all’Hammond. Voce ruvida, versioni di classici come “Big Boss man”, “Wade in the water”, “What I’d say” dure, crude, scarne. puro rhythm and blues bianco quasi ai limiti del proto garage.
mercoledì, marzo 25, 2015
Barcellona-Sparta Praga 2-3
Per la serie Grandi partite dimenticate si torna agli inizi del secolo scorso.
Le altre qui: http://tonyface.blogspot.it/search/label/Grandi%20partite%20dimenticate
Il 24 dicembre 1921 il Barcellona giocò un'amichevole contro lo Sparta Praga ai tempi tra i maestri del calcio in occasione dell’inaugurazione dell’Estadi Català che fu poi rinominato Camp de Foixarda.
Lo stadio sorse all’interno di un parco progettato nel cuore di una città in costante espansione e che avanzò a De Coubertin la sua candidatura per ospitare le Olimpiadi del 1924.
Per avvalorare la candidatura fu costruito uno stadio di grandi proporzioni, in grado di ospitare 50.000 persone e con una struttura centrale ad “Arco di trionfo”.
Il 2 giugno del 1921 però le Olimpiadi furono assegnate a Parigi e il lavoro perse lo scopo originario.
Così l’inaugurazione fu fissata alla fine dell’anno quando ancora i lavori non erano ultimati.
In occasione del prestigioso confronto arrivarono 32.000 persone, molte delle quali si assieparono sulla collina di terreno su cui ancora non era stata costruita una tribuna (vedi foto).
La prima partita fu vinta 3-2 dallo Sparta, la seconda, a S.Stefano, dal Barca 2-0 mandando in visibilio la città !
Nel 1951 lo stadio prese il nome di Camp de Foixarda e dopo la nascita nel 1957 del Camp Nou fu riservato al rugby (tutt’ora in funzione).
La partita del 21 dicembre 1921 viene ricordata in Spagna come il giorno in cui il calcio diventò sport di massa.
25-12-21
BARCELONA-SPARTA PRAGA, 2-3
Barcelona: Zamora, Planas, Surroca, Torralba, Sancho, Samitier, Vinyals, Martínez, Grácia, Alcántara, Sagi
Sparta: Peyr, Hojer, Pospisil, Kolenaty, Kada, Perner, Sedlacek, Janda, Meduna, Kokourek, Mazal.
Arbitro: F.Bru
26-12-21
BARCELONA-SPARTA DE PRAGA, 2-0
Barcelona: Zamora, Planas, Berger, Torralba, Sancho, Samitier, Cella I, Piera, Gràcia, Alcántara, Sagi
Sparta: Peyr, Hojer, Pospisil, Kolenaty, Kada, Perner, Sedlacek, Janda,Meduna, Kokourek, Mazal
Arbitro: Cruella
martedì, marzo 24, 2015
Beatles e chewing gum
Nel 1964 la ditta inglese di chewing gum A&BC Chewing Gum Ltd produsse e vendette in Inghilterra e Australia (visitata dai Fab Four proprio quell’anno) pacchetti di “cicche” con la carta avvolgente marchiata con le facce di John, Paul, George e Ringo e contenenti una figurina dei BEATLES (spesso autografata).
In totale 60 diverse figurine.
Nel 1963 Douglas Coakley della A&BC ltd incontrò Brian Epstein per firmare un accordo di sfruttamento dell’immagine della band e l’anno dopo vennero prodotte e immesse sul mercato, trovando un grande riscontro in Gran Bretagna (dove il merchandising dei Beatles spopolava) e vendendo bene anche in Australia.
Nel 1965 ne vennero stampate nuove serie ma con meno successo.
Ci provarono anche coni Rolling Stones ma fu un clamoroso flop.
La A&BC Chewing Gum Ltd chiuse i battenti nel 1974.
lunedì, marzo 23, 2015
Emigrazione italiana
Nel 2013 sono stati all'incirca 100 mila i cittadini italiani che hanno deciso di emigrare all'estero.
Sempre più gente sceglie o è costretta a lasciare il nostro paese in eterna crisi, ormai congenita e strutturale, alla ricerca di migliori condizioni di lavoro e di vita.
Dal 2008 al 2014 è emigrato all'estero un gruppo di italiani la cui istruzione nel complesso è costata allo Stato 23 miliardi di euro.
Sono 23 miliardi dei contribuenti regalati ad altre economie.
Inghilterra, Usa e Germania rimangono le mete privilegiate.
“Si tratta in gran parte di lavoratori qualificati – spiega Stefano Scarpetta, responsabile Ocse per il mercato del lavoro – che emigrano e non trovano alcuna ragione per rientrare”
Fonti: Repubblica, Il Fatto, il Sole 24 Ore
domenica, marzo 22, 2015
Kowloon Walled City
La fine del mondo è la rubrica domenicale che va ad esplorare i luoghi abbandonati dalla storia o comunque estremi.
I precedenti post:
http://tonyface.blogspot.it/search/label/La%20fine%20del%20mondo
Uno dei luoghi più incredibili (ora abbattuto), raramente esplorato (pressochè impossibile se non eri un abitante) fu KOWLOON WALLED CITY, nel territorio di HONG KONG, ex fortino militare cinese, dove sorse una cittadella di 33.000 abitanti, fuori da ogni controllo governativo.
Vi si svolgeva ogni tipo di attività illegale (dai bordelli alle fumerie di oppio) e quelle legali erano autogestite senza alcun tipo di controllo igienico-sanitario, dalla vendita del cibo ad improvvisati "studi medici".
Ogni "casa" era unita alle altre da vicoli maleodoranti, cunicoli, stradine con fogne a cielo aperto, cavi dell'elettricità, conduttore dell'acqua etc, sistemati nei modi più improbabili.
Solo nei 70's la polizia riuscì a sgominare le bande criminali che gestivano il controllo del luogo, riportando la situazione ad una gestione pacifica della vita quotidiana.
Nei primi anni 90 venne approvato un piano di bonifica, le famiglie trasferite altrove e il complesso abbattuto.
Al suo posto sorge ora il Kowloon Walled City Park.
sabato, marzo 21, 2015
Chiara Ferrari - Politica e protesta in musica
Eccellente ed esaustiva opera di scoperta di una realtà poco conosciuta (e ancora peggio dimenticata) ovvero la nascita della canzone politica e di protesta in Italia.
In particolare sull'esperienza dei CANTACRONACHE gruppo di musicisti, letterati e poeti, nato a Torino nel 1957 e che diede il via ad un'espressione musicale antagonista al conformismo musicale dell'epoca lontanissimo dal trattare tematiche a sfondo sociale, tanto meno strettamente politico (non necessariamente partitico).
A loro è dedicata buona parte del libro di Chiara Ferrari.
In anni di boom economico e di feroce repressione poliziesca (..."I morti di Reggio Emilia"...) si canta della realtà in ombra, dell'emigrazione dal sud, della povertà, della diseguaglianza sociale, dei diritti dei lavoratori e si recuperano i valori della Resistenza, ormai sopiti e quasi dimenticati.
E' una storia dell'Italia moderna attraverso le canzoni e gli artisti non allineati, attraverso De Andrè e Pietrangeli, fino al cantautorato di Fossati, De Gregori, Eugenio Bennato, il rock che scopriva il punk per arrivare all'appiattimento disilluso degli 80's.
Il tutto arricchito da testi, testimonianze, dichiarazioni.
Due passaggi essenziali e significativi:
Giovanna Marini (grande, purtroppo oscura , cantautrice), a proposito dell'impegno in musica e delle esperienze in tal senso:
"Sono tutte destinate a fallire queste iniziative. Perchè è il destino delle minoranze, ma sono fallimenti di cassetta non di immagine o di memoria"
E le conclusioni di Chiara Ferrari:
...che una stagione si sia definitivamente chiusa, che l'epoca della canzone come luogo di partecipazione collettiva ai fatti della vita politica sociale e culturale del Paese sia finita da tempo e che poco abbia lasciato in eredità alle generazioni di oggi e a quelle che verranno....
Lilith and the Sinnersaints - Revoluce
"Revoluce" di LILITH AND THE SINNERSAINTS è disponibile nei migliori (o peggior) negozi, richiedendolo qui: http://www.audioglobe.it/disk.php?code=8016670114956
oppure ai nostri concerti o a info@lilithandthesinnersaints.com
Prosegue intanto il nostro tour.
Stasera a PIACENZA al SOUNDBONICO (con alcuni ospiti)
Poi andremo avanti
SABATO 28 marzo: CAGLIARI “Bohemien”
VENERDI’ 3 aprile: GENOVA “Bloser”
SABATO 11 aprile: BOLOGNA “Covo” + Avvoltoi
GIOVEDI’ 16 aprile: TORINO “Hiroshima” + Assist
VENERDI 17 aprile: MILANO “Ligera”
SABATO 16 maggio: VARESE “Sur le Sofa”
www.lilithandthesinnersaints.com
https://www.facebook.com/LilithandtheSinnersaints
venerdì, marzo 20, 2015
Bruno Lauzi
GLI INSOSPETTABILI è una rubrica che scova quei dischi che non avremmo mai pensato che... Dopo Masini, Ringo Starr, il secondo dei Jam, "Sweetheart of the rodeo" dei Byrds, Arcana e Power Station, "Mc Vicar" di Roger Daltrey, "Parsifal" dei Pooh, "Solo" di Claudio Baglioni, "Bella e strega" di Drupi, l'esordio dei Matia Bazar e quello di Renato Zero del 1973, i due album swing di Johnny Dorelli, l'unico dei Luna Pop," I mali del secolo" di Celentano, "Incognito" di Amanda Lear, "Masters" di Rita Pavone, Julian Lennon, Mimmo Cavallo con "Siamo meridionali"e i primi due album dei La Bionda di inizio 70's, il nuovo album dei Bastard Son of Dioniso, "Black and blue" dei Rolling Stones, Maurizio Arcieri e al suo album "prog" del 1973 "Trasparenze", Gianni Morandi e "Il mondo di frutta candita", il terzo album degli Abba, "666"degli Aphrodite's Child, la riscoperta di Gianni Leone in arte Leonero, il secondo album di Gianluca Grignani, Donatella Rettore e il suo "Kamikaze Rock 'n' Roll Suicide", Alex Britti e "It.Pop", le colonne sonore di Nico Fidenco , il primo album solista dell'e Monkees, Davy Jones, Mike McGear (fratello di Paul McCartney), Joe Perrino, il ritorno di Gino Santercole, l'album del 1969 di Johnny Hallyday con gli Small Faces, la svolta pop della PFM, gli esordi degli Earth Wind and Fire e quelli degli UFO, e l'ultimo di Jovanotti, si torna ai 70's con un ottimo lavoro di BRUNO LAUZI....
Le altre puntate de GLI INSOSPETTABILI qui:
http://tonyface.blogspot.it/search/label/Gli%20Insospettabili
Bruno Lauzi è sempre stata una figura particolare nell’ambito dei cantautori italiani.
Appartenente alla scuola genovese ma spesso ostracizzato per le sue esplicite convinzioni politiche (appoggiava il Partito Liberale Italiano, di centro destra, per cui si candidò anche in qualche elezione), ha sempre vagato artisticamente tra canzoni d’autore, uno spirito cabarettistico fino alla “deriva” di “Johnny Bassotto” e “La tartaruga” per poi tornare, in sordina a sonorità più personali a base di album a sfondo jazz.
“Bruno Lauzi” del 1970 è un eccellente lavoro a cui partecipano fior di musicisti, da Lucio Battisti a Franz Di Cioccio alla batteria, Flavio Premoli alle tastiere, Mario Lavezzi alla chitarra, Damiano Dattoli dei Flora, Fauna e Cemento (poi autore di “Io vagabondo” dei Nomadi) poi a lungo collaboratore di Lucio Battisti.
La ballata country rock dalle movenze soul “Mary oh mary” scritta da Lucio Battisti (che suona anche, non accreditato, la chitarra acustica) apre magistralmente l’album.
A cui segue il gospel country di “Lucy l’ortopedica”, il jazz blues di “Quella casa in Lombardia”, il famoso caustico ritratto ne “Le bigotte” in chiave cabaret blues (traduzione di un brano di Jacques Brel), l’intensa ballata pianistica “Ti ruberò” con l’elegante orchestrazione di Claudio Fabi (padre di Niccolò Fabi e che produsse la versione italiana, Ragazzo solo, ragazza sola di Space oddity di David Bowie).
Chiude la celeberrima “E penso a te” (preceduta dalla malinconica “Il bene di luglio” composta da Vecchioni) di Battisti e Mogol, poi ripreso da numerosi artisti tra cui lo stesso Battisti, Mina, Vanoni, Ruggeri, con il sontuoso arrangiamento di Giampiero Reverberi.
PS: la copertina è curiosamente uguale come concept a quella di "Who by numbers" degli Who...
giovedì, marzo 19, 2015
Intervista a SIMONA NORATO
Dopo FEDERICO FIUMANI dei DIAFRAMMA, al giornalista FEDERICO GUGLIELMI, ad OSKAR GIAMMARINARO, cantante e anima degli STATUTO, al presidente dell'Associazione Audiocoop GIORDANO SANGIORGI, a JOE STRUMMER, a MARINO SEVERINI dei GANG, a UMBERTO PALAZZO dei SANTO NIENTE, LUCA RE dei SICK ROSE, LUCA GIOVANARDI e NICOLA CALEFFI dei JULIE'S HAIRCUT, GIANCARLO ONORATO, LILITH di LILITH AND THE SINNERSAINTS, a Lorenzo Moretti, chitarrista e compositore dei GIUDA, il giornalista MASSIMO COTTO, a FAY HALLAM, SALVATORE URSUS D'URSO dei NO STRANGE, CESARE BASILE, MORENO SPIROGI degli AVVOLTOI, FERRUCCIO QUERCETTI dei CUT, RAPHAEL GUALAZZI, NADA, PAOLO APOLLO NEGRI, DOME LA MUERTE, STEVE WHITE, batterista eccelso già con Style Council, Paul Weller, Oasis, Who, Jon Lord, Trio Valore, il bassista DAMON MINCHELLA, già con Paul Weller e Ocean Colour Scene, di nuovo alla corte di Paul Weller con STEVE CRADOCK, fedele chitarrista di Paul, STEFANO GIACCONE, i VALLANZASKA, MAURIZIO CURADI degli STEEPLEJACK e la traduzione di quella a GRAHAM DAY, CARMELO LA BIONDA ai MADS, CRISTINA DONA', TIM BURGESS dei Charlatans, JOYELLO TRIOLO, tornano le interviste con SIMONA NORATO giovane cantautrice autrice dell'interessantissimo esordio "La fine del mondo".
Le precedenti interviste sono qua:
http://tonyface.blogspot.it/search/label/Le%20interviste
Il tuo è un album molto complesso ma soprattutto personale, in cui non è facile trovare riferimenti diretti. Ci puoi dire allora tu quali sono le principali fonti di ispirazione ?
Ascolto musica con molta parsimonia (ascolti intensivi e non estensivi), leggo pochi romanzi, non ricordo titoli e autori, mangio poco. Però io studio, studio tutto ciò che è studiabile ... l'amore, la natura umana, le tecniche che migliorano ogni cosa. Forse questo è il motivo per il quale non si reperiscono, nel mio disco, modelli di riferimento. Mi capita, nella musica come nelle relazioni, di innamorarmi perdutamente e di approfondire quell'opera per mesi, solo quella. Pochi amori musicali ma intensi e indimenticabili.
Mi ispirano i film, le assurdità della televisione, le storie degli amici e degli sconosciuti (in cui la realtà supera di gran lunga la fantasia), il mio passato, la mia famiglia, le mie metamorfosi per diventare la donna che volevo essere.
Mi ispirano di più gli autori che frequento, o con cui ho lavorato, rispetto ai miti musicali.
Un aspetto particolare di “La fine del mondo” è un approccio molto cabarettistico e teatrale.
Tutta colpa di una sana curiosità che mi spinge continuamente ad usare elementi rubati ad altre arti per dare forza alle parole, all'intenzione sonora. La tragicomicità naturale della vita è precipitata in questo disco mentre cercavo, a tutti i costi, di essere sincera.
Quanta (se c’è) Sicilia c’è nelle tue canzoni ?
La Sicilia non molla mai chi ci è nato. Nemmeno quelli che la abbandonano riescono a liberarsene. È una madre totale.
Come loro sono abituata a lottare per ogni cosa: complicatissime questioni genetiche. Questo disco si oppone ai discografici che ti trasformano in una meteora da spremere e spacciare per qualche stagione e alla SIAE, oligarchia tentacolare da cui ho svincolato il disco e me stessa.
La produzione di Cesare Basile quanto ha influito nel risultato finale ?
Hai presente la scena del primo Karate Kid in cui il maestro Miyagi fa potare un bonsai a Daniel, ad occhi chiusi?
Ecco.
Grazie a Cesare ho chiuso gli occhi e, mentre mi fidavo di lui, le canzoni hanno perso il superfluo per rimanere essenziali.
Secondo te è finita definitivamente l’era della fruizione della musica attraverso il supporto “fisico” (CD, vinile etc) e siano inevitabilmente e in maniera irreversibile entrati in quella della musica “liquida” ?
Per fortuna c'è ancora una bella fetta di romantici e feticisti che, la musica, vogliono anche toccarla. C'è un ritorno alla richiesta del vinile, negli Stati Uniti come in Europa.
Credo che alcune cose siano immortali, come il teatro. Di certo, almeno in Italia, il business principale degli artisti che pubblicano non sono le vendite (Vasco Rossi ha venduto poco più di 200.000 copie nel 2014, dato molto indicativo che fa rabbrividire!)
Cosa ti aspetti da “La fine del mondo” ?
Mi aspetto che entri nelle case di quelli che, come me, sentono una malinconia perenne per il creato imperfetto e che, ciononostante, amano la vita stessa sopra ogni cosa. Mi aspetto che 'la fine del mondo' si accomodi sugli scaffali di chi ama il viaggio più del traguardo.
La solita domanda finale: un po ‘di dischi che ti porteresti su un’isola deserta.
L'imboscata di Franco Battiato
Rosmary Plexiglass e Armstrong degli Scisma
Notturni, Chopin
Kid A dei Radiohead
... e una raccolta Fivelandia degli ultimi anni 80
mercoledì, marzo 18, 2015
Piacenza-Milan 3-2
Una partita a me cara che riporta alla (breve) epopea del Piacenza in serie A.
E’ il 1° dicembre e un Milan in crisi di risultati, guidati da un traballante Tabarez arriva a Piacenza per riprendere fiato e punti.
E’ il Piacenza di Bortolo Mutti e del presidente Leonardo Garilli, il Piacenza tutto italiano, senza nessun straniero, in serie A dal 1992-1993 portati in alto dal mito Gigi Cagni.
Il Milan è squadra odiatissima: nella prima stagione di Serie A del Piacenza si fece battere a San Siro 1-0 dalla Reggiana nell’ultima giornata (risultato essenziale per i rivali emiliani per rimanere in serie A spingendo i biancorossi in B). Il Piace tornò subito in A dibattendosi sempre in zona salvezza con orgoglio e onore, con pochi mezzi ma sempre tanta volontà e coraggio.
Due clamorosi errori di Sebastiano Rossi consentono a Valoti e Di Francesco (attuale allenatore del Sassuolo) di chiudere il primo tempo sul 2-0 per il Piace. Nel secondo tempo entrano Savicevic e Dugarry e una doppietta di quest’ultimo riporta la partita sul 2-2.
Nel Milan ci sono nomi come Albertini, Costacurta, Baresi, Weah, Eranio (va bè anche Coco).
Ma al 71° Luiso (acceso tifoso rossonero ma che non aveva mai svelato la sua passione per paura di “ritorsioni” dei tifosi amici) stoppa una palla di petto sulla destra dell’area e proprio sotto la Gradinata Nord interamente occupata dagli ultra biancorossi e inventa una rovesciata da cineteca che suggella il 3-2 finale.
Sarà una delle ultime gioie del presidente che scomparirà tragicamente un mese dopo.
Il campionato lo stravincerà la Juve, il Milan finirà quasi in zona retrocessione (nonostante il cambio di allenatore proprio dopo questa partita a favore di Sacchi), il Piacenza si salverà battendo allo spareggio il (mio) Cagliari 3-1 con doppietta proprio di Luiso.
Pasquale Luiso rivela: "Avevo sempre detto di essere tifoso della Roma e della Lazio.
Ma era una tattica per non inimicarmi i tifosi del Piacenza, poiche' so che odiano il Milan. Invece, adesso lo posso dire.
Io ho sempre tifato per il Diavolo, fin da quando ero bambino. E in tribuna c' era mio padre Raffaele, tifoso come me. Una rete del genere l' ho sempre sognata.
Ho calciato e non ho visto dove fosse andata la palla. Ho sentito l' urlo della curva e sono andato ad esultare"
Le immagini salienti della partita:
https://www.youtube.com/watch?v=znOwHeTFD0M
11^ giornata
Domenica 1° dicembre 1996
Galleana, Piacenza
PIACENZA - MILAN 3-2
Reti: 9' Valoti, 44' Di Francesco, 47' e 68' Dugarry, 71' Luiso
PIACENZA:
Taibi, Lucci, Polonia, Conte, Tramezzani, Pari (47' Delli Carri), Di Francesco, Pin, Valoti, Luiso (75' Maccoppi), Piovani (90' Tentoni) - All.: Mutti
MILAN:
S. Rossi, Reiziger, Coco, Desailly, Costacurta, Baresi II, Eranio, Albertini (46' Savicevic), Weah, Locatelli (46' Dugarry), Simone - All.: Morini - DT: Tabarez
martedì, marzo 17, 2015
John Cage e il silenzio assoluto
JOHN CAGE nel 1951 si rinchiuse nella STANZA ANECOICA dei Bell Labs, una stanza isolata da qualsiasi rumore esterno, uno SPAZIO ACUSTICAMENTE MORTO.
Dopo qualche avvertì istante un sordo martellìo e un fruscio sibilante: il battito del cuore e il rumore del sangue che scorre nelle vene.
Poi un fischio acuto quasi insopportabile: il rumore del suo sistema nervoso.
E la constatazione finale che PER GLI UMANI IL SILENZIO ASSOLUTO NON PUO' ESISTERE.
John Cage compose da quella esperienza uno dei suoi più celebri brani, i famosi "4'33" di silenzio assoluto.
Nessun uomo è mai riuscito a trascorrere all’interno della camera un lungo periodo di tempo.
Si aggira ad un massimo di 45 minuti il record di resistenza all'assoluta assenza di rumori che, per fastidio, può eguagliare il chiasso irritante del martello pneumatico.