giovedì, novembre 06, 2014

Queen



Da queste parti i QUEEN sono sempre stati sinonimo del MALE.
Pomposi, enfatici, ridondanti, esageratamente kitch, antitetici a quella che viene considerata come la musica “giusta”.
Un nome da mettere puntualmente in cima alla lista dei peggiori gruppi rock, pop o come li vogliamo chiamare.
E allora mi sono preso la briga di ascoltare TUTTA la loro discografia.
E rilevare che i difetti di cui sopra sono frequenti, costanti e che l’avversione per il quartetto non è certo mutata.

Ma mi preme ricordare i primi tre album: “Queen” del 1973 (con il Black Sabbath sound della tiratissima “Modern times rock n roll”) , “Queen II” del 1974 (dove troviamo anche la psichedelia semi acustica con sapori Led Zep di “Some one day one day”) e “Sheer heart attack” sempre del 1974 (con la cavalcata introduttiva di “Brighton rock” e il proto heavy metal di ”Stone cold crazy” ), all’insegna di un sound barocco ma che poggia le fondamenta su glam, hard, prog, rock n roll e pop rock e un approccio ancora ruvido, immediato, urgente che li rende lavori grezzi, in cui l’anima romantica beatlesiana di Mercury (vedi “Killer queen”) si scontra talvolta con il rozzo assalto della band più incline a sonorità tendenti a lrock duro.
Inutile sottolineare come la tecnica strumentistica sia già parecchio affinata e la chitarra di Brian May abbondantemente protagonista.

“A night at the opera” del 1975 è considerato il capolavoro della band (“Bohemian raphsody” è il brano di punta) ma contiene tutte le caratteristiche che andranno a permeare il sound e il profilo artistico della band: brani kitch, pomposi, elaboratissimi, siparietti vaudeville, barocchismi, orpelli sonori di ogni tipo.
Particolarità che li farà amare dal mondo, odiare da tanti altri.
L’anno successivo è la volta di “A day at the races” che in realtà avrebbe dovuto essere pubblicato insieme a “A night at the opera” come doppio album e che ribadisce (con l’eccezione del boogie rock introduttivo “Tie your mother down”) ovviamente la direzione sonora del precedente.
Contiene anche la super pomp hit “Somebody to love” e l’hard rock potente e non scontato di “White man”.
La strada è ormai completamente spianata, il mondo ai loro piedi, le classifiche a loro appannaggio.
La qualità cala, ci si affida a percorsi sicuri e con “News of the world” del 1977 piazzano altri due epiche hit come “”We are the champions” e “We will rock you” mentre “Sheer heart attack” sembra una risposta al punk che esplodeva in quei giorni con un’atmosfera e un tiro che incrociano (a modo loro eh) Undertones e Sex Pistols (!!!) e “Sleeping on the sidewalk” un gradevole glam rock blues.
“Jazz” del 1978 è stato ripetutamente stroncato dalla critica (anche per certi testi giudicati sessisti, addirittura fascisti...) soprattutto per la mancanza di una direzione ben definita e per un eccesso di brani di scarso spessore.
Si salvano la famosa “Bicycle race” e il discreto rock di “Fat bottomed girls”. Ci sono poi incursioni nella disco funk (la terribile “Fun it”) nello swing blues anni 40 di “Dreamer’s ball” e qualche altro episodio trascurabile.
L’epico live “Live Killers” sancisce la fine dell’epoca “rock” e apre le porte ad una serie di lavori, pieni di successi da classifica (“da Another one bites the dust” a “Radio Ga Ga”, “Under pressure” con Bowie, “Crazy little thing called love” tra i tanti) ma qualitativamente sempre più modesti, iper arrangiati, infarciti di elettronica, di manierismo, pomposità all’ennesima potenza, senz’anima.
“The game (1980), la colonna sonora di “Flash Gordon” (1980), “Hot space” (1982), “The works”, “A kind of magic” (1986), “The miracle” (1989) sono comunque successi (puntualmente distrutti dalla critica).

Si susseguono tour celebrativi, live, raccolte e nel testamento finale di Mercury in “Innuendo” (pubblicato all’inizio del 1991, Freddie morirà in novembre) il livello si alza leggermente ma senza aggiungere nulla di nuovo.
Seguirà il mortifero “Made in heaven” registrato dai superstiti inserendo la musica sotto a tracce vocali, demo e altro lasciati da Mercury prima della morte.
Il resto è una sequela infinita di compilation, live (inclusi quelli con le varie nuove incarnazioni della band con Paul Rodegers alla voce, con cui pubblicano anche un album in studio), continui inediti e retrospettive nel tentativo sempre più disperato di mantenere vivo il cadavere.

28 commenti:

  1. Risposte
    1. Si,per me l'unico.
      Forse anche Tie your mother down, se mi puntassero una pistola alla tempia....

      Elimina
  2. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

    RispondiElimina
  3. Caro mio, otto ore davanti ad un computer sono dure da far passare ma ti permettono di ascoltare di tutto

    RispondiElimina
  4. ha ha ha ha ha ha ha ha haa.....lavorando, magari....

    RispondiElimina
  5. ha ha ha ha ha ha ha, grande!
    Io invece con gli speakers, spesso devo soprassedere

    RispondiElimina
  6. Queen pessimi ! Il peggio. Come hai fatto ad ascoltare tutta quella roba ?

    RispondiElimina
  7. A me non piacciono (è evidente nel post..) ma ho voluto verificarlo al di là dei pregiudizi abituali. E se è vero che le ultime cose sono inascoltabili i primi album meritano invece un ascolto più attento. E se invece della scritta Queen in copertina ci fosse quella di qualche oscuro gruppo dimenticato in tanti apprezzerebbero molto di più.

    RispondiElimina
  8. ora capisco quando si sussurrava di una debacle post-cremoniniana di entità biblica...

    (poi però... se volete visto che siamo intimi... avrei da confessarvi qualcosa circa la band qui recensita... :) )

    RispondiElimina
  9. ricordo che io 12 enne sentivo a ripetizione la cassetta con il loro best dell'epoca, correva l'anno 1983. appena cresciuto un po' ho cominciato a detestarli cordialmente...
    alberto

    RispondiElimina
  10. E' inutile: i Queen che lo si voglia o no sono parte della nostra cultura musicale. Li abbiamo sempre , volenti o nolenti, ascoltati (un po' come i Beatles ma forse di più perchè sono arrivati dopo) e chiunque conosce almeno 5 o 6 brani a memoria.

    RispondiElimina
  11. Li ho sempre considerati all'inseguimento di qualcosa : il glam /prog all'inizio, quando tutto quel mondo stava ormai per tramontare, il rock sinfonico, addirittura il rockabilly (Crazy little thing called love) e la disco (Another one ..) ma sempre in ritardo e senza sincerità, patetici.

    RispondiElimina
  12. ahahah! Profetico Cpt Stax "..di entità biblica"!!"..

    Perniciosissimi Queen con a parer mio alcune,poche, eccezioni (dettate da gusto,momento storico del sottoscritto,estetica etc):

    -Somebody to Love,super pomp finche volete ma un white gospel di ottima fattura (la prima loro cosa che ascoltai da banmbino, a Radio Monte Carlo quando usci)

    -Bohemian Rapsody..bella costruzione dite cio che volete

    -Jazz per la sua copertina interna che e' piaciuta anche a qualcun altro ne son sicuro..e per Bycicle Race/Fat Bottomed Girls

    -Don't stop me now..la potenza di Mercury

    -The game album..in prima superiore,in cassetta tutto l'album

    -Under Pressure che mi piace molto ancora oggi

    I dischi degli 80s fanno c.....

    Boss complimenti per la stoicità senza dubbio
    ..rimane sempre una debacle eventually...

    C

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Eh no ! Stavolta nun me fregate ! Debacle se ne avessi tessuto le lodi. Qui è stato un atto masochista da cui è uscito un giudizio impietoso.

      Elimina
  13. Dèbacle! Dèbacle!
    The game devo averlo ancora anch'io in cassetta

    RispondiElimina
  14. "news of the world" e "jazz" li acquistai quando uscirono, entrambi parte di un pacchetto dischi autoregalo di natale. il primo soprattutto mi piacque assai, il secondo un po meno ma il poster rimase sulla parete bel oltre la classica rivendita dei disco. oltretutto la intro vocale "ibrahim allah allah.." l'avevamo usata come intro io e Claudio (ora stimato cantante degli Alphataurus) per l'unica registrazione esistente degli Acid Cocks, nostra band totalmente fittizia e casalinga (una mezza C60 ridicola ed inascoltabile resuscitata dagli archivi di Claudio qualche anno fa)

    però anche "night at the opera" e "day at the race" erano nei miei ascolti di teenager, anche il "killer" live. oltre basta, anche se "bite the dust" "crazy little thing" restano mio malgrado nel mio bagaglio musicale. il resto mi faceva cagare già allora quindi se lo riascoltassi adesso sarebbe sciolta sicura

    RispondiElimina
  15. Boh a me son sempre sembrati eccessivi e talvolta moderatamente kitch, da ascoltare in sottofondo al supermarket (senza il Lost di Strummeriana memoria ovviamente) o nella sala d'aspetto del mio dentista che normalmente tende ad anestetizzarmi in anticipo con Biagio Antonacci e porcherie del genere (ah si che è pure inglese sto dentista...ma dimmi te). Un paio di pezzi che mi fanno battere il piedino nel mazzo ci son pure (penso a Breakthrough e Tie your mother Down) ma nel complesso i Queen non fan per me. Ciò che è divertente comunque è smontarli ragionando con i loro fan avvelenatissimi, io c'ho mio cugino che è un fan e mi ci diverto moltissimo. :-)

    Charlie

    RispondiElimina
  16. Paul Rodgers non doveva farlo, soldi o non soldi. Se uno è stato il cantante dei Free ha delle responsabilità poi...
    :-(

    RispondiElimina
  17. Erano i preferiti degli amici che di musica buona proprio non ne capivano un piffero.
    Ciò basterebbe, no?

    Fabio T.

    PS: Fay Hallam arriverà qui nell'ottobre 2015. Tour ritardato per l'uscita del nuovo album, eh.

    RispondiElimina
  18. Comprai Bohemian Rhapsody e la cassettina di A Night At The Opera, poi l'oblio. Il guaio era che te li ritrovavi dappertutto. Ricordo che la loro colonna sonora per FlashGordon era peggiore del film, e ce ne voleva, essendo il film una ciofeca galattica. La musica dei Queen é come mangiare una meringa dopo essersi trangugiato un cannolo alla siciliana.

    RispondiElimina
  19. Brian May chitarrista notevole, e autore dei pezzi rock del gruppo. Freddie Mercury autore di quelli più pop.

    RispondiElimina