martedì, novembre 18, 2014

Come i Beatles - 5



Grazie ad una competentissima lista inviata da LUCA RE, storica voce dei SICK ROSE (la prima foto è della sua personale collezione di vinili) ci addentriamo con questa nuova rubrica in una serie di album, usciti DOPO lo scioglimento dei BEATLES, fortemente influenzati dal sound dei Fab Four. Spesso veri e propri gioielli dimenticati e che vale la pena di riscoprire.

Le altre puntate qui:
http://tonyface.blogspot.it/search/label/Come%20i%20Beatles


THE MINUS 5 - s/t
Attivi dal 1993 i Minus 5 sono una solida power pop band che si è più volte avvalsa della collaborazione di Michael Stipe.
All’attivo una quindicina di dischi tra cui l’omonimo del 2006 riluce di tantissime influenze esplicitamente beatlesiane in particolare nell’introduuttiva “The rifle called goodbye” che suona come una perfetta outtake di qualsiasi album di John Lennon ma che sarebbe stata tranquillamente anche su “Abbey Road” o “Let it be”. Atmosfere che ritroviamo di nuovo in “My life as a creep” e meno marcatamente in altri brani.
Il power pop più elettrico prende talvolta il sopravvento ma si torna frequentemente ai Beatles (quelli più jingle jamgle di “Rubber soul” e “Help!”) in altri frangenti.

KLAATU - s/t
L’esordio dei canadesi Klaatu del 1976 mandò in fibrillazione i fans dei Beatles, ipotizzando addirittura una reunion sotto mentite spoglie (anche a causa di una copertina senza alcuna indicazione).
Le assonanze musicali sono infatti facilmente riconducibili ai Beatles tardo 60’s, post “Sgt Peppers”, psichedelici, con il basso pulsante “alla Paul McCartney” e il drumming spezzato “alla Ringo Starr” nell’introduttiva “Calling Ocupants Of Interplanetary Craftcon” (dove appare e scompare spesso l’incedere di “I’m the walrus”), un brano come “California Jam” che incrocia il riff di “Get back” con melodie tipicamente beatlesiane (anche se più Beach Boys o Bee Gees), accenni vaudeville alla “When I’m 64 four”, vere e proprie citazioni beatlesiane (i più accorti si possono divertire a scoprire evidenti plagi e furti da questo o quel brano), arrangiamenti di fiati ed archi che ritroviamo in abbondanza sul “White album” o in “Abbey Road”.
Il tutto attualizzato in chiave pop glam (Electric Light Orchestra, Queen, Wings) in voga all’epoca.
Non mancarono subito altre prove “inconfutabili” come un’università di Miami che confrontò le voci di Paul con quelle dei Klaatu e le dichiarò uguali o un DJ australiano che invece dichiarò che si trattava di un “lost album” dei Beatles intitolato “Sun” (guarda caso la copertina riportava un sole), suonando al contrario (ti pareva...) il brano “Sub Rosa subway” e filtrandolo con un oscillatore a bassa frequenza (......) era evidente il messaggio 'Its us, its the Beeeeetles!'.
Ma la prova regina veniva dal nome della band ovvero il protagonista del Bmovie degli anni 50 “The day the earth stood still” (“Ultimatum alla terra” in italiano) che Ringo Starr aveva impersonato nella copertina del suo album “Goodnight Vienna” del 1974.
Non appena fu ventilata l’ipotesi che fossero i Beatles l’album impennò il numero delle vendite e prontamente sia il manager che i dirigenti discografici alimentarono il mistero rifugiandosi dietro ad un furbesco “no comment”.
Il gruppo proseguì la carriera per altri quattro album sempre seguiti, nonostante successive ed espliciti smentite con tanto di nomi e cognomi, foto dei componenti, da un alone di mistero da parte dei beatlesiani più irriducibili.
Il secondo album “Hope” del 1977 venne addirittura registrato a Londra con la London Symphony Orchestra (evidenziando quindi qualsiasi estraneità con i Fab Four).

PLEASERS - Thamesbeat
Formatisi nel 1977 a Londra furono tra i primi a portare avanti la rinascita del beat, in epoca in cui punk e new wave la facevano da padroni. Cinque singoli all’attivo (ristampati nel 1996 su CD) e un sound fortemente debitore ai primi Beatles (anche se tra gli episodi più riusciti c’è la cover di “Kids are alright” degli Who, uscita nel 1978), in particolare nell’esordio del ’77 “You know what I’m thinking for”/”Hello little girl” che avremmo potuto trovare su “With the Beatles” (con voce palesemente ispirata al primo Lennon).
Sono spesso indicati tra i precursori del mod revival del ’79 in quanto molto seguiti tra i primissimi mods.

8 commenti:

  1. Ottimi suggerimenti. Dei Pleasers avevi parlato anche su Mod generation, vero ?

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  2. Si, erano tra i gruppi che in tempi in cui 60's e Beatles erano roba vecchia e stantìa invece li ripresero e riportarono un po' in auge (in cerchie ristrette). E ai loro concerti andavano i mods (pre Quadrophenia revival) ovvero quelli che avevano portato avanti la tradizione mod anche in tempi in cui non apparivano certo sulle pagine dei giornali (se ne vedono alcuni nel booklet di "Quadrophenia" ..veri mods del 1973).

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  3. Appunto meticolosamente il nuovo capitolo "alla Beatles" di Luca!
    C

    (glisso sui Rasponis..)

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  4. Pleasers ottimi,..poi mi ricordo che un power pop fan Canadese mi fece ascoltare una great track di un singer chiamato Michael Pagliaro,..roba assolutamente sconosciuta nell'Iddaglia dei 'Kant(Immanuel)-auttori' ,..ma comunque assolutamente OTTIMA:)

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  5. https://www.youtube.com/watch?v=Lsqv_ooI0uI

    eccolo qua il Michel Pajèr, GRANDISSIMA SONG,..artrochè Venditt

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  6. Il primo Michael Pagliaro propone esattamente il suono trattato in questa rubrica! Grandissimo! Mi dispiace per Cristiano, ma una rapida indagine dimostra lo scarso interesse del pubblico nei confronti degli immarcescibili Rasponis! Scrivo una monografia e te la passo in privato.

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  7. veramente Grandissimo,..roba che qui in Italia era totalmente 'aliena' all'epoca ,..splendida canzone,..anticipava i LONG RYDERS di 12 anni

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  8. Grande rubrica! Posso permettermi di suggerire l'aggiunta del primo album degli Spongetones, significativamente intitolato "Beat Music"?

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