venerdì, aprile 18, 2014

Rolling Stones - Black and blue



GLI INSOSPETTABILI è una rubrica che scova quei dischi che non avremmo mai pensato che... Dopo Masini, Ringo Starr, il secondo dei Jam, "Sweetheart of the rodeo" dei Byrds, Arcana e Power Station, "Mc Vicar" di Roger Daltrey, "Parsifal" dei Pooh, "Solo" di Claudio Baglioni, "Bella e strega" di Drupi, l'esordio dei Matia Bazar e quello di Renato Zero del 1973, i due album swing di Johnny Dorelli, l'unico dei Luna Pop," I mali del secolo" di Celentano, "Incognito" di Amanda Lear, "Masters" di Rita Pavone, Julian Lennon, Mimmo Cavallo con "Siamo meridionali"e i primi due album dei La Bionda di inizio 70's, il nuovo album dei Bastard Son of Dioniso, oggi un semi insospettabile come "Black and blue" dei ROLLING STONES

Le altre puntate de GLI INSOSPETTABILI qui: http://tonyface.blogspot.it/search/label/Gli%20Insospettabili

Un gruppo dalla carriera infinita, due dozzine di album (quasi incalcolabili le compilation, live etc) e che ha inevitabilmente lastricato la propria carriera di capolavori ed episodi meno riusciti.
E se occorre indicare il “miglior album degli Stones” difficile trovare molte persone d’accordo sullo stesso titolo. Tra chi “dopo Brian Jones più nulla” , quelli che “il meglio è stato con Mick Taylor”, quegli altri che “non dimentichiamo “Some girls”, in genere ci si accorda su “Exile on main street”, effettivamente il più completo e rappresentativo del sound Rolling Stones.

Puntualmente invece “Black and blue” rimane nelle retrovie, raramente citato, spesso denigrato e disprezzato come l’album dei “provini dei chitarristi” (come lo definì sprezzantemente Keith Richards).
E’ infatti il momento di scegliere il sostituto di Mick Taylor e la lista è prevedibilmente lunga.
La scelta cade su Jeff Beck (che in realtà pare non avesse alcuna intenzione di entrare nel gruppo), Peter Frampton, Steve Marriott (voluto da Keith ma respinto da Mick che ne conosceva bene le capacità vocali, in grado di sovrastare le sue...) sugli anonimi Harvey Mandel, Wayne Perkins ma, alla fine, sarà Ron Wood a spuntarla soprattutto per le affinità umane con Keith (per quanto nell’album appaia solo in tre brani alla chitarra oltre che in qualche coro) .

“Black and blue” è unico nella discografia della band.

La black music (soprattutto il torrido funk dei mid 60’s, ma anche reggae e jazz blues) è preponderante, la mano di Billy Preston a piano e tastiere pesante e costantemente presente (relegando il “solito” Nicky Hopkins a brevi comparsate), la ritmica a perfetto agio (aiutata spesso da abbondanti dosi di, seppur discrete, percussioni).
Stupisce la capacità di abbracciare un genere fino ad allora solo sfiorato e impradronirsene con tanta maestria (“Hot stuff” e “Hey negrita” sono piccoli classici funk), allo stesso modo in cui si destreggiano con disinvoltura del reggae in “Cherry oh baby” di Eric Donaldson, senza dimenticare il classico Stones sound in “Hand of fate” e “Crazy mama”.
E se “Fool to cry” è una ballata che mal si sopporta, “Memory Motel” è invece un capolavoro slow rock blues con l’inconsueta doppia alternanza alla voce di Mick e Keef (che non suona la chitarra nel brano) e “Melody” un jazz blues (accreditato a Jagger/Richards pur attribuendo a Billy Preston l’ “inspiration”) in cui il tastierista (già con Beatles, Ray Charles, Little Richard, Sly and the Family Stone, Sam Cooke tra i tanti !!!) mette a segno una delle sue migliori prestazioni di sempre, Mick si supera in una sensuale interpretazione, una sezione fiati perfettamente calibrata colora il tutto di soul.
L’album arriverà al top in Inghilterra e Usa, riceverà recensioni discordanti e solleverà alcune controversie con i movimenti femministi a causa di un provocatorio manifesto promozionale.

15 commenti:

  1. Se non il migliore, uno dei migliori, per me....

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  2. Disco favoloso con brani come Negrita e Hot Stuff che smuovono anche i sederi più pesanti.

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  3. Concordo, uno dei migliori, forse gli preferisco Some girls,forse no....
    Da non sottovalutare secondo me l'aspetto 'Visione Stonesiana della realtà musicale dell'epoca'

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  4. A me comunque 'Fool to cry' piace,ma mi è sempre piaciuta anche 'Emotional rescue', e giù insulti............

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  5. A me il brano Emotional rescue ha sempre fatto impazzire e anche Miss you. Ho sempre amato gli Stones che "sperimentavano" nuova cose al di fuori dal solito (pur bellissimo) riff rock blues alla Keith Richards.

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  6. Grande! E' un aspetto degli Stones che ho sempre avuto timore ad esternare per via del vetero-conservativismo che pervade i loro fans (o forse dovrei scrivere fan signora maestra?) classici.
    I loro dischi da Let it bleed a Emotional rescue mi piacciono un casino.
    Their Satanic Majesties Request premio a parte..

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  7. Del post Brian Jones il loro album migliore.

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  9. E' un aspetto poco considerato dalla critica e dai fans secondo me. Per il 99% degli ascoltatori gli Stones sono quelli di "Brown suga" , "Honky tonk woman", "Satisfaction" etc.
    Vero, è la loro impronta.
    Ma si dimentica spesso quanto il loro amore per la black music abbia prodotto stratosferici brani BLUES, tra i pochi bianchi a riuscire a farlo in modo così credibile, brani di FUNK SOUL eccellenti come "Hot stuff", "Hey negrita" o "Worried about you" da Tattoo you (una ballata soul alla Marvin Gaye), i lsuoer funk di "Dance" da "Emotional rescue", i lfunk soul d i"Just my imagination" da "Some girls" , la bellissima cover dei Temptations da "It's only rock n roll" di "Ain't too proud to beg" e ce ne sarebbero decine di altre

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  10. Si si, per me sono grandi perché sono stati parecchio vari.
    E per ogni svolta han sempre centrato almeno un capolavoro singolo o ellepì che sia, non mi sembra una cosa da poco.

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  11. E' vero, Fool to cry, Dance, Miss You, Emotional Rescue, Worried about you sono stratosferiche!! quelli sono un po' gli Stones di Jagger...

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  12. Grande Pibio, concordo si, anche col fatto che erano più di Jagger, ovviamente Richards era troppo sconvolto per riuscire a combinare qualcosa.

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  13. uno dei best!..il più black con quel reggae buttato li in mezzo..
    grandi!
    C

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  14. vado controcorrente anche se l'ho sentito molto tempo fa e dovrei risentirlo... a me non era proprio piaciuto, in particolare per le escursioni reggae che mi sembravano ben al di là delle possibilità tecnico-espressive degli Stones (gruppo che comunque adoro). C'è da dire che secondo me si contano sulle dita di una mano gli artisti rock che sono riusciti a fare dei pezzi reggae credibili in grado di rivaleggiare - quanto a tiro, intenzione, espressività - con i colleghi giamaicani. Comunque me lo andrò a riascoltare, chissà magari lo rivaluterò

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