lunedì, aprile 14, 2014

Ribellione e industria dello spettacolo



Da un'intervista a PAUL WELLER al Mucchio Extra n° 20 Inverno 2006 di Carlo Bordone una frase relativa al suo impegno nel Red Wedge (organizzazione di musicisti e artisti che attraverso una serie di concerti provò a contrastare la rielezione della tatcher a metà degl inani '80 alla guida de governo inglese. Persero).

Ovvero: sulla possibilità e/o capacità della MUSICA di INCIDERE nella POLITICA e nel SOCIALE

"Gente come Billy Bragg e i Madness era sincera, credevano davvero di aiutare i minatori in sciopero e che si potesse dare un contributo all'abbattimento della Tatcher con qualche concerto gratuito e degli adesivi sulle copertine dei dischi.
Abbiamo visto come è andata. Eravamo troppo ingenui a sperare di poter cambiare le cose. Per carità, ci credevo anch'io.
In quei giorni non potevi non schierarti, o stavi con i Tories e la loro politica ultraliberalista o li odiavi a morte e avresti fatto qualsiasi cosa per mandarli via.

Il problema è che gli artisti hanno l'illusione di poter incidere sulla realtà, ma l'industria dello spettacolo è in grado di svuotare di senso e di strumentalizzare qualsiasi iniziativa" .

37 commenti:

  1. Risposte
    1. E quindi, dice Weller, tutte le tirate politiche di cui si ammantano musici e compagni(a) bella, alla fine non servono ad un cazzo

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    2. non è vero che non servono a un cazzo, diversi musicisti "politici" si son comprati casa vendendo i loro dischi ai tonti che ci credevano.

      The Real WC

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    3. e' arrivato o' fenomeno

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    4. Quindi nelle canzoni bisognerebbe parlare di cuore, amore, figa, uccell, auto, fiori e colori.
      e si parla di politica o istanze sociali è solo per guadagnare alle spalle dei tonti

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    5. Vedi Bob Dylan, Clash, Pete Seeger, Style Council, Billy Bragg etc etc

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    6. ma io faccio parte dei tonti che ci credevano!
      adesso però riesco a rendermi conto del fatto che ero per loro un mercato come un altro: c'era chi vendeva dischi alle ragazzine dodicenni in cerca del primo amore, chi ai ventenni da discoteca e chi a noi giovani rivoluzionari in erba.

      The Real WC

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    7. poi come dice qui sotto C, la mia vita è stata "spiritualmente" più ricca così, ma la vita di chi i dischi me li vendeva è stata più ricca e basta :-)

      The Real WC

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    8. Quindi ai giovani d'oggi non si possono più vendere canzoni di rivoluzione ?

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    9. Bisogna vedere quanto gli interessa (oiù o meno zero, come prima).
      Una fa i dischi dicendo quello che si sente, l'altro li compra ciò che gli interessa sentire (esti e/o musica).
      Chia ha creduto alle favole l'ha presa nel culo, le rivoluzioni nel mondo occidentale appartengono al massimo al XIX secolo.
      Ho letto il libro di Mauro Pagani nel weekend, guarda caso abbastanza istruttivo a questo proposito.

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    10. Per le maestrine in agguato, parecchi errori grammaticali...

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    11. se ne possono vendere meno di prima, ma gli unici che possono prendere sul serio le "canzoni di rivoluzione" sono i ragazzini, non certo noi ragazzi di una volta.
      :-)

      The Real WC

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  2. mmmm...pensare ed esprimere un'idea serve sempre.
    magari non cambia il mondo (ma questa sarebbe aspettativa lievemente "sopra le righe"..appena appena.
    se avessi letto testi di canzone solo su cuore sole amore (ben vengano pure loro) la mia vita sarebbe stata meno ricca
    C

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  3. Quoto C. al 100%

    Charlie

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  4. Il compito di sconfiggere la Thatcher sarebbe spettato al Partito Laburista direi

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  5. Che poi avessero pensato di 'farsi aiutare' da alcuni cantanti abbastanza popolari tra i giovani ci poteva anche stare

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  6. Ma pensare che il Red Wedge fosse riuscito a ribaltare un governo conservatore (tra i più saldi di sempre), fa proprio ridere.

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  7. Quando poi il partito laburista vinse le elezioni, venendo finalmente incontro ai pensieri della gente (che eran cambiati da un po, ma gente come Kinnock non ci sarebbe mai arrivata), si beccò pure del thatcherista.

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  8. Chi bisogna prendere a calci nei coglioni?

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  9. Concordo sul fatto che se la "pretesa" era quella di battere la Tatcher mettendo insieme una serie di nomi (per noi interessanti, in buona parte) che vendevano al massimo qualche centinaio di migliaia di copie su una popolazione votante di circa 40 milioni di persone…..

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  10. La maggior parte dei quali già "convertiti" oltre tutto

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    1. Certo PW ha fatto un bel po di grano, roba da far schiattare parecchi devoti thatcheristi

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    2. E' sempre stato un suo cruccio. Nel periodo Red Wedge erano in parecchi a rinfacciargli le sue simpatie socialiste e gli "inni al proletariato" dall'alto dei milioni di dischi venduti con i Jam e gli SC.

      Rispose: "So da dove e da cosa vengo e il fatto che abbia fatto i soldi non cambia il mio modo di essere".

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    3. Saran ben fatti suoi, ma è ovvio che la tentazione di mandarlo aff....o ce l'avranno avuta in parecchi.
      Chiaramente se fosse stato un vero socialista avrebbe donato tutti i suoi proventi al Partito Laburista o al disciolto Sindacato dei Minatori.
      Infatti sapeva da dove veniva, famiglia con pochi soldi, quelli fatti se li è tenuti giustamente per se.

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    4. beh ma se si crucciava allora tutto bene, no?
      "dio mio che disdetta, sono diventato miliardario, accipicchia accipicchia, che tormento"

      The Real WC

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    5. Cosa vuol dire ? Se diventi ricco devi diventare d destra e cambiare idea, smettere di fare cose per gli altri o semplicemente per il partito laburista ?

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    6. vuol dire che se diventi ricco e ti proclami di sinistra sei dentro una grandissima contraddizione. tipo d'alema con la barca a vela, o bertinotti con il cashemere.

      poi mi piace anche la musica di weller, ma le contraddizioni restano.
      "impegnarsi per i laburisti" per un ricco di sinistra non è molto diverso dal "fare la carità" per un ricco cattolico: utile, certo, ma soprattutto un modo per pulirsi la coscienza e continuare a godersi in pace i propri soldi.

      The Real WC

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    7. Quindi se un metalmeccanico squattrinato, di sinistra, diventa musicista o calciatore e fa la grana deve votare a destra

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    8. il socialismo in cui credo non è esattamente politico. E' un modo di vivere, è umanità. Credo che l'unico modo di vivere e di avere vero successo sia attraverso l'impegno collettivo dove si lavora gli uni per gli altri, ci si aiuta e ognuno abbia una parte della ricompensa a fine giornata.
      Bill Shankly (Allenatore del Liverpool 1959/74)

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    9. boh, questo non lo so e non l'ho detto.
      ma tu non vedi nessuna contraddizione nei miliardari di sinistra? io sì, anche se sono artisti che apprezzo.

      The Real WC

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    10. Probabilmente la contraddizione c'è.
      Ma (fuor di polemica) non me ne frega niente.
      Il problema è loro (anche se vorrei averlo io).

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    11. Infatti credo che la chiosa del Sir sia la più corretta.
      Avessi quella contraddizione avrei anche tanto tempo per pensare a come risolverla.

      Al di là di questo nel momento in cui uno utilizza i suoi miliardi a fin di "bene", distribuendoli (il che non vuol dire dividerli con la popolazione mondiale in parti uguali ), facendo lavorare persone, sostenendo cause, famiglie, investendoli in opere che creano "valore", no mci vedo alcuna contraddizione. E' una mera questione numerica.

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  11. I governi si ribaltano alle elezioni, fine!
    Se non si ribaltano vuol dire che chi stà alla minoranza alla fine non convince, questo succede nei paesi normali (e successe anche li). Quando i conservatori non ebbero più presa su larghe fasce della popolazione i laburisti vinsero le elezioni.

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  12. Frankly Mr Shankly......
    Leggendario!

    Charlie

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