martedì, aprile 01, 2014
Intervista a Dome La Muerte
Dopo FEDERICO FIUMANI dei DIAFRAMMA, al giornalista FEDERICO GUGLIELMI, ad OSKAR GIAMMARINARO, cantante e anima degli STATUTO, al presidente dell'Associazione Audiocoop GIORDANO SANGIORGI, a JOE STRUMMER, a MARINO SEVERINI dei GANG, a UMBERTO PALAZZO dei SANTO NIENTE, LUCA RE dei SICK ROSE, LUCA GIOVANARDI e NICOLA CALEFFI dei JULIE'S HAIRCUT, GIANCARLO ONORATO, LILITH di LILITH AND THE SINNERSAINTS, a Lorenzo Moretti, chitarrista e compositore dei GIUDA, il giornalista MASSIMO COTTO, a FAY HALLAM, SALVATORE URSUS D'URSO dei NO STRANGE, CESARE BASILE, MORENO SPIROGI degli AVVOLTOI e FERRUCCIO QUERCETTI dei CUT, RAPHAEL GUALAZZI, NADA, PAOLO APOLLO NEGRI, oggi è la volta di una persone un po' particolare per il sottoscritto, quel DOME LA MUERTE che è stato a lungo compagno di strada, fratello di sangue e sudore e tanto altro.
Ora con i DIGGERS, fu nei NOT MOVING, CCM e varie altre incarnazioni sonore.
Nelle foto con i Diggers, Not Moving nel 1983, nel 2005 e con i CCM nei primi 80's.
Le precedenti interviste sono qua:
http://tonyface.blogspot.it/search/label/Le%20interviste
1
Da veterano della scena italiana perché pensi che il nostro paese non sia mai riuscito a esprimere nomi di spicco in campo internazionale (con qualche rara eccezione). Penso alla scena scandinava (dai Turbonegro agli Hellacopters) o al kraut rock tedesco per fare due esempi.
DOME
Abbiamo avuto dei periodi in cui questo poteva succedere, a iniziare dalla scena prog fino all’hardcore, tuttora considerate delle scuole anche oltre oceano.
Secondo me è mancata un’azione forte da parte delle etichette e agenzie italiane, ci siamo ritrovati a fare quasi tutto da soli per quanto riguarda l’estero, dalle spedizioni dei dischi ai contatti per il live.
Un’etichetta indipendente importante anche all’estero come la Alternative Tentacles, la Sub Pop o la Man’s Ruin in USA e la Rough Trade, la Glitterhouse o la New Rose in Europa, in Italia non la abbiamo mai avuta. Ora più che mai il mercato musicale italiano è ripiegato su se stesso, tende sempre più a creare degli idoli locali e sempre meno da esportare.
Ormai è tutto in mano a quelle piovre che sono i talent ed è tornato in auge anche il festival di Sanremo.
S’investe ancora nella tradizione italiana e per i gruppi r’n’r diventa una meta emigrare, le etichette con le quali sto collaborando negli ultimi anni (Godown Rec., Area Pirata, Surfin Ki), puntano molto sull’estero, ma sono gocce nel mare, degli eroi.
2
Hai passato la tua vita con una chitarra a tracolla dai CCM, ai Not Moving, Hush, fino ai Diggers e a mille altre avventure sonore tutte a base di rock n roll. Quanto ti è costata questa coerenza ? Rimpiangi qualcosa?
DOME
Mi è costata e mi costa tuttora molto, ma non l’ho scelto, mi ci sono ritrovato e quando me ne sono accorto ormai era troppo tardi.
Mi ritengo fortunato per aver avuto la possibilità di vivere periodi felici, magici e creativi e di aver conosciuto molti dei miei idoli della musica e della poesia.
Nel bene e nel male ho sempre vissuto tutto fino in fondo, cosa devo avere da rimpiangere.
E poi quando monto sul palco con i Diggers, mi sento come Vale quando sgasa sulla linea di partenza. Non c è niente che possa sostituire quella sensazione e quel preciso istante.
3
Vivere di musica in Italia è praticamente impossibile se non scendi a pesanti compromessi. Nonostante ci sia comunque interesse e un potenziale pubblico. Cosa manca, soprattutto cosa è mancato in questi anni?
DOME
Secondo me il problema è generazionale, la ricerca del protagonismo da “grande fratello”, oggi è più importante essere riconosciuti per strada, la musica viene dopo, mentre molti della nostra generazione fuggivano la notorietà, avevamo tanta ribellione da urlare e tanta voglia di percorrere nuove strade.
I Sogni venivano prima di tutto. Ora nessuno vuole più rischiare, a cominciare dai musicisti, oggi più che mai devi essere catalogabile, persino chi suona canzoni sue deve sembrare una cover band se vuole avere successo.
Ecco perché poi buona parte di quelli che ci credono davvero nel migliore dei casi ci sopravvivono...
4
Qualche anno fa hai inciso “Poems for renegades” un album solista prevalentemente acustico. E’ un’esperienza destinata a rimanere unica?
DOME
Penso di sì, mi hanno infamato la maggior parte dei fans, e anche alcuni giornali.
Non ho trovato un’agenzia, ho dovuto fare tutto da solo per portarlo un po’ in giro dal vivo e con grande fatica.
La Japan Apart che coraggiosamente l’ha prodotto, mi ha lasciato sperimentare per un anno prima di consegnare il lavoro finito, io ci ho creduto molto e pensavo di esplorare sonorità diverse che ho sempre amato come il folk psichedelico, la canzone di protesta, le colonne sonore spaghetti western e poi la poesia beat e dei popoli nativi.
Ha provocato reazioni estreme, dal disprezzo all’adorazione, ma più che altro, come si dice in Toscana, m’hanno preso a sputi nel muso. Incredibile che un giornale come RS mi abbia dato 4 stelle e mezzo.
5
Sia con CCM sia con Not Moving c’è sempre stato un impegno “politico” abbastanza accentuato (vedi l’impegno per i Nativi americani).
Noto che negli ultimi anni sono sempre meno i gruppi italiani che si occupano di tematiche politiche eppure tra crisi sociale e morale, immigrazione ed emigrazione, decadenza del mondo occidentale, guerre di ogni tipo, di argomenti ce ne sarebbero.
Ma chi se ne occupa rimangono (quasi) sempre solo esponenti delle vecchie generazioni.
DOME
E’ vero.
I pochi dell’attuale scena cosiddetta indie che lo fanno sembrano più posa che impegno reale, ormai anche il gruppo più alternativo per suonare in giro e avere un po’ di notorietà, fa operazioni di marketing soprattutto tramite la rete e così è sempre più difficile capire quanto una band sia sincera.
Comunque per me la musica è come un quadro non deve per forza mandare un messaggio, l’arte deve bastare a se stessa, la bellezza è già di per se un messaggio.
Se poi usi la musica e la tua notorietà anche per questo tanto meglio ma non è obbligatorio.
Una cosa è certa la musica unita alla poesia e all’“impegno politico” diventa un veicolo di denuncia e cambiamento veramente potente, (vedi gli anni 60).
6
Il nuovo album con i Diggers è il consueto concentrato di puro e semplice rock n roll, un linguaggio che non passerà mai di attualità, credo io. Ne sei sempre convinto dopo tutti questi anni ?
DOME
R’n’r is dead, r’n’r will never die lo sento dire da quando ho cominciato a suonare.
Il r’n’r è pura poesia, è il miglior linguaggio con cui puoi raccontare la strada e la vita quotidiana, ma anche i grandi ideali, a volte lo fai con disperazione, più spesso con ironia.
Supersadobabi interamente prodotto da Go Down Rec. affronta temi politici e tratti dalla cronaca oltre alle storie personali.
Paradossalmente puoi creare un sound originale più facilmente col r’n’r, nell’ indie hanno dei cliché nella musica e nei testi che alla fine (con le dovute eccezioni) cominciano a somigliarsi tutti.
Mentre col r’n’r hai così tante radici dalle quali attingere, dalla psichedelica, dal punk, il blues, il garage,solo per citarne alcune, come in cucina cambiando solo le dosi degli ingredienti, hai la possibilità di creare continuamente nuove ricette.
7
Dovessi mettere in piedi la tua band ideale per un tour mondiale chi sceglieresti? Valgono anche quelli passati a miglior vita…
DOME
io chitarra
Poison Ivy chitarra
Iggy voce
Brian Auger tastiere
Bill Wyman basso
Ringo Starr batteria
8
Mi fai un breve elenco dei dischi in cui hai suonato che faresti ascoltare a chi vuole conoscere Dome La Muerte ?
DOME
Ti direi che dovresti ascoltarli tutti perché ognuno è un passo importante o ci sono affezionato per motivi diversi ma se devo andare sul didattico, sceglierei più che altro 7” e mini lp: Ccm “Furious Party “, Not Moving “Black’n’wild”, Not Moving, Lance Henson And Friends, Poems For Renegades, Diggers: Sorry, I’m A Digger E Supersadobabi.
9
E infine un elenco di quelli da isola deserta.
DOME
Questi sono solo i primi quattro di una lunga lista perché su un’isola deserta avrei bisogno di almeno una borsa di dischi J. Hendrix “Are You Experienced?” Rolling Stones “Sticky Fingers” The Who “Who’s Next” The Beatles “St.Pepper”.
Go Dome Go!
RispondiElimina(bella la domanda,fino ad ora inedita, della band "ideale"...chissa COME e COSA suonerebbe)
C
l'album acustico a me piacque molto,ma in italia sono linguaggi praticamente sconosciuti,occorre essere intelligenti x apprezzarli
RispondiEliminaDANY
si potrebbe chiarire meglio la storia dei "fans infamanti"? perche?
RispondiEliminaDa quanto ricordo ci furono un po' di recensioni che lo stroncarono e anche un po' di "fans" gli voltò le spalle per quel disco. Che in realtà non è affatto incorente per chi è cresciuto con Stones, Neil Young ma anche Johnny Thunders, Lou Reed etc etc
EliminaDodici nuove canzoni più due cover arricchite da un artwork ed un photobook da collezione dove Dome ha posato circondato da quattro ragazze hippie: tutti completamente nudi ed immersi nella natura come nella migliore tradizioni ani settanta.
RispondiEliminaL'ho visto dal vivo.....un grande!
RispondiEliminaCharlie
a correggio hanno ligabue? noi a pisa abbiamo Dome, voi mette?
RispondiEliminaBoia dè !
Eliminai CCM nel loro genere erano gajardi:),...loro fans m'han mandato parecchie incisioni d'époque,anche oscure compilation tapes..in USA e altri paesi più all'avant-garde del nuestro avevano un gran seguito, l'è ver:)
RispondiEliminapoi ricordo d'aver acquistato un zabbato (rivenditore televisivo d'Aiazzone docet,..ora non ricordo il nome) al Disco d'Oro la compilation tape 'World Class Punk' e in effetti per l'Iddaglia c'erano i CCM,...grandissimi anche gli Ungheresi HOVA_LETT NAGYFERO BIKINI e la band Greca e gli Islandesi:)
RispondiEliminaMa era lui a mettere i dischi dopo i concerti al Baraonda al Cinquale? Diobono, quanto ho ballato!
RispondiElimina:)
Si si è stato il residente DJ per anni al Baraonda
EliminaDome La Muerte e' un Pesce d'Aprile di Tony
RispondiEliminaEgli non esiste
ahaha! ma qui non cadiamo nelle burle..
RispondiElimina1 Aprile:Happy Bday JIMMY CLIFF,splendido 66enne
Marvin Gaye my Soulbrother #1 e sono trent'anni giusti che se n'e' andato
C
anyways, per la serie 'roots music' un umile Omaggio in Onore di Jacques Le Goff, grande medievista ,purtroppo scomparso oggi,leggo
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RispondiEliminaCom'era la storia della Caselli?
RispondiEliminaAlberto