sabato, marzo 15, 2014

Link Quartet + Miss Modus - Hotel Constellation



Con una decina di anni di militanza sotto il marchio di fabbrica LINK QUARTET ogni loro nuova uscita non comporta per me un normale approccio ad un disco qualsiasi.
Ascoltando i vari brani pubblicati dopo il mio abbandono mi sono sempre chiesto come avrei suonato quel pezzo, o in quel punto, se avrei suggerito un cambiamento di arrangiamento o chissà cosa altro.
Di conseguenza anche il giudizio su questo nuovo sforzo “Hotel constellation” risente di un approccio decisamente diverso da quel oche riservo abitualmente alla marea di dischi di cui parlo ogni mese.

Il carattere distintivo dell’album è la presenza in tutti i brani della (ottima) voce solista della scozzese Miss Modus e del carattere concept che unisce i 18 brani.
In realtà i brani sono nove e altrettanti gli intermezzi parlati (a parte l’intro di 6 minuti, le altre sono ridotte ad una quarantina di secondi ognuna), unico neo di “Hotel constellation”.
La voce narrante, in inglese, sicuramente funzionale al concept, non aiuta ad apprezzare in pieno i “veri” brani, distoglie l’attenzione e al secondo ascolto lo skip diventa automatico e rigoroso.

Detto questo l’album è una poderosa dimostrazione di forza compositiva che fa compiere al Link Quartet un prodigioso passo avanti rispetto al “solito” soul funk strumentale da sempre peculiarità della band, tra le migliori interpreti mondiali del genere.
Dal synth 70‘s funk della title track all’extreme sexy funk di estrazione blaxploitation (dalle parti di Betty Davis) di “Silhouette”, alla rilassata ballata soul “Second skin”, al travolgente space funk in odore di Eumir Deodato della conclusiva “Tears don’t fall”, alla "nuova “Spooky" (ricordate i Classic IV ?) che sembra essere il lounge beat di “Love safari”, l’hammond beat hendrixiano di “Stop calling” e “Barbarella”, è un susseguirsi di eccellenti brani in grado di esplodere dal vivo grazie soprattutto all'indiscutibile tecnica della band guidata da Paolo Apollo Negri.
Album in grado di far compiere al Link Quartet il salto decisivo al di fuori del consueto ambito 60's oriented verso orizzonti ben più ampi.

3 commenti:

  1. W Link Quartet!

    Domanda: qual'e' il tema/storia del concept?
    Gli intermezzi narranti sono una scelta coraggiosa (e rischiosa)..penso a Ogdens degli Small Faces e Mt.Vernon dei Beach Boys visto che se ne parlava un paio di giorni fa e non ho ancora capito se mi piacciono o no.
    Anche SF Sorrow con Arthur Brown recitante,ma questa e' dal vivo "one shot" epocale.
    Il punto e' lo "skip automatico e rigoroso"..

    yes ci ricordiamo dei grandi Classic IV
    Spooky un evergreen e la bellissima ballad Traces..
    Stormy ha ricevuto moderno refreshing nella Save Room di John Legend.
    Dennis Yost splendida voce blueyedsoul

    C





    http://grooveshark.com/#!/search/song?q=The%20Ventures%20Medley:%20Spooky/Traces/Stormy

    RispondiElimina
  2. NOn ho bene idea di cosa tratti il concept…roba spaziale ma non ho approfondito…domani comunque intervista a Paolo Apollo Negri

    RispondiElimina