domenica, gennaio 19, 2014
Red Ronnie su "London calling" - Popster 1980
Nel marzo del 1980 RED RONNIE recensiva sul mensile POPSTER il nuovo album dei CLASH, "London calling" dividendo il suo parere in pilatesco doppio giudizio, l'uno antitetico all'altro, ma che ben riassumeva lo stupore di molti punk e affini al cospetto del nuovo stupefacente (per suoni, approccio, varietà) albumn della band di Strummer e soci.
L'ho ricopiato per voi....
A)
I Clash facevano meglio a sciogliersi subito dopo il primo album invece di tentare esperimenti di noioso heavy metal prima e di banale musichetta ora.
Il “Gruppo punk per eccellenza” si è reso definitivamente ridicolo, gettando ombre, fango e merda su un passato glorioso. Anche se questa porcheria farà la loro fortuna commerciale, chi li amava è costretto a voltare le spalle sdegnato.
Ma sono veramente i Clash a suonare ? A parte il brano "London calling" rifiuto di crederlo.
Per i posteri punk significherà d’ora in poi solo Sex Pistols, che troneggiano incontaminati.
B)
I Clash raggiungono finalmente con questo stupendo disco una consacrazione musicale. Abbandonata la sorda rabbia degli esordi ed il poco convincente heavy metal di “Give em enough rope” si aprono ad altre esperienze che colorano in modo vario e godibile la loro musica prima monocolore.
C’è persino dello swing in “Jimmy jazz”. Incuranti di chi , dandoli per spacciati , li aspettava al varco, si sono concessi pause spensierate interpretando brani altrui, come il classico “Brand new Cadillac”.
C’è pure un brano fantasma, “Train in vain”, molto sixties, che, senza alcuna segnalazione, chiude l’ultimo lato.
Con questo doppio album i Clash fanno centro due volte in un colpo solo; ed ora anche l’America che li annoiava tanto (“I’m so bored with Usa”) è ai loro piedi.
PS: Scegliete la recensione che ognuno preferisce, per me pari sono.
POPSTER MARZO 1980
'banale musichetta'??,..ma se c'è tutta la storia del rock in quel disco!, (mi riferisco a London calling non a 'Give'em...',..naturalmente
RispondiEliminama infatti me la ricordo bene la recensione ..ed era anche in un certo modo preveggente: cioè anticipava già i gusti e le tendenze di quei punks radicali che avrebbero estremizzato le loro preferenze concentrandosi su quello che diverrà da li a pochi anni l'hard.core punk. Dall'altro lato, gente che non aveva mai ascoltato punk si accorse di questo grande gruppo che riassumeva in London Calling venti anni di rock (e anche ska, reggae, r&b e altro) Comprai proprio prima questo disco e solo 4 anni dopo il primo dei Clash, che peraltro restano (per me) i migliori lavori del gruppo in assoluto.
RispondiEliminaInfatti nel 1981 al concerto a Milano, stretto tra migliaia di persone sotto il palco, in un patetico tentativo di registrare con un portatile a cassetta il concerto dei Clash vidi entusiasti ragazzi da discoteca (era il periodo di Sandinista) ballare al suono di "The Magnificent Seven", fricchettoni esaltati da "London Calling" e punk estremi, con giubbotti con su scritto Crass o Dead Kennedys esclamare: "andiamo a sputare in faccia a quel traditore di Strummer!".... significativo no?
RispondiEliminaappunto, Luca, London Calling è un disco'seminale' (come dicevano certi 'critici' un tempo)perchè conteneva (come poi il triplo 'monstre' 'Sandinista' (come qualità di songs comuque inferiore, ma era un triplo,...quindi onore comunque al coraggio della band) praticamente tutti i generi o sottogeneri della musica 'cosiddetta ' rock,...in pratica una summa o 'éncyclopedie' come avrebbe detto il Diderot.,...sicuramente uno dei più grandi dischi (insieme al primo (e al 10" Black Market),...ma ancor più del primo forse, proprio per il suono'molto 'eclettico' e enciclopedico) dell'Intera Storia del Rock,..certi critici citati sbagliarono alla grande
RispondiEliminaFu uno dei primi album ad indicare la via del cosiddetto crossover. Non più generi bene definiti ma un mix di tutto (la stessa cosa stavano facendo i Talking Haeds in Usa). Ci avevano già provato (riuscendoci e indicando la strada) i Beatles con il "White album" e in parte Hendrix con "Electric ladyland" e Sly and the Family stone
RispondiElimina...cazzo ce l'ho quel n. di popster!
RispondiElimina...doppia "recensione" scimiottante e banale
...non da allora ad essere onesto, ma rr mi sta proprio sul cazzo
A me piacque molto questa ironia delle due diverse recensioni,praticamente opposte...e forse,come fa notare Luca,oggi se ne coglie ancor più il senso.
RispondiEliminaL'album doppio penso ,nel mio piccolo, che debba avere comunque una estrema varietà di suoni (che poi piacciono o meno,questo è relativo) proprio perchè la durata non debba sembrare un semplice esercizio auto-referenziale...uno dei difetti maggiori che esisteva nel rock sinfonico precedente al punk (o del prog,se preferiamo chiamarlo così) era proprio che spesso la lungaggine e la prolissità non aveva senso compositivo,ma si limitava ad estenunanti assoli ed esaltazioni del virtuosismo...maestri,in questo genere di noia erano Yes ed EL&P,che avevano perso da tempo la voglia di scrivere canzoni e si ritrovavano così ad "allungare il brodo"...persino in concerto si vedevano una marea di gruppi che risolvevano tutto con l'assolo kilometrico (gli assoli di batteria,in particolare,erano una pizza indigeribile).
Il punk ruppe questo schema,ma di contro ne costrui un altro altrettanto limitante : d'improvviso qualunque cosa non poteva più durare oltre i 3 minuti,meglio se era velocissima,urlata e con scarsissimo senso compositivo anche nei testi (che erano fatti di pochissimi slogan para-politici.
Per questo,che piaccia o meno,credo che sia stata inevitabile anche una sorta di marcia indietro,che negli anni 80 si espresse con la neo-psichedelia (ma anche col ritorno a certe tematiche pop e soul jazzate) e che oggi guarda con interesse verso le radici dello stesso "prog",che non erano quelle sopracitate...l'Italia si è distinta in passato per nomi che uscivano da questi schemi prefissati dall'industria (il POP italiano ha dimostrato già allora la propria originalità,anche se molti l'hanno riconosciuta in ritardo),per cui sono convinto che da quel punto si debba ripartire...sia che si tratti di psichedelia,come nel caso dei No Strange,o di nuovo rock'n'roll come nel caso di Lilith & the Sinnersaints (della serie : la pubblicità è l'anima del commercio) :-)))))) URSUS
anch'io avevo quel Popster!
RispondiEliminaE c'ero al Vigorelli nell'81
La doppia recensione in effetti era curiosa..
In quel numero c'era lo speciale Band Italiane con l'esilarante scheda dei Sorela Maldestra..e da allora fu ammore
C
Mi piacerebbe molto ritrovarlo nei famigerati scatoloni a casa dei miei..Tony posso chiederti? non e' che avresti modo di scanner la pagina delle Brigate Rock?
RispondiEliminaC
i Talking Heads e Brian Eno furono altresì geniali nel dare visibilità di 'massa' alla musica africana (c'eran stati esempi nei primi anni '70 tipo gli Osibisa ma erano molto più underground),...di Brian Eno segnalo anche il primo lp (1974?) che era molto bello,....poi mi ricordo che avevo un disco di Jon Hassel(sempre fatto in collaborazione con Eno se non ricordo malissimo,...ma l'età avanza sigh:),...tutto strumentale e molto 'percussonistico',...ma che scavava nei suoni folk più autentici dell'Africa
RispondiElimina'Remain in Light' veramente gran bel disco
RispondiEliminacmq tornando un attimo alla cronaca d'ogi (come direbbe Luis Miguel!!)e ad argomenti più calcistico/terra-terra,...da quando c'è il Thorir che le abbiam perse tutte??,..a parte il derby? :),.. va bén!
RispondiEliminaarridatece Aebi e Cevenini III !!
RispondiEliminaUn paio d'anni dopo io i Clash li scoprivo così:
RispondiEliminahttp://conventionalrecords.wordpress.com/2012/08/27/45-45s-at-45-rock-the-casbah-the-clash-1982-645/
poi naturalmente ci fu quel bel dusco di Eno/Byrne sempre all'epoca,...poi ricordo che dalle nostre parti c'era una radio muy nw che ogni tanto trasmise una band femminile chiamata BUSH TETRAS, anche loro avevano un sound un pò 'funky-africano'
RispondiElimina"Give 'em enough rope" viene considerato heavy metal?!
RispondiEliminaAlberto
Come i Jam punk, competenza allo stato puro
RispondiEliminaErano considerati tali dalla stessa stampa inglese
RispondiEliminaed infatti Give ha i suoni Metal (le chitarre), e il primo dei jam sarebbe punk-pub-rock tranquillamente 8se non sapeste che sono i jam)
RispondiEliminadavvero.
Think about that
C
Infatti,bisogna sempre inquadrare le definizioni nel loro periodo storico e culturale : nel 1980 non era per niente definito nè l'heavy metal (come stile musicale) nè tantomeno il modism...
RispondiEliminachiunque legga le recensioni dei dischi,italiane o straniere,di quei tempi può rendersene conto.
Il punk,dopo un paio di anni in cui compariva ovunque (pure sulle foto di Anna Oxa e degli Squallor) venne persino cancellato dalla memoria,sostituito col termine "New Wave",dove ci sguazzava un po' di tutto : dall'elettronica sperimentale,fino al pop da classifica !
Red Ronnie ha comunque avuto il merito di ironizzare sulla cosa e non di fare,come altri suoi colleghi,dei partiti o delle frange ultrà di una o dell'altra sponda.
Credo che l'articolo vada semplicemente contestualizzato,come tutto ciò che riguarda la terminologia passata. URSUS