lunedì, gennaio 27, 2014

Arpad Weisz



A cura di ALBERTO GALLETTI

27-01-2014

Oggi è la giornata della memoria, lo stesso giorno del 1945 le truppe dell’Armata Rossa entravano nel campo di prigionia di Auschwitz.
Un breve pensiero a riguardo, fornito da un carissimo amico, noto da queste parti come ‘The Raven’, che mi ha prestato il libro dell’ottimo Matteo Marani sulla triste vicenda di Arpad Weisz e della sua famiglia.

Arpad Weisz era un ebreo ungherese che giocò negli anni 20 per la nazionale magiara.

Passò nel 25 dall’ MTK Budapest, fenomenale compagine danubiana e club ad altra rappresentanza ebraica della capitale ungherese a quell’epoca al Padova prima e all’Inter poi.

Un grave infortunio al ginocchio gli pregiudicò la carriera di calciatore, ma la sua enorme passione per il gioco del calcio lo spinse ad intraprendere la carriera di allenatore, scoprì e fece esordire in prima squadra un certo Giuseppe Meazza e con l’Ambrosiana vinse il primo campionato di Serie A a girone unico, stagione 1929/30.

Dissapori con il nuovo presidente dei nerazzurri lo lasciarono senza impiego e dopo una breve parentesi a Novara e una stagione a Bari venne ingaggiato dal Bologna.
Fu sostenitore del sistema WM inglese rapido modernizzatore del nostro calcio e creatore del Bologna, ‘lo squadrone che tremare il mondo fa’, col quale vinse gli scudetti del 1935/36 e 1936/37, interrompendo la supremazia bianconera della Juve del quinquennio, oltre che la Coppa dell’Esposizione Universale di Parigi nel 1937 quando i felsinei sconfissero incredibilmente gli inglesi del Chelsea FC in finale per 4-1.
Le leggi razziali del 1938 lo costrinsero a lasciare il paese, trovò rifugio prima a Parigi poi in Olanda a Dordrecht dove trovò impiego presso il locale DFC, la squadra della cittadina, il destino tragico stava comunque compiendo il suo percorso.
La Germania nazista invade l’Olanda in cinque giorni e il cerchio intorno ai discendenti di David si stringe tragicamente, dalle prime restrizioni sugli impieghi pubblici, alle liste della polizia politica alle deportazioni in massa.
A poco a poco Arpad Weisz, la moglie e i due figli di 8 e 10 anni finiscono inesorabilmente in un lungo tunnel buio dal quale non usciranno più.
Nel 1944 vengono arrestati, imprigionati e condotti ad Auschwitz, dove appena arrivati vengono separati, Arpad finirà in un campo di lavoro dove resisterà, grazie alla forte fibra fino ai primi del 1945, prima di soccombere al massacrante annientamento psicofisico nazista.
La moglie e i figlioletti verranno passati per le camere a gas di Birkenau poche ore dopo il loro arrivo.
Una vicenda tristissima, come milioni di altre, raccontata con commovente partecipazione e che mi ha molto commosso.
Buona giornata, non dimentichiamo.

27 commenti:

  1. ma prima non c'era la canzone politica?
    allucinations....

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  2. bràv Sir per averlo ricordato..Weisz ,ho letto, era un grande tecnico,......ce la menano tanto col Real Madrid,...ma se la Coppa Campioni fosse iniziata nei 1930s , il Bulèigna ne avrebbe almeno 2-3 di CL:)

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  3. Grazie Mich, riguardo l'anniversario è stata pura casualità.
    L'amico The Raven è anche lui interista.
    Piccola precisazione: il titolo del libro è 'Dallo scudetto ad Auschwitz' di Matteo Marani, nella fretta avevo scordato di metterlo. La famiglia Weisz fu deportata nel 1942 come scritto sulla targa apposta al Dall'Ara, lo strazio di Arpad durò più di un anno e mezzo..
    Sono sempre stato anch'io un fervido immaginatore (?) di competizioni europee che si sarebbero potute svolgere diciamo dal primo dopoguerra in avanti, non sono mai arrivato in capo di nulla, ed ogni volta che mi rimetto a pensarci il casino aumenta, però è divertente.

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  4. Ci sono tanti modi per non dimenticare.
    Bella la vostra scelta.

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  5. Si assolutamente.
    Mi scuso per la totale mancanza di fantasia, ho finito il libro giusto qualche giorno fa.

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  6. ...grazie per la citazione immeritata...il libro l'ho trovato in una biblio virtuale di appassionati ( anobii) per puro caso e l'ho praticamente acquistato e divorato in un attimo e...non potevo non farne partecipe Sir Gallo....e di conseguenza gli amici ed intenditori del blog....ci sono parti decisamente strazianti soprattutto, per dirla con Sir , nel momento in cui Arpad e famiglia si trovano inesorabilmente a scivolare verso la fine senza nulla a cui potersi aggrappare ..tutte pareti lisce intorno ed in fondo una "macina " che ti attende...come vivere nell'attesa spasmodica della morte certa??....difficile,solo immaginarlo, impossibile da vivere....Marani si pone un altro quesito senza risposta....Arpad Weisz non era un personaggio qualunque, fa specie pensare che esistano personaggi "qualunque" ognuno di noi è speciale, ma Marani intende dire Weisz è un personaggio sulla bocca di tutti.....come può sparire da un giorno all'altro in una città come Bologna senza che nessuno si interroghi , le leggi "maledette" entrano in vigore e Weisz in pochissimo tempo è cancellato dalla vita del capoluogo felsineo, lui e tutta la famiglia....rimangono solo flebili tracce che solo un buon giornalista ed un appassionato ha potuto ricostruire dopo 70 anni!!...nessun documento ufficiale distrutto dai nazisti e dalle brigate nere , nel momento della disfatta, deceduti poco alla volta i "suoi " giocatori, nessuno che si ricordi di lui , qualcuno le crede vivo a Budapest, qualcuno a Parigi......nessuno sa cosa è successo veramente ....signori si sta parlando di un allenatore tale che , perdonatemi la blasfemia, sarebbe come se dall'oggi al domani sparisse un Mourinho senza che nessuno se ne accorgesse.....Sir lo ha citato in questo triste giorno, grazie all sua sensibilità e lugimiranza, io non posso far altro che consigliarne la lettura....unica pecca da noi riscontrata, sarebbe stato bello avere qualche informazione in più dal punto di vista strettamente tecnico-calcistico dell'uomo e del periodo....ma forse questa è "un'altra storia"....

    Un saluto

    The Raven

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    1. Grande Everaldo!
      Uno degli aspetti che mi ha colpito di questa vicenda, come anche tu sottolinei, è la mancanza di testimonianze. Circa il fatto della sua partenza dall'Italia (non parlerei di fuga, ma probabilmente ci sarebbe stato costretto prima o poi), avvenuta senza clamore può essere, ma la mancanza di materiale riguardo la sua permanenza foss'anche solo quella sportiva a Bologna (e Milano aggiungo io) è delittuosa.
      Mi sono anche chiesto se nel caso non fosse scappato avrebbe potuto cavarsela, Renatone Dall'Ara magari sarebbe riuscito ad aiutarli .

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    2. ahahah!!! Gallo se prima mi chiami The Raven e poi Everaldo mi sa che mandi il blog in confusione....io ti nomino spesso Sir Bobby Moore , qui mai ,ma sarebbe facile ricondurre a te....Sir rimane Sir

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    3. Qui c'è gente caro mio che fa dei casini con anonimi e appellativi vari......

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  7. Bravo The Raven..grazie!
    C

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  8. federico buffa racconta arpad weisz
    https://www.youtube.com/watch?v=R3oaUGLXtIM

    saluti,
    teo

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  9. Matteo Marani oltre ad aver risollevato il mitico Gueino è un grande cacciatore di Storie. Ho visto pure il documentario di Buffa che gioca molto sul fatto (incredibile) che dall'oggi al domani la città bolognese non si fosse quasi accorta della scomparsa di uno dei suoi figli nobili. Potere del terrore suppongo. Gli anni in cui il nazi-fascismo avanzava furono letali ad un altro grande calciatore come Sindelar (fidanzato con una ragazza italiana di religione ebraica) avverso al Fuhrer che mai gli perdonò la sua plateale opposizione. Nello Governato raccontò la sua storia in un bel libro, non ricordo il titolo la se sgogoolate lo trovate di sicuro.

    Charlie

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  10. Grande Nello Governato.
    La partita dell'addio mi par di ricordare. Rifiutò di giocar per la Germania dopo l'Anschluss,terrorizzato per le ritorsioni che il suo gesto avrebbe provocato, si suicidò con la fidanzata.

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  11. E' una delle particolarità che più mi inquieta e fa male delle leggi razziali. La gente spariva e tutti tacevano. Li capisco benissimo, se parlavi o alzavi la voce il posto era libero anche per te.
    Ma è davvero devastante leggere quell oche scrive Alberto:
    "A poco a poco Arpad Weisz, la moglie e i due figli di 8 e 10 anni finiscono inesorabilmente in un lungo tunnel buio dal quale non usciranno più."
    Mi fa venire i brividi.

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    1. ..esatto Tony, fa venire i brividi.....come tutta la letteratura sulla shoa....sia i racconti in prima persona che i saggi critici dedicati all'argomento, da Primo Levi a Raul Hillberg per citare lo scrittore più famoso e lo storico più importante ( La distruzione degli ebrei d' Europa è la summa di tutte le ricerche sull'argomento se volete affrontare le 1500 pagine che la compongono) ,ma io per interesse ho letto anche romanzi di vita dei campi non propriamente di sterminio, che mettono in risalto come la nomenclatura burocratica nazista oltre a trasformare tranquilli padri di famiglia in spietati aguzzini, non permettesse se non a rischio della propria vita , nemmeno gesti di clemenza per i prigionieri non ebrei, che per essi non c'era speranza, ma anzi che lo sfruttamento della rabbia degli uni contro gli altri creasse una sorta di "autocontrollo" all'interno dei campi senza bisogno di personale superfluo....vi siete mai chiesti come mai con pochissime guardie armate si potessero mandare avanti campi di concenramento stipati da migliaia di prigionieri?? se vi può interessare due libri ho trovato didascalici in questo senso : Necropoli di Boris Pahor ed il Tunnel di Andrè
      Lacaze...Un saluto The Raven

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  12. Una storia tremenda, certo uguale a quella di altri 6 milioni, ma il racconto ti avvolge in un senso di angoscia crescente e pervasiva, in questo Marani e molto bravo.
    Come appassionato di calcio, padre di famiglia e persona qualunque, trovo la cosa parecchio disturbante.
    E' chiaro che la famiglia Weisz fuggì da Bologna di nascosto,non è neanche sorprendente, ben più sorprendente invece che nessuno abbia detto o fatto qualcosa a tal proposito, non perché fosse una persona legata al calcio , ma in virtù di questo e del fatto conseguenziale che era parecchio in vista. Non una parola, niente, strano....

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  13. Credo che le dittature, di qualsiasi colore, si basino proprio su questo: sul silenzio. L'importante è che non accada a me.
    Anche perchè chi parla o si oppone fa la stessa fine e di eroi alla fine ce ne sono pochi.

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    1. Certo che questo silenzio così diffuso, inesorabile e assordante qualche interrogativo su Bologna e soprattutto il Bologna lo pone.
















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  14. Sindelar era un grandissimo giocatore, ...grande talento,uno dei più grandi della storia del calcio di sempre,... è una totale ingiustizia quello che subì ,..
    .non sono un retrogrado'passatista' tout court ma il Bologna anni '30, 2-3 C.Leagues le vinceva sicuro,.fosse esistita la CL

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  15. Beh, si potrebbe prendere in parziale considerazione la Mitropa Cup dal 1927 al 1939, torneo di grandissimo livello, certo non c'erano i britannici e l'Athletic Cun ma è già molto indicativa.
    Il Bologna ne vinse due 1932 e 1934, nessuna delle due ad ogni modo sotto la guida di Weisz, che giunse sotto le due torri solo nel 1935

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  16. leggo ora, struggente

    ottima cosa divulgare questa storia, per me sconosciuta, nel giorno della memoria, grande sir gallets e grande tony per la pubblicazione

    per quanto mi riguarda, onore ai martiri del ghetto di varsvia, di vilnius, ai caduti della brigata ebraica sul fronte italiano, inquadrati nell'ottava armata inglese, a tutti i combattenti ebrei nelle formazioni partigiane, alle donne e agli uomini di leva inquadrati nei reparti dell'idf (israeli defense force)

    antisemitismo e antisionismo sono la stessa cosa, nel primo caso l'odio è rivolto alle persone, nel secondo ad uno stato, la patria di un popolo, già perchè il sionismo non è un'ideologia ma un movimento di risorgimento nazionale, di emancipazione e autodeterminazione di un popolo, poveri e ricchi, destra e sinistra, credenti e atei, prostitute e ladri

    Am Yisrael Chai

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  17. complimenti davvero...per la scelta del tema, per come è stato trattato...
    grandi..
    mai dimenticare, un uomo senza memoria non vale nulla...

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